La mattina dopo il bel Tom
si svegliò stranamente alle 6:30 e si precipitò come
un uragano in camera di Bill che dormiva con un angioletto nel suo comodo e
caldo letto.
-BILL KAULITZ!!!- saltò a gattoni sul letto facendo bestemmiare poco
finemente il corvino che lo guardò in cagnesco per poi voltarsi dall’altra
parte.
-Hei girati, io e te dobbiamo parlare- li mise una mano sulla spalla facendolo
voltare.
-Che cazzo vuoi Tom…- si scoprì, era con dei pantaloni della tuta neri
come la maglia a maniche lunghe.
-Cosa facevi
ieri sera a casa Maurlitz?- lo scrutò.
-Sono
stato da lei a cena per farle
compagnia, i suoi staranno via per un mese- disse alzandosi, andò in bagno
tampinato dal fratello che li faceva domande a raffica.
-E cosa avete fatto? Te l’ha data? Bacia bene? Le hai visto i tagli? E’ bella la casa? E’ brava a letto?-
Il corvino si sciacquò la
faccia e uscì dal bagno.
-Avete prima fatto i
preliminari? O siete passati direttamente al sodo?-
-Tom…- si voltò Bill.
Il rasta si bloccò di colpo
–Si?-
-Vaffanculo- e così dicendo li chiuse la porta in faccia.
Tom sbattè le palpebre –Hei
Bill apri!!!- cominciò a bussare alla porta
–Stronzo!!!Non puoi trattarmi così!!Ma chi ti credi di essere?!Sappi solo che
non finisce qui!!- e così dicendo se ne andò in camera sua sbattendo la porta
così violentemente da far tremare l’intero corridoio.
Bill sospirò e andò
all’armadio per vestirsi, quando fu pronto riandò in bagno per sistemarsi i
capelli e truccarsi, e visto che c’era tempo si sistemò lo smalto sulle unghie.
Scese in cucina, sul tavolo
trovò un biglietto, Simone e Gordon erano dovuti
andare a lavorare più presto del solito.
Si preparò la colazione
sedendosi al tavolo, dopo alcuni minuti scese anche
Tom.
Che si preparò la colazione, ma andò a mangiarla sul
divano davanti alla televisione.
Il corvino sospirò, aveva
esagerato,ma tutte quelle domande lo avevano snervato,
anche se non riusciva a capire nemmeno lui il perché.
Rimise a posto tazza e
cereali, guardò l’orologio appeso alla parete e uscendo dalla cucina entrò in
sala –Tom dobbiamo andare è ora…-
Il rasta si alzò andò in
cucina a mettere a posto le cose per poi tornare in sala, presero la cartella e
uscirono di casa avviandosi verso la scuola.
Stavano per girare l’angolo quando una voce li costrinse a voltarsi –Hei Bill
aspetta!!!!-
Sul balcone vi era Mareike
con la piastra in mano –Aspettami per favore!!-
Lui li fece “ok” con il
pollice per poi voltarsi verso Tom –Se tu vuoi…-
-No aspetto- disse freddo
alzando le spalle e si accese una sigaretta.
La ragazza li raggiunse pochi minuti dopo, indossava una mini gonna a
pieghette, a scacchi neri e viola, calze a rete tutte strappate anfibi ai
piedi, una maglia a maniche lunghe nera e viola.
Li salutò con un lieve
sorriso –Ciao Bill…Tom…-
Il rasta alzò la mani –Hei-
Si avviarono insieme –Chi avete la prima ora?- domandò la corvina ai due gemelli.
-Storia- risposero
in coro.
-Io matematica-
Tom rabbrividì –Che schifo-
-Ja- si accese una sigaretta passandola anche al corvino
–Pronti per lunedì prossimo?-
-Oh non vedo l’ora…Tante belle ragazze Italiane solo
per me…E poi Sabato mi alleno visto che c’è il concerto, e il bello dei
concerti sono proprio quando finiscono- disse
teatralmente il rasta.
-E Marah
dove la lasci?-
-Non sono
affari tuoi ok?- grugnì lui, Mareike guardò Bill, ma non disse nulla.
Arrivarono a scuola, una
ragazza dia capelli biondi si attaccò al braccio di
Bill –Ciao Amore…- squittì assordando Tom e Mareike che si massaggiarono le
orecchie.
Jasmin si voltò a guardare
la corvina –Tu cosa vuoi?-
-Da te niente di sicuro-
-E allora vattene- grugnì spostandosi una ciocca di
capelli dalla spalla.
-Tranquilla, stare vicino a
te mi viene la nausea- sibilò con un espressione schifata,
fece un lieve sorriso ai due gemelli e entrò nella scuola.
Bill si scostò bruscamente
dalla bionda –Lasciami-
-Ma amore…- si lamentò lei.
-Ascolta…Punto
uno: Io non sono l’amore di nessuno, tanto meno il tuo…Punto due: Io non parlo
con quelle che trattano le persone in questo modo…Punto tre: Il verde non è il
tuo colore, mi sembri una vecchia- e così dicendo entrò a scuola seguito dal
fratello, lasciando Jasmin a bocca aperta.
La bionda serrò i pugni e
strinse i denti, in quel momento entrò Sophie, la sua leccapiedi, una ragazza
dai capelli castani e occhi grandi azzurri –Sophie, dobbiamo dare una bella
lezione a Mareike Maurlitz, è ora che capisca di stare al suo posto- sibilò all’amica, non accorgendosi che dietro alla colonna
c’era qualcuno in ascolto.
Mareike era nel bagno delle
ragazze, seduta sul water a fumare una sigaretta.
Finita buttò il mozzicone
nel gabinetto tirando l’acqua, aprì la porta ritrovandosi incollata con la
schiena contro il muro da una ragazza il doppio di lei,
in tutti i sensi, dietro alla “montagna” che la teneva al muro sbucarono Jasmin
e Sophie –Salve Emo-
-Salve
troia- ripose a tono, la
“montagna” la spalmò di più contro il muro.
-Non sei nella situazione
per poter scherzare, ora ti faccio capire chi comanda Emo, devi stare lontana
da Bill-
-Ooh che paura- ghignò
divertita.
La “montagna” la scaraventò
per terra, provocandole una ferita alla testa che cominciò a sanguinare.
-Non credere che…- deglutì –Non credere che rinunci a Bill così facilmente…Sono
stata chiara troietta?-
Un calcio nel ventre le
tolse il fiato, ma lei non accennava ad abbassare lo sguardo.
Stava per ricevere un altro
calcio, quando la porta del bagno si aprì, entrò una ragazza vestita con dei jeans larghi a vita bassa, una corta maglietta a maniche
corte nera, polsini alle braccia, capelli lunghi e neri, un cappello da rapper
nero, occhi verdi contornati leggermente da matita nera.
Si chiamava Marah
Scharlifer, era l’uscente di Tom, il loro era un
rapporto libero, molto libero.
La “montagna” si bloccò con
la gamba a mezz’aria, Marah le scrutò –Vi state divertendo?-
-Ma…Marah…Noi…- balbettò
Jasmin abbassando lo sguardo, fece cenno alla “montagna” di andare e prendendo
sotto braccio Sophie uscirono dal bagni come fulmini.
Marah si accese una
sigaretta avvicinandosi alla ragazza che tenendosi con un braccio il ventre si
alzava con fatica.
-Hei tutto a posto?-
-Oh una meraviglia, ho solo
tre costole rotte, uno squarcio sulla testa, una cosa che mi succede tutti i
giorni- rispose facendo alcune smorfie di dolore, si
pulì la ferita, ma il sangue continuava ad uscire, e aveva delle strane fitte
alla testa.
-Dai finisco la sigaretta e
ti accompagno in infermeria- buttò fuori il fumo
creando una densa nuvoletta bianca.
-Come mai tanta
gentilezza?- si tamponò di nuovo la ferita, imprecando sotto voce, le fitte
sembravano lame che la trafiggevano.
-Questo e altro per la mia
compagna di classe e banco…-
-Che fino all’anno scorso non pensavi esistesse- cinguettò con un
pizzico di irritazione nella voce.
-Bhè…Hai ragione…Ma
nella vita le cose cambiano-
-Le cose non
cambiano…Siamo…Noi che…Cambiamo- si appoggiò con le
mani al lavandino di marmo freddo, la testa le doleva e girava, cominciò a
vedere tutto sfuocato.
Marah la guardò gettò la
sigaretta e la prese al volo prima che cadesse per
terra –Hei Mareike!-
Il sangue della ferita era
aumentato macchiando le mani e i Jeans della rapper,
Mareike apriva e chiudeva gli occhi con lentezza –Marah non…Non vedo niente…E’
tutto nero…-
La ragazza la prese in
braccio e corse in infermeria, dove vi era Erik il dottore ventiseienne della
scuola –Erik chiama un ambulanza…PRESTO!!!-
Il dottore dai capelli
castani tutti spettinati, non fece domande ma si
precipitò nel suo ufficio per chiamare l’ambulanza.
Marah strinse la mano di
Mareike che stava diventando fredda –Hei, hei EmoGirl, dai ti stavo prendendo
in simpatia, non puoi mollarmi adesso- le accarezzò la mano, si voltò -Erik
cazzo, quanto ci metti?!-
Il dottore arrivò davanti
al letto –Dobbiamo portarla all’ingresso, l’ambulanza sta arrivando- prese in
braccio la ragazza e seguito dalla corvina uscì.
-Ma cosa
è successo?-
-Per adesso non posso dirtelo- arrivarono
davanti al portone d’ingresso che Marah apri, dopo qualche minuto l’ambulanza
arrivò suonando la sirena.
Tutti i ragazzi delle
classi aprirono le finestre affacciandosi –MARAH!!!-
urlò Tom, la ragazza alzò lo sguardo, guardando sia il rasta che Bill che era
accanto a lui, distolse lo sguardo salendo sull’ambulanza.
-Ma cosa è
successo?- domandò Tom.
-Quella
Emo sta morendo dissanguata-
ghignò un ragazzo che stava parlando con un altro ragazzo.
Il rasta si voltò di colpo
a guardare Bill, che aveva sgranato gli occhi –Bill...- alitò non sapendo
cos’altro dire.
Il corvino spostò
bruscamente il gemello precipitandosi contro il suo compagno di classe
attaccandolo spalle al muro –Ripeti quello che hai detto!!-
-Hei Bill calmati- li disse
il ragazzo.
-Ripeti quello che hai
detto!!!!- ripeté stringendo i denti quasi da
spaccarli.
-Che quella
Emo…Mareike…Bhè sta morendo dissanguata-
Bill lo lasciò andare e
corse fuori dalla classe non sentendo minimamente le
urla della professoressa che lo richiamava, anche Tom lo seguì senza dire una
parola lo raggiunse correndo insieme al gemello.
L’ospedale fortunatamente
non distava molto, continuarono a correre a per di
fiato, incuranti del dolore delle gambe e della milza.
Bill strinse i denti.
Non voleva perderla, non
adesso che finalmente aveva trovato la persona che…
Amava
Si, perché lui l’amava da
quel giorno che l’aveva vista sotto la pioggia davanti a casa sua.
E adesso era a un passo dalla morte.
Ma lei non gliel’avrebbe portata via.
La signora
con la falce questa volta avrebbe perso la battaglia…