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Autore: Nico_Tina    03/10/2013    0 recensioni
E se uno dei 42 foglietti su cui era scritto Gale Hawthorne fosse stato estratto? Se la fortuna avesse girato a favore di qualcun altro cosa sarebbe successo? Che gli Hunger Games abbiano inizio...ma questa volta la protagonista non è Katniss Everdeen.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Madge Undersee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.
Il viaggio per Capitol City è lungo. Sono sul treno che mi condurrà fino a lì. Un viaggio senza ritorno, molto probabilmente. Combatterò fino alla fine, ma di solito sono i favoriti a vincere gli Hunger Games. I favoriti sono i tributi dei Distretti 1, 2 e 4. Sono grandi e forti, di solito si offrono volontari alla mietitura perché sono sicuri di vincere. Frequentano scuole apposite per esercitarsi (lì vengono anche addestrati i Pacificatori) così una volta entrati nell'arena sono perfette macchine di morte. Sanno maneggiare armi di ogni tipo, sono ben nutriti e in forze, e possono ucciderti in mille modi diversi.
E a Capitol piacciono queste cose, impazziscono guardando le morti particolarmente creative. Odio i cittadini di Capitol City, con le loro parrucche stravaganti e i loro vestiti orribili, e si divertono a guardare in tv morire delle persone innocenti.
Stanno tutto il giorno a oziare, mentre noi dei distretti lavoriamo tutto il giorno per procurarci una pagnotta di pane che non basta a sfamare nemmeno una persona. Mentre mi dirigo nel vagone ristorante del treno non posso fare a meno di notare tutto il lusso sfrenato che c'è qui dentro. Solo ieri ero a casa mia, nel distretto 12 con i miei fratelli, solo ieri ero nei boschi con Katniss. Ho passato la notte in bianco, ma non perchè io abbia paura, anzi, con la paura ci ho lottato ogni giorno, rischiando di essere frustato pubblicamente o torturato perchè caccio nei boschi, e per quello non c'era di certo la mietitura.
Ho passato la notte a pensare a cosa mi aspetterà una volta arrivato nella capitale. Spero solo che non mi combinino come loro. Proprio non mi va di mettere le sopracciglia colorate o di indossare vestiti ridicoli. Ho pensato anche alla mia famiglia e a Katniss. Sono loro il mio punto di riferimento, la mia motivazione per combattere e tornare. Arrivo davanti a una porta scorrevole che si apre da sola mentre mi avvicino.
Non sono abituato a queste cose tecnologiche. Se voglio aprire una porta allungo la mano e lo faccio, invece quelli di Capitol non si prendono nemmeno il disturbo di aprire una porta. A tavola ci sono quella sciroccata di Effie Trinket e Madge che fanno colazione.
Mentre entro mi guardano. Mi siedo vicino a Madge, da quando siamo stati sorteggiati non ci siamo scambiati parola, lei è ancora troppo scioccata. -Ehi- saluto Madge, ma lei è troppo intenta a imburrarsi una fetta di pane per sentirmi. Effie ci guarda, stamattina ha una parrucca rosso fuoco che fa male agli occhi quando la si guarda. 
-Bè, tra poco arriverà Haymitch, il vostro mentore e vi spiegherà quali sono le regole e le vostre strategie. Una volta arrivati a Capitol City vedrete quanto è fantastica!- Effie è talmente eccitata che mentre parla le scintillano gli occhi dall'emozione. Mi chiedo come deve essere vedere ogni anno morire due giovani con tanta facilità e rimanere così allegri. Sulla tavola ci sono così tante cose che potrei sfamare la mia famiglia per una settimana intera: frutta di ogni tipo, pane tostato, burro e cinquanta tipi di marmellate, cereali a secchiate, miele, tè e una roba liquida marrone fumante. Sul tavolo ci sono anche delle posate, e vedendole non posso fare a meno di pensare come i Favoriti sappiano uccidere anche con una forchetta. Un anno un tributo venne ucciso con una forchettina nel collo. Fu davvero orribile vedere come si dimenava quel tizio, in una pozza di sangue e una forchetta incastrata nella gola. 
Quando alzo lo sguardo vedo entrare Haymitch, che cammina traballando, con una bottiglia in mano. Si vede da un miglio che è ubriaco fradicio. Si butta sulla sedia e si accascia sul tavolo. Comincio a mangiare, quasi faccio fuori tutto, non sono abituato a vedere tanto cibo e di certo tra qualche giorno non ne vedrò ancora tanto, quindi meglio tenere la pancia piena. Mentre mangiamo nessuno dice parola, nemmeno Madge che ancora non mi ha guardato una volta da quando siamo qui sopra.
Quando finisco di ingozzarmi alzo lo sguardo e vedo Effie inorridita che mi fissa. Lei non sa cosa significa avere davvero fame, io si. -Allora, cosa dobbiamo fare quando arriviamo?- chiedo con tono secco. Madge alza lo sguardo dal suo tè e mi guarda, come se desso si fosse accorta della mia presenza. Ha i capelli biondi legati in un nastro e il vestito bianco che aveva ieri mattina alla mietitura. Effie picchietta sulla spalla di Haymitch che è ancora accasciato sul tavolo. Effie è disgustata dal suo comportamento. Haymitch si alza all'improvviso, come se si fosse catapultato fuori da un sogno.
Ci guarda, con una faccia di chi ha passato tutta la notte a bere quella roba che lo fa andare su di giri. –Cosa diavolo volete?- dice con tono tremolante. Noi siamo qui che stiamo per andare in un'arena a ucciderci e lui non si scompone nemmeno per dirci cosa dobbiamo fare. Adesso capisco perchè i tributi del 12 non vincono mai. Ma con me non sarà così, io non sono un cagnolino che si fa addestrare solo. Se devo farlo, devo prepararmi fino in fondo e di certo non ammetterò che questo tizio ci prenda in giro. Mi alzo di scatto dalla sedia, diretto verso Haymitch che mi guarda con aria stupita. Lo prendo per il colletto della camicia e lo faccio alzare dalla sedia. Sento Effie che emette un gridolino, e il rumore di una posata che sbatte contro il pavimento. Il viso di Haymitch è a circa dieci centimetri dal mio. Ha l’alito che puzza di liquore e alcol. Io sono alto, lui è di media statura per la sua età, così quasi lo tengo di peso. –Tu ci devi aiutare!- gli grido contro. Madge si alza e si avvicina a me –Gale, stai calmo- cerca di calmarti. 
-Non posso stare calmo Madge! Noi stiamo per andare al macello e lui si permette di non considerarci! Io voglio tornare a casa!- quasi urlo anche con lei. Haymitch sorride, poi comincia a ridacchiare come un ritardato. Lo butto sulla sedia, e lui sembra per un attimo non mantenersi in equilibrio.
Si rivolge a Effie, che per tutto questo tempo è rimasta a guardare con gli occhi sgranati e il tovagliolo sulla bocca –Tosto il ragazzo eh? Finalmente due tributi decenti- dice prendendo un bicchiere e versandosi del liquido arancione. Io lo fisso incredulo, ma cerco di non farglielo capire. 
-Tu ragazzo- dice indicandomi –siediti, e ne parliamo con calma-.
-Non mi chiamo ragazzo. Mi chiamo Gale- 
-Bene Gale..molto bene. Mi piace la tua forza- dice sorridendo –ma stà attento a come la usi- il suo sguardo diventa rigido. –Se vuoi che ti aiuti va bene, è il mio mestiere in fondo. Di solito vengono sorteggiati dei ragazzi esili come stecchini, che hanno paura della loro stessa ombra. Tu mi sembri… bè, sei grande e grosso, e già questo è a tuo favore. Una volta arrivati a Capitol City ti spiegherò tutto, per adesso rilassati- prende un po’ di marmellata e la spalma sul pane tostato. –Invece tu, come ti chiami? Madge? La figlia del sindaco Undersee.. bè, vedo che anche tu sei in forma ragazza, c’è da lavorare ma nei prossimi quattro giorni di addestramento credo che ce la farete a mettervi in sesto-.
Io e Madge ci guardiamo. Di certo non abbiamo mai pensato di essere sorteggiati entrambi nello stesso anno. 
-Allora, hai qualche consiglio da darci? Un piano di addestramento?- Madge è particolarmente rigida in questo momento. Tutta la dolcezza che era in lei è diventata forza d’animo.
-Si- Haymitch scuote il coltello per aria –un piano già ce l’avrei. E per il consiglio.. la cosa più importante è rimanere vivi-. 
   
 
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