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Autore: Giuls_BluRose    03/10/2013    5 recensioni
[Mirai Gohan x Mirai Videl]
La loro storia d'amore raccontata attraverso quattro os che parleranno di quattro baci significativi...
1) "Surprised kiss"- Era scattata subito una forte simpatia trai due e si capivano sempre al volo, sembravano due fratelli, ma si capiva bene che c'era qualcosa di più. Come non notare tutti quegli sguardi pieni di dolcezza e timidezza?
2) "Shy kiss"- “Bene, baciami” “C-che cosa hai detto Vid?”
. Senza dire una parola prese Videl per la spalla e la fece risedere accanto a lui, quella volta stava facendo sul serio, la fissò intensamente per qualche secondo poi prese coraggio e chiudendo lentamente gli occhi se l'avvicinò maggiormente e posò le sue labbra su quelle di Videl con una dolcezza ce farebbe invidia alla più grande riserva di zucchero al mondo.
3) "Sad kiss"- Con le lacrime che gli annebbiavano la vista Gohan posò dolcemente le sue labbra su quelle della compagna mentre se la avvicinava a se in modo protettivo: fu un bacio pieno di tristezza e malinconia, dove i gesti esprimevano tutto il loro dolore e le lacrime salate si fondevano insieme per diventare una cosa sola: come il loro amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Mirai!Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti.
Scusate il ritardo, ma alla fine riesco ad aggiornare, yuppy!
Spero che questo ultimo capitolo vi piaccia, a me non molto personalmente, però...
Non mi uccidere: so che alla morte di una persona essa viene subito mandata da Re Yammer, ma ho voluto fare una piccola eccezione e spero che vi piaccia.
Ringrazio
GohanGohan, Son Gohan e Gohan_my_love (ammazza quanti Gohan XD) Per aver revensito pazientemente questi miseri quattro capitoli, merci! <3
Un bacione a tutti e a presto :*
Giuly <3 <3 <3

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Giorni, mesi, anni: Videl aveva perso il conto da quando il suo unico amore era stato portato via dalla famelica morsa nera della morte e ormai la vita non era che un pigro scorrere di tempo agli occhi della corvina. Non era più riuscita a trovare un modo per riempire l'enorme spazio vuoto che si era formato nel suo cuore distrutto e la vita per lei non aveva più alcun senso.

Da quel giorno maledetto erano successe moltissime cose: il terreno si era squarciato sotto la potenza di uno scoppio di rabbia leggendaria e un nuovo guerriero era nato tra le macerie di una città desolata e i resti di un corpo a lui caro. Il figlio del principe dei Saiyan era scoppiato in un'ira terrificante e per la prima volta i suo capelli si erano tinti di oro e gli occhi erano divenuti freddi e spietati: un nuovo Super Saiyan era venuto alla luce, pronto per disintegrare ogni maligno presente su quel bellissimo pianeta. Neppure il guerriero per eccellenza però era riuscito a mettere fine a quell'ingiustizia e sembrava che C17 e C18 fossero imbattibili, ma poi per magia era saltata fuori una piccola speranza per quel mondo desolato. La scienziata turchina aveva costruito una macchina del tempo, così Trunks potè tornare venti anni indietro e salvare almeno un universo parallelo, così il sogno di Gohan in parte era stato realizzato e almeno da qualche altra parte la pace poteva regnare incontrastata.

Anni dopo però il bene vinse anche in quell'universo e la pace tornò anche lì, una pace però che mancò nel cuore di una donna sola e sconsolata, vedova del suo grande amore.

Videl aveva deciso di essere forte in tutto e per tutto, lo aveva promesso a Gohan: avrebbe fatto di tutto per far crescere in un mondo migliore il frutto del suo amore, la sua amata Pan, non le avrebbe mai fatto mancare nulla, ma non poteva vincere in tutto alla fine e dovette cedere a quella dura verità: la piccola sarebbe cresciuta senza conoscere l'amore paterno.

Videl aveva sempre cercato di farsi in quattro per esaudire i desideri della figlioletta, ma sapeva che se al suo fianco ci fosse stato anche Gohan le cose sarebbero andate diversamente, ma sapeva di aver fatto il massimo. Era molto legata alla figlia e non poteva fare altro che ridere anche lei quando incontrava quegli occhi neri e sorridenti, non poteva che sentirsi meglio quando lei le ripeteva che le voleva bene e che era la mamma migliore del mondo. Era divenuta una ragazza forte e bellissima, ma la cosa che più di tutti si notava immediatamente era l'incredibile somiglianza con il padre: in poche parole era la sua fotocopia e questo metteva non poca tristezza nell'animo della corvina, che tutti i giorni doveva convivere con il rimorso della sua morte e il suo volto freddo e teso nella mente.

Quando Pan si era sposata con un ragazzo di buona famiglia le iridi di Videl erano finalmente tornate a brillare vedendo la ragazza con il bellissimo abito bianco: anche lei avrebbe tanto voluto sposarsi, ma il tempo maledetto aveva negato a lei quell'unione e quindi le lacrime uscirono da sole mentre accompagnava la figlia lungo la navata della chiesa. Pianse molto nei giorni successivi: si sentiva nuovamente sola e le rimaneva solo di stringersi al cuscino pensando che fosse il possente corpo di Gohan e tutte le notti un'immensa solitudine invadeva il suo corpo, sempre più segnato dal lento ma inesorabile scorrere del tempo. Ormai Pan era grande e aveva la sua famiglia a cui pensare e Videl aveva vissuto tutta la sua vita nella sua piccola dimora nelle vallate dei Monti Paoz in modo da sentirsi in qualche modo più unita al suo Gohan, non si era più legata sentimentalmente a nessun uomo: Gohan era sempre rimasto all'apice dei suoi pensieri ed era convinta che nessuno fosse in grado di eguagliarlo e quindi il suo cuore era sempre stato in sintonia con quello dell'eterno fidanzato.

Il tempo era trascorso in modo pigro e testardo, ma la vita stava scivolando via dalle mani di quella donna invecchiata dal tempo e sapeva che le rimaneva veramente poco tempo, ma almeno aveva una piacevole prospettiva: avrebbe finalmente ritrovato il suo amore perduto e quella volta neanche il tempo li avrebbe separati, sarebbe rimasti uniti per il resto dell'eternità e ne era sicura, nulla almeno quella volta sarebbe andato storto. Almeno quella consolazione le era rimasta...

Era seduta stancamente nella poltrona del salotto e girava tra le mani rugose un vecchio album fotografico che ritraeva lei e la sua “piccola” Pan durante l'infanzia di quest'ultima: era sempre stata una bimbetta allegra e solare, fiera sostenitrice della pace e un po' imbranata e Videl rideva al ricorco che anche crescendo le cose non erano andate tanto diversamente: come era da bimba e come era rimasta maturando. Erano così belli i suoi ricordi di quando prendeva la figlioletta tra le braccia e le raccontava del padre defunto, lei ascoltava rapita dai discorsi della madre e aveva sempre ammirato molto il coraggio e la determinazione che suo papà aveva messo nella vita di tutti i giorni e pure lei col tempo rimpiangeva la prematura scomparsa dell'uomo, ma era lo stesso felice di avere una madre dal cuore d'oro come Videl e l'avrebbe ringraziata in eterno per tutto il bene che le aveva offerto e per averla cresciuta da sola in quel mondo spento e desolato. Era la sua ancora e punto di riferimento e senza di lei sarebbe stata persa.

Videl si beava di quei ricordi, aveva imparato ad apprezzare tutto quello che la vita ci offre di buono e aveva capitolo che cosa volesse dire veramente amare una persona con tutta se stessa, anche quando questa non era più in vita, ma lei continuava a far battere il cuore solo per quel dolce Saiyan scomparso in giovane età, ma che alla fine aveva realmente salvato il mondo. Quando Trunks al ritorno dal suo secondo viaggio nel tempo le disse che era stato proprio il giovane Gohan a battere il terribile Cell le sue iridi si erano illuminate e la gioia che aveva provato in quel momento era stata immensa e almeno in un mondo la pace era tornata grazie al suo immenso coraggio e al suo cuore puro.

Senza rendersene conto la donna prese in mano due fotografie che erano cadute dall'album, in quanto non inserite e per poco non le venne un colpo al cuore: una rappresentava il suo amore quando era ancora piccolo, aveva circa 7-8 anni, mentre la seconda ritraeva il suo amato nipotino; era impressionante quanto i due si somigliassero, era perfettamente due gocce d'acqua e infatti il piccolo era stato chiamato Gohan Jr. in onore del prode nonno defunto. Tutti ne erano stati felici e orgogliosi. Anche il piccolo odiava la guerra ed era un fiero sostenitore del bene e diceva sempre che da grande sarebbe diventato un guerriero forte e valoroso come suo nonno e tutti ridevano sempre quando provava ad imitare un combattimento, ma perdeva l'equilibrio e cadeva sempre con il sedere per terra; era un bimbetto molto buffo. Sorrise a quel piacevole pensiero e tornò con lo sguardo fuori dalla finestra perdendosi in quella piovosa giornata di inizio inverno.

Sentiva che le palpebre divenivano pesanti e forzarle a rimanere aperte non avrebbero fatto che altri danni, le forze iniziavano a mancare in que corpo non più ventenne e era difficile rimanere svegli in quel mondo triste e piovoso. Fissò nuovamente il dentro di casa sua e poi una seconda volta il paesaggio dalla finestra e baciò istintivamente la foto di Gohan che teneva tra le mani per poi abbandonarsi al sonno profondo, ma anche a qualcosa in più, la foto le cadde dalle mani e un ultimo sorriso solcò lo sguardo rugoso della donna mentre delle flebili parole uscivano dalle sue labbra secche

“Amore mio, aspettami sto arrivando...”

 

Videl si trovava in un posto stranissimo, che non aveva mai visto prima, ma anche lei si sentiva strana: non sapeva che cosa fare e la paura l'avvolse. Si sentiva stranamente libera e indomita, sentiva una piacevole sensazione nello stomaco ed era come se stesse galleggiando su una distesa di nuvole: non aveva mai provato simili sensazioni. Una volta che la vista si era abituata a quella strana luce vide che si trovava in un bellissimo e sconfinato prato verdeggiante e pieno di fiori, molto diverso però dalle solite colline che erano sempre davanti alla sua vista. Quel posto aveva qualcosa di mistico e magico, ma anche rassicurante e purificatorio: non aveva mai visto tanta bellezza in un solo luogo.

Vide che a pochi passi da lei c'era un piccolo laghetto e decise di avvicinarvisi per potersi rinfrescare un po', ma la cosa che vide quasi la traumatizzò: si era accostata alle chiare e limpide acque cristalline, ma riflesse in esse non c'era la solita figura vecchia e rugosa che ormai era diventata un'abitudine per lei, no era un qualcosa di diverso e al quanto strano per lei.

Si rivedeva ragazza, come quel giorno maledetto: i capelli erano tornati perfettamente corvini e il taglio era lo stesso di anni prima, ovvero corto e sbarazzino, gli occhi erano tornati accessi e brillanti e il volto aveva ritrovato quel candore che da sempre lo aveva caratterizzato. Era ritornata, in poche parole, la stessa Videl di venti anni circa, quella che aveva conosciuto amore e sofferenza, che aveva amato e sperato, la stessa che aveva odiato il Fato per averle tolto la cosa più cara che aveva a disposizione nella sua vita terrena. Notò anche una piccola aureola circolare che le coronava il capo: capì in quel momento di essere veramente passata nel regno dell'aldilà, ma non si sapeva spiegare il perchè di quella improvvisa giovinezza e poi di lei non era rimasta solo l'anima, infatti poteva ancora chiaramente percepire il suo corpo intatto e ringiovanito. Non aveva la più pallida idea di che cosa stesse accadendo in realtà...

Continuò ad ammirare la sua figura riflessa nello specchio, quindi non si accorse che una figura si era avvicinata e adesso la stava fissando con un dolce sorriso stampato sulle labbra: infondo quella ragazzina non era cambiata affatto negli anni e in quel momento era ritornata la Videl che lui amava con tutto se stesso.

“Sei sempre bellissima Vid, in che modo te lo devo dire?”
Una voce calda e piacevole, ecco quello che arrivò chiaramente alle orecchie di quella donna, una voce che lei avrebbe riconosciuto tra mille e che mai aveva dimenticato nel corso degli anni. Si voltò di colpo per l'immensa sorpresa e se lo ritrovò davanti, accovacciato vicino a lei con gli occhi che traboccavano di gioia e leggermente velati di lacrime. Non ci poteva credere: non poteva essere veramente lui.

Quasi per accettarsi che non stesse effettivamente sognando allungò la mano nel gesto di accarezzare la guancia del giovane che le stava davanti, ma per paura la ritrasse.

“Guarda che non ti mordo mica eh. Sono io, non mi riconosci più piccola mia?”
Videl fissava imbambolata la figura di un giovane di circa venti anni con indosso un'indimenticabile tuta arancio e blu, capelli neri e arruffati e un paio di occhi pece da mettere i brividi: non c'erano dubbi, era veramente lui.

La ragazza però non riusciva a darsi spiegazioni: erano passati anni dal loro ultimo incontro e sia lei che Gohan avevano il corpo di ragazzi, non capiva come tutto ciò fosse possibile. Gohan però comprese nel suo sguardo tutti i suoi dubbi, ma non le rispose subito e l'abbracciò forte, mentre tutti e due iniziavano a singhiozzare e piangere per la felicità del loro incontro e ritrovamento.

Videl non ce la fece a trattenersi e mentre piangeva come un bambina sulla spalla del giovane fece perdere l'equilibrio a tutti e due e finirono sdraiati sull'erba, ancora stretti in un caloroso abbraccio pieno d'amore.

“Ti amo Vid”
“Ti amo Go”
Chiamarsi in quel modo dopo tanti anni dava loro una strana e piacevole sensazione di calore e piacere: si erano continuati ad amare anche in quel modo, contro tutto e tutti, perchè sapevano che un giorno o l'altro sarebbero stati ricompensati.

Gohan si asciugò gli occhi dalle lacrime ribelli che ancora scendevano dalle due iridi nere e prese dolcemente il volto della sua amata per poi fissarla negli occhi.

“Sei sempre bellissima piccola mia, mi sei mancata”
Non le diede neppure il tempo di rispondere, la baciò subito con tutto l'amore e la passione che aveva in corpo, non gli importava più nulla di quello che succedeva intorno a loro, adesso erano loro due e nulla li avrebbe mai più separati, nulla...

Videl non si fece pregare e dischiuse subito le labbra per accogliere nuovamente la lingua di Gohan che nel frattempo l'aveva cinta ancora di più impedendole quasi di respirare. I due erano sull'erba fresca in riva ad un fiume, ma quello che più importava era che si amavano come non mai e neanche il bacio più bello e passionale poteva esprimere tutto l'amore che provavano, figurarsi allora le parole: nulla era in grado di eguagliare la bellezza del loro rapporto.

Gohan e Videl avevano ricominciato a piangere durante il bacio e le loro lacrime si univano insieme mentre i loro cuori continuavano a battere all'unisono. Il loro amore era indivisibile e da quel momento lo sarebbe stato per tutta l'eternità...

Dopo il bacio non c'erano parole giuste per parlare, ma il loro silenzio diceva già tutto: Gohan aveva tenuto il suo corpo giovanile come premio per il grande valore dimostrato in battaglia e aveva quindi pregato Re Yammer di dare la stessa grazia anche a Videl, aveva sofferto molto quella donna e almeno in una seconda vita si meritava tutto il meglio e il Re alla fine aveva accettato di farle tenere il suo corpo e ridarle l'eterna giovinezza, in fondo se lo meritava anche lei.

Il giovane Saiyan in tutti quegli anni non era mai stato lontano da tutta la famiglia e aveva amato con tutto se stesso quella ragazza solare che si faceva chiamare Pan e neppure lui sapeva quanto avesse pianto in realtà il giorno della sua nascita o quello del suo matrimonio: era molto dispiaciuto per essersi perso i momenti migliori della sua bambina, ma l'aveva amata con tutto se stesso fin dal primo istante che l'aveva vista e sapeva di essere sempre con lei per tutta la vita. Non aveva mai abbandonato nessuno lui, era sempre rimasto al fianco dei suoi cari e infatti anche Trunks aveva giurato di sentire la sua presenza quando aveva sconfitto i due mostri e anche Pan e Gohan Jr sentivano una strana presenza alle volte: era il loro angelo custode che li proteggeva dal cielo.

Gohan e Videl continuarono a fissarsi negli occhi mentre fiumi di lacrime solcavano i loro volti e quei sorrisi valevano più di qualsiasi altra cosa, ma per Videl non fu abbastanza e ritornò a riappropriarsi delle labbra del compagno per dimostrargli quanto amore aveva celato nel suo cuore in tutti quegli anni, duranti i quali aveva spettato di poter riabbracciare finalmente il suo unico ed eterno amore.

 

La vita alle volte ci ostacola in tutti i modi possibili, ma siamo noi a costruirla giorno per giorno e alla fine la speranza è quella che ci porterà fuori da qualsiasi ingorgo nero che incomberà su di noi.

L'amore è la forza più potente al mondo e come abbiamo visto è eterno e quindi non va preso alla leggera. Amare non è complicato, aspettare lo è, ma non è mai tempo sprecato e alla fine il cuore verrà pienamente ricompensato.

 

Una storia d'amore vero deve andare oltre la morte e oltre ogni male e deve essere l'unico sentimento che alla fine trionferà sempre...

   
 
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