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Autore: Giulia23    03/10/2013    12 recensioni
A causa della sua amica Bonnie, Caroline si ritrova catapultata nel passato al fianco di Klaus, Signore indiscusso dello Hampshire. Ma un'importante ed inattesa missione la attende e dovrà rimanere al fianco del suo nemico se vorrà portarla a termine.
< Non preoccupatevi Caroline, non vi farò del male.> non era un mostro, almeno non in quel senso. < Giurate.> sussurrò lei fissandolo negli occhi quasi per voler leggervi attraverso.
Klaus si trovò a rispondere ancor prima di riuscire a capire l’importanza e lo sforzo sovrumano che quella promessa avrebbe comportato.
< Giuro.>le disse sorridendole e facendo un passo verso la sua direzione. Questa volta Caroline non indietreggiò. No, era rimasta abbagliata da quel dolce sorriso. Il primo sincero e spiazzante sorriso che la ragazza aveva visto comparire su quel volto irresistibile.
Caroline annuì.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve ragazze … maxi capitolo scritto con il cuore ed il penultimo devo ammettere! Mi si stringe il cuore al pensiero che siamo alla fine ( mi lascio però la possibilità di pubblicare un capitolo in più, se scrivendo l’ultimo capirò che ho concentrato troppe cose insieme, tanto per informarvi ;) ) e volevo dirvi che siete state TUTTE stupende! Grazie a tutte, a chi ha seguito in silenzio, chi ha commentato con costanza ( questa fanfiction è merito vostro ) e chi meno, e chi mi ha aggiunto tra gli autori preferiti ( piccole pazze, siete magnifiche! Grazie mille ). Ma credo proprio di dovervi una buona notizia no? =) Beh … ve la darò alla fine dl capitolo o forse al prossimo … Mm… come sono crudele ;)! Ad ogni modo spero tanto che il capitolo vi piaccia, è colmo di eventi e mi piacerebbe tanto avere il vostro parere. Grazie a tutte voi dal profondo del mio cuore, un bacio e buona lettura =)!Ah ovviamente il titolo vuole essere un omaggio al film diretto da Joseph ;)!
 
 
 
 < Hai intenzione di darmi la tua versione dei fatti o di dirmi finalmente la verità Caroline? Per tutto questo tempo non sei stata alla ricerca di Tyler, non è vero? Eri con lui? Con Klaus? > domandò Liz senza cercare di nascondere l’irritazione che il comportamento della figlia aveva suscitato in lei.
Caroline la raggiunse nel salotto, alzando gli occhi al cielo ed incrociò le braccia proprio come aveva fatto sua madre. Erano pronte alla battaglia.
 < No, non ero andata a cercare Tyler. Ero nel passato dove quei cretini dei miei amici e quei megalomani degli Spiriti mi avevano mandato per addormentare Klaus.> rispose secca Caroline, notando con soddisfazione l’espressione scioccata della madre.
 < Il passato?> boccheggiò fuori Liz, sbarrando gli occhi.
 < Si, ed è una lunga storia che mi piacerebbe raccontarti quando tu sarai più calma ed io avrò dimenticato questa lunga giornata!> sbottò Caroline con un’arroganza che non aveva mai avuto.
 < Tu mi devi delle spiegazioni e me le devi ora, sono tua madre! Sono stanca di essere tenuta all’oscuro di quello che accade nella tua vita.> Disse Liz alzando sensibilmente il tono della voce.
Caroline alzò gli occhi al cielo e si voltò per andare in camera sua. Quella discussione era l’ultima cosa di cui aveva bisogno quel giorno!
 < Dove credi di andare? Caroline! > gli gridò dietro la madre, tanto da irritarla e costringerla a fermarsi. Non sapeva perché ma quella sera il tono di voce di Liz la innervosiva più del solito.
 < In camera mia!> sbottò Caroline prima di voltarsi a guardarla, o ancor meglio a fulminarla con lo sguardo.
 < Non lo hai addormentato vero? > domandò senza preavviso Liz, ben cosciente che se voleva avere delle risposte dalla foglia doveva andare subito al sodo.
 < Il tuo spirito di osservazione mi stupisce sempre di più mamma. Adesso capisco perché come sceriffo fai tanto schifo!> lo aveva detto sul serio? Caroline si portò una mano davanti alla bocca, scioccata dal suo stesso comportamento. Liz la fissò con aria ferita, ma non disse nulla.
 < Lui … lui è cambiato, non è più un mostro. C’è del buono in lui, serviva solo qualcuno che non lo giudicasse, che non lo screditasse, per tirarlo fuori. Qualcuno che credesse in lui come nessuno aveva mai fatto, tanto meno lui. È una brava persona, non dico che sia un santo, nemmeno io lo sono. Ho ucciso, merito anch’io secondo te l’odio che tutti sembrano riservargli? Ha scelto la redenzione, perché volete ostacolarlo?> disse la ragazza con tono concitato, in realtà quel discorso non era solo per sua madre. Ma al momento doveva accontentarsi.
 < Ha ucciso Meredith! Eravamo amiche da così tanto tempo, era la madre di Tyler! Come puoi dimenticare tutto questo? Klaus è un assassino! Non puoi venire a dirmi che è una brava persona. Non sei lucida, non stai ragionando! Io non ti ho cresciuta per diventare un mostro come lui! > le gridò contro Liz, temendo che lui l’avesse cambiata. Quella ragazza così aggressiva non era sua figlia.
Caroline sentì una rabbia incontrollata scuoterle le ossa, avvertì una spiacevole sensazione salirle su per la gola, bruciava. Un ringhio sommesso uscì dai suoi denti serrati e ancor prima di rendersene conto si era lanciata a velocità vampiresca contro la madre.
Due mani forti la afferrarono per le spalle e la inchiodarono con violenza al muro, le iridi gialle di Caroline si spalancarono alla vista del suo assalitore.
 < Klaus. > sussurrò Caroline con i canini scoperti. L’ibrido cercò di liberarsi dalla presa dell’Originale, ma Klaus non sembrava voler mollare.
 < Lui non è un mostro!> sbraitò Caroline contro la madre.
 < Sta calma! Caroline, Caroline guardami! > gli urlò Klaus mentre col peso del suo corpo la imprigionava tra lui ed il muro.
Lo sguardo scioccato di Liz ed il suo terrore sembrarono passare inosservati agli occhi dei due, che solo allora intrecciavano le loro iridi.
 < È il gene del lupo, non sei tu amore. Respira, guardami. È tua madre, non vuoi farle del male.> disse con calma Klaus, mentre si sentiva abbastanza sicuro da allontanare una mano dal suo braccio per accarezzarle amorevolmente il viso. 
E fu così che Caroline si perse nel blu di quegli occhi. La rabbia sembrò scivolare via come sapone dalla sua pelle mentre il suo mondo andava a racchiudersi in lui.
 < Brava … > Klaus le rivolse allora un sorriso fiero, così dolce e rassicurante da farla annullare totalmente dentro il suo sguardo.
Piano, piano il suo respiro accelerato cominciò a calmarsi ed i suoi canini scomparvero.
 < Forse sarà meglio che per questa notte tu venga a dormire a casa mia.> le sussurrò gentilmente Klaus, portandole una ciocca ribelle dietro l’orecchio.
Caroline annuì senza che alcun pensiero coerente riuscisse a formarsi nella sua testa. Sapeva solo che non voleva far del male a sua madre.
Klaus La strinse a sé e si indirizzò assieme a lei verso la porta, ancora spalancata dopo il suo fulmineo ingresso.
 < Caroline!> sussurrò con tono scioccato Liz mentre faceva un passo verso di loro. Non voleva che sua figlia se ne andasse via con quel mostro, non lo avrebbe permesso.
 < Signora Forbes, ho udito tutti i nobili aggettivi che ha usato per descrivermi e capisco perché si senta preoccupata per l’incolumità di sua figlia. Ma se c’è un posto su questa Terra dove Caroline è al sicuro, è con me. > le disse Klaus, voltandosi a guardare lo sceriffo. E forse erano state le sue parole oppure il modo in cui stringeva Caroline a sé o la guardava, ma Liz sembrò rilassarsi. O forse arrendersi.
 < I suoi occhi …?> domandò allora la donna con voce impaurita.
 < Caroline è diventata un ibrido. Non voleva aggredirla, è ancora giovane … imparerà a controllarsi.> la giustificò Klaus senza nemmeno sapere il motivo per il quale lo stava facendo. Stare assieme a Liz lo faceva sentire … furente. Era solo una delle altre persone che vedevano in lui il demonio, la nemesi sulla quale riversare tutto l’odio che provava nei confronti del mondo. Ma era la mamma di Caroline e sapeva quanto lei la amasse.
 < Sei stato tu a farle questo? > domandò Liz cercando in vano lo sguardo della figlia. Caroline era appoggiata contro il petto di Klaus, ad occhi chiusi intenta con tutte le sue forze a distogliere l’attenzione dal sangue caldo che scorreva nelle vene della madre.
 < Si, stava morendo. Non lo avrei mai permesso. > e fu proprio in quel momento che Klaus riuscì a scorgere in Liz una nuova emozione. Non più odio o rabbia, ma approvazione.
 < State attenti.> sussurrò lo sceriffo, mentre incatenava il suo sguardo a quello di Klaus. Era chiaro quello che voleva significare. Gli stava affidando la sua vita, Klaus poteva capirlo molto bene perché Caroline lo era anche per lui.
Klaus la aiutò ad uscire dalla porta e decise che sarebbe stato molto meglio fare una passeggiata. Caroline era già abbastanza sfinita, correre a velocità disumana non l’avrebbe di certo aiutata.
Proseguirono in silenzio, Klaus fece scivolare la sua mano, fino ad allora stretta attorno alla spalla di Caroline, lungo il suo fianco. Voleva aiutarla a camminare, voleva starle vicino.
L’ibrido per tutta risposta si rannicchiò il più possibile contro il fianco dell’Originale, aveva freddo. Ma non un freddo normale, quello che ti fa venire i brividi e la pelle d’oca, quello era un freddo glaciale che le era entrato nelle ossa e  lei stessa stentava a credere di potersene liberare.
 < Ho aggredito mia madre.> sibilò Caroline senza distogliere lo sguardo dalla strada.
 < Non l’hai nemmeno sfiorata, non dire stupidaggini.> le rispose piccato Klaus.
 < Già, ma solo per merito tuo.> era strano come non le servisse più guardarlo per capire il suo stato d’animo.
 La stretta al fianco si fece più forte, si stava arrabbiando.
“ Perfetto, proprio quello che mancava! La ciliegina sulla torta!” pensò la ragazza.
 < Ti insegnerò a tenere sotto controllo il lupo. Credo che per te sarà più difficile non essendo stata un licantropo a tutti gli effetti, ma imparerai. Ne sono sicuro. > rispose sereno Klaus, prima di aprire il cancello della sua residenza.
Si era allontanato da lei solo per un istante, ma le era sembrato infinito.
 < Ho freddo, è normale?> domandò tranquillamente Caroline, sperando che in quel modo Klaus sarebbe tornato al suo fianco alla velocità della luce.
L’ibrido si tolse prontamente la giacca e la depositò sulle sue spalle prima di tornare a stringerla per la vita.
A Caroline sfuggì un sorrisetto che non passò per nulla inosservato.
 < Credo di si, sei per metà lupo. Loro tendono ad essere più “umani” dei vampiri. > le spiegò con calma Klaus  mentre salivano i gradini del suo patio.
 < Quindi anche tu hai freddo?> domandò scioccata Caroline, insomma con … Tyler non le era mai capitato di affrontare quel discorso.  “Tyler … bene, no davvero Caroline, complimenti! Dovevi pensare a Tyler proprio in questo momento?” si rimproverò mentalmente la ragazza.
Klaus scoppiò a ridere, ridestandola dal suo folle monologo con se stessa ed ancora ridendo l’ibrido aprì la porta.
 < Cosa c’è di tanto divertente?> domandò un po’ irritata la ragazza mentre faceva il suo ingresso in casa Mikaelson, ma ancor prima di aver messo un piede dentro Rebekah le piombò addosso armata di un calice di sangue e di un consistente strato di vestiti nell’altra mano.  < Questo.> sorrise Klaus, indicando la sorella.
 < Perfetto, questo è tuo.> le disse Rebekah porgendole il bicchiere.  <  e questi sono miei, stasera ho uno pseudo appuntamento con Matt, devi aiutarmi a scegliere.> le disse con disinvoltura, come se il fatto che dovesse passare la notte a casa loro fosse la cosa più normale del mondo. Un attimo… effettivamente negli ultimi mesi, nel passato… lo aveva fatto. Oddio, le stava venendo mal di testa.
 < Matt? Tu esci con Matt?> le domandò scioccata Caroline, alzando la voce di dieci decibel.
 < Non rompere, bevi il tuo bicchiere e seguimi!> le ordinò Rebekah afferrandola per la mano.
 < Ad ogni modo, se vuoi saperlo … ho freddo solo quando non sei con me.> le sussurrò inaspettatamente Klaus nell’orecchio prima che Rebekah la rapisse per portarla al piano di sopra.
La vampira si voltò per guardare il fratello e rivolgergli un ‘occhiata di preoccupazione. Klaus annuì, quella di Becka era stata un’ottima idea. Caroline aveva bisogno di svagarsi.
Raggiunse Elijah nel salotto, che aveva tentato invano di raggiungere Caroline per salutarla, era solo riuscito ad urlarle un “buonasera Caroline!” prima di vederla svanire nella stanza di Rebekah.
 < Deduco che abbiate ascoltato la nostra conversazione.> disse Klaus mentre si lasciava cadere elegantemente sul divano. Aveva davvero bisogno di un bicchiere di buon whisky.
 < Non è stato molto carino da parte nostra origliare, ma eravamo preoccupati.> si scusò elegantemente Elijah mentre versava in due bicchieri di cristallo un ottimo whisky scozzese.
 < Certo. > sbottò Klaus, mentre Elijah gli porgeva il bicchiere.
 < Gli Spiriti si sono di certo superati. Farci dimenticare del nostro passato con lei …> disse Klaus più a se stesso che al fratello.
 < Temo anche io delle ripercussioni. Hanno usato una magia potente e a quanto pare non siamo immuni ai loro trucchetti. Dovremmo cercare di radunare di nuovo un clan di streghe al nostro servito temo.> Eliajh si accomodò nella poltrona vittoriana che si trovava di fronte al divano e sorseggiò con calma il suo whisky.
 < Temo anch’io … > rispose Klaus sovrappensiero.
 < Ma parliamo di cose più urgenti.> esordì Elijah con sicurezza. Klaus lo guardò interrogativo prima di allargare platealmente le braccia, per invitarlo a parlare.
 < La ragazza … si trova in una situazione molto difficile …> ma prima che Elijah riuscisse a finire la frase, Klaus si alzò in piedi.   < Non ho voglia di parlare di questo fratello, ho bisogno di dormire.> disse prima di scomparire anche lui al piano di sopra.
 
 
 
 
 
 < Come? Cosa stai dicendo Damon, è impossibile! > sbraitò Tyler contro la cornetta della cabina telefonica dalla quale aveva risposto.
 < Perfetto se non mi credi, vieni a controllare con i tuoi occhi e torna a mettere un po’ di sale in zucca alla tua ragazza!> lo schernì il vampiro allontanandosi dalla strega che lo aveva aiutato a mandare un biglietto al licantropo.
 < Se torno Klaus mi taglierà la gola.> puntualizzò irritato Tyler, maledicendosi per aver seguito le istruzioni del biglietto ed aver risposto a quel dannato telefono.
 < Vuoi trascorrere il resto della tua insignificante vita a fuggire dall’uomo che più odi sulla faccia della Terra o hai intenzione di diventare un bambino grande  e prenderti la tua vendetta?> gli domandò con sarcasmo Damon, sapendo che dopo quella mossa Stefan, Elena e Bonnie lo avrebbero linciato vivo.
Tyler rimase in silenzio a lungo prima di riattaccare la cornetta, afferrare il suo zaino e salire sul primo autobus diretto a Miystic Falls.
 < Ah potrei fare il pubblicitario.> si congratulò con se stesso Damon prima di tornare a casa.
 
 
 
 
 
 < Quello blu.> ripetè per la millesima volta Caroline, ormai senza forze.
 < Ma forse sembrerei meno entusiasta della cosa se indossassi un paio di jeans e quella maglietta bianco perla che mi mette in risalto la carnagione, no?> domandò Rebekah scomparendo di nuovo nella sua cabina armadio.
Caroline gettò un gemito di disperazione e crollò sdraiata sul letto.
 < Spiegami come fa un vestito a mostrare quanto tu sia entusiasta!> sbottò ricevendo in cambio una scarpata sugli stinchi.
 < Ahi! Assassina!> le urlò dietro Caroline.
 < Esagerata come la solito, smettila di bofonchiare ed aiutami!> le gridò Rebekah mentre usciva dall’armadio con altri vestiti.
 < Te l’ho detto! Il vestito blu e non ho intenzione di cambiare idea!> sbraitò Caroline mettendosi a sedere. Una camicia da notte le ricoprì la testa, facendola scoppiare a ridere.
 < Tieni e stai zitta! E poi non dire che non sono generosa. E se mi darai una mano a vestirmi, domani poteri persino prestarti il vestito blu che tanto adori.> scherzò Rebekah mentre indossava un vestitino color avorio aderente e in pizzo.
Caroline si tolse la vestaglia dalla faccia ed osservò l’amica.  < Si, ok questo.> confessò infine. Aveva dovuto cedere, quella vampira era assurda!
 < Ah ah visto?> gongolò Rebekah mentre si metteva le scarpe ed afferrava la sua pochette.
 < E adesso dove vai?> le domandò allarmata Caroline mentre la vedeva uscire dalla stanza. Non sapeva perché ma un panico improvviso si era impossessato di lei.
 < All’appuntamento! Oddio cominci a preoccuparmi sai.> le rispose con sarcasmo la vampira prima di fuggire alla velocità della luce.
Caroline si alzò, pronta ad inseguirla, ma appoggiato con disinvoltura allo stipite della porta era magicamente apparso Klaus.
 < Ancora continui a domandarti perché io l’abbia lasciata addormentata per novant’anni?> le domandò scherzosamente l’ibrido.
 < Assolutamente no. Anzi non è che ci stai di nuovo facendo un pensierino?> chiese con finta speranza la ragazza, facendolo ridere.
 < Klaus, lo so che dobbiamo parlare, ma … > disse all’improvviso Caroline, avvertendo la tensione latente che c’era tra di loro.
 < Hai bisogno di pensare, lo capisco. A dire la verità mi bastano le parole che hai detto a tua madre stasera, per farmi rendere conto che … > Klaus si avvicinò pericolosamente a lei e le posò le dita sulla bocca, fino a scivolare sul suo collo.
Caroline rabbrividì di piacere e chiuse gli occhi, al diavolo tutti i buoni propositi.
 < Mi ami ancora, non è vero? > le sussurrò seducente contro le labbra.
A quelle parole Caroline sbarrò gli occhi, allarmata e fece un passo indietro.  < Non è … abbastanza.> sussurrò con le lacrime agli occhi.
 < Che significa?> domandò allarmato Klaus. Preso alla sprovvista da quel brusco cambiamento.
 < Che il fatto che ti amo non giustifica il mio comportamento! Ho mentito ai miei amici, ho tradito Tyler ed anche te … mia madre aveva ragione, sono diventata una persona terribile! Ho pensato solo a me, mi sono fatta guidare dall’amore e sono stata ceca! Ho ferito così tante persone e solo perché sono un’egoista! Una stupida e narcisistica egoista! Avrei potuto salvare Jenna, Maredith, Jeremy e forse persino mio padre e metà Mystic Falls se solo fossi riuscita ad addormentarti ed ora mi sento colpevole! Come se fossi stata io ad uccidere tutte quelle persone e … e fa male! Fa così male che non riesco a respirare, ma rifarei tutto. Tutto perché non potrei mai vivere senza di te! > urlò Caroline mentre le lacrime scorrevano libere sulle sue guance. Strinse le mani contro il petto nel tentativo di alleviare il dolore che le stava lacerando il cuore, ma nulla sembrava funzionare.
Klaus sentì una fitta al petto di proporzioni così grandi da farlo traballare sulle sue ginocchia. Caroline stava soffrendo, stava crollando e cosa poteva fare lui se non peggiorare la situazione? In fondo era per colpa sua se lei si trovava in quelle condizioni, ma fu inutile pensare di andarsene, di scomparire dalla sua vita. Le sue gambe si mossero senza comandi, senza preavviso, al solo scopo di raggiungerla. Voleva solo prenderla tra le braccia e darle un bacio in grado di spazzare via ogni paura, ogni lacrima. E fu così.
Caroline rispose con foga e disperazione, afferrandosi al collo di Klaus ed insinuando la sua lingua nella bocca dell’ibrido. In un secondo Klaus l’aveva afferrata per la vita e le aveva fatto intrecciare le gambe dietro il suo bacino.
Utilizzando la super velocità la portò nella sua stanza e la sbattè al muro con forza, prima di baciarla rudemente, ansiosamente.
Caroline gemette di piacere, lasciandosi scappare un gridolino quando Klaus le strappò letteralmente di dosso il vestito che portava.
Le loro labbra, ancora salate per le lacrime di Caroline, tornarono a scontrarsi mentre le loro mani vagavano selvagge sul corpo dell’altro.
Tutta quella foga, quella fretta … quella passione, erano dettate da un bisogno soffocante: placare il loro dolore nell’altro. Solo quando erano stati insieme, legati in un corpo solo erano riusciti a dimenticare il mondo esterno.
In quella notte nessuno, nemmeno la realtà era riuscita a scalfirli, a far loro del male e sapevano che solo legandosi di nuovo l’uno all’altra sarebbero riusciti a tornare sani, intatti.
Caroline gettò a terra la maglietta di Klaus e cominciò ad armeggiare con la cintura dei suoi pantaloni mentre Klaus la sorreggeva per le natiche e divorava il suo collo di baci e morsi.
In preda all’estasi del momento, la ragazza ruppe la cinta e la gettò a terra, tornando a posare il peso sulle sue gambe.
Klaus le afferrò allora le mani e le immobilizzò sopra la sua testa, cominciò a divorare le sue labbra, le sue guance ed il suo collo di baci in modo autoritario e feroce fino a che non la sentì impazzire sotto il suo tocco. Premette il suo corpo scultoreo contro il suo, facendole perdere ogni controllo.
Le liberò le mani che corsero avidamente lungo il suo petto scolpito fino alla chiusura dei pantaloni, Caroline si gettò su di lui, scaraventando dall’altro lato della stanza. Mentre le mani di Klaus si intrecciavano ai suoi capelli ribelli, Caroline sbottonò i pantaloni di Klaus e tirò giù anche il suo intimo.
L’originale si liberò in fretta degli indumenti portando Caroline contro uno degli stipiti del letto a baldacchino, tra baci e strette possessive.
Utilizzando la super velocità Caroline lo afferrò per la vita e lo gettò sul letto. Completamente nudo ed evidentemente felice di vederla, Klaus la stava fissando con lussuria e devozione, un mix letale.
  < Non lo trovo giusto.> disse trattenendo un sorriso l’ibrido.
  < Cosa?> domandò allarmata Caroline.
  < Fissare un gentiluomo quando voi siete ancora vestita.> scherzò Klaus, citando le parole che proprio lei le aveva rivolto la prima volta che avevano fatto l’amore.
 Caroline scoppiò a ridere e si portò le mani dietro il reggiseno, per sganciarlo.
 < Che maleducata. Aspettate, possiamo sempre rimediare.> gli rispose la ragazza, riecheggiando le parole di Klaus.
 
 
 
Quanto gli era mancato, sentirla gemere, rabbrividire ad ogni suo tocco, ad ogni sua spinta. Sentire il suo respiro affannato, scontrarsi con le sue labbra voraci, soffici. Lei … era tutto quello di cui aveva bisogno.
Klaus lasciò una scia di baci infuocati partendo dal petto di Caroline per giungere fino al suo collo, alla sua bocca arrossata per la foga dei loro baci. Era seduto e Caroline era seduta sopra di lui, viso a viso stretti in un abbraccio possessivo e vorace. I loro bacini ondeggiavano all’unisono e tutto quello che Klaus riusciva a sentire, oltre l’effetto paradisiaco del calore della pelle di Caroline contro la sua, era l’estasi del momento, la felicità sovrumana che avvertiva ogni volta che i suoi occhi si soffermavano in quelli di  lei e lei gli sorrideva. Un sorriso così dolce, complice … un sorriso che Klaus sapeva essere solo per lui.
Per la prima volta si sentiva diverso dagli altri non per la sua sete di sangue, la sua crudeltà o la sua triste storia … si sentiva diverso perché aveva trovato lei. Perché sapeva che una fortuna così grande, una complicità ed un amore così sincero come quello tra lui e Caroline erano una rarità in questo mondo apatico, crudele. Aveva trovato il suo diamante prezioso, la luce abbagliante, avvolgente nell’oceano di oscurità che era stato la sua esistenza.
La risata di Caroline lo svegliò dallo stato di pace e lussuria in cui era piombato, Klaus la guardò con aria interrogativa mentre in maniera involontaria stringeva il suo abbraccio, facendo scivolare le mani lungo la schiena nuda di Caroline.
 < Stai pensando a Megan Fox?> le domandò lei sorridente, scatenando in Klaus una reazione ancora più disorientata.
 < Cosa?> domandò l’Originale, immobilizzandosi completamente.
 < Avevi un’aria così persa e pensierosa, stavi immaginando di essere qui con Megan Fox? > specificò lei offrendogli un sorriso così sbarazzino da farlo sorridere a sua volta.
 < No perché lo capirei, anche io… > ma prima che Caroline riuscisse a finire la frase, Klaus l’afferrò per la vita e la portò sul materasso, ergendosi sopra di lei con aria maliziosa.
Stavano entrambi ridendo come due adolescenti in amore.   <  Stavo pensando a quanto sono fortunato … > le sussurrò Klaus in un orecchio mentre faceva risalire la sua mano dal ginocchio di Caroline, fino alla sua vita.
Caroline smise immediatamente di ridere, catturata dal magnetismo di quel seduttore.
 < Pensavo che ho intenzione di trascorrere ogni giorno per il resto dell’eternità a fare questo … > disse mentre la sua mano scivolava fino al seno della ragazza per poi andare ad accarezzare il suo viso.
Le guance arrossate, le labbra un po’ gonfie, i capelli ribelli sparsi sul cuscino e gli occhi vitrei, sorpresi. Klaus non sarebbe mai più riuscito a dimenticare quell’immagine, quella visione. Avrebbe per sempre ricordato Caroline così, innamorata di lui, innocente e maliziosa un mix che solo lei sapeva amalgamare così bene.
 < Maniaco.> sussurrò Caroline accennando un sorriso divertito. La gola le era diventata improvvisamente secca ed il cuore aveva cominciato a galopparle all’impazzata, cosa che Klaus non si sarebbe fatto sfuggire. Quelle parole … era stato più che scioccante sentirle proferire da Klaus, era quello di cui aveva bisogno. Se doveva mettere a rischio ogni minimo dettaglio della sua vita, doveva sapere di farlo per qualcosa, o meglio qualcuno che non l’avrebbe delusa, abbandonata.
 Klaus scrollò la testa ridendo e si avvicinò maggiormente a lei, facendo aderire il suo corpo a quello di Caroline, che sobbalzò di piacere.
 < Vuoi dirmi che opporresti resistenza?> domandò lui con tono sarcastico, alzando un sopracciglio mentre scivolava di nuovo lentamente dentro di lei.
Caroline trattenne un gemito di piacere e gli sorrise con aria birichina.  < Potrei, ma so che con te non servirebbe a nulla.>
 Klaus la baciò sulle labbra, prolungando volutamente il loro soffice contatto.  < Sono una persona autoritaria è vero, ma dopo la nostra esperienza nel passato, ho capito che con te dare ordini non funziona per niente. > le sussurrò contro il collo che era sceso a baciare.
A Caroline sfuggì un sospiro mentre intrecciava le dita ai capelli di Klaus,  < Riesci ad irritarmi a morte quando lo fai.>
 < Lo so.> soffiò Klaus contro il suo orecchio.  < Come so che la cosa infondo ti piace, come piace a me. Riesci a tenermi testa, vorrei obbligarti a fare quello che ti dico a volte, ma mi piace questo lato di te, sei tu Caroline.> confessò infine Klaus facendola accendere di un sorriso sincero.
 < Mi stai dicendo che nonostante l’irritazione amiamo i rispettivi difetti dell’altro?> domandò Caroline mentre assecondava la falcata dell’Originale.
Klaus la guardò, le diverse tonalità di blu dei loro occhi si intrecciarono magicamente.
 < Non è forse questo l’amore?> domandò con un’innocenza disarmante che spinse Caroline ad afferrarlo per la nuca e baciarlo con tutta la passione che aveva in corpo.
 < Si.> sussurrò estasiata la ragazza, e fu la loro ultima parola. Non servivano più, si era già detti tutto quello che poteva con semplici parolem descrivere il loro amore.
 
 
 
 
Il telefono squillò, quel maledetto fischiettio. Forse non era il primo, ma Caroline non era riuscita ad aprire gli occhi fino a quel momento.
Klaus era dietro di lei, un braccio sotto il suo collo e l’altro posato sulla sua vita. Per non parlare della mano che la teneva stretta per la spalla, era immobilizzata. Ma la cosa non le dispiaceva affatto, voleva solo arrivare al comodino per gettare il suo cellulare fuori dalla finestra!
Un altro fischio. Caroline voltò un poco il viso per vedere se Klaus si fosse svegliato.
Dormiva beatamente, con un’espressione rilassata e innocente che Caroline non aveva mai avuto l’onore di osservare.
L’ibrido cercò di allungare la mano per afferrare il suo telefono e con estremo sforzo e molto probabilmente slogandosi una spalla, riuscì ad afferrarlo.
  < Dieci messaggi e quindici chiamate perse?> disse con voce stridula ed incredula la ragazza.
Klaus aprì gli occhi e strinse istintivamente la presa attorno al corpo di Caroline. Posò un bacio sulla sua spalla e si accoccolò contro di lei.
 < Che succede?> le domandò con la voce ancora impastata dal sonno.
 < I miei amici sono usciti fuori di testa! Voglio che vada a casa di Bonnie, per parlare e mia madre mi ha chiamato un milione di volte! Insomma non ho più dodici anni! Non devo rendere conto a loro di dove sono e di quello che faccio.> sbraitò Caroline mentre leggeva ad uno ad uno tutti i messaggi.
 < Che ore sono?> domandò con aria seria l’ibrido mentre si alzava su un gomito per guardarla. Caroline si portò con le spalle sul materasso e lo guardò con aria colpevole.
 < Mezzogiorno.> ammise la ragazza.
 < È tardi, sono solo preoccupati per te. Soprattutto tua madre.> disse Klaus con aria enigmatica, riuscendo a spiazzare la ragazza. Li stava difendendo? I suoi amici che avevano cercato di ucciderlo almeno una ventina di volte e sua madre che proprio l’altra sera aveva usato epiteti a dir poco non lusinghieri contro di lui?
Ma le labbra morbide dell’Originale le fecero dimenticare ogni cosa. Klaus si portò sopra di lei e cominciò a baciarle il collo, scendendo sempre più giù.
  < Che vuoi fare?> domandò divertita Caroline mentre Klaus scompariva sotto le coperte.
 < Lo saprai presto.> scherzò l’ibrido, facendola ridere.
Il telefono cominciò a squillare di nuovo, una chiamata.
Caroline sbuffò pesantemente e Klaus riemerse dalle coperte per afferrare il cellulare della ragazza, ma stranamente non era il suo a suonare.
Afferrò allora il suo telefono ed osservò il numero sconosciuto, poi rispose stendendosi sul letto e portando Caroline contro il suo petto per abbracciarla.
 < Pronto?> disse con voce scocciata l’ibrido mentre Caroline cominciava a mordicchiargli l’orecchio.
 < Signora Forbes! Che succede?> al suono di quelle parole Caroline si immobilizzò.
 < Caroline è con me, ci siamo svegliati tardi. Mi dispiace è colpa mia, avrei dovuto pensare a mettere una sveglia, capisco che si è preoccupata. > disse Klaus con voce formale, ma gentile.
A Caroline sembrò tutto un brutto sogno, come aveva fatto sua madre ad avere il numero di Klaus?
 < Certo, gliela passo subito.> sbuffò quasi Klaus. Era evidente che stava cominciando a perdere la pazienza.
 < Mamma!> squittì Caroline nel tentativo di ammonirla. Klaus portò le mani dietro la testa e voltò il viso per fissarla.
 < Eravate davvero molto vicini … ci ha messo poco a passarti il telefono.> sibilò Liz, facendo arrossire la ragazza. Klaus nascose un sorriso divertito, ma ricevette comunque un’occhiataccia in cambio.
 < Chi ti ha dato il numero di Klaus? E poi non sono più una bambina, posso gestire la mia vita!> sbraitò Caroline contro il telefono. Forse doveva chiederle scusa per l’altra sera, ma si sentiva così irritata con lei.
 < Sono a casa di Bonnie con tutti i tuoi amici, Stefan mi ha dato il suo numero. Siamo preoccupati per te, potresti venire qui per favore? > chiese Liz sforzandosi evidentemente di non alzare la voce.
Caroline rimase spiazzata dal cambiamento di tono della madre e cominciò a tranquillizzarsi anche lei. Non sapeva che Stefan era intervenuto, mimando a Liz di calmarsi.
 < Ok, il tempo di vestirmi e arrivo… e mamma, scusa per ieri sera. Non ero io.> disse infine Caroline con sincerità.
 < Non fa niente.> le rispose la mamma, ed il medesimo sorriso apparve sul volto di entrambe.
 < Ci vediamo fra poco.> disse Caroline prima di riattaccare.
Le mani di Klaus tornarono ad abbracciarla e la ragazza si portò sopra di lui.
 < Devo andare.> disse mettendo il broncio.
 < Ho sentito.> rispose con aria seria Klaus.
 Rimasero per qualche minuti abbracciati, persi l’uno negli occhi dell’altro. Uscire da quella stanza  avrebbe significato tornare al mondo reale, ed entrambi sapevano che lì fuori tutti erano contro il loro amore.
 < Voglio venire con te.> disse all’improvviso Klaus prima di baciarla.
 < È meglio di no, con te nei paraggi sarebbe difficile parlare tranquillamente.> confessò Caroline, dandogli un altro bacio.
 < Non mi interessa, sarai sola lì Caroline. Loro non possono capire, mi vedono ancora come un mostro, un assassino e non hanno tutti i torti. Non voglio che tu combatta da sola contro la tua famiglia per me. Devo esserci anche io, capisci?> le disse cercando di nascondere la rabbia e che tutta quella situazione gli provocava. Ma c’era molto di più, aveva paura di perderla.
Caroline lo guardò come una mamma apprensiva e gli sorrise prima di alzarsi dal letto.
 < Smettila, tu non sei un mostro e poi posso gestirli, lo faccio da diciotto anni. E a dire la verità … presentarmi con te al mio fianco peggiorerebbe la situazione. Loro non possono capire te, ma io posso farli ragionare. Mi conoscono, so come parlargli.  > si spiegò la ragazza mentre si rimetteva le mutandine e cercava di riallacciare il suo reggiseno.
Le grandi e calde mani di Klaus apparvero dal nulla, per aiutarla e voltando il viso Caroline riuscì ad ottenere un bacio così dolce e appassionato da farle venir voglia di togliersi di nuovo tutto.
 < Non voglio vederti andare via, non voglio che tu esca da questa casa, da questa stanza. E se ti tenessi prigioniera?> le sussurrò con lussuria all’orecchio mentre le sua mani calde si posavano sul ventre della ragazza.
 < Tornerò … non devi preoccuparti.> sussurrò Caroline chiudendo gli occhi per godere appieno delle stupende sensazioni che la vicinanza di Klaus gli comunicavano.
 < Ti aspetterò allora. > disse Klaus voltandola verso di lui e dandole un bacio mozzafiato.
 < Già ma non posso di certo presentarmi da loro in lingerie. Hai distrutto il mio vestito.> scherzò Caroline intrecciando le mani dietro la nuca dell’Originale.
Klaus le sorrise malizioso e cominciò a dondolarla tra le sue braccia.  < Daresti conferma a tutti i loro dubbi.> scherzò l’ibrido.
 < Come se non avessi già abbastanza problemi.> lo ammonì Caroline. Klaus andò ad aprire il suo armadio e le passò una delle sue camicie.
Indossò i pantaloni e la prese per mano, guidandola fuori dalla stanza.
 < Anche i miei vestiti non hanno fatto una bella fine.> scherzò l’Originale ricevendo una sonora pacca sul fondoschiena.
Scoppiarono entrambi a ridere mentre Klaus la strattonava per stingerla tra le sue braccia.
 < Buongiorno ragazzi.> disse con un sorriso a trentadue denti Rebekah che  stava tornando in camera.
Caroline si irrigidì all’istante mentre Klaus le sorrise, malizioso.
 < La nostra dama qui ha bisogno di un vestito, pensavo che l’avresti aiutata con piacere.> disse Klaus alla sorella, senza mai distogliere lo sguardo da una Caroline evidentemente in imbarazzo.
Rebekah l’afferrò per la mano e la strattonò via dalla presa di Klaus.
 < Finalmente riuscirò a vederti vestita in maniera decente.> borbottò Rebekah trascinandola in camera.
 < Ehi! > protestò Caroline, voltandosi a guardare con ira il suo amante.
 < Grazie mille! Davvero!> gli disse, facendolo scoppiare a ridere.  < Ti aspetto giù.>
 
 
 
 < No Rebekah! Non devo andare a fare una sfilata! Dammi quei jeans e quel top e sono a posto! > protestò Caroline mentre cercava di strappare dalle mani dell’amica gli abiti che aveva scelto.
 < Preferirei dare fuoco al mio guardaroba che vederti un’altra volta andare in giro come una barbona!> protestò Rebekah porgendole il vestito che lei aveva scelto.
 < Io non vado in giro … ah! Ma che ci parlo a fare con te! Ed ogni modo cerco di essere comoda, non sono trasandata! Sono stata Miss Mystic Falls, ho gusto nel vestire!> sbraitò Caroline mentre entrava nel vestitino aderente che le aveva dato Rebekah.
 < Già, quanti secoli fa è successo?> la punzecchiò Rebekah mentre prendeva le scarpe da abbinare al vestito.
Caroline la lanciò uno sguardo inceneritore, le strappò le scarpe dalle mani e scese al piano di sotto, urlando un “ti odio!”.
 < Lo so che mi vuoi bene! Ah e non c’è di che!> rispose divertita e sarcastica la vampira mentre guardava la sua amica scendere le scale.
 
 
 < Se mi farai un’altra volta una cosa del genere, giuro che ti uccido!> sbraitò Caroline contro Klaus che era seduto sullo sgabello della cucina assieme ad Elijah. Stavano facendo “colazione”.
Elijah nascose un risolino mentre Klaus si alzò in piedi per andare ad abbracciarla.
 < Il vestito ti dona molto e poi io non avevo molte cose della tua taglia da prestarti. > scherzò l’ibrido mentre ammirava le forme di Caroline, scolpite in quel vestito celeste acceso che le illuminava il viso e le metteva in risalto gli occhi.
 < Tutte scuse, vi siete divertiti ad origliare dite la verità?> disse Caroline voltando il viso per fulminare anche Elijah. Il vampiro tossì portandosi una mano davanti la bocca e le sorrise.
 < Non puoi privarci di un così divertente piacere.> le rispose, ricevendo in cambio una linguaccia.
 < Va bene, io vado. Fatemi gli auguri.> disse Caroline, dando un bacio a Klaus.
L’Originale la riprese per un braccio e le porse un bicchiere di sangue fresco.  < Devi prima mangiare o potresti perdere il controllo.> la ammonì, severo.
 < Ah giusto!> disse la ragazza, ignorando l’irritazione dell’amante e mandò giù il bicchiere con una sola sorsata.
 < Molto elegante.> scherzò Elijah, facendola scoppiare a ridere.  < Vado di fretta!> si giustificò Caroline mentre Elijah alzava le mani in modo scherzoso, in segno di scusa.
Klaus la prese per le braccia e la strattonò a sé con violenza, le imprigionò il viso tra le mani e la baciò con foga, insinuando la sua lingua nella bocca calda di Caroline.
 < Ecco, questo era un bacio di arrivederci.> puntualizzò Klaus ancora vicinissimo alle sue labbra.
Caroline mandò indietro il senso di piacevole vertigine che quel bacio le aveva provocato e lo baciò di nuovo, con leggerezza.
 < E non provare a seguirmi.> gli disse gioviale prima di scomparire alla velocità della luce.
 < Hai intenzione di fare come ti ha detto?> domandò tra lo speranzoso e l’incredulo Elijah.
 < L’ho mai fatto? > confessò Klaus, fissando il portone dal quale era uscita.
 
 
 
Caroline prese un profondo respiro, si trovava sul marciapiede di fronte l’ingresso di casa Bennett, chissà perchè le avevano chiesto di andare da lei? Di solito il loro “covo segreto” era casa Salvatore.
L’ibrido scrollò la testa, doveva entrare. Non poteva restare per tutto il giorno lì, sperando che magicamente i suoi problemi svanissero.
Si fece forza e si incamminò verso la casa, bussò con leggerezza e riuscì a percepire il battito del cuore della madre che accelerava, c’era anche un altro battito. Matt? Avevano coinvolto persino Matt in tutto quello?
Fu Liz ad aprirle la porta e contro ogni aspettativa le due donne si vennero incontro, abbracciandosi.
 < Sono felice di sapere che stai bene. > le sussurrò Liz in un orecchio mentre la stringeva forte.
 < Scusa ancora per ieri mamma.> le rispose Caroline sentendosi di nuovo una bambina, l’abbraccio di sua madre la faceva sentire così al sicuro che staccarsi da lei fu molto difficile.
 Liz la fece entrare in casa dove erano riuniti tutti i suoi amici.
Elena era vicina al cammino con le braccia incrociate e lo sguardo ferito, Damon beveva un bicchiere di bourbon comodamente adagiato sul divano mentre Stefan e Bonnie si voltarono a guardarla preoccupati. Stavano parlando.
< Wow … bene, com’è che si dice? Il primo passo è ammettere di avere un problema? Sembra proprio una seduta familiare per incitarmi a smettere di bere! > sbottò Caroline, notando le espressioni di tutti.
 < Per quel che mi riguarda potresti mandare giù litri di whisky, saresti di sicuro più rilassata, ma la dipendenza della quale dobbiamo parlare … credo non vada a genio a molti.> disse Damon con fare sarcastico, rivolgendole un sorriso forzato ed irritante.
Ma questa volta nessuno lo zittì, era ufficiale la decisione era unanime.
 < Perché non ce lo hai detto?> le domandò Elena avvicinandosi a lei. Caroline era ancora sul ciglio della porta, immobile.
 < Cosa avrei dovuto dirvi? Non avreste capito, come è evidente.> disse la ragazza senza mostrare alcuna emozione.
 < Sbagliare è umano Caroline, ma a tutto c’è rimedio. Stai per iniziare il college, potrai andartene e scordare tutto e se Klaus cercasse di seguirti, di ricattarti o di farti del male penseremo noi a proteggerti.> le disse la madre, superandola per andare a schierarsi dalla parte dei “vincenti”.
 < Potremmo essiccarlo come l’altra volta… non ti riuscirà poi tanto difficile distrarlo questa volta, no Caroline?> la punzecchiò Damon alzandosi in piedi.
L’ibrido si voltò per guardare Stefan e Bonnie, le uniche due persone che sapevano da prima.
Non avevano ancora parlato perché erano combattuti, era evidente. Se doveva cercare di convincere tutti che Klaus poteva essere salvato, doveva iniziare da loro.
 < Non lo farò. Significherebbe gettare al vento tutto il lavoro fatto nel passato e non è stata una passeggiata. E Damon, se solo mi interrompi con una delle tue battutine del cavolo, giuro che ti strappo la testa a morsi!> lo minacciò Caroline, Damon alzò le mani in segno di resa ed il suo sguardo stralunato la spinse a continuare.
 < Non sono una stupida, anche se qualcuno di voi può pensarlo e non sono più la ragazza svampita e dalla cotta facile che ero una volta. Ho affrontato molto in questi ultimi anni e so giudicare. Ho visto umanità in Klaus, dovevo solo farla notare a lui stesso e può stare dalla nostra parte. Non dico che potrà mai diventare un angelo, ma può diventare ciò di cui abbiamo bisogno, un alleato corretto. Dovete solo concedergli un po’ di fiducia, saprà stupirvi come ha stupito me, posso assicurarvelo.> disse Caroline mettendo in quelle parole tutta la speranza e la sincerità che aveva.
 < Dimentichi cosa ci ha fatto? Cosa ha fatto a tutti noi? > e per la prima volta vide in Elena una scintilla d’odio che non le aveva mai rivolto.
 < No, non l’ho dimenticato e nemmeno lui. Ma ti senti davvero in diritto di giudicare Elena? Chi di noi può farlo? Abbiamo ucciso, a volte per nobili scopi, se esistono nobili scopi in questo campo, molte volte per salvarci la vita ed altre senza alcuna giustificazione. Stefan ricordi quello che mi hai detto? Noi e Klaus siamo simili, l’unica differenza è che noi abbiamo una famiglia, degli amici per cui combattere. Dovete solo dargli una chance, se tradirà la vostra fiducia o la mia, sarò la prima a cercare un piano per metterlo fuori gioco. Lo abbiamo fatto per Damon dopo quello che … > ma la voce le mancò, non voleva farsi compatire da nessuno. Lo sguardo di Stefan divenne all’improvviso triste e si avvicinò a lei, rivolgendole un sorriso amichevole. Solo lui aveva capito.
 < Lo abbiamo fatto per Damon, nonostante gli omicidi e gli atteggiamenti da pazzo psicopatico, perché non possiamo farlo per Klaus? > domandò seria Caroline facendo vagare il suo sguardo su Elena, sua madre ed infine Damon. Nessuno sapeva come risponderle.
 < Dov’è Matt?> domandò all’improvviso la ragazza, avvertendo un altro cuore nelle vicinanze,  che batteva fin troppo veloce. Non lo vedeva da nessuna parte, ma c’era.
Bonnie sembrò irrigidirsi e Stefan lanciò un’occhiataccia a Damon che gli sorrise con aria vincente.
 < È in ritardo.> la voce di Tyler arrivò forte e chiara alle sue orecchie. Caroline si voltò di scatto per osservare il suo ex-forse-non-ex fidanzato uscire dalla cucina.
Le mancò il respiro ed il suo cuore cominciò a galoppare all’impazzata. Non era pronta per quello, non era pronta ad affrontare i suoi amici, figuriamoci lui!
La ragazza indietreggiò e si voltò per fissare la porta, forse scappare non sarebbe stata poi una mossa da vigliacca considerando l’imboscata che avevano ordito contro di lei.
 < Dove vuoi andare?> la ammonì con aria un po’ troppo severa Tyler. La conosceva bene.
 < Non ho intenzione di proferire nemmeno una parola con voi! Questo è il modo di risolvere i problemi? Aggredendomi, agendo alle mie spalle? Complottando e richiamando Tyler affinchè mi faccia tornare il sale in zucca? Io non ho alcun problema, siete voi ad aver chiuso il vostro cuore in un blocco di ghiaccio! Qui non c’entra nulla quello che posso provare o meno per Klaus! Non c’entrano i miei sentimenti con lui o quello che è successo nel passato! > sbraitò Caroline, cominciando a sentire la rabbia risalirle la gola come un veleno amaro.
 < Ah davvero? Ti ha uccisa nel passato!> le urlò contro Elena, che venne prontamente fermata da Stefan.  < Elena calmati. Caroline ha ragione…>
 < Ragione? Davvero? Fratello il tuo affetto per quella biondina comincia ad offuscarti il cervello!> gli ringhiò contro Damon.
 < Vogliamo ricordare chi ha ucciso Lexi, Damon.> disse con voce glaciale Stefan, riservando un’occhiata glaciale al vampiro.
 < Basta! Non dovete litigare tra voi e poi sì Elena, Klaus mi ha dato il suo sangue e mi ha ucciso per trasformarmi, ma lo ha fatto solo perché era in preda alle allucinazioni dopo che aveva ucciso un cacciatore per salvarmi la vita! Se qualcuno qui è da biasimare siete voi! Mi avete dato la cura senza chiedermi nulla! Io non la volevo, non volevo tornare umana, non l’ho mai voluto. Io non sono te Elena, sono abbastanza matura da accettare chi sono oggi e sono abbastanza intelligente da capire quali siano i lati positivi della mia e della tua condizione. Andiamo, volevi davvero avere figli ed invecchiare stando al fianco di Stefan? O di Damon? Flashnews sono vampiri, loro non possono avere bambini! Volevi davvero strappare i loro cuori e farli a brandelli vedendoti morire, vecchia e malata? Riesci a pensare veramente agli altri per una volta? Stefan non merita questo! > le mani cominciarono a tremarle, era davvero andata su tutte le furie e forse aveva un po’ esagerato, ma si sentiva libera e leggera come una piuma.
 < Caroline stai esagerando, ti capisco e sono dalla tua parte. Ma devi calmarti.> le prime parole che Bonnie proferì in quel putiferio, riuscirono a non far sentire Caroline più sola.
 < Come ti permetti di … > cominciò ad urlare Elena, ma Stefan la afferrò per le spalle visto che stava cominciando ad avvicinarsi pericolosamente a Caroline e la portò fuori dalla casa.  < Elena no! Non è il momento!> le sussurrò in un orecchio.
 < Vuoi dirmi che io non merito una spiegazione.> sibilò Tyler, che aveva assistito in silenzio alla scena. Doveva vedere con i suoi occhi, doveva essere certo del fatto che Caroline provasse dei sentimenti per Klaus.
Caroline si portò le mani alla testa, stava per esploderle. La mano di Bonnie si posò sulla sua spalla ed il suo sguardo dolce e comprensivo la aiutò a riprendere il controllo di se stessa.
 < Forse è meglio lasciarvi soli.> suggerì Bonnie mentre riceveva in cambio un’occhiata di aiuto ed un disperato “no” mimato con la bocca.
L’amica scrollò la testa e convinse Liz e Damon ad uscire con lei, per raggiungere Elena e Stefan nel giardino sul retro.
 Guardare Tyler negli occhi la faceva sentire così piccola, così meschina e l’espressione di rabbia contenuta e rammarico che era dipinta sul suo viso, non la aiutavano affatto.
 < Alla fine è riuscito ad avere anche te.> esordì il ragazzo con un misto di tristezza e disprezzo.
 < Non sono un oggetto Tyler, nessuno può avermi. Tantomeno lui o te.> disse secca Caroline, incrociando le braccia al petto.
L’ibrido sembrò irrigidirsi ma fece un passo verso di lei.
 < Avevi intenzione di dirmelo?> le domandò rivolgendole uno sguardo di fuoco.
Non riusciva a capire perché ma Caroline cominciò ad indietreggiare, c’era qualcosa che non andava in Tyler.
 < Tyler … non mi sono comportata bene nei tuoi confronti, hai ragione ad essere arrabbiato, ma è successo tutto nel passato e ci eravamo lasciati … > cercò di spiegarsi la ragazza.
 < Per colpa sua.> puntualizzò glaciale l’ibrido.
 < Si, per colpa sua. Sono tornata soltanto ieri, avrei voluto parlartene io.> disse Caroline in un sussurro.
 < Lo ami?> le domandò Tyler facendo un altro passo verso di lei. I suoi occhi scuri la stavano bruciando.
 < Io …io … > balbettò la ragazza, come poteva dirlo a lui? Come poteva rivelarlo a tutti gli altri, che sicuramente non si stavano perdendo una virgola della loro conversazione?
 < Sei innamorata del mostro che si è preso la mia libertà, il mio branco, mia madre ed infine la mia ragazza, Caroline?> urlò Tyler afferrandola rudemente per le spalle e scaraventandola contro il muro, il suo viso era a pochi centimetri dal suo ed i suoi occhi erano diventati gialli.
Era stato mille volte più doloroso di quando Klaus la immobilizzava contro il muro, non che ci fosse mai andato leggero, ma quello di Tyler … aveva fatto davvero male. L’odore del suo stesso sangue riempì immediatamente la sala, aveva sbattuto la testa.
Fu una frazione di secondo più veloce di tutti gli altri, Klaus si scagliò contro Tyler afferrandolo per i capelli e trascinandolo lontano da Caroline. I suoi canini affondarono voraci e rabbiosi nel collo del ragazzo prima di scaraventarlo contro il muro.
 < Klaus no!> urlò Caroline che fu immediatamente raggiunta dai suoi amici, Damon e Stefan si gettarono su Klaus che nel frattempo aveva afferrato Tyler per il collo e lo aveva sollevato, soffocandolo in una stretta d’acciaio. Le loro iridi gialle si scontrarono in un misto di odio e rabbia animalesca.
Inutili furono i tentativi di Tyler di liberarsi, così come la carica dei fratelli Salvatore, che  vennero facilmente atterrati.
Klaus affondò la mano nel petto di Tyler ed afferrò il suo cuore.
 < Klaus smettila!> gli urlò Caroline prima di afferrare il suo braccio. Klaus se la scrollò di dosso con un ringhio, facendola cadere a terra ed estrasse dal petto dell’ibrido il suo cuore pulsante.
 < Klaus … > sibilò la ragazza completamente scioccata e con le lacrime agli occhi. Solo allora le iridi dell’Originale tornarono del consueto blu oltremare ed un’espressione sconvolta prese il posto della furia.
Klaus fissò il cuore che teneva in mano, poi Caroline.
 < Perdonami, non sapevo fossi tu.> sussurrò sotto shock. Sarebbe dovuto intervenire prima, ma sapeva che Caroline doveva farcela da sola per quella volta, era una cosa di cui aveva bisogno. Ma quello che Tyler le aveva fatto era stato troppo, persino la sua sola presenza aveva scatenato in Klaus una furia incontrollata che era riuscito a tenere a bada fino a quando quell’essere aveva osato mettere le sue zampacce su Caroline.
Klaus gettò a terra il cuore di Tyler, sotto lo sguardo basito di tutti e traballò all’indietro.
 < Ti aveva fatto del male.> si spiegò Klaus con fare scioccato mentre osservava Caroline avvicinarsi al corpo senza vita di Tyler.
 < Non gli ho staccato la testa, è ancora vivo.> disse Klaus, tornando finalmente a respirare.
Caroline sollevò il viso in lacrime e scrollò la testa in preda ad un dolore accecante.
L’aveva persa …
Klaus si accovacciò vicino a lei e le scostò una ciocca di capelli dal viso, erano entrambi in lacrime.
 < Caroline non trarre conclusioni affrettate, non … Ti aveva toccato, ti ha fatto del male!> disse Klaus con una tale serietà e urgenza da farla sorridere, un sorriso di disperazione.
  < Non l’ho ucciso.> cercò di dire Klaus, ben sapendo che quella non poteva essere una scusa.
 < Solo perché è un ibrido. È stata una fortuna, se fosse stato Damon, o Stefan?> singhiozzò fuori Caroline allontanando il viso dalle carezze dell’ibrido.
Tutti i suoi amici erano dietro di loro, immobili ed in silenzio. Non sapevano cosa dire, non potevano fare nulla per aiutarla.
 < Devi andartene.> sussurrò Caroline, troppo stanca e provata in quel momento per riuscire a dire altro.
Klaus scrollò la testa con aria scioccata. Le sue labbra era contratte verso il basso ed i suoi occhi lucidi avevano cominciato ad arrossarsi.
 < Non lasciare che ci dividano.> disse in una supplica l’ibrido.
 < Non è per colpa loro che ti dico di andare via Klaus, è per colpa tua! Hai quasi ucciso Tyler, hai persino aggredito persino me …> sussurrò Caroline senza riuscire a smettere di piangere.
 L’ibrido annuì, ferito.   < Sai che non ti farei mai del male.> sussurrò sconfitto prima di sollevarsi traballando ed indirizzarsi verso la porta a testa bassa.
 < Spero siate felici, avevate ragione. Il grande lupo cattivo è tornato in città!> sibilò Klaus con voce crudele e colma d’odio contro la “famiglia” della ragazza, prima di scomparire.
 < Klaus … > sussurrò Caroline prima di crollare sul corpo di Tyler, ma le parole non riuscivano ad uscire. Come poteva gestire tutto quello senza cadere a pezzi?
 
 
 
 
 
 
Lo so … finale un po’ …. Chiamiamolo non positivo! Quindi …. Forse, forse potrei darvi la buona notizia =D! Ed è che … potrebbe esserci un seguito, un “Timeless 2 “ la vendetta! Ahahah insomma voglio proprio perseguitarvi, ma questo dipenderà solo da una cosa: la reazione che avrete di fronte all’ultimo capitolo! Quindi… a presto ragazze e mi raccomando, almeno nel prossimo capitolo fatemi sapere la vostra ;)! Avete capito che le vostre opinioni contano no? Un bacio a tutte!
  
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