Ciao a
tutti! Questa ff è scritta da tre menti bacate. E’ la
nostra prima fanfic e quindi vi chiediamo di andarci
piano con gli insulti,siamo inesperte…recensite per
farci sapere cosa migliorare…grazie e al prossimo chappy!
Preparativi
La scuola
era finita già da un mese e l’estate era inoltrata. Il caldo afoso avvolgeva le
giornate impedendo alla gente di uscire di casa.
Il meteo
ai telegiornali continuava a riportare un prossimo aumento di temperatura e
Roma si stava svuotando a poco a poco.
Le strade
erano deserte e la gente ormai era in vacanza.
Le poche
persone rimaste nella metropoli stavano barricate in casa con i climatizzatori
perennemente accesi.
Ino se ne
stava chiusa in camera sua,sdraiata sul letto. Lo
sguardo ;rivolto al soffitto, fissava le pale del
ventilatore che giravano senza sosta,rinfrescando la stanza.
La ragazza
si scostò una ciocca bionda dal candido volto sbuffando sonoramente.Le giornate erano tutte uguali e lei si annoiava
terribilmente.
Improvvisamente
un urlo la fece sussultare: -GOAL!!-…
-Ma cosa…-balbettò la ragazza alzandosi frettolosamente dal letto e
uscendo dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.Il vestitino viola ondeggiava ad ogni
scalino che lei scendeva di corsa.
Arrivò in
salotto e trovò il padre,seduto sul divano con alcuni
suoi amici,che guardavano la partita di calcio:
-Hey
tesoro…vuoi sederti con noi?- le chiese tra un sorso di birra ed un altro.
-Potete
smettere di urlar…-la ragazza non fece in tempo a
finire la frase che un altro urlo di gioia rimbombò nella stanza.
Ino diede
le spalle agli adulti dirigendosi verso le scale per tornare nella sua stanza,ma una voce la bloccò:
- tesoro….stai preparando la valigia?-le chiese dolcemente la
mamma,che era entrata in salotto per portare altra birra.
-ora
inizio subito,mamma-rispose prontamente salendo gli
ultimi gradini e rientrando in camera.
Salì sul
letto e tirò giù dall’armadio la grande valigia
viola,ma sfortunatamente perse l’equilibrio e cadde dal letto assieme alla
valigia.
Si ritrovò
a pancia i giù sul freddo marmo della sua camera con il bagaglio addosso.
Un’imprecazione
riempì il silenzio della stanza. Poi,come se niente
fosse,si rialzò liberandosi di quel peso inutile che la schiacciava.
Si diresse
verso l’armadio aprendo le due ante e con molta attenzione cominciò a scegliere
i vestiti da portare.
Passò
un’ora e finalmente il bagaglio era pronto,forse aveva
faticato un po’ per chiuderla,ma alla fine ci era riuscita:
-Sto arrivando Santo Domingo!-esclamò felice la ragazza legandosi i
lunghi capelli biondi in un’alta coda:
-ma prima
devo salutare…qualcuno!-concluse afferrando una grande
borsa con sopra un cavallo…
/-----/
Suo
fratello l’aveva lasciata in mezzo alla strada per correre al negozio di
musica.
Quel
maledetto caldo rallentava tutto e Temari si trovava a trascinare le gambe,diventate improvvisamente pesantissime .
Aveva
passato le ultime tre ore in giro per negozi,in cerca
di qualche costume per la sua imminente vacanza.
Infatti
il giorno dopo sarebbe partita per Santo Domingo,lasciandosi alle spalle quel
caldo stressante.
Era
riuscita a trovare un costume giallo adatto al suo corpo tondeggiante e uno per
Kankuro.
Il
fratello era riuscito a farle saltare i nervi: entrava in tutti i negozi,si provava ogni capo e poi usciva senza comprarne nemmeno
uno.
A lei non era mai piaciuto fare shopping, odiava le commesse
sorridenti e la stremante fila alla cassa.Era riuscita a raggiungere il portone di casa e per cercare di
prendere le chiavi dallo zaino le buste caddero a terra con tutto il
loro contenuto:
-Merda!-eclamò
cercando di recuperare ciò che era caduto.
Raccolse
tutto ed entrò frettolosamente nel cancello. Raggiunse la sua stanza salutando
suo padre :
-Ciao
papà!Io vado a fare la valigia per domani,non mangio!-
Non gli
diede neanche il tempo per contestare che spalancò la
porta e si buttò sul letto.
La valigia
giaceva aperta a pochi centimetri da lei. La stanza era nel totale caos ,come se fosse appena passato un tornado.
Certamente
l’ordine non era una delle sue virtù,odiava dover
piegare i vestiti e riporli nell’armadio.
Proprio in
quel momento sarebbe cominciata la battaglia tra lei e il suo abbigliamento. Aprì con forza le ante dell’armadio e con un gesto convulsivo
scaraventò tutte le stampelle sul tappeto persiano.
Scartò
subito una mini gonna rosa troppo corta per i suo gusti
e scelse un semplice paio di jeans.
Dopo
un’ora si trovò sul letto ansimante,tutt’intorno la
situazione era disastrosa. Nella valigia gli indumenti erano accartocciati in
un assurdo disordine.
Sul
pavimento vi erano magliette,calze e pantaloni di ogni
genere e misura.
Aveva
scelto per quel mese di vacanza solo vestiti leggeri e colorati. Chiuse la
valigia saltandole in groppa e afferrando la cerniera…nulla da fare non voleva
chiudersi.
Esausta si
lasciò cadere sul letto e chiuse le palpebre…
/-----/
Bip…bip…Hinata si stropicciò gli occhi assonnata. Erano le 6:30
.
Quella
mattina doveva alzarsi presto perché aveva gi allenamenti di nuoto.
Con
l’avvicinarsi delle gare il suo allenatore era
diventato sempre più esigente e adesso aveva addirittura spostato l’orario
degli allenamenti che dalle 7:30 alle 8:00 erano passati dalle 6:45 alle 8.00.
Si alzò
con uno scatto : era in ritardo come al solito. Si
vestì in fretta e furia , prese il borsone e si
precipitò fuori dall’appartamento.
Il caldo
era pressante e una bella nuotata in piscina le ci voleva proprio. Ad un tratto
mentre camminava sentì
il clacson di una macchina suonare e si voltò curiosa: una decappottabile
grigio metallizzato aveva rallentato.
Hinata
alzò lo sguardo e nella macchina vide Naruto :
-Ciao
Hinata che ne dici della mia nuova auto?-domandò il
ragazzo entusiasta.
Hinata
sorrise non tanto per quella macchina sportiva ma per il biondino seduto al
volante:
-E’
fantastica!-eclamò la ragazza.
-Facciamo
così se oggi vieni a pranzo con me ti dò
un passaggio fino alla piscina…che ne dici? Sia chiaro non accetto
risposte negative!-concluse il ragazzino sorridente.
Hinata
arrossì improvvisamente e ,balbettando un -s.. sì
grazie- , salì a bordo.
La
mattinata passò velocemente,la ragazza si allenò sempre
sotto il dolce sguardo di Naruto.
Hinata non
vedeva l’ora di poter stare un po’ con quel ragazzo a pranzo e dopo gli
allenamenti sgattaiolò via .
Finita la
doccia andò verso il borsone ,afferrò i vestiti e li
indossò.Lo spogliatoio era completamente deserto.
Si guardò
allo specchio:non stava male,anzi la minigonna di
jeans e la camicetta bianca smanicata le stavano divinamente.
Il pranzo
fu eccezionale,ma il tempo sfuggì ai due ragazzi che
non si erano accorti che ormai era pomeriggio inoltrato…
/-----/
Ino uscì di casa senza nemmeno avvertire dove andava. Eccitata si
diresse in garage, prese la bici e iniziò a pedalare a più non posso.
Dopo circa
un quarto d’ora inchiodò,trovandosi davanti ad un
grande cancello verde. Parcheggiò la bici all’esterno e a grandi falcate varcò
la soglia.
Si ritrovò
dentro un edificio enorme. Un forte odore di cavallo la prese al naso e la
ragazza respirò avidamente, cercando di catturare quell’odore che le piaceva e
la faceva sentire a suo agio.
La costruzione
era deserta a quell’ora. Corse verso gli spogliatoi e si vesti
in fretta.Uscì in giardino dirigendosi verso le
stalle. Un ampio sorriso si disegnò sul suo volto quando
la ragazza scorse il muso di Caleb. Corse e lo
abbracciò buttandogli le braccia al collo.Il cavallo
strusciò il muso sulla sua spalla come per rispondere al saluto.
Poi Ino si
allontanò qualche cm dal nero puro sangue per fissarlo negli occhi.
-Domani
parto…-sussurrò con un velo di malinconia:- sono
venuta a salutarti…-concluse prendendo la sella e le briglie che erano appese
al muro,dietro di lei e mettendole al cavallo.
Mise il
piede nella staffa e facendosi forza montò
sull’animale:
-Dai Caleb-sorrise dandogli un colpetto con
il tallone sul ventre per farlo avanzare. Così,passò tutto il
pomeriggio ad allenarsi a saltare gli ostacoli con il suo inseparabile amico.
Verso le 7:30 di sera salutò Caleb e tornò a
casa. Ignorò le grida e i rimproveri dei genitori. Si limitò solo a chiedere
scusa per poi filare dritta in camera sua.
Una doccia
veloce e poi a letto senza cena. Si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi ,cadendo in un sonno profondo, senza preoccupazioni.
Domani
sarebbe andata a Santo Domingo ,in vacanza per un mese
intero.Il primo viaggio,sola,senza
genitori.
Così si
addormentò con il sorriso sulle labbra…
/-----/
- AAA!!Sono tornato Temari! Questo cd che ho comprato è una
bomba!-
Il suo
attimo di pace era stato distrutto da quell’insulso essere che dicevano fosse suo fratello.
Kankuro
aprì la porta e le si buttò sullo stomaco cominciando
a farle il solletico.
-Questa me
la paghi!- e Temari si tolse di dosso quel ragazzo e
lo scaraventò sul pavimento.Gli balzò sopra e dopo
dieci minuti la lotta si concluse come sempre:la
vittoria era della bionda!
-Allora me
lo fai sentire questo maledetto cd?-disse Temari
rompendo il silenzio.
Passò così
il pomeriggio,tra una risata e l’altra. Temari adorava
stare con Kankuro, forse perché aveva socializzato poco e non aveva molti
amici.
Verso sera
si rifiutò di cenare, le si era chiuso lo stomaco a
causa del caldo, e messo il pigiama si infilò sotto il lenzuolo.
Prima di
raggiungere il mondo dei sogni pensò al giorno
seguente,alla vacanza. Si era imposta che in quel mese avrebbe conosciuto
qualcuno con cui ridere,piangere,confidarsi, quel
qualcuno che le era sempre mancato.
Così si
addormentò con il sorriso sulle labbra…
/-----/
Tornata a
casa Hinata trovò i genitori che l’attendevano in soggiorno.Il
padre le si avvicinò con un sorriso e senza dire una
parola le mise in mano due biglietti aerei,andata e ritorno per Santo Domingo.
-Che
significa?-chiese sconcertata
-Ti
ricordi di averci detto che volevi fare una vacanza
speciale…Beh eccola è già tutto prenotato e sarai sola e indipendente…-le disse
la madre sorridendo anche se un po’ a malincuore per l’ultima parte.
-grazie
mamma!grazie papà!-disse la ragazza saltando al collo
dei genitori.
Corse
nella sua camera a preparare la valigia. Mise un cd nello stereo e si diede da
fare. Dopo un’ora quello che le occorreva era tutto sistemato nella sua valigia
blu e negli altri 3 borsoni…forse si era portata un po’ troppo…
Hinata disfò le borse e le rifece da capo. Questa operazione le
portò via tutto il pomeriggio fino alla sera.
Si mise
nel letto pensando alla vacanza,a quella vacanza che
per anni aveva sperato di trascorrere, ma che fino ad allora non aveva mai
avuto.
E così
si addormentò con il sorriso sulle labbra….