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Autore: radioactive    04/10/2013    2 recensioni
Quel lunedì, il maestro aveva accennato qualcosa riguardo ad una lezione speciale, e lui era davvero convinto che finalmente avrebbero imparato ad usare le armi, l’uomo camminava avanti e indietro lungo la fila indiana di ragazzini nella sua tuta bianca che ricordava al giovanissimo Flos la divisa di un Pacificatore, e un gruppo di questi paladini erano posizionati due a due in ogni entrata di quella immensa palestra.
Finito di parlare, l’uomo si girò verso l’entrata che dava sull’esterno dell’edificio, senza dire nulla i due Pacificatori si chinarono ad aprire le ante e un’allenatrice che sembrava la copia femminile di quello di Roel guidò all’interno della sala una schiera di bambine dalle lunghe code di cavallo, si sistemarono di fronte ai ragazzini e tennero lo sguardo basso in segno di rispetto verso l’uomo. Solo una fissava negli occhi tutti i dodicenni che aveva di fronte, fermandosi infine sulle pupille verde intenso di Roel.
Gli sorrideva.

| child!Roel/child!Liv ● DISTRETTO 2 ● 794 parole ● a yingsu ♡ |
SPIN-OFF di "Die on the front page, just like the stars" e "I'm fronzen to the bones".
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A yingsu e alla sua appendice

che la tiene bloccata in ospedale da due giorni

 

 

 

 

 

SONO STATO FATTO PER AMARTI

                 i was made for loving you  [WOODKID – the shore]

 

 

 

Roel Flos si dondolava sui talloni, quasi impaziente, stringendo i pantaloni della tuta tra le mani ancora morbide di un quasi-dodicenne che ancora non aveva provato la sensazione della spada tra le dita.

Aveva da poco iniziato gli allenamenti a cui i bambini del Distretto due erano regolarmente sottoposti, i migliori – o gli sciocchi, così diceva l’allenatore del suo gruppo prettamente maschile: «o siete molto bravi o molto stupidi per essere volontari!» – si offrivano poi per gli Hunger Games, a cui lui aveva già assistito.

Quel lunedì, il maestro aveva accennato qualcosa riguardo ad una lezione speciale, e lui era davvero convinto che finalmente avrebbero imparato ad usare le armi, l’uomo camminava avanti e indietro lungo la fila indiana di ragazzini nella sua tuta bianca che ricordava al giovanissimo Flos la divisa di un Pacificatore, e un gruppo di questi paladini erano posizionati due a due in ogni entrata di quella immensa palestra.

Finito di parlare, l’uomo si girò verso l’entrata che dava sull’esterno dell’edificio, senza dire nulla i due Pacificatori si chinarono ad aprire le ante e un’allenatrice che sembrava la copia femminile di quello di Roel guidò all’interno della sala una schiera di bambine dalle lunghe code di cavallo, si sistemarono di fronte ai ragazzini e tennero lo sguardo basso in segno di rispetto verso l’uomo. Solo una fissava negli occhi tutti i dodicenni che aveva di fronte, fermandosi infine sulle pupille verde intenso di Roel.

Gli sorrideva.

«Bene!» esultò soddisfatto l’allenatore, la sua voce copriva il chiudersi della porta da cui erano entrate le visitatrici,  «queste saranno le vostre compagne di allenamento, d’ora in poi. Conoscere l’altro sesso è importante per un Vincitore».

Roel cercò di fare mente locale: solo dopo qualche mese di allenamento avevano deciso di mischiare le classi – maschili e femminili – e probabilmente questa decisione era scaturita dal fatto che un Vincitore – e ancora prima un assassino – doveva essere capace di uccidere, combattere e collaborare con l’altro sesso, lo aveva imparato recentemente.

 

Fu ordinato ai ragazzi di fare coppia con il coetaneo davanti a loro, e Roel finì assieme ad una certa Thyra che era tutta risolini e sorrisetti. Flos, dal canto suo, non era molto felice di ciò che la fortuna gli aveva riservato: con la compagna che si ritrovava, mostrare le proprie capacità fu impossibile. Thyra non era fatta per combattere, quanto per stare a casa a giocare con le bambole e prendere il tè. E mentre lui la aiutava a rialzarsi da terra dopo che questa era caduta da uno sgambetto che doveva bloccare, il resto del gruppo era posto a semicerchio attorno a Hoyt – uno dei più bravi tra i maschi – che ripeteva a grande velocità e con maestria gi esercizi che aveva imparato in quel primo lasso di allenamento insieme ad una ragazzina che gli teneva testa brillantemente.

«Che succede?» chiese distrattamente lasciando le mani di Thyra, che sembrò vacillare senza il sostegno di Roel.

A grande sorpresa del ragazzo, i due allenatori fissavano Hoyt e la sconosciuta combattere come due piccoli tigri in una gabbia. Perché, quando posò gli occhi sulla bimba che combatteva contro l’altro, gli venne in mente proprio quello: una tigre.

Hoyt saltò, appoggiando male il piede e cadendo con il sedere sul materasso, ansimava dalla fatica e aveva le guance rosse, come la sua avversaria. Le compagne della dodicenne esultarono andando ad abbracciarla – esortati dai due adulti, i gruppi si sciolsero velocemente, il baccano scemò e maschi e femmine andarono a rimettere in ordine i materassi, Roel rimase lì imbambolato mentre Thyra sbuffava dietro di lui e andava ad aiutare le compagne, la ragazza che aveva combattuto con Hoyt invece si slegava la coda, passandosi le mani tra i capelli per rifarsi l’acconciatura.

«Che guardi?» gli chiese all’improvviso, un po’ irruenta – ma non era arrabbiata, Roel sapeva che non ce l’aveva con lui, perché prima lo aveva fissato e sorriso.

«Come ti chiami?» le chiese semplicemente, gli occhi puntati su quelli chiari di lei, con la fronte imperlata di sudore e il colletto della canotta bagnata.

«Liv, tu?».

«Roel» rispose sbrigativamente, la voce del suo allenatore lo chiamò dall’altra parte della sala, indicandogli poi una serie di coni da mettere in ordine, si girò verso la compagna, riprendendo a spostare il peso da un tallone all’altro, «senti, ti va se domani lavoriamo assieme? Quella con cui ho fatto gli esercizi oggi non è capace a fare nulla…» dichiarò senza rimorso verso Thyra: era sempre stato un tipo molto schietto.

Si aspettava un rifiuto, ma per tutta risposta Liv gli tese la mano, sorridendo, «lo sapevo che me l’avresti chiesto» confessò. Ecco perché lo guardava.

Roel le strinse la mano e insieme andarono a raccogliere gli attrezzi.

 

Quel giorno divennero amici, poi fidanzati.

E lei morì agli Hunger Games.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«my life is full of wine and gold | but it's not worth it without you»       

[WOODKID – the shore]

 

 

 

 

 

 

 

Note d’Autrice ◊ «viviamo e respiriamo parole»

 

Eheh ~

Lo so che siete molto felici di vedermi, giusto nel caso ci sia qualcuno che mi conosce, eh 8D non sono un pilastro del fandom, non mi ritengo tale e non ci tengo nemmeno ad esserlo, ahahah. Mi limito a pubblicare le cose in uno spazietto piccolo piccolo, don’t worry.

Anyway, questo è uno SPIN-OFF di un personaggio secondario della fan fiction “Die on the front page, just like the stars ” e del protagonista di “I’m frozen in the bones”, rispettivamente Liv e Roel, fan fiction mia e di yingsu, a cui è dedicata questa piccola shot. Inoltre, tutto questo è stato scritto senza nessuna conoscenza particolare sul Distretto due, quindi le varie scelte (impostare tutto come una “palestra” e la separazione tra maschi e femmine) sono più licenza poetica che altro, ahahah. Se qualcuno sapesse qualche particolare molto differente da quello che ho scritto io me lo faccia sapere che imposterò il tutto come “What if?” – che mi sembra la nota più appropriata. c:

Come avrete notato, questa storia ha disseminata un po’ ovunque la canzone “The Shore” di Woodkid, per la cronaca, è un po’ la loro canzone – nulla di particolare! È stata linkata sia alla prima citazione che alla seconda.

Approfittando di questa shot, voglio “promuovere” due ideali che mi prendono – più o meno – direttamente:

basta con il bashing degli OC. Ho visto cose orripilanti in questi giorni e, davvero, se fate un OC e qualcuno vi critica, accettatele!, non rispondete con arroganza dicendo che li sapete creare, perché a quanto pare non è così. Anche io sono andata avanti per tentativi ed errori e non sono perfetta!

basta con il plagio. In meno di 24 ore mi sono vista plagiata grafica (intesa come impaginazione), personaggi e addirittura prestavolti! E, riguardo a questi ultimi, non dico che sono di mia proprietà (ci mancherebbe, lol), ma se vi piace qualche volto che scelgo basta chiedere se lo potete usare anche voi, non è un problema! Non ho trovato le facce che vi linko sotto i cavoli, eh! E vorrei quantomeno che il lavoro fosse rispettato.

 

Bene, detto questo, long life and prosper

radioactive,

   
 
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