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Autore: KellyWatchTheStars    03/10/2013    1 recensioni
Ellis ha 17 anni, frequenta la terza superiore ed è il classico sfigato che non ne combina una giusta. Ma qualcosa sta per cambiare...
Dall'ultimo capitolo:
"Non appena iniziamo a leggere sposto il braccio fino a sfiorare quello di Alicia. Tutto quello che devo fare adesso è tirare fuori una frase, una frase tra tutte le cazzate e le mode e le cose serie del mondo, che come la volta scorsa le dia lo spunto per cominciare a parlare con me. Una frase come: “Ho sentito questa cosa sulla figlia di Madonna”, oppure “Penso che la Kardashian ha proprio un gran bel culo”, ma forse non è quella giusta. Probabilmente solo un decimo di un decimo di un diciassettesimo delle cose lo è."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TUTTO QUELLO CHE VOGLIO
 
CAPITOLO SEI
« Mamma, oggi abbiamo cominciato le prove per lo spettacolo teatrale »
« Spettacolo teatrale? Non hai mai partecipato ad uno spettacolo teatrale, neanche alle elementari! »
« Sì, bè…ho voluto provare. »
Non posso mica dirle che lo faccio per Alicia…
« Ottimo! Ridimmi un po’ come si chiama? »
Esattamente la stessa frase che mi ha detto Mark quattro ore fa. Mi devo preoccupare?
« Sogno di una notte di mezz’estate »
« Sai quale dramma mi piace molto? La gatta sul tetto che scotta. Farai anche questo? »
« No mamma. Pensi che avrai un po’ di tempo qualche volta per aiutarmi con le battute? »
« Chiedilo a tuo padre. Io sono oberata di lavoro. »
« Papà non è a casa, mamma. »
Mi giro a guardarla mentre guida, diretta a casa di mio padre come ogni sabato pomeriggio, insolitamente truccata e pettinata, si è messa addirittura i tacchi.
« Devi uscire? »
« Io? No! »
« Bè sei truccata e con i tacchi…di solito non ti trucchi mai… »
« Oh sì è che…non devo proprio uscire, eh…è che Michelle…hai presente Michelle che fa il corso di yoga con me? »
« No, non ce l’ho presente. »
« Ma come no! Quella che l’anno scorso al tuo compleanno ti ha regalato l’abbonamento per andare a vedere le partite di hockey… »
« Ah, quella Michelle…che poi non l’ho mai usato, io odio l’hockey. »
« Sì bè lei non poteva saperlo Ellis! Comunque, ti stavo dicendo che è un brutto periodo per lei, il marito l’ha lasciata e se n’è andato a Cuba e quindi ha bisogno di me, vado a consolarla. »
« Con i tacchi? »
« Magari dopo la porto un po’ fuori… »
Sì certo, mamma, come no. Vallo a raccontare a qualcun altro…peccato che non glielo dico.
 
 
« Buongiorno. » dice papà, infilandosi in bagno.
E’ lunedì mattina, e come ogni lunedì mattina sono a casa di mio padre, visto che il finesettimana sto a dormire da lui. E’ lunedì mattina, e  ogni lunedì mattina è la stessa storia.
« Oh, ehi. » dico io, distogliendo lo sguardo dallo specchio e aprendo il rubinetto per dare l’idea che mi stessi lavando la faccia. Papà è completamente nudo, se non per il fatto che indossa un paio di calzini neri, come sempre verso le sette del mattino. « Oh, ehm…potrei avere un po’ di privacy qua dentro? »
« Figliolo, mi becchi nel bel mezzo della corrente » dice papà.
« Già, lo sento. »
« Non t’imbarazzare. Fa’ finta di essere sotto le armi, non ci sono altri cessi disponibili. Baracca militare da dieci. »
« Papà, tu non sei mai stato sotto le armi »
Mi volto e subito me ne pento, perché il suo sedere nudo ha un aspetto strano. E’ come se fosse schiacciato su una lastra di vetro.
« Puoi metterti almeno un asciugamano? »
« Mica sei una femmina…una femmina non l’ho mai avuta. »
Mi arriva un lieve fruscio mentre lui arraffa un asciugamano e se lo mette intorno all’abbondante circonferenza.
« Lo vuoi finire il secondo bagno? Per favore? »
Piazzo le mani sui lati del lavabo e chiudo gli occhi. Papà si avvicina e mi poggia una mano sulla spalla.
« Cosa c’è che non va, figliolo? »
« Niente. »
Apro gli occhi e nello specchio vedo l’immagine di me e mio padre, il mio volto troppo lungo e gli occhi a palla, e papà sulla destra, una nuda e grassa faccia su un nudo e grasso corpo, le mani che tengono fermo l’asciugamano come fosse un Buddha. Sembriamo un’illustrazione di gente che non dovrebbe riprodursi e di come viene fuori la loro prole.

Una volta entrato a scuola, trovo Alicia seduta al suo solito posto in prima fila alla lezione di matematica. Passandole davanti, le lancio un’occhiata; anzi, la guardo apertamente, con occhi supplici, terrorizzati, ma lei non ci fa caso. Raggiungo il mio posto. Indovinate che sta facendo oggi Rebecca?
« Okay, e a quel punto Elizabeth fa: “Dove possiamo andare? Io non ho mica la macchina come te…” e lui dice: “Non preoccuparti…vieni a sederti qui, bella.” E lei ci è andata! Incredibile! »

“Sta’ zitta!” le dico “ Sono tutti stufi di sentire te che critichi questa Elizabeth.” Solo che non glielo dico. Invece mi siedo al mio solito posto e mi metto a guardare Alicia.

 « Eccolo che ricomincia » dice Rebecca ad un certo punto. Io fingo di non aver sentito.
« Cosa? » le domanda Anne.
« Lo scocciatore, guardalo. » Mi indica con un leggero cenno della testa.
« Oh… »
Anne si volta e guarda Rebecca. Rebecca le sorride impercettibilmente. Anne sembra vagamente triste, come se perorasse la mia causa. Rebecca risponde con uno sguardo fulminante. Non mi ero mai accorto che le ragazze potessero comunicare in questo modo, con gli occhi, come scimmie malefiche.
 
Ecco Jeremy, nel parcheggio della scuola. Gli avevo chiesto se dopo le lezioni poteva accompagnarmi a comprare una maschera per il ballo di Primavera, ed è riuscito a farsi prestare la macchina dai genitori per quando glielo avevo chiesto. Lo abbraccio. Non ho nessuna certezza sullo status di autista ufficiale di Jeremy. Forse ha un foglio rosa che non gli consente di guidare da solo, ma siccome non si può violare nessuna legge a bordo di un enorme catorcio color verde pisello che procede a quaranta all’ora, siamo a posto. Jeremy mette su un qualche orrido cd di canzoni reggae, io guardo fuori dal finestrino mentre usciamo dalla scuola.
« Oh me l’ero dimenticato, a te questa roba fa schifo, giusto? » mi domanda, indicando il cd. « Posso mettere David Guetta. »
« Va bene questa. » gli rispondo. Jeremy può mettere tutta la musica che gli pare ( eccetto David Guetta ) perché io adoro andare in macchina. Mi è sempre piaciuto. Non ho mai capito i ragazzini piccoli che continuano a chiedere « Quanto manca? » ogni dieci minuti.
« Allora dimmi un po’ » esordisce Jeremy « com’è che vuoi Alicia così tanto? »
«Ehm, mi piace. »
« Come mai? »
« E’ sexy. » poi mi riprendo in tempo. « e intelligente. »
« E non vuoi semplicemente fartela? Ti ci vuoi mettere assieme e quelle cose lì? »
« Sì. »
« Ah. Senti, le tue magliette ti piacciono? »
Abbasso gli occhi su quella che ho addosso. Guerre Stellari, Episodio I*. « Non sono male, credo… »
« Bè, allora forse è meglio che non ti metti con nessuna ragazza… »
« Perché?»
« Le magliette sono i trofei delle ragazze. L’ultima con cui usciva mio fratello gliene ha fatto fuori cinque. Non andare ad un appuntamento con una ragazza se non sei disposto a perderci la maglietta. » afferma convinto. « Arrivati. Sbrigati, stanno quasi per chiudere. » mi dice, parcheggiando di fronte al negozio.
Entro nel negozio, e devo implorare il commesso di darmi un po’ più di tempo per cercare e pagare una maschera. Immagino che con quella nessuno saprà riconoscermi, e io non dovrò far altro che indossare pantaloni e giacca nera, e se riesco a trovarmi da solo con Alicia, dopo essermi dichiarato, potrei togliermi la maschera e rivelarmi per quello che sono veramente, e forse cominciare a fare sesso contro un albero e …
« Oddio! » esclama Jeremy, quando mi vede uscire dal negozio con la maschera addosso. «  Sei proprio un caso disperato…che maschera stupida! »
 
NOTE:
*famosa saga cinematografica.
Scusate se vi ho fatto aspettare un po’ ma tra compiti e mancanza d’ispirazione, ci ho messo un pochino a scriverlo…che ne pensate di questo sesto capitolo? Come sempre, mi auguro che vi piaccia! A presto e un bacione, Kriss.
  
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