Questa è per quando ti ho fatto male quel pomeriggio, un anno fa
con il coltello nello stivale mi facevo di alcolici andati a male

Non chiedermi il motivo di questa lettera, che probabilmente non uscirà mai da queste quattro mura.
Non chiedermi perchè, proprio adesso, ho voglia di dirti tutto quello che provo, e che provavo in quel pomeriggio storico.
Non chiedermi perchè ti sto scrivendo.
Ho bisogno di farlo e basta.
Mi sento un coglione.
Lo sei, penserai.
E probabilmente hai ragione.
Ricordo perfettamente ogni istante, ogni minimo particolare di quel giorno.
Se ci ripenso, mi chiedo come possa essere stato tanto stupido.
Spesso do la colpa all'eroina, a quegli schifosi alcolici sotto marca che mi compravo perchè i miei non mi davano abbastanza soldi per una vodka decente.
Ma questa è più che altro una stupida autoconvinzione.
Mi piacevi, Virginia.
Mi piacevi un anno fa, mi piaci ora, e penso che non sarà facile farti uscire dalla mia mente.
A scuola ti guardavo sempre...com'eri bella nei tuoi jeans vagamente vintage.
Ricordo bene anche loro.
A dire la verità, ricordo ogni cosa di te.
Ma tu...beh, mi chiedo se sapessi della mia esistenza, prima di quel giorno.
Forse è per questo che ho aspettato che tornassi, quel sabato, seduto sulla panchina vicino casa tua, compleatamente fatto di benzedrina per non dormire.
Non vedevi che la paura mi portava via la libertà di non amare...
Forse è per questo che, appena ti ho vista in lontananza, d'istinto ho toccato il coltello che custodivo nell'anfibio.
Forse è per questo che sono rimasto a fissarti, su quella panchina, in quell'umidità che mi faceva mancare l'aria e mi annebbiava i sensi.
Forse è per questo pegno d'amore che ti ho ferita.

Mi sconvolgeva l'umidità, ma conservavo un certo stile
ti guardai con la felicità irrazionale, con la carezza dell'eroina che mi cullava

Non potrò mai dimenticare il tuo sguardo indecifrabile quando ti ho chiesto "mi riconosci?"
...non ti ho dato nemmeno il tempo di rispondere.
Ed in quel mio attimo di gloria, ti ho regalato la mia violenza.
Mi ero ripromesso di non piangere, quando ho deciso di scriverti, ma a quanto pare non sono molto bravo a mantenere le promesse.
Soprattutto quelle che faccio a me stesso.
Adesso mi manchi, te lo giuro.
Non passa momento senza che io pensi a quel dannato giorno.
Ti sogno, ogni notte.
Ti sogno nei corridoi del liceo.
Ti sogno mentre dormi.
Ti sogno mentre baci quel coglione.
Cos'aveva in più di me?
Se me lo dicessi farei di tutto per assomigliare a lui, per essere migliore, per cambiare, per non essere più la persona che sono.
Sogno le tue grida.
Chissà come sarebbe stato fare l'amore insieme.
Sono sicuro che ti sarebbe piaciuto.
Dove lo trovi un altro che ti ama più di quanto faccia io?
Lo dicono tutti, che fare l'amore con una persona che ti ama sia la cosa più bella del mondo.

Le tue cosce bianche stonano sopra le donnine pornografiche appese dagli altri custoditi qui con me
ci fa bene l'istituto

Ho una tua foto, sopra il letto, qui al riformatorio.
Stona un po', in mezzo alle immagini pornografiche dei miei compagni.
Ma rimani sempre la più bella.
Mille di quelle ragazze non sono nemmeno un quarto di quello che sei tu.
Sai, prima di conoscerti anche io ero come loro.
Anche io volevo solo scopare, trattavo le ragazze come animali.
Ma da quando ti ho conosciuto...hai stravolto la mia vita.
Provo solo pena per loro.
Credo di essere diventato un po' frocio.
Tutte le altre ragazze mi fanno schifo.
Non credo sia normale, ma alla fine è una bella sensazione.
Amore, tra cinque anni dove andrò?
Quando uscirò da qui, chi sarai tu, cosa saremo noi?
Lo odio, questo posto.
Due altri interminabili anni, e poi forse sarò fuori.
Ti giuro, amore, scapperei anche adesso solo per vederti dormire ed osservare il tuo respiro.
Credo che se continuerò così finirò per impazzire...
Amore, cos'è che ci rende prigionieri?
Mi perdonerai, Virginia?

...le vite perdute come gioia passata per sempre come moda