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Autore: Clockwise    02/10/2013    1 recensioni
Teneva gli occhi chiusi quando cantava, ma se li avesse aperti, se avesse potuto vedere quel momento, allora l’avrebbe vista con i suoi occhi, oltre a sentirla, l’alchimia che li legava. Era proprio lì, in loro, nei piedi che battevano lo stesso tempo, nelle vibrazioni sugli strumenti, nel riverbero che echeggiava dentro ciascuno di loro alla stessa frequenza, nelle note che ciascuno di loro creava e che si intrecciavano in armonie meravigliose e così, insieme, solo insieme, erano qualcosa.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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All Around The World
 
Luci, facce, suoni vorticavano confusamente nella sua testa. Julia chiuse gli occhi e appoggiò la schiena alla ringhiera dietro di sé con un gemito. Ecco, tutto ciò era colpa di Chris: se lui non le avesse proibito di bere per tutta la settimana, forse ora non si sarebbe presa una sbornia tale… Parlando di Chris, chissà dove s’era cacciato: da quando erano usciti non l’aveva visto né sentito. Eppure era con loro… No? Si portò una mano alla tempia, dove il mal di testa iniziava a pulsare, non invitato. Sentì che qualcuno la chiamava, ma era come se la voce venisse da lontano, lontano… Quando sentì una mano scuoterla per la spalla, aprì gli occhi per incontrare quelli verdi e preoccupati di Jonny.
«Tutto bene?»
Come no, ho la testa che fra un po’ esplode, sto per vomitare l’anima, direi che va tutto benissimo.
Annuì con un’espressione sofferente. Jonny sorrise e le porse una bottiglietta d’acqua.
«Bevi, ti sentirai meglio.»
La ragazza la prese e bevve avidamente, con la sensazione che la sua testa andasse pian piano svuotandosi, fermandosi. Leggermente meglio.
«La prima sbornia, eh?» domandò Jonny, impacciato, sedendosi accanto a lei e abbracciandosi le ginocchia. Julia notò – per quanto riusciva a discernere con la testa ancora galleggiante – che sembrava distante.
«E tu? Neanche tu stai tanto bene. È Capodanno e sei sobrio» biascicò. Lui rise piano, e il suo sguardo corse a Chris; il ragazzo poggiava la schiena alla ringhiera, ma era quasi dall’altra parte della colonna rispetto a loro. Nella luce dei lampioni, Julia colse il baluginio di una bottiglia. Era solo.
«Guarda, pure quell’altro: cosa diavolo fa da solo? È Capodanno, dovrebbe stare con i suoi amici e divertirsi, perché sta solo con una bottiglia?» esclamò, improvvisamente furiosa.
Jonny si rivolse a lei, stupito.
«Tu non… Lui non ti ha detto…?»
«Detto cosa?» si accigliò la ragazza. Sinceramente, non aveva voglia di perdersi fra segreti e silenzi, era già piuttosto difficile restare concentrati sulla realtà. Jonny lasciò vagare gli occhi sulla piazza, imbarazzato, combattuto fra il desiderio di non tradire il suo amico, ma di non lasciare all’oscuro la ragazza. Dopotutto, era sua sorella…
Julia seguì il suo sguardo. Ah - ah, adesso capiva!
Poco lontano da loro, proprio nel mezzo della piazza, stavano tutti gli altri, e ridevano e parlavano ad alta voce, tutti un po’ brilli. Delilah era fra loro, anche se non rideva forte quanto gli altri. Mentre Chris era solo. Chris, che era tutto pappa-e-ciccia con Delilah. Realizzò in un istante che prima di uscire, dopo cena, erano andati a “parlare” sul balcone. Aveva pensato che non avrebbero parlato affatto e Chris avrebbe colto l’occasione per baciarla una volta per tutte o qualcosa del genere, ma a quanto pareva no, dovevano aver parlato sul serio. Quel coglione. Adesso capiva, era tutto chiaro. O no? No, c’era un passaggio logico che mancava, ma era certa di conoscere la soluzione finale…
La spalla di Jonny era davvero morbida. Anche lui era morbido. Non nel senso che era grasso, nel senso che era comprensivo, dolce, alla mano, come il pan di Spagna. Morbido. Suo fratello invece era pieno di spezie, di sapori diversi. Come quel dolce tedesco, lo strudel. Anche se Chris di tedesco non aveva un bel niente. Mentre Guy era un indiscutibile cioccolato fondente nero e amaro che più amaro non si può. Will, Will era un cheesecake. E Tim un biscotto grande con le gocce al cioccolato. Poi, vediamo… Delilah un pudding, Joanna… perché Joanna si allontanava? E chi era quell’altro ragazzo con lei, Phil? No, no era Mark, il fratello del cioccolato fondente. Anche lui poteva essere un cioccolato, magari con le nocciole. Si stava così bene sulla spalla di Jonny. La testa non le girava nemmeno più molto, anche se continuava a vedere strano. Aveva voglia di ridere, chissà perché.
 
♪♬
 
Si lasciò cadere di peso a terra, appoggiandosi alla ringhiera. Portò una mano alle palpebre chiuse, tentando di calmarsi. Merda merda merda merda. Fece un gran respiro. Riaprì gli occhi. Accanto a lui, quasi addormentata sulla spalla di Jonny, c’era Julia, la sorella di Chris. Sollevò un angolo della bocca. Jonny era pietrificato, osava a malapena respirare. Il chitarrista volse la testa verso di lui, per poi riabbassare subito gli occhi. Aveva sicuramente visto cos’era successo: aveva compassione di lui, forse? Jonny? Jonny che, perdinci, non vantava una ragazza dal San Valentino delle elementari? Per piacere. Lui, almeno, ci aveva provato, aveva agito, non se ne stava in disparte a guardare gli altri vivere. Quel Jonny non parlava quasi mai. Guardava, sorrideva, suonava e basta. Merda. Come faceva a non annoiarsi a morte?
Voltò la testa in giro, notando Chris da solo dall’altra parte della colonna. Lo sguardo andò a Delilah. Oh - oh. Serata sbagliata per l’amore, quella, a quanto pareva. Merda.
Julia si drizzò e si guardò intorno, spaesata. Sorrise. Era davvero carina, con quell’aria da Alice nel Paese delle Meraviglie. Era la prima cosa che aveva pensato, appena l’aveva vista, così dissonante in mezzo a tutti loro, eppure così indiscutibilmente a suo agio, a posto: un’Alice.
«È il nuovo anno?» domandò, la voce impastata. Jonny le mormorò una risposta. Avvertì all’improvviso che c’era qualcuno di troppo. Voleva rimanere da solo con quella ragazza. Era lui lo Stregatto, Jonny era solo un coniglio bianco qualsiasi, se ne tornasse nel suo buco. Ne aveva abbastanza di gente che arrivava prima di lui e gli prendeva il posto. Prese una sorsata dalla bottiglia che si era portato appresso. Tanto, una in più o una in meno…
«Sai, stavo pensando che tu sei un pan di Spagna. Morbido, dolce, con lo zucchero a velo. Sul serio. E tu sei un cioccolato, ma uno buono, con le nocciole. Non fondente, il fondente è Guy, lui è scuro e amaro…» stava farfugliando la ragazza, quando sintonizzò le orecchie su di lei. Jonny rideva. Anche lui sorrise.
«E tu cosa sei?» le domandò, guardandola dritto negli occhi. La ragazza parve confusa.
«In questo momento un budino» mormorò, trafitta dai suoi occhi scuri. Poi scosse la testa e sembrò riaversi. «Cristo, l’ho detto davvero? Sono proprio fusa…»
Mark le fece segnò di no con un dito, sogghignando.
«No, cara mia, dicevi sul serio: mai sentito dire in vino veritas
«E che vorrebbe dire? Guarda che il secchione è Chris, non io.»
«Vuol dire che l’alcol ti fa dire quello che veramente pensi. E cioè che io sono un figo assurdo.»
«Sbruffone.»
Mark rise, riempendosi i polmoni dell’aria fresca della sera, mentre Jonny abbassava gli occhi. Prese un’altra sorsata di birra. Jonny si alzò lentamente.
«Io… Vado da Chris, vi lascio soli» mormorò, allontanandosi. Mark sogghignò. Uno a zero per lo Stregatto.
 
♪♬
 
Per quel che poteva saperne, i lampioni potevano benissimo essere lucciole giganti, se non per il fatto che non si illuminavano a intermittenza. Ma si muovevano, oh come si muovevano, ogni volta che voltava la testa. E aveva un freddo assurdo a starsene lì seduta a terra.
«Alziamoci, il sedere mi si sta appiccicando al pavimento» bofonchiò, tentando di rimettersi in piedi. Barcollò, ma Mark la sorresse prima che potesse cadere. Non la lasciò subito andare, e Julia si rannicchiò meglio fra le sue braccia calde.
«L’amore non è una grandissima cazzata?» chiese il ragazzo. La mente era annebbiata, ma gli occhi inevitabilmente fissi sulla schiena di quella ragazza, fra le braccia sbagliate.
«Non lo so, non sono mai stata veramente innamorata» mormorò Julia. Era improvvisamente così piccola fra le sue braccia, i suoi capelli così chiari.
Julia non seppe come era finita a baciarlo, seppe solo che trovò le sue labbra calde sulle proprie, e che stava davvero bene. Era invasa da una sensazione di caldo infinito, dolce e avvolgente, esattamente come quando il cioccolato ti si scioglie in bocca. E non capì nemmeno bene perché, ma fu bruscamente tirata indietro da lui, e un turbine di voci e immagini invase la sua mente.
Lentamente, focalizzò Chris, fra lei e Mark, che urlava qualcosa... Le giungevano solo stralci di grida, separati dall’intera conversazione, che sembrava così distante, come se stesse guardando un film.
«Non toccare mia sorella, razza di bastardo!»
Non aveva mai sentito suo fratello urlare così forte, con una tale violenza. La sua voce di solito era così delicata e musicale…
«Ha solo diciassette anni! Non puoi giocare con lei e sbaciucchiartela come ti pare, le stavi infilando le mani sotto la maglietta, ti ho visto!»
«Smettila con queste cazzate, non è vero. E poi che ne sai te, eh? Non le ho fatto niente, era solo un bacio. Solo perché tu sei così vigliacco da non riuscire nemmeno a baciare una ragazza come si deve…»
Anche Mark alzava la voce, lo sguardo dolorosamente cattivo.
«Non ti azzardare, tu…»
«Chris, calmati, non è successo niente.»
Era arrivato anche Guy, insieme a Jonny, che tentavano di separarli e non far degenerare la discussione, ma Chris e Mark continuavano a urlarsi contro. E il suo cuore, per quello che riusciva a percepire, era stranamente dilaniato. Faceva male.
«Smettila, Mark, sei ubriaco.»
Il commento secco di Joanna la colpì come uno sparo.
«Devi dirmi cosa devo fare? E chi sei, sentiamo? Tu hai cessato di esistere, per me, esattamente come io non sono mai esistito per te. Siamo pari, ora, no?»
Ebbe un’immagine fugace di Joanna scossa, con le lacrime agli occhi.
«No, Jonny, non mi calmo, è mia sorella!»
«Piantala, bambinone che non sei altro, è grande abbastanza per decidere da sola. Può fare tutto quello che vuole.»
Will era intervenuto, le braccia incrociate.
«No, Will, non lo è, è mezza ubriaca, è piccola, è… Io sono suo fratello!»
«Ok, ok, basta, calmatevi, tutti. Chris, tua sorella è abbastanza grande per decidere da sola, qualunque cosa tu dica.»
«Stava approfittando di lei, Phil!»
«Potete risolvere la questione come persone civili senza urlarvi contro?» domandò calma Delilah, come se stesse cortesemente chiedendo l’ora. I ragazzi ammutolirono, inspirando profondamente.
«Mi dispiace.»
«Anche a me. A posto.»
Chris e Mark si strinsero la mano, gli occhi bassi. Qualcuno propose di dirigersi verso il ponte, da dove avrebbero potuto vedere i fuochi d’artificio. Si incamminarono in silenzio, rotto da qualche frase imbarazzata.
Chris mise un braccio intorno alla vita di Julia e si incamminò. Che razza di fratello, era stato così preso da sé stesso da non rendersi conto che sua sorella aveva bevuto così tanto, che era sola, che aveva bisogno di lui. Non vedeva l’ora che quella serata finisse.
«Jules, mi dispiace tanto, sono stato un idiota. Dovevo tenerti d’occhio, non lasciarti ubriacare. E non aggredire Mark. Guy ci sarà rimasto male» mormorò, guardando la schiena rigida di Guy, poco avanti a loro.
Julia non rispose.
«Ok, non mi parlerai per il resto della vita, ti capisco, però sappi che mi dispiace, ok, Jules? È che sono andate storte così tante cose stasera… Lo so, sono un fratello pessimo. Ero così impegnato a piangermi addosso che mi sono dimenticato di te. Mi dispiace, davvero.»
Julia incontrò il suo sguardo mortificato. Il suo fratellone, era sempre stato così friabile.
«Sei proprio un piagnone.»
«Ma mi vuoi bene lo stesso, vero?»
Sorrise, all’espressione angelica del ragazzo. Appoggiò la testa sul suo petto.
Camminarono in silenzio ancora un po’, prima di venire raggiunti da Delilah. Gli occhi di Chris si abbassarono all’istante. La ragazza avvampò, ma rimase con loro.
«Per quello che è successo prima… Julia, mi dispiace, ma… Joanna l’aveva appena respinto.»
«Cosa?» domandò Chris, spalancando gli occhi. Anche Julia volse i suoi occhi stanchi verso la ragazza.
«Prima, quando siamo arrivati alla piazza. Lui l’ha presa da parte e le ha parlato, non so cosa le ha detto, insomma, ma deve aver cercato di baciarla o qualcosa, perché lei gli ha dato uno schiaffo. Sai, Joanna fa male quando ci si mette. Comunque, è da tempo che a Mark piace Joanna» rivelò tutto d’un fiato Delilah, guardando altrove.
«E Guy?» Chris non osava nemmeno pensare che tremenda situazione dovesse essere quella del trio Joanna-Mark-Guy adesso. Quasi una telenovela di second’ordine.
«Non lo so, adesso staranno parlando. Abbiamo bevuto tutti un po’ troppo, stasera.»
L’aria era fredda, pesante, immobile. Julia si sentì a disagio, scomodamente fuori posto. Intravide le schiene di Tim e Jonny davanti a loro. Senza sapere se fosse la scelta giusta o meno, si allontanò discretamente da Chris e Delilah, affiancandosi agli altri due.
«Che serata da schifo» esordì Chris, guardando il fiume. Era un pensiero ad alta voce, non era veramente diretto a lei, eppure sembrò ferita, quando alzò gli occhi su di lui.
«Ti prego, non dire così. Ti prego. E poi… Non è ancora finita. Sono solo le undici e mezza. Anzi, fra mezz’ora si può definitivamente dire che inizierà tutto daccapo. No?»
La voce le tremava, ma lo sguardo era fermo. Era forte, lei, non certo come lui.
Sarebbe iniziato tutto d’accapo anche fra loro, tutti loro? Chris non lo sapeva, ma decise che non se ne sarebbe preoccupato, non ora almeno. Era il momento di raddrizzare quella serata.
«Certo.»
 
♪♬
 
Mentre il cielo veniva invaso da meraviglie pirotecniche, i ragazzi sul ponte si abbracciarono festosi, brindarono, risero, le menti leggere.
«Quella canzone, quella canzone scozzese, come fa? Andiamo, voi due, Highlanders, come fa?» chiese Will, stringendo la sua Marianne.
«Auld Lang Syne?» chiese Delilah, per poi iniziare ad intonarla, seguita presto dagli altri.
Julia non ricordava di aver mai visto fuochi d’artificio più belli. Vorticavano festosamente nel cielo scuro, accesi di mille colori, illuminavano tutti loro. L’atmosfera era stata tesa, ma quei fuochi sembravano averla squartata, si erano fatti prepotentemente posto fra loro e ora li rischiaravano, li facevano ridere. All’improvviso, tutte quelle stupide discussioni non avevano più significato, appartenevano al passato: stavano vivendo i primi istanti di un nuovo anno, dovevano ridere, cantare al mondo che sì, loro erano giovani, forti, si stavano buttando a capofitto nella vita, e chissà dove sarebbero atterrati, ma non avevano paura, solo curiosità. E tutto sarebbe andato bene, alla fine.   
Chris la strinse in un abbraccio protettivo. Lo sentì mormorarle qualcosa fra i capelli, e lo strinse più forte. Mark abbracciò Guy. Due Gatti del Cheshire. Gesù, dove diavolo li pescava pensieri simili? Eppure era stranamente vero. Chissà com’era il cioccolato fondente con le nocciole. Esisteva? Be’, bisognava inventarlo. Era un gran bel posto, quel ponte. Quei fuochi erano fantastici, non finivano più. Jonny l’abbracciò augurandole buon anno. Le luci si rifletterono nei suoi gentili occhi chiari. Nah, lui non era un misero pan di Spagna. Jonny era quella torta morbida, dolce, ricoperta di zucchero a velo e farcita di crema pasticciera che sapeva fare solo sua nonna, ricetta segreta, zitta piccola Julia. Sorrise. 
Quella melodia antica sembrava legarli indissolubilmente lì, sotto quel cielo caleidoscopico.





***
Io non commento, commentate voi. Ma avrei una domanda: i personaggi vi sembrano credibili? 
Parlando d'altro, la canzone citata alla fine è una popolare canzone scozzese, cantata proprio a Capodanno, mentre il titolo è un brano degli Oasis. Non so se sia veramente adatta, a dire il vero, comunque... 
Buonanotte, vado a ritirarmi in un angolino. I pomodori preferibilmente non marci, grazie.
E.

 
  
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