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Autore: __iriis    03/10/2013    4 recensioni
Muriel passeggiava per i corridoi della scuola, ancora deserti. Era arrivata in anticipo perchè odiava avere tutti gli occhi puntati su di se, o meglio, sulla sua pancia.
Era lievitata enormemente negli ultimi otto mesi, e le stupide voci di corridoio non tardarono a nascere già dal primo mese.
[..]
«Il fagiolino si è svegliato e ha iniziato a prendermi a calci.» Cantilenò all'improvviso Muriel.
Niall poggiò la mano sul pancione, dove gli aveva indicato la sua ragazza e gli vennero gli occhi lucidi quando sentì dei piccoli colpetti sotto il palmo della mano.
«Ahio!» Risero insieme, godendosi quei piccoli momenti di felicità che ti riempiono il cuore di una gioia immensa.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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(banner by fefy mia )


Muriel passeggiava per i corridoi della scuola, ancora deserti. Era arrivata in anticipo perchè odiava avere tutti gli occhi puntati su di se, o meglio, sulla sua pancia.
Era lievitata enormemente negli ultimi otto mesi, e le stupide voci di corridoio non tardarono a nascere già dal primo mese.
Sbuffò e raggiunse il suo armadietto. Quella mattina si era svegliata con un terribile mal di schiena che l'aveva costretta a passare la notte in bianco. Aveva i capelli arruffatti e le occhiaie profonde. Aveva indossato la prima cose che le era capitata tra le mani ed era uscita di casa.
Prese dall'armadietto alcuni libri e li sostituì con altri. Quella giornata sarebbe stata molto intensa e lei avrebbe voluto solo starsene a casa sul divano, stretta tra le braccia del suo uomo. Un sorriso affiorò sulle sue labbra al pensiero di quei deliziosi occhi azzurri che l'avevan fatta innamorare.
Strinse i libri al petto, tenendoli poggiati teneramente sulla pancia.
Quella mattina il suo fagiolino aveva deciso di starsene buono, e il fatto che non le avrebbe tirato calci per qualche ora la fece sentire risollevata.
Qualche minuto più tardi Muriel se ne stava seduta sul muretto nel cortile della scuola, aspettando la sua migliore amica. Riconobbe Fefy tra la folla e sventolò una mano in aria per farsi notare. La mora la raggiunse correndo, e la prima cosa che Muriel notò fù il suo enorome e raggiante sorriso.
«Ciao bocciolo!» la ragazza le stampò un sonoro bacio sulla guancia, e l'affiancò, sedendosi a gambe incrociate.
«Stamattina sono super contenta! Harold mi ha chiesto di uscire!» Emise un gridolino stridulo, attirando fin troppo l'attenzione.
«Non urlare, cretina! Che se iniziano a fissarmi spacco i denti a tutti!» l'ammonì la castana, abbastanza stizzita. Notò il gruppo delle cheerleaders che la fissavano e ridevano tra loro, e avrebbe tanto voluto andare da loro e strappare i capelli a tutte quelle stupide ochette bionde.
Improvvisamente una terribile voglia di fumarsi una sigaretta l'assalì, e si morse l'interno della guancia per reprimere l'impulso di correre verso il suo armadietto e prendere il pacchetto di sigarette che teneva custodito come un tesoro prezioso.
«Ancora con questa storia Mù? -Fefy sbuffò innervosita- Quando inizierai a fottertene di tutte queste fottute teste di cazzo?» Era una cosa giornaliera per loro litigare sempre per lo stesso motivo. Da otto mesi ormai succedeva quello almeno una volta al giorno.
«Voglio solo che non mi fissino! Mi rende nervosa e il dottore mi ha detto che non fa bene al bambino.» Si rilassò, mettendosi seduta in una posizione più comoda.
«Comunque, -cambiò discorso, per non degenerare- che ti ha detto quello stronzo di Harold?»
«Tuo fratello non è uno stronzo, lascialo stare!» la mora rise e le diede un tenero colpetto sul braccio.
«Si che lo è! Ogni giorno passa almeno mezz'ora a parlare con la mia pancia con una voce da cretino! Si è rincoglionito.» Scosse la testa, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
«E' tenero però! Anch'io non vedo l'ora di diventare zia.» Fefy battè le mani entusiasta.
Il cellulare iniziò a vibrare insistentemente nella tasca dei pantaloni di Muriel, che con difficoltà, riuscì a tirarlo fuori.
«Buongiorno raggio di sole.» La voce calda di Niall migliorò improvvisamente il suo umore, e la fece sciogliere in un istante. Dopo tutto quel tempo che si conoscevano era ancora capace di farla arrossire come un peperone.
«Ciao amore.» rispose con voce dolce.
«Come state tu ed il mio fagiolino?» Quel soprannome stupido gliel'aveva dato Niall dopo la prima ecografia che avevano fatto, quando alle prime settimane un piccolo puntino si intravedeva al centro di una figura molto simile ad un fagiolo.
«Bene, e tu biondino?» Fefy al suo fianco fece una smorfia, imitando un conato di vomito. Muriel le tirò una gomitata e scoppiarono a ridere.
«Tutto ok piccola. C'è Fefy lì con te, non è vero?»
«Si, e mi sta prendendo in giro!» disse con voce da bambina.
«Dille che appena la vedo l'accorcio! Qui invece c'è tuo fratello, mi sta uccidendo l'anima che vuole parlarti!» Niall sbuffò sonoramente e dall'altra parte della cornetta si sentì chiaramente la sfilza di insulti che rivolse a Harry.
«Mu Mù?» La voce di Niall fu rimpiazzata da quella del fratello, e Muriel alzò gli occhi al cielo, costretta a doversi subire quel teatrino ogni santa mattina.
«Che c'è coglione?»
«Perchè se sempre così acida? Spero che mio nipote non prenda il tuo carattere!» replicò Harry, offeso.
«Dai Harold devo entrare a scuola, ho un interrogazione di letteratura inglese alla prima ora!»
«Volevo solo dirti che ti voglio bene...» il suo tono di voce si addolcì e immediatamente anche Muriel.
«Anche io cucciolo. Ora però devo andare, dì a Niall che lo amo.» prese la borsa dal muretto e scese con cautela. Tenne il telefono tra la spalla e l'orecchio mentre prendeva dalla borsa il pacchettino di caramelle gommose che si portava sempre dietro.
«Bleah! Ti ama anche lui comunque, salutami Fefy. A dopo!» Muriel riferì all'amica, che arrossì violentemente, dopo di che chiuse la chiamata.
Entrarono nell'aula di letteratura e si sedettero ai propri posti. Muriel iniziò la sua interrogazione e alla fine dell'ora sul registro della professoressa, accanto al suo nome, spiccava un adorabile A+.


L'ultima campanella era finalmente suonata e tutti gli studenti si riversarono nei corridoi, impazienti di poter tornare a casa.
Muriel raggiunse il cortile per ultima, come quasi accadeva ogni giorno negli ultimi otto mesi, affiancata da una Fefy che non smetteva più di parlare di Harry e dei suoi meravigliosi occhi verdi.
«So come sono gli occhi di mio fratello Fefy! C'è l'ho davanti ai piedi 24 ore su 24.» sbottò esasperata, massaggiandosi le tempie.
Fefy sembrò non accorgersene, troppo impegnata a fantasticare sul ricciolino Styles.
Gli occhi di Muriel cercarono frenetici la figura di Niall, che trovarono appoggiato alla sua macchina nera, al di fuori del cancello.
Le si illuminò lo sguardo e le sue labbra di incurvarono  in un enorme sorriso. Av
eva proprio il sorriso dell'amore sul viso.

Raggiunse il biondino a passo sveltò e gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte. Inspirò a fondo il suo profumo che tanto amava e gli accarezzò i capelli corti alla nuca.
«Mi sei mancato.» sussurrò al suo orecchio, baciandolo.
«Anche tu fiorellino mio, non sai quanto.» Niall l'abbracciò delicatamente, facendo attenzione a non stringerle troppo il pancione. Sciolse l'abbraccio e la trascinò in un travolgente bacio.
Fefy osservava la scena dietro di loro, in silenzio e sorridente. Amava vedere la sua migliore amica così felice nonostante tutto quello che aveva passato.
Partorire un bambino a 18 anni non è ciò che desiderano tutte le ragazze, ma a Muriel era capitato quel grandissimo dono, al quale non avrebbe rinunciato per nulla al mondo.
Sperava che quel piccoletto somigliasse terribilmente al padre, così bello, puro ed innocente. Un angelo senza ali, amava chiamarlo così Muriel.
«Non vedo l'ora che nasca..» La grossa mano di Niall si posò sul ventre tondo della ragazza e prese ad accarezzarlo con movimenti delicati.
«Ragazzi io vado.» mormorò Fefy, come a non voler rovinare quel momento. Salutò entrambi con un bacio sulla guancia e prese a camminare lungo il marciapiede, percorrendolo per un lungo tratto, svoltando poi l'angolo.
Niall aprì la portiera del suo SUV a Muriel e la riaccompagnò a casa.


«Siamo stati distanti per troppo tempo.» sussurrò il ragazzo, coprendo il corpo di entrambi con il leggero lenzuolo bianco.
«Già. Mi sei mancato da morire.» Muriel si girò sul lato sinistro, permettendo a Niall di abbracciarla da dietro. Le stuzzicò la spalla nuda, solleticandola con la barba che iniziava a crescere sul mento.
Avevano fatto l'amore, dopo che Niall era stato lontando da casa per un pò. Si erano ritrovati poi, non importava quanto tempo fosse passato, ma loro si sarebbero sempre ritrovati.
«Il fagiolino si è svegliato e ha iniziato a prendermi a calci.» Cantilenò all'improvviso Muriel.
Niall poggiò la mano sul pancione, dove gli aveva indicato la sua ragazza e gli vennero gli occhi lucidi quando sentì dei piccoli colpetti sotto il palmo della mano.
«Ahio!» Risero insieme, godendosi quei piccoli momenti di felicità che ti riempiono il cuore di una gioia immensa.
«Giuro che ti amo più della mia vita!» Niall baciò Muriel, scendendo poi verso il suo collo, e arrivando al petto lasciato scoperto. «Siete la cosa più bella che potesse capitarmi!»
«E tu sei la nostra!» la ragazza fece scivolare le dita sulla guancia di Niall, accarezzandolo teneramente.
Si perse nei suoi occhi, come succedeva ogni volta, immaginandosi con un fagottino azzurro tra le braccia e con Niall al suo fianco.
Era quello il suo posto, era quello il suo futuro. Lo aveva sempre saputo, sin dal primo momento in cui si imbattè nel viso angelico del ragazzo.
E lei non avrebbe cambiato una sola virgola se avesse potuto, nessun particolare. Voleva quella vita, la voleva con Niall e suo figlio. E la voleva tutta, con tutta se stessa.




 
  
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