A
yingsu e
alla sua appendice
che
la tiene bloccata in ospedale da due giorni ♡
▪ SONO STATO FATTO PER AMARTI ▪
i was made
for loving you [WOODKID – the shore]
Roel
Flos si dondolava sui talloni, quasi impaziente,
stringendo i pantaloni della tuta tra le mani ancora morbide di un quasi-dodicenne che ancora non aveva provato la sensazione
della spada tra le dita.
Aveva da poco iniziato gli allenamenti a cui i
bambini del Distretto due erano regolarmente sottoposti, i migliori – o gli
sciocchi, così diceva l’allenatore del suo gruppo prettamente maschile: «o
siete molto bravi o molto stupidi per essere volontari!» – si offrivano poi per
gli Hunger Games, a cui lui
aveva già assistito.
Quel lunedì, il maestro aveva accennato
qualcosa riguardo ad una lezione speciale, e lui era davvero convinto che finalmente avrebbero imparato ad usare le
armi, l’uomo camminava avanti e indietro lungo la fila indiana di ragazzini
nella sua tuta bianca che ricordava al giovanissimo Flos
la divisa di un Pacificatore, e un gruppo di questi paladini erano posizionati
due a due in ogni entrata di quella immensa palestra.
Finito di parlare, l’uomo si girò verso l’entrata
che dava sull’esterno dell’edificio, senza dire nulla i due Pacificatori si
chinarono ad aprire le ante e un’allenatrice che sembrava la copia femminile di
quello di Roel guidò all’interno della sala una
schiera di bambine dalle lunghe code di cavallo, si sistemarono di fronte ai
ragazzini e tennero lo sguardo basso in segno di rispetto verso l’uomo. Solo
una fissava negli occhi tutti i dodicenni che aveva di fronte, fermandosi
infine sulle pupille verde intenso di Roel.
Gli sorrideva.
«Bene!» esultò soddisfatto l’allenatore, la sua
voce copriva il chiudersi della porta da cui erano entrate le visitatrici, «queste saranno le vostre compagne di
allenamento, d’ora in poi. Conoscere l’altro sesso è importante per un
Vincitore».
Roel cercò
di fare mente locale: solo dopo qualche mese di allenamento avevano deciso di
mischiare le classi – maschili e femminili – e probabilmente questa decisione
era scaturita dal fatto che un Vincitore – e ancora prima un assassino – doveva essere capace di
uccidere, combattere e collaborare con l’altro sesso, lo aveva imparato
recentemente.
Fu ordinato ai ragazzi di fare coppia con il
coetaneo davanti a loro, e Roel finì assieme ad una
certa Thyra che era tutta risolini e sorrisetti. Flos, dal canto suo, non era molto felice di ciò che la
fortuna gli aveva riservato: con la compagna che si ritrovava, mostrare le
proprie capacità fu impossibile. Thyra non era fatta
per combattere, quanto per stare a casa a giocare con le bambole e prendere il tè.
E mentre lui la aiutava a rialzarsi da terra dopo che questa era caduta da uno
sgambetto che doveva bloccare, il resto del gruppo era posto a semicerchio
attorno a Hoyt – uno dei più bravi tra i maschi – che
ripeteva a grande velocità e con maestria gi esercizi che aveva imparato in
quel primo lasso di allenamento insieme ad una ragazzina che gli teneva testa
brillantemente.
«Che succede?» chiese distrattamente lasciando
le mani di Thyra, che sembrò vacillare senza il
sostegno di Roel.
A grande sorpresa del ragazzo, i due allenatori
fissavano Hoyt e la sconosciuta combattere come due
piccoli tigri in una gabbia. Perché,
quando posò gli occhi sulla bimba che combatteva contro l’altro, gli venne in
mente proprio quello: una tigre.
Hoyt saltò,
appoggiando male il piede e cadendo con il sedere sul materasso, ansimava dalla
fatica e aveva le guance rosse, come la sua avversaria. Le compagne della
dodicenne esultarono andando ad abbracciarla – esortati dai due adulti, i
gruppi si sciolsero velocemente, il baccano scemò e maschi e femmine andarono a
rimettere in ordine i materassi, Roel rimase lì
imbambolato mentre Thyra sbuffava dietro di lui e
andava ad aiutare le compagne, la ragazza che aveva combattuto con Hoyt invece si slegava la coda, passandosi le mani tra i
capelli per rifarsi l’acconciatura.
«Che guardi?» gli chiese all’improvviso, un po’
irruenta – ma non era arrabbiata, Roel sapeva che non
ce l’aveva con lui, perché prima lo aveva fissato e sorriso.
«Come ti chiami?» le chiese semplicemente, gli
occhi puntati su quelli chiari di lei, con la fronte imperlata di sudore e il
colletto della canotta bagnata.
«Liv, tu?».
«Roel» rispose
sbrigativamente, la voce del suo allenatore lo chiamò dall’altra parte della
sala, indicandogli poi una serie di coni da mettere in ordine, si girò verso la
compagna, riprendendo a spostare il peso da un tallone all’altro, «senti, ti va
se domani lavoriamo assieme? Quella con cui ho fatto gli esercizi oggi non è
capace a fare nulla…» dichiarò senza rimorso verso Thyra: era sempre stato un tipo molto schietto.
Si aspettava un rifiuto, ma per tutta risposta
Liv gli tese la mano, sorridendo, «lo sapevo che me l’avresti chiesto»
confessò. Ecco perché lo guardava.
Roel le
strinse la mano e insieme andarono a raccogliere gli attrezzi.
Quel giorno divennero amici, poi fidanzati.
E lei morì agli Hunger
Games.
«my life is
full of wine and gold | but it's not worth it without
you»
Note d’Autrice ◊ «viviamo e respiriamo parole»
Eheh ~
Lo so che siete molto felici di
vedermi, giusto nel caso ci sia qualcuno che mi conosce, eh 8D non sono un
pilastro del fandom, non mi ritengo tale e non ci
tengo nemmeno ad esserlo, ahahah. Mi limito a
pubblicare le cose in uno spazietto piccolo piccolo, don’t worry.
Anyway, questo è uno SPIN-OFF di un
personaggio secondario della fan fiction “Die on the front page, just like the stars
” e del protagonista di “I’m frozen in the bones”,
rispettivamente Liv e Roel, fan fiction mia e di yingsu, a cui è dedicata questa piccola shot.
♡
Inoltre, tutto questo è
stato scritto senza nessuna conoscenza particolare sul Distretto due, quindi le
varie scelte (impostare tutto come una “palestra” e la separazione tra maschi e
femmine) sono più licenza poetica che altro, ahahah.
Se qualcuno sapesse qualche particolare molto
differente da quello che ho scritto io me lo faccia sapere che imposterò il
tutto come “What if?” – che
mi sembra la nota più appropriata. c:
Come avrete notato, questa storia ha
disseminata un po’ ovunque la canzone “The Shore” di Woodkid, per la cronaca, è un po’ la loro canzone – nulla di
particolare! È stata linkata sia alla prima citazione che alla seconda.
Approfittando di questa shot, voglio “promuovere” due ideali che mi prendono – più o
meno – direttamente:
▪ basta con il bashing
degli OC. Ho visto cose orripilanti in questi giorni e, davvero, se fate un
OC e qualcuno vi critica, accettatele!, non rispondete con arroganza dicendo
che li sapete creare, perché a quanto pare non è così. Anche io sono
andata avanti per tentativi ed errori e non sono perfetta!
▪ basta con il plagio. In meno di 24 ore
mi sono vista plagiata grafica (intesa come impaginazione), personaggi e
addirittura prestavolti! E, riguardo a questi ultimi,
non dico che sono di mia proprietà (ci mancherebbe, lol),
ma se vi piace qualche volto che scelgo basta chiedere se lo potete usare anche
voi, non è un problema! Non ho trovato le facce che vi linko sotto i cavoli,
eh! E vorrei quantomeno che il lavoro fosse rispettato.
Bene, detto questo, long life and prosper
radioactive,