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Autore: lostinacityofangels    04/10/2013    3 recensioni
Quante volte aveva percorso quella strada, quante volte alla stazione c'era qualcuno che la aspettava a braccia aperte, quante volte. Ma non questa volta. Questa volta era sola.
[...]
-Posso esserle utile, signorina?-
-Si, dovrei comperare dei fiori per un amico.- disse con fare ovvio, la commessa dagli occhi cerulei e i capelli colore del petrolio soffocò una risata, poi aggiunse
-Ma non era il contrario? Non erano i ragazzi che regalavano fiori alle ragazze?-
-No. Non in questo caso.-
Storia ispirata a fatti e avvenimenti realmente accaduti.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ein SchneeTag.

-

Si aggiustò il cappotto sulle spalle, ormai la prossima era la sua fermata, il viaggio l'aveva resa ancora più sconfortata. Guardò fuori dal finestrino, il cielo stava mano a mano sempre più cupo da farle pensare che stesse arrivando una nevicata, un'altra.
Sentì la voce provenire dall'altoparlante che le annunciava l'arrivo in stazione. Si sistemò il cappello in modo che la parte superiore ricadesse all'indietro. Scese dal treno. Si fece largo tra la gente che popolava il binario e si accalcava per salire sul prorpio vagone. Quante volte aveva percorso quella strada, quante volte alla stazione c'era qualcuno che la aspettava a braccia aperte, quante volte. Ma non questa volta. Questa volta era sola.
Si mise le mani in tasca e cominciò a camminare, il leggero venticello le scompigliava i capelli. Aveva due chilometri da percorrere. Non si sarebbe mai immaginata di stare lì per quel motivo.
Ormai era quasi arrivata, trovò, sul suo cammino, un piccolo negozietto di fiori, decise di entrare. Girò per il negozio alla ricerca del fiore perfetto. La commessa le si avvicinò e, sfoggiando un sorriso, con gentilezza le chiese
-Posso esserle utile, signorina?-
-Si, dovrei comperare dei fiori per un amico.- disse con fare ovvio, la commessa dagli occhi cerulei e i capelli colore del petrolio soffocò una risata, poi aggiunse
-Ma non era il contrario? Non erano i ragazzi che regalavano fiori alle ragazze?-
-No. Non in questo caso.- disse quasi in un sussurro, rimanendo seria, la commessa tornò seria e, portandosi una mano al mento, rimase così qualche secondo poi la guardò
-Che ne dice degli iris viola? Questo fiore trasmette sentimenti profondi, forte amicizia. . .-, non le diede tempo di finire
-Li prendo.-, non le interessava la carta d'identità del fiore, e visto che era anche il suo fiore preferito decise di prenderli. Ne prese tre. Pagò e tenendo stretti a se il mazzo di fiori si incamminò. I fiori emettavano un profumo affascinante, si fermò e ne odorò uno, chiuse gli occhi lasciando che il profumo le passasse tra le narici.
Il vento si fece più forte e pungente, passandola da parte a parte. Si strinse nel cappotto cercando di trattenere quel poco di calore che era rimasto. Notò in lontananza il vecchio e cigolante cancello, accellerò il passo affondando i piedi nella neve, cercando di mantenere l'equilibrio e di evitare le lastre di ghiaccio formatesi durante la notte.
Si trovò davati al cancello, tirò un sospiro e lo spinse, quell'ammasso in ferro battuto emise un cigolio sinistro. Si incamminò tra le diverse anime che popolavano quel posto. Arrivò fino in fondo. Fino al candido pezzo di marmo. Si avvicinò. Guardò la foto. Sorrideva. Le piaceva tanto quella foto, gliel'aveva scattata lei stessa. Si morse il labbro cercando di non far scorrere le lacrime sul proprio viso, le sistrinse un nodo alla gola che fece cambiare ritmo al suo respiro rendendolo affannoso. Si accasciò sulle proprie gambe, ignorando la neve che le bagnava i jeans, del freddo che le oltrepassava la pelle. Abbassò lo sguardo facendo ricadere i capelli sul viso, affondò le mani nella neve stringendole in due pugni. Le lacrime incominciarono a scorrerle sul viso riscaldandolo lungo il tragitto ch percorrevano. Si asciugò le lacrime con la manica, gesto infantile per una ragazza della sua età. Con un gesto della mano, non curante del freddo, scostò la neve che si era posata al di sopra del pezzo di marmo, scostò anche quella che si era posata sul fondo. Posò i fiori dove prima giaceva il candido velo di neve. Riguardò la foto. La stupenda carnagione color caffè, gli occhi di un profondo castano e quel ricciolo che gli ricadeva sulla fronte. Sorrise pensado a quei momenti passati assieme. Le lacrime ricominciarono a rigarle il viso e il respirò ritornò ad essere affannoso. Affondò di nuovo le mani nella neve abbassando lo sguardo e strizzando gli occhi, come se facendo così le lacrime potessero cessare di scorrere. Un fratello, ecco cosa era per lei, il fratello che non aveva mai avuto.
-Ciao brò, mi manchi tanto sai? Ripenso spesso a tutto quello che abbiamo passato assieme.- disse tra le lacrime e i singhiozzi, facendosi scappare un sorriso, un leggero e vero sorriso, ripensando a tutti i bei momenti passati assieme a lui.
-Non posso credere che te ne sia andato così, anzi, faccio fatica ancora a credere che tu non ci sia più. Mi sembra ieri che tu mi dicesti 'Ci sentiamo domani', e poi il silenzio. Mi piaceva pensare di avere un fratello come te, anche se non di sangue, sì, come dicevi sempre tu, 'Sei come una sorella minore, come la sorella che ho sempre desiverato e non ho mai avuto'.-, i singhiozzi si fecero più forti rendendole difficile anche il semplice respirare. Il vento mano a mano si fece sempre più debole. La vista le si era annebbiata a causa delle lacrime, si passò la manica del cappotto sugli occhi e continuò.
-Ti ricordi quando mi presentavi ai tuoi amici? 'Questa è mia sorella', dicevi, mi piaceva fare la sorella minore, mi piaceva la tua protezione da fratello maggiore.-, non riusciva quasi più a fermare i singhiozzi. Mise la borsa a terra e ci si sedette sopra a gambe incrociate. Un particolare evento le venne in mente
'-Brò, guarda quello che carino!- esclamò guardandolo
-Nah, tu con quello non ci provi.- la guardo serio cingendole il collo con un braccio
-E perchè?-
-Perchè è brutto e a me non piace, invece di stare a guardare i ragazzi, guarda il tuo fratellone, tzè, li batto tutti.-, ed entrambi scoppiarono a ridere'
Ormai la poca luce del giorno stava lasciando spazio al leggero buio, contrastato dai lampioni che emettevano una tenue luce che faceva apparire quel luogo ancora più spettrale.
Le lacrime ricominciarono a scorrere, ormai non aveva più la forza di trattenerle.
-Ti voglio bene, brò, non ti dimenticherò mai. Mai.- disse tra i singhiozzi. Il vento cessò. Si guardò attorno. Cominciarono a scendere fiocchi di neve che si posavano leggeri sulle lapidi di marmo che popolavano quel posto. Sorrise. Tra le lacrime che continuavano a scorrere. Sorrise ancora. Sembrava che lui avesse voluto risponderle, come se avesse voluto dire, agli angeli che gli stavano intorno 'La vedete quella? E' mia sorella. Ti voglio bene anch'io.'.
Sorrise alzandosi afferrando la borsa. Si incamminò verso il cancello, lo aprì e voltandosi sussurrò 'Ti voglio bene.'.
-

Note dell'autore:
Come detto nella trama, questa storia si ispira a fatti realmente accaduti.
Mi farebbe piacere riceve pareri da voi lettori, non del genere 'Oh, è troppo corta.', non è la lunghezza di una storia che ne determina la qualità, una storia può essere bella anche se di tre righe.
Alla prossima.
(Vietato prelevare l'immagine senza chiedere prima il mio consenso e ASSOLUTAMENTE VIETATO prelevarla e non mettere i crediti.)
   
 
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