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Autore: Giallo4ver    02/10/2013    3 recensioni
Un Serpeverde sociopatico, il quale ha per miglior amico un Grifondoro che è una calamita per rapporti umani; una Corvonero che legge Tolkien ed ha l'hobby di appioppare strani soprannomi a tutti, e che abitualmente passa il tempo con una Tassorosso, la quale non perde occasione di inciampare negli stessi lacci delle proprie scarpe.
Sommate a tutto Maledizioni di Famiglia, Camera dei Segreti ed enigmi di vario tipo.
Hogwarts è piena di misteri e ce ne sono alcuni vecchi millenni.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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f Durante il primo anno passato frequentando la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, Nerina Raven Blackstorm non aveva fatto granché di importante, a parte dannarsi sui libri.
La cerimonia di smistamento, a suo dire, era stata la cosa più eccitante e snervante mai successale durante l’intero anno scolastico, il Cappello Parlante l’aveva tenuta seduta venti minuti buoni.
‘Mh, vedo, sei proprio come tuo padre. Bene, Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero…nessuna strada ti è preclusa…’* ed aveva cominciato ad elencare i pro ed i contro di ogni Casa, fino a che lei, inviperita, dimenticatasi che il cappello poteva leggerle nel pensiero, aveva sbottato ad alta voce ‘Hai finito, oppure devo farmi portare qui la cena? Chi sei, lo spirito di Cicerone che tiene un comizio privato?’; la Sala Grande intera era rimasta basita, Silente aveva sorriso divertito, lei era avvampata di vergogna ed il cappello aveva immediatamente gridato ‘CORVONERO!’.
   Da quel momento in poi, non le erano successe molte altre cose di marcata importanza: aveva fatto conoscenza con una certa Tara Tax, dei Tassorosso, che era diventata la sua migliore amica, ed in biblioteca era impossibile non imbattersi in Hermione Granger, quindi aveva socializzato anche con lei, anche se d’altro canto cercava di tenere la ricciuta Grifondoro a distanza, ‘Ascolta Ravy, Grifondoro e Serpeverde sono nemici per la pelle, e se vuoi salvare la tua, gira alla larga dai componenti di entrambe le case, chiaro? Spavalderia e malignità non portano mai nulla di buono.’, le aveva detto suo padre, prima di salutarla e farla salire sull’Hogwarts Express, e lei si era resa conto che il suo vecchio aveva ragione nel momento in cui aveva messo piede sul treno.
   Riguardo al famoso Harry Potter ed alla sua impresa di fermare Voldemort per la seconda volta, Nerina non ci aveva dato molto peso, o importanza.
La verità era che non le importava molto di ciò che accadeva nella scuola, se non la riguardava direttamente.
Lei viveva nel suo mondo, pochi riuscivano ad entrarci, e né Potter, né i suoi amici, avevano mai neanche sfiorato la soglia dell’universo invisibile di Nerina.
  Malfoy la prendeva in giro ogni volta che poteva, come del resto faceva con chiunque non entrasse a far parte della sua cerchia di schiavetti adulatori, e lei ogni volta inventava per lui un insulto nuovo e diverso, con colta ed accurata crudeltà lo definiva e lo designava ogni giorno in un modo diverso,  marcava il profilo del ragazzino in modo sempre più spregevole, tanto che, certe volte, il biondo rimaneva in silenzio, senza sapere cosa rispondere, dandole tempo di accelerare il passo e di seminarlo per i corridoi.
  Anche quell’anno si era preparata il baule, aveva salutato la famiglia e si era seduta in solitario in un vagone dell’Hogwarts Express.
Fuori, nei corridoi dei vagoni, studenti e studentesse di tutte le età urlavano, s’incontravano, chiacchieravano e facevano quello che alle sue orecchie risultava un fracasso terribile.
Nerina sospirò, dicendosi che il frstuono era di sicuro molto meglio del silenzio assoluto, prese il suo libro (Trilogia completa de ‘Il Signore degli Anelli’, di J.R.R. Tolkien), ed iniziò a leggere.
D’improvviso, la porta del suo scompartimento si aprì e qualcuno ci sfrecciò dentro, trascinandosi dietro il pesante baule, inciampando nei lacci sciolti delle scarpe e ruzzolando lungo disteso per terra.
- Ciao Tara.- salutò con voce piatta Nerina, senza alzare gli occhi dal libro ed accavallando le gambe.
Una ragazza dai capelli color caramello, raccolti in una scarmigliata coda morbida laterale, si mise a sedere per terra, massaggiandosi il naso costellato di lentiggini e borbottando lamentele, i suoi occhi d’ambra, appena appena velati di lacrime di dolore, scrutarono Nerina, ma non riuscirono a coglierne il volto, seppellito nel grosso libro.
- Ciao Ravy…- biascicò rialzandosi e massaggiandosi le ginocchia, già tutte incerottate* prima della caduta.
Tara trascinò il baule al suo posto, nelle cuccette per i bagagli, sibilando maledizioni contro il suddetto oggetto, poi chiuse la porta dello scompartimento ed andò a sedersi di fronte all’amica.
- Avresti potuto aiutarmi…- piagnucolò, schiacciandole un piede per ripicca.
Nerina sospirò rumorosamente, chiuse il libro con uno scatto e fissò vacuamente Tara.- Avrei potuto, ma visto che tu hai la capacità sovrannaturale di attirare oggetti sulla tua testa, ho preferito non rischiare anche l’osso del mio collo, oltre che del tuo…almeno se finisci in infermeria, posso portati i compiti.- commentò con un’alzata di spalle.
Tara parve profondamente offesa ed irritata alle parole dell’altra, ma si limitò a sbuffare indignata e ad incrociare seccatamente le braccia.
- Che stavi leggendo?- domandò per cambiare argomento.
- Il Signore degli Anelli.- rispose Nerina, tamburellando con l’indice sul titolo del libro.
- E che roba è?- fece Tara, sporgendosi verso di lei, incuriosita.
La Tassorosso proveniva da un’antichissima famiglia di maghi, per lo più purosangue, e non aveva molta confidenza con i babbani ed i loro affini.
- È un romanzo fantasy, un colosso della letteratura del Ventesimo secolo, a tratti è un po’ pesante, ma devo dire che Tolkien aveva davvero fantasia, non mi spiacerebbe vivere in Arda.- spiegò velocemente la ragazzina, lanciando uno sguardo vacuo fuori dal finestrino, al paesaggio che mutava velocemente, data la velocità del treno.
- Cos’è Arda?- volle sapere Tax, grattandosi perplessa una guancia.
- Lascia perdere, donna- caramello, solo chi legge il libro può capire…- sospirò con aria sognante, guardando di nuovo verso il finestrino.
- Soprannomi orribili, libri babbani, discorsi senza capo né coda…- Tara inspirò profondamente.-…perché sono amica di una Corvonero?- piagnucolò tra sé, e per fortuna Nerina non parve sentirla, o avrebbe dovuto sorbirsi la solfa sulla superiorità mentale/fisica/spirituale/chipiùnehapiùnemetta dei Corvonero rispetto ai Serpeverde ed ai Grifondoro, per fortuna Nerina lasciava da parte i Tassorosso, Tara però non aveva ancora capito se lo faceva perché li apprezzava o perché li riteneva insignificanti ancor più delle due case più famose di Hogwarts.
  Durante quelle ore in treno, molti dei vecchi compagni passarono a salutarle, tra questi c’era anche il capitano della squadra di Quiddich dei Corvonero, Roger Davies, che aveva sviluppato per Nerina un alquanto strano ed inusuale affetto fraterno.
Non mancò, ovviamente, la visita di dispiacere di Draco Malfoy.
- Guarda guarda, che sorpresa sgradita!- disse sprezzante, a mo’ di saluto.- Quel Potter ed il suo amichetto non sono sul treno, così credevo che ci fossimo finalmente liberati di tutta la peggiore feccia della scuola…che peccato, ma magari a voi due tocca l’anno prossimo.- ghignò in tono malignamente speranzoso, mentre Crabbe e Goyle ridevano come due idioti, quasi a comando.
- Malfoy, fammi un favore, tappati la bocca, o dovrò chiamare l’assistenza urbana…non è una buona cosa che la fogna straripi, sai?- lo lapidò Nerina, alzandosi, spingendolo fuori dalla porta e sbattendogliela in faccia con uno scatto secco.- Sicura che abbia capito il collegamento fogna che straripa letame/ sua bocca che dice stronzate?- chiese con aria preoccupata e senza mezzi termini a Tara, quando si risedette.
- Spero per lui di sì…- sghignazzò lei, maligna.-…sarebbe davvero ritardato, altrimenti.-
Malfoy e la sua banda di 'amichetti di merende' erano gli unici, per il momento, contro cui Tara Tax dimostrava apertamente e spudoratamente astio e malignità, di norma era con tutti buona come il pane e paziente come nessun altro Tassorosso della scuola.
- Mai dire mai, dicono i babbani.- sospirò gravemente Raven.
- Lo diciamo anche noi…e comunque dovresti saperlo, anche tu vieni da una famiglia di maghi purosangue!- le ricordò la ragazzina dai capelli color caramello, accigliata.
- Sì sì, certamente.- liquidò la faccenda l’amica, poi arrivò il carrello delle vivande, e passarono il resto del viaggio parlottando del nuovo anno scolastico e mangiando le scorte di schifezze comprate dalla gentile signora col carrello.

Anche Septimus Anguis Trickster, seduto a qualche cabina di distanza da Nerina e Tara, non aveva vissuto emozionanti esperienza ad Hogwarts.
Il Cappello Parlante, non appena gli aveva sfiorato la testa, come se si fosse ustionato, aveva latrato ‘SERPEVERDE!’, e lo aveva fatto filare via.
Septimus, dal canto suo, era sicuro di finire tra le serpi, tutta la sua famiglia era sempre stata Serpeverde, mai nessuno era finito in altre Case, neanche quella che sembrava la bambina più dolce, maldestra ed inoffensiva della famiglia era capitata fuori dalla Casa di Salazar Serpeverde.
Effettivamente, Septimus ad una prima occhiata sembrava proprio il perfetto Serpeverde: capelli color grano maturo, che dunque vertevano più su di un biondo scuro mescolato al castano, che al giallo brillante, occhi di un indistinguibile grigio/azzurro, labbra sottili, naso un po’ a punta, pelle chiarissima, dita delle mani lunghe ed affusolate, ossute, alto per la sua età, e soprattutto sembrava gracile, era di carattere taciturno e non dava confidenza a molti.
La maggior parte degli studenti scambiava la sua riservatezza, mista ad una spolverata di timidezza, per presunzione e superbia, così quelli delle altre Case gli stavano spesso lontani, e perfino i Serpeverde stessi cercavano di evitare la sua compagnia.
Draco Malfoy, che Septimus sapeva provenire da un’antica famiglia di maghi da sempre in Serpeverde, aveva provato a famigliarizzare con lui, ma Septimus aveva troncato i rapporti dopo poco: la compagnia di Draco non lo divertiva più di tanto, e non era in cerca di amici spioni o che attaccassero briga con qualunque studente Grifondoro e non della scuola, quindi aveva preferito girare a largo dalla banda di Serpeverde che Malfoy aveva radunato intorno a sé.
E poi, come d’improvviso, ad una lezione di volo, un ragazzino dei Grifondoro, tale Roderich Van Krasnyy, si era scontrato con lui, erano finiti entrambi in infermeria (Roderich col braccio rotto e Septimus con una caviglia slogata) ed avevano passato un intero pomeriggio come vicini di letto.
Incredibile ma vero, in barba alle rivalità storiche tra le loro case, erano diventati compagni inseparabili.
Roderich, con i suoi lunghi e scarmigliati capelli  assurdi color rosso fiamma vivo striati a tratti d’arancio e le sue spalle larghe, non passava certo inosservato per i corridoi, soprattutto se per contrasto, vicino a lui, c’era l’esile e slanciato Septimus, così i Corvonero avevano preso a soprannominarli ‘Lo strano duo’ e poco a poco tutta la scuola aveva cominciato a chiamarli così.
   Tutto tra loro era contrastante: Roderich sorrideva praticamente ogni volta che salutava qualcuno, mentre Septimus a stento scuoteva una mano per salutare chi incrociava nei corridoi; Roderich aveva padre mago, madre babbana e zio paterno magonò, mentre nella lunga storia della famiglia secolare di Septimus, non si contava nessun magonò, e figurarsi mezzosangue; Roderich prometteva di diventare un eccellente giocatore di Quidditch, Septimus detestava non avere i piedi per terra; Roderich decisamente falliva nello studio di materie come pozioni o storia della magia, mentre Septimus le preferiva a tutte le altre…e così via, ma si poteva dire che si completassero a vicenda.  
  Ora Septimus dormiva in uno degli scompartimenti dell’Hogwarts Express, aveva la testa poggiata contro il finestrino, le braccia incrociate e le gambe allungate sul baule, stava aspettando che Roderich lo raggiungesse, ma l’amico non era evidentemente ancora riuscito a trovare la cuccetta giusta del treno, e Septimus, che si era alzato prestissimo per prepararsi alla partenza, non aveva retto più la stanchezza, e non appena il treno si era avviato, lui era sprofondato in un sonno abbastanza profondo, cullato dal leggero traballare della locomotiva.
  Una ragazza dai corti e fluttuanti capelli blu pervinca, la pelle lucida e brillante e gli occhi verde smeraldo sembrava aleggiare su di uno strano prato che pareva fatto di alghe tagliate e livellate, costellato di stelle marine, strani fiori subacquei colorati e conchiglie gigantesche, mentre un immenso banco di pesciolini argentei e scintillanti nuotava giocosamente intorno alla ragazzina, che pareva avere la sua età, ed il vestito bianchissimo di lei fluttuava seguendo le deboli correnti provocate dal vorticare gioioso dei pesciolini.
Septimus rimaneva in silenzio a guardarla nuotare nel suo bizzarro giardino sottomarino, come se lei fosse chiusa in un gigantesco acquario e lui invece fosse un turista in visita ad uno zoo marino magico, sospirava ammaliato ogni volta che scorgeva lo strano sorriso involontario e non rivolto a lui della creatura, la cui pelle leggermente squamosa pareva brillare alla luce di una luna invisibile.
Avrebbe tanto voluto sentirla cantare, magari era una sirena, o qualcosa di simile, Septimus se l’era chiesto fin dalla prima volta che l’aveva sognata, ovvero all’inizio delle vacanze estive, la ragazza marina aveva conciliato il suo sonno tutta l’estate, e lui non l’aveva detto a nessuno, neanche a Roderich, temeva che non l’avrebbe più sognata, e non voleva perderla.
La ragazzina dai capelli blu pervinca si guardò intorno attentamente, non parve vederlo e fece per aprire la bocca per cantare.
   Qualcuno gli diede una violenta scrollata, facendolo sobbalzare spaventato e facendogli sbattere la testa contro il vetro.
Invece che dal tanto atteso canto della misteriosa sirena, le orecchie di Septimus furono raggiunte dall’allegra e tanto divertita risata di Roderich.
- Ti diverti a tentare di farmi prendere un infarto, vero?- abbaiò con voce sonnolenta il Serpeverde, guardando torvo verso l’amico, che si era accasciato sul sedile di fronte a lui e si teneva il diaframma, cercando di smettere di ridere.
- Te lo giuro…- rantolò senza fiato.-…questa volta hai fatto tutto da solo, ti ho soltanto afferrato una spalla!-
- Sì, afferrato una spalla, dici tu! Con quelle mani da troll e con quella forza da gigante!- si massaggiò la testa, poi passo a massaggiarsi la spalla, borbottando insulti a caso.- E stava anche per cantare, hai rovinato tutto!- ringhiò a Roderich, che ancora faceva fatica a restare serio.
- Chi stava per cantare?- chiese curioso lui, guardandosi intorno perplesso.
- Nessuno, lascia perdere.- si affrettò a rispondere l’altro, rendendosi conto dell’errore compiuto.
- Va be’…- fece il Grifondoro, scettico.-…cambiando argomento, sai che Potter e Ron Weasly non sono sul treno?- lo informò concitato.
- Ah, ma davvero?- Septimus inarcò un sopracciglio.- Allora magari quest’anno Lord Voldemort non tenterà di impossessarsi della scuola e staremo tutti tranquilli.- continuò con voce piatta e rilassata.
Roderich non rimase spaurito o frastornato nel sentire l’amico pronunciare il nome del più grande Mago Oscuro del loro secolo, sapeva infatti che entrambi i genitori di Septimus, benché fossero ambedue appartenuti alla Casa dei Serpeverde, avevano fatto di tutto per evitare la presa di potere del Signore Oscuro, così il padre di Septimus era morto proprio qualche mese prima che Voldemort cadesse in disgrazia, e sua madre era deceduta due anni dopo che Septimus era venuto al mondo, colpita a tradimento da un Mangiamorte rimasto a piede libero; insomma, proprio non si poteva dire che quella di Septimus fosse stata una famiglia fortunata, almeno, non lo era stata più di quella dei Potter.
Roderich dunque sapeva che Septimus era l’ultimo che si preoccupava di non chiamarlo per nome, ‘I nemici si chiamano per nome, o credono che tu abbia paura di loro e si sopravvalutano.’ diceva a chiunque gli ricordasse di riferirsi a Voldemort con l’appellativo ‘Tu-sai-chi’.
- Be’, sì, forse hai ragione…dovevi vedere Malfoy, gongolava come un idiota.- raccontò Roderich, sbuffando infastidito ed incrociando le braccia irritato.
- Lascialo perdere, quello è un pallone gonfiato.- commentò, strascicando disgustato le parole.- Sono quelli come lui che rovinano la reputazione di Serpeverde.-
La risposta di Roderich fu preceduta da ‘Qualcosa dal carrello, cari ragazzi?’ della vecchia e cordiale signora del carrello.
I due fecero accetta di caramelle Tutti i gusti +1 e Cioccorane, e trascorsero il resto del viaggio a sparlare di Gilderoy Lockhart, nuovo insegnate di Difesa contro le Arti Oscure.

Angolo giallo:
 
* Il Cappello inizia ad elencare i pro ed i contro di ogni casa solo per testare Nerina, infatti è la sua risposta stravagante (non credo che i maghi, normalmente, si interessino molto a Cicerone, e beati loro che non devono neanche studiarlo...) a convincere il Cappello a spedirla definitivamente in Corvonero.
* Tara Tax cade così spesso che sua madre rinuncia a curarle le ferirte più superficiali, ecco perché usa i cerotti, ovviamente non sono comuni cerotti 'babbani', ma sono imbevuti di una particolare pozione lenitiva che aiuta le ferite a cicatrizzarsi più velocemente (sì, li ho inventati io, anche se verosimilmente dovrebbero esistere, nel mondo magico, cose del genere.)

Bene, salve a tutti, questa è la mia prima FF su Harry Potter, desidero ringraziare tutti coloro che sono arrivati fino alla fine del capitolo di presentazione dei personaggi principali.
Questo è, in realtà, un progetto abbastanza ambizioso: vorrei far proseguire questa storia fino alla fine dei sette libri scritti dalla Rowling, ovviamente, partendo dal secondo libro, (quindi dal secondo anno) dovrebbero risultare sei storie trattanti questi personaggi e le loro avventure.
Spero di farcela, come spero che gradiate le storie.
Vorrei, inoltre, mettere al corrente i lettori che ho letto (mannaggia ai giochi di parole) Harry Potter sull'edizione nuova, mi sforzo di usare i soliti nomi riveduti ed 'italianizzati' per i personaggi principali, mentre per i secondari potrebbe sfuggirmi di cambiare il nome originale con quello riveduto, per cui vi domando solo un po' di comprensione, è difficoltoso intrecciare alla trama originale quella da me inventata e far combaciare più o meno perfettamente tutti i conti, per cui potrei non prestare molta attenzione al 'dualismo' dei nomi dei vari personaggi.
Ho usato volutamente il cognome originale di Gilderoy, ovvero Lockhart, e poi capirete perché.
Ringrazio ancora che ha letto il capitolo di presentazione, spero che vi abbia almeno interessato un po'.
Al prossimo capitolo (se questo non vi è sembrato troppo banale o noioso),
Giallo4ver.






  
  
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