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Autore: DarkPoison    23/10/2004    14 recensioni
storia completamente demenziale, ma non è colpa mia, è tutta colpa di Goten che mi ha messo la pulce nell'orecchio con l'ultimo capitolo di "Harry&Draco" (se leggete capirete perchè... anzi, leggete anche "Harry&Draco" di Goten, che è meglio). Storia slash D/H naturalmente!! non cercate un senso perchè non c'è. Non fa nemmeno ridere.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La Fatale Fata Le

La Fatale Fata Le

 

C’era una volta una Fata che si chiamava Le.

Il che fondamentalmente non c’entra niente con Harry e Draco, a parte il fatto che sconvolgerà la loro vita.

Fata Le era una classica fatina dei desideri, alta una decina di centimetri, con due graziose alucce che le permettevano di volare nelle case della gente e di insinuarsi negli anfratti, a spiare… si, perché Fata Le era convinta di possedere un infallibile dono: sapeva intuire i desideri delle persone, prima che queste li esprimessero. Un dono molto rischioso. Per le persone, intendo.

Perché lei era convinta che la maggior parte della gente, al mondo, soffrisse del terribile male dell’infelicità. E toccava a lei, che aveva questo dono prodigioso, porre un rimedio ai loro mali.

Grandi poteri comportano grandi responsabilità, diceva Fata Le.

 

La Fatale Fata Le

la fa tale se ti vede!

Se ti crede

rattristato,

e provvede,

sei finito,

massacrato,

lei ti prende

per un dito

e ti appende

a testa in giù!

 

La Fallita Fata Le

fa talmente tanti guai

se ti becca

non ti schioda

proprio mai!

fino a che non sei felice,

ti prepara le valigie

e ti spedisce

anche in Cile

o nel Perù,

a testa in giù!

 

Le sue amiche fatine la prendevano in giro, ma Fata Le sapeva che la loro era tutta invidia. Certo, anche a lei ogni tanto capitava di fare qualche errore, ma preferiva chiamarli “incidenti di percorso”. Solo che, dopo la morte dell’ennesima suocera (“con grande felicità del genero, però!” Aveva giustamente obiettato Fata Le) l’avevano licenziata e radiata dall’ordine con disonore. E lei aveva tutta l’intenzione di farsi riammettere.

E dove poteva trovare un terreno migliore per la sua “caccia”, se non alla più grande scuola di Magia e Stregoneria d’Europa? Lì c’erano centinaia di persone che non aspettavano altro che la felicità.

 

La Fatale Fata Le

se la vedi guai a te

se ci parli sei già morto

devi stare molto accorto

se ti becca

Fata Le,

guai a te!

E non chiedere perché,

scappa solo più che puoi,

se non vuoi

che si faccia i fatti tuoi!

 

Ora, da mesi Fata Le teneva d’occhio gli studenti di Hogwarts. In particolare, ne aveva individuati due, che a parer suo avevano bisogno di qualcosa che completasse la loro vita, qualcosa che, sempre a parer suo, cercavano disperatamente di ottenere.

Proprio in quel momento, Fata Le era appostata sulla cima dell’armadio nel dormitorio del settimo anno di Grifondoro, dove i due studenti in questione stavano compiendo, (ci tengo a specificare: a parer suo), l’ennesimo tentativo vano di ottenere la suddetta cosa.

-         che stupidi che sono! – borbottò fata Le, sbuffando e battendo un delicato piedino sul legno – almeno un giorno si e uno no, quei due vanno da qualche parte e passano mezzora a sbaciucchiarsi. “Come ti amo” di qui, “sei la mia vita” di là… e gnè gnè gnè. Ma come fanno ad accontentarsi di così poco? Hanno bisogno di qualcosa che fiorisca dal loro amore, e ormai se ne sono accorti anche loro… ma non capiscono che così non potranno mai averlo? Ogni volta, quello biondo riversa il suo seme nel moretto… e continua, ogni volta, ma così non otterranno niente! Può inondarlo finché vuole, ma non funzionerà mai! –

Sospirò con l’aria di chi la sa lunga, prese un pizzico di polvere fatata e compì un breve incantesimo, che passò inosservato ai due giovani di sotto, troppo intenti a scambiarsi effusioni.

-         Ecco fatto – sorrise – eeh, se non ci fossi io! –

E volò via, tutta contenta.

Via!

Verso nuove avventure, a mietere altre vittime!

 

 

Due o tre settimane dopo…

 

Harry e Draco si erano rifugiati nella Stanza delle Necessità, e si stavano baciando con passione. Una cosa, però, non era passata inosservata agli occhi del biondo; ultimamente Potter sembrava… nervoso, o… preoccupato. Quasi gli leggesse nel pensiero, Harry gli si sedette più vicino e lo guardò negli occhi, con estrema serietà.

-         amore… -

-         si, Harry? –

-         ecco, c’è una cosa di cui ti dovrei parlare… -

-         è qualcosa che ti preoccupa, vero? –

Harry annuì, abbassando lo sguardo

-         beh, dimmi – lo esortò Draco

-         non… non è così semplice… ecco, io… io credo di… beh, io non so come sia stato possibile, ma… - alzò lo sguardo su Draco, fissandolo implorante, e concluse in un sussurro – Draco, io aspetto un bambino –

 

 

Silenzio.

 

Silenzio imbarazzato, a dire il vero.

 

 

E nel silenzio si levò un canto lontano, come le voci di tante fatine che ridevano e cantavano in coro:

 

La Fatale Fata Le,

fatal mente pervertita,

ti sconvolge anche la vita,

ma perché?

Perché tu non sei felice,

lei ti dice

lei sa sempre che ci vuole

per combattere il dolore:

una sedia in insalata,

una buona marmellata

di frittata

un po’ salata

una cavia già malata.

Certe cose,
puoi pensarle solo te,

Fata Le!

 

 

 

= FINE =
chiedo scusa per questo improvviso sfogo di pazzia

  
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