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Autore: Anna Wanderer Love    02/10/2013    12 recensioni
Celeste, appena arrivata al Campo Mezzosangue e non ancora riconosciuta, si ambienta bene. La sua prima mattinata è allegra e coinvolgente. Tranne per due occhi. Due occhi scuri. Due occhi all'apparenza allegri e incuranti. Gli occhi di Nico Di Angelo...
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shadows Cycle'
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Nico si sedette sulla sedia, con un sospiro, tenendo gli occhi fissi su Travis. Allungò la mano e prese tra le sue quella pallida e inerme dello Stoll, guardandolo con gli occhi lucidi. Senza dire niente mi avvicinai e posai una mano sulla spalla del figlio di Ade. Lui sospirò e appoggiò la schiena contro di me. Rimanemmo immobili a guardare il semidio. Era ancora in coma e non dava segni di miglioramento. Le ferite non si vedevano;lui era seppellito sotto una marea di bende e coperte. I ricci neri, di solito così arruffati e pieni di vita, sembravano opachi. Il volto era pallido, e riuscivo a vedere alcune vene bluastre lungo il collo.
I fratelli Stoll erano stati trasferiti nella Casa Grande da tre giorni, dove erano costantemente tenuti sotto controllo da Chirone, Michael e Laura. Un paio di volte avevo visto anche Dioniso entrare nelle loro stanze e rimanerci per qualche minuto. Ogni volta ero uscita, perciò non sapevo se il Signor D combinasse qualcosa o rimanesse semplicemente lì, a fissare quei due corpi addormentati.
Nico emise un sospiro tremante, e capii che era al limite. Dopo tre giorni riusciva senza problemi a camminare e a muoversi, sebbene lo accompagnassi dappertutto per precauzione.
Ogni giorno io, Laura, Jo, Nico, Percy, Annabeth e perfino Clarisse, qualche volta, ci davamo il cambio al loro capezzale. Feci per abbracciare Nico, incerta, ma lui mi sorrise e mi bloccò con una carezza. Abbassai gli occhi.
-Posso stare da solo per un po’?- Mormorò con la voce spezzata.
Annuii, e mi sporsi ad abbracciarlo. Questa volta non si tirò indietro; mi strinse forte, quasi fino a farmi male. Il suo respiro soffiò sulla mia spalla, mentre i suoi capelli morbidi mi solleticavano la guancia.
-Mi sento egoista- sussurrò, senza lasciarmi andare.
Piano mi scostai, e gli posai una mano sulla guancia, attirando l’attenzione dei suoi occhi d’ossidiana.
-Non lo sei. D’accordo?- Dissi a bassa voce. Lui annuì e si avvicinò rapido per darmi un bacio.
Lasciai che le sue labbra giocassero con dolcezza con le mie, poi mi allontanai. Gli scoccai un bacio sulla guancia, mi voltai e uscii. Prima di chiudere la porta dietro di me lo vidi chinare la testa e stringere la mano di Travis con forza, mentre Yoru, lì presente, leccava piano la guancia del semidio ferito.
Sospirai, appoggiando la testa alla porta di legno. Mi decisi a muovermi dopo qualche minuto di silenzio, avviandomi esitante alla stanza di Connor, al piano di sotto. Il pavimento in legno non faceva nessun rumore. Mi strinsi le braccia al petto. Nella Casa Grande c’era silenzio e fresco. Anche troppo. Sbucai alla fine del corridoio e ignorando un piccolo ripiano con posate sopra qualche pugnale, una collanina e una statuetta di Apollo feci per scendere le scale. Avevo appena percorso due gradini quando mi accorsi di una figura accasciata nell’ombra, seduta su un piccolo davanzale, davanti all’ampia finestra. Deglutii, quando la ragazza voltò la testa e incrociò i miei occhi.
Clarisse.
Ci guardammo per qualche secondo, poi lei girò di nuovo la testa e si rimise a guardare i ragazzi che giocavano a pallavolo. Sapevo che avrei dovuto andarmene, ma ovviamente non lo feci. Negli occhi marroni di Clarisse avevo visto tristezza, non la solita aggressività. Mi avvicinai e posai le braccia sul marmo freddo, di fianco agli stivali della figlia di Ares. Erano sorprendentemente puliti, anche se graffiati.
-Sai- disse lei con voce traballante e umida -non ti ho mai sopportato.
Sorrisi tristemente, per niente sorpresa. La sua schiettezza non la perdeva mai.
-Lo s...
-Fammi finire- mi interruppe lei con tono calmo, quasi dolce. La guardai sorpresa, ma Clarisse continuava a fissare davanti a sé.
-Credo perché tu sei stata l’unica che è stata capace di far rivivere il ragazzo morto. Non ci era riuscito nessuno, prima. Quando Percy e Annabeth cercavano di farlo riscuotere un po’... lui partecipava alle loro schermaglie, facendo da moderatore, scherzava, cercava di sorridere... ma non gli vedevi mai quella luce nello sguardo che ha iniziato ad avere quando era in tua compagnia. In effetti, cara, sei anche simpatica... per quanto possa essere simpatica una figlia di Morfeo con la testa tra le nuvole che sogna fiorellini e uccellini- aggiunse con un sorriso flebile, guardandomi con una scintilla divertita negli occhi.
Ci mancava tanto così che la guardassi con la bocca spalancata di venti centimetri.
Lei ghignò, e sorprendentemente mi ritrovai a sorriderle.
-Be’- dissi , -io non mi sogno uccellini e fiori...
-Certo, ti sogni qualcos’altro- fece lei con un sorrisone, e io arrossii fino a diventare color magenta.
-Clarisse!!
Lei scoppiò a ridere, ed era una risata sincera. Saltò giù dal davanzale e si chinò su di me. Era più alta di almeno dieci, dodici centimetri.
-Sì, novellina?- Ghignò.
-Niente, niente- farfugliai in fretta, ma sorridevamo entrambe.
Lei sospirò soddisfatta, incrociando le braccia.
-Bene. Ahm, ehm... senti, per il pugno... e la faccenda di Kristine... mi dispiace. E’ davvero stronza- fece con una smorfia.
Rimasi piacevolmente sorpresa, ma prima che potessi fare qualcos’altro un urlo ci fece trasalire. Era terrificante. Mi penetrò nelle ossa e mi fece fermare il cuore per qualche attimo. Perché avevo riconosciuto la voce che l’aveva emesso.
Senza nemmeno aspettare che l’eco del grido si spargesse su per le scale ci precipitammo al secondo piano, di corsa, con Clarisse davanti a me. Altre grida e urla disperate fecero da eco al primo grido. Con il cuore a mille, Clarisse ed io spalancammo la porta della camera di Connor.
Laura.
Chirone.
Argo.
Laura che piangeva.
Chirone con gli occhi lucidi.
Argo con le mani tra i capelli.
Restai paralizzata sulla soglia della porta.
-No! No! NO!! Stupido figlio di Ermes, svegliati! SVEGLIATI!!- Urlava Laura, singhiozzando e scuotendo per le spalle Connor.
Era seduta sul letto, e piangeva violentemente, chiamando disperata Connor, implorando che si svegliasse e tornasse da lei. Le lacrime scorrevano copiose sul suo volto, e Chirone e Argo guardavano impalati la scena.

Connor, tra le braccia della figlia di Apollo, aveva la testa reclinata all’indietro come i neonati e non rispondeva. Aveva gli occhi chiusi, le labbra viola, e il suo volto sembrava quello di un cadavere da quanto era pallido e inerme tra le braccia calde e piene di vita di Laura.
-Connor! Connor! Svegliati! Io ti amo, dannazione! NON PUOI LASCIARMI DA SOLA!!- Strillava lei, e a quell’ennesimo urlo Clarisse si riscosse. Corse in avanti, afferrando per le spalle la semidea e tirandola via da Connor.
-Basta! Basta, Laura! E’ morto!- Gridava, cercando di farla smettere di dimenarsi.
Laura scosse la testa con violenza, isterica. I capelli biondi schiaffeggiarono la guancia di Clarisse.
-NO!!- Urlò a pieni polmoni, così forte che sentimmo un’imprecazione strillata da qualche parte e un rumore di qualcosa che si frantumava a terra.
Ma, dopo quell’ultimo urlo, Laura si accasciò contro la figlia di Ares, singhiozzando disperata. Clarisse l’abbracciò goffamente. Le lacrime cominciarono a scendere anche sul mio viso. Non riuscivo a smettere di guardare il ragazzo steso sul letto, pallido come la neve. Morto.
Quando sentii una mano cingermi la vita e tirarmi addosso a un corpo non feci domande.
Posai la testa sul petto di Nico e piansi in silenzio, mentre lui mi abbracciava. Tremavamo entrambi, ma lui non si lasciava andare. Il suo volto era asciutto, sebbene i suoi occhi minacciassero di far strabordare le lacrime anche sulle sue guance.
-Ssh. Amore mio.
-C... Connor...- Piansi, aggrappandomi alla sua schiena. Nico mi avvolse nel suo abbraccio protettivo, e mi sentii ancora più male a pensare che Laura adesso non aveva più nessuno da cui farsi abbracciare così.
-Ssh. Lo so, Celeste. Calma. Piangi, amore mio.
E io obbedii.
-No... no...- continuava a ripetere Laura, dietro di me. -Padre... ti prego... ascoltami, fai qualcosa- pregò la sua voce rotta. Mi voltai, senza sottrarmi alle braccia di Nico, che mi teneva con forza.
Laura era caduta a terra e pregava, le spalle che sussultavano.
Poi, dopo qualche secondo, una luce intensa illuminò l’ambiente.
Un volto, un volto di un ragazzo, biondo, serio, apparve dalla luce sfolgorante. Laura rimase a bocca aperta, e il ragazzo allungò un braccio verso il suo volto.
-Sai cosa fare- mormorò la sua voce dolce.
Poi il ragazzo scomparve.
Il silenzio penetrò nella stanza. Laura si alzò di scatto e corse di nuovo verso Connor, improvvisamente decisa.
-Laura...- tentò Chirone, ma lei non l’ascoltò.
-No!- Esclamò con forza. -Se Apollo ha risposto, vuol dire che non è ancora finita!
Tutti si zittirono, mentre Laura armeggiava intorno a Connor, che, evidentemente non era ancora spacciato. I suoi occhi verdi brillavano di una nuova speranza, divampata come il fuoco in un pagliaio. Ma sapevo che, se quello che aveva in mente non avesse funzionato, stavolta le si sarebbe spezzato davvero il cuore. Perché lei amava davvero Connor. Lo vedevamo dai piccoli gesti che, nonostante la fretta e l’ansia, trovava miracolosamente il tempo di rivolgergli. Gli scostava un ciuffo di capelli dalla fronte, gli carezzava una guancia.
Senza perdere tempo Laura sciolse un po’ di nettare in un bicchiere e lo versò in un calice tempestato di brillanti che era apparso sul comodino. Il contenuto del calice sembrò illuminarsi quando lei ci soffiò piano sopra.
Poi iniziò a intonare un incantesimo in latino.
La guardavo rapita. Faceva dei movimenti nell’aria, disegnando con due dita delle figure, volteggiando attorno al letto di Connor, ancora immobile. Pian piano, mentre intonava l’incantesimo, la sua sagoma cominciò a risplendere di una calda luce dorata. I suoi abiti scintillarono per un’istante, prima di trasfigurarsi in una candida veste greca. I capelli si raccolsero in una semplice treccia che le scendeva lungo la schiena, lasciando ciuffi di capelli biondi a incorniciarle il volto dolce. L’aria si riempì di dolcezza e pace.
-La benedizione di Apollo- mormorò senza fiato Chirone.
Dopo qualche minuto Laura finì l’incantesimo.
Si chinò e sollevò la testa a Connor, che sembrava inspiegabilmente aver riacquisito un po’ di colorito sulle guance. Con un sorriso felice e sereno gli inclinò la testa e versò il nettare dorato e brillante, facendoglielo bere tutto.
Poi, in silenzio, si raddrizzò, e fissò il ragazzo. I suoi occhioni verdi scintillavano di speranza e timore. Tutti fissammo il ragazzo accasciato sul letto, aspettando. Quando qualche secondo dopo non successe niente Laura abbassò le spalle, sconfitta.
Nico respirò profondamente, e fece per parlare. Le lacrime affiorarono di nuovo.
Poi, Connor si sollevò di scatto sui gomiti, boccheggiando in cerca d’aria e tossendo.
Laura urlò e si precipitò a sorreggerlo, con un sorriso splendente. Gli passò un braccio sulle spalle e lo tenne sollevato in modo da farlo respirare. Connor ansimò, rallentando il respiro solo dopo qualche secondo. Aprì gli occhi, i suoi bellissimi occhi vivi, e si accorse finalmente di essere tra le braccia di Laura, che lo guardava come si guarda un miracolo.
-Laura- rantolò, con la voce roca e tremante.
Lei gli sorrise, senza accorgersi nemmeno di come lui la guardava a bocca aperta, incantato.
-Sono qui- sussurrò, e lui sorrise.
Poi fece la cosa che lei mai si sarebbe aspettata in quel momento.
Le passò velocemente un braccio dietro alla schiena, accarezzando le sue spalle a malapena coperta dal bellissimo vestito che lei indossava ancora. E, incurante, di noi tutti nella stanza, la trasse a sé e la baciò.


AnGoLo DeLl'AuTrIcE:
Aehm.... deposte le armi?
Ok... ehm... ho un motivo se non ho pubblicato prima! Mi sono ammalata, tosse, raffreddore, tosse... ecco appunto... ehm, be', e ho avuto una verifica oggi per cui non sono riuscita a scrivere niente.... tutto questo l'ho scritto oggi e sono consapevole che fa schifo... sorry, ma ho cercato di farlo al meglio, ma sapete, non sto benissimo e quindi...
MA IO I AMO LO GIURO!!!!!!!!!!!!! 100 RECENSIONI!! ANZI 101!!!!!!!!! Mi sono innamorata di tutti voi! Lo sapete? Anche solo di chi legge e basta anche se mi piacerebbe che new entry (od old entry che non conosco) si facciano vivi....
Be un bacio e recensite!

Vi amoooooooooooo! Tutti!!!

   
 
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