Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Fiamma Erin Gaunt    03/10/2013    1 recensioni
"I funerali sono per i vivi, ai morti non importa nulla della gente che si affolla intorno alla loro tomba".
Durante il funerale di suo padre Rico Wilkes capisce per chi deve davvero mostrarsi forte.
One shot tratta da "Dirty Little Secrets", non è uno spoiler perché sebbene ambientata in quegli anni non verrà raccontata nella long. Un modo come un altro per scrivere una storia su un personaggio su cui la Rowling ci ha lasciato carta bianca.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch junior, Evan Rosier, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
We are one reality





























- Guardali, sono lì come tanti avvoltoi, mi disgustano. – mormorò Rikki, osservando corrucciata la lunga fila di membri dell’elitè Purosangue che attendeva di porre le proprie condoglianze.
- Continua a sorridere e fa finta di apprezzarli, sei brava in questo. – le sussurrò di rimando Barty, chinandosi affinchè nessuno potesse sentirli. Rikki rabbrividì sentendosi sfiorare il collo dall’alito caldo del ragazzo. Non avrebbe voluto fare altro che voltarsi, gettargli le braccia al collo e stringerlo finchè i loro corpi non si fossero fusi insieme.
- Non credo di poterci riuscire, non stasera per lo meno. –
Barty allungò un braccio ad afferrarle una mano del colore dell’alabastro. Non avrebbe dovuto farlo, non quando tutti si aspettavano di vederla ormai promessa a suo cugino Erik, ma non sopportava l’idea di averla così vicina e non poterla toccare.
- Vieni, andiamo a cercare tuo fratello. –
La stava per indirizzare verso la rampa di scale che conduceva alla zona notte quando Adrianna Zabini fece la sua comparsa per reclamare la figlia.
- Rikki, tesoro, non puoi andartene e lasciarmi da sola con tutti questi ospiti. –
Rikki storse il naso. Quelli non erano ospiti, erano perfetti estranei che s’intromettevano nel dolore della sua famiglia con le loro frasi fatte e le loro falsissime condoglianze.
- D’accordo, mamma, rimarrò in salone. Barty, puoi cercare Rico da solo? –
Il ragazzo annuì, accarezzandole il dorso della mano: - Ci penso io, non preoccuparti. –
Salì l’infinita rampa di scale e percorse tutto il corridoio fino all’ultima stanza. Sulla porta in mogano era stata apposta una targhetta dorata con la scritta: Rico Wilkes, in tutto e per tutto identica a quella della camera di Rikki. Bussò piano.
Non rimase affatto sorpreso quando la porta si aprì mostrando Evan Rosier. Era più che ovvio che fosse presente, nessuno meglio di lui poteva raccogliere i pezzi quando Rico cedeva. Quei due erano più che cugini, se la cosa non fosse suonata stranamente omosessuale, avrebbe detto che erano le due facce della stessa medaglia.
- Barty, è successo qualcosa? –
Il tono di Evan tradiva la stanchezza, a quanto pareva prendersi cura di suo cugino era un’impresa più dura del solito.
- Rikki mi ha mandato a chiamare Rico. –
- Rico al momento non è in condizione di andare da nessuna parte. – replicò, facendosi da parte per permettergli di entrare.
La scena che gli si parò davanti lo lasciò senza parole. Lo strafottente Serpeverde dai modi affascinanti che aveva imparato a conoscere in quegli anni di scuola non c’era più, al suo posto c’era un adolescente con gli occhi rossi, visibilmente distrutto ed evidentemente ubriaco. La camicia stropicciata e la cravatta allentata completavano il quadro di desolazione.
- Ah, Barthemius, sei venuto anche tu a porgermi le tue condoglianze e a dirmi quanto tu sia addolorato per la prematura scomparsa del mio adorato padre? –
Il sarcasmo nella voce era talmente tagliente che Barty mosse un passo all’indietro. Non riusciva a riconoscerlo, quello non era il Rico con cui era abituato a trattare e molto spesso a litigare.
- Era un grand’uomo, così affascinante, intelligente e con un senso degli affari incredibile. Che disgrazia, speriamo solo che quello scapestrato del figlio si rimetta in riga. Oh, che giorno infelice. – continuò, versandosi l’ennesimo bicchiere di Whiskey Incendiario e vuotandolo tutto d’un sorso, imitando le vocette stridule delle numerose pettegole presenti al piano di sotto. Fece per servirsene un altro, ma si rese conto che la bottiglia era ormai vuota.
- Dannazione, dannazione! – imprecò, lanciandola contro la porta finestra che conduceva al suo balcone personale e mandandola in frantumi.
- Basta così, adesso devi finirla. – intervenne Evan, riportandolo verso il letto a baldacchino e costringendolo a sedersi.
- Già, devo andare a ringraziare gli ospiti, è questo che si aspettano no? Avanti, Barty, perché non apri quella porta e mi accompagni di sotto, sono sicuro che tutti si chiedono che fine abbia fatto. –
Fu quella la scintilla che accese la rabbia nel giovane Crouch. Rico soffriva e ne aveva tutto il diritto, ma era anche un fratello maggiore e doveva prendersi cura di sua sorella.
- Sei così egoista. Sai, Wilkes, ho sempre pensato che gli altri fossero troppo duri quando dicevano che non sei altro che uno stronzo narcisista ed egocentrico, ma a quanto vedo avevano ragione. Rikki, tua sorella, è nel salone a dispensare falsi sorrisi mentre si sente morire e vorrebbe spaccare tutto, e tu sei qui a crogiolarti nel Whiskey e nella tua commiserazione. Bè, lascia che ti dica una cosa… -
Evan lo interruppe, alzando una mano, - Basta così, Barty, credo che abbia capito. –
Rico rivolse gli occhi blu, ormai cerchiati di rosso, su di lui. Era la prima volta da quando era entrato nella sua stanza che lo guardava negli occhi e doveva ammettere che il suo sguardo faceva paura.
- Devi essere molto coraggioso o molto sciocco per affrontarmi in questo modo, Crouch. Sul fatto che tu sia sciocco non ho dubbi, ma il coraggio è la prima volta che lo vedo in te. Ci tieni sul serio a mia sorella, non è così? –
Annuì, fissandolo con aria seria: - Sì, tengo molto a Rikki e detesto non poter fare qualcosa per aiutarla. Non posso cancellare il suo dolore, ma mi ha chiesto di portarti da lei e intendo farlo. –
Rico lo scrutò attentamente, un sorriso tirato si dipinse sul bel volto dai tratti arroganti.
- Sai, Crouch, cominci a essermi simpatico ora che dimostri di avere un po’ di spina dorsale. Forza, Evan, passami quella giacca, ho degli ospiti da accogliere e una sorella da consolare. – decretò, alzandosi in piedi e rassettandosi la camicia. Rifece il nodo alla cravatta, si ravviò i capelli corvini e mise un paio di gocce negli occhi, che tornarono all’istante come erano sempre stati. Quando uscì da quella stanza nessuno avrebbe mai creduto che meno di cinque minuti prima fosse ridotto a un relitto umano.
Scesero la rampa di scale in religioso silenzio, si separarono solo quando Rico individuò sua sorella in un angolo, vicino alla finestra che affacciava sul laghetto artificiale. La raggiunse e le cinse le  spalle, attirandola verso di sé. Rikki affondò il volto nell’incavo tra la spalla e il collo del fratello e lasciò che le prime timide lacrime scorressero e inumidissero il colletto della camicia.
- Perdonami, non avrei dovuto lasciarti da sola. –
- Non fa nulla, ma promettimi che non mi lascerai più da sola. –
- Te lo prometto. –
Rikki sorrise, ricordando la promessa che le aveva fatto prima di partire per il suo primo anno a Hogwarts: - Sempre insieme? –
- Sempre insieme, non ci divideranno ora e mai, siamo un’unica realtà. – confermò, ripetendole quelle stesse parole di tanti anni prima e chinandosi a baciarle delicatamente la fronte.
Poi lanciò un’occhiata verso l’altro lato della sala, dove Barty ed Evan avevano assistito alla scena. Scambiò un’occhiata carica di significato con il cugino e aggiunse, - Perché non vai da Crouch, ho la sensazione che meriti almeno un bacio di ringraziamento. –
Rikki avvampò, abbassando lo sguardo con aria colpevole: - Te l’ha detto lui? So che non dovrei, ma… -
- Va da lui, sei abbastanza grande per decidere cosa fare della tua vita; inoltre, per quanto mi riguarda, hai la mia approvazione. –
La sorella gli rivolse un sorriso carico di gratitudine e raggiunse Barty, prendendolo per mano e trascinandolo dietro alla colonna dell’atrio principale. Gli gettò le braccia al collo e lo attirò a sé, coinvolgendolo in un bacio mozzafiato.
- Hai fatto la cosa giusta, fratello. – commentò Evan, passando un braccio intorno alle spalle del cugino e appioppandogli una pacca virile.
- Lo so, devo solo ricordarmi che c’è lei al primo posto, sempre e comunque. – replicò, sorridendo all’indirizzo della coppietta avvinta in un abbraccio spaccaossa.







[1.290 parole]




















Spazio autrice:

Rikki è una mia OC, sorella di Rico, che all’epoca della storia frequenta il quarto anno (ha tre anni in meno di Rico) ed è teoricamente promessa a suo cugino (Erik Rosier, fratello di Evan e altro mio OC) in quanto le loro madri sperano di unire le famiglie, ma lei in realtà ha una relazione segreta con Barty. La storia come penso si sia capita, è ambientata il giorno del funerale del padre di Rico e Rikki ed è un missing moment della mia storia in fase di stesura (oltre che di Dirty Little Secrets), ma non so ancora se lo inserirò oppure no, quindi ho deciso di metterlo sottoforma di shot per  il momento. Infine, c’è una citazione al Re Leone 2 ed è proprio ascoltando “Un’unica realtà” che mi è venuta l’ispirazione. Spero che vi sia piaciuta. Fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima.
Baci baci,
                 Fiamma Erin Gaunt

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt