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Autore: I_Found_You98    04/10/2013    4 recensioni
Ehi mamma,
è da tanto che non parliamo. Non mi ascolti neanche più, sai ? Avevo così tanto da dirti, ma - ora che sono i tagli a parlare per me - alcuna parola sarà sufficiente per spiegarti tutto il disastro che vi è nella mia mente, quel fuoco che consuma continuamente la mia anima, quasi a non voler lasciarne alcuna traccia.
Ehi mamma, tua figlia si taglia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Now Just Run Away

 


Autolesionismo: un atto che implica il procurare, consciamente o meno, danni rivolti alla propria persona, sia in senso fisico che in senso astratto.




Cara mamma,
è da tanto che non parliamo, eh ? O meglio: tu parli e io parlo.

Io cerco di chiederti aiuto, ma tu sei occupata a rimproverare ogni mio singolo errore. Parliamo entrambe, non disposte ad ascoltare l'una le parole dell'altra.
Non mi ascolti mai, eppure è sempre stato così e non me ne sono mai lamentata. Ma, forse, semplicemente, ora ho bisogno di una figura materna che mi stia accanto, che mi dia la buonanotte che non mi sono mai sentita dare, un affetto mai avuto, dei “ti voglio bene” mai detti, nascosti tra la montagna delle mille menzogne che ci raccontiamo oramai tutti i giorni.
Io che nascondo il trucco e i tagli, tu che mi menti, volendomi costringere a credere ad una realtà che mi sta troppo stretta.

E papà ? Lui come sta ?

E' da tanto che io e lui non parliamo, ma nel vero senso della parola. Se la memoria non m' inganna, è un mese e mezzo che io e lui non ci rivolgiamo neanche uno straccio di “ciao” la sera.
Lui chiuso nella sua espressione impassibile e io rintanata nella mia stanza a remprimere ogni sorta di sentimento che potrebbe tradire il mio smisurato orgoglio.

Ma, guardiamo in faccia la realtà: è un rapporto che non funziona. Lui non ha mai provato un grandissimo sentimento per me come dici tu, anzi.
Nel caso non l'avessi notato, nell'ultimo anno non facevamo altro che litigare – ciò non vuol dire che il rapporto con te sia sempre stato rosa e fiori.

Eravamo continuamente punto e a capo, senza mai riuscire a trovare una solusione a questa situazione a senso unico. Lui oramai mi detesta: per lui sono semplicemente “la figlia ingrata che non mi rivolge la parola da più di un mese. Quale figlia lo farebbe ? E' una delusione”.

In fondo, sì, sono una delusione, e non ho alcuna riluttanza nel dirlo, malgrado questo mi faccia male. Sono estremamente consapevole di aver dato a voi delusioni su delusioni, ma queste non faranno mai male quanto voi avete fatto male a me, lo sai ?
Siete forse la più grande ragione delle mie lacrime e dei miei tagli.

Fa schifo sentirselo dire, eh ?

Eppure anche voi mi avete deluso, e non solo una sola volta.
Mi hai rinchiuso in casa, quasi a voler evitare che io conosca il resto del mondo, che io possa scoprire una realtà diversa da tutte le menzogne che mi avete rifilato fino ad ora.
Mi ripeti ogni giorno che sono una delusione, che non valgo nulla. E sai cosa ? Fa male sentirselo dire.

Vedo dei miei coetanei che hanno un rapporto fantastico con i loro genitori e sai cosa posso fare solamente ? Piangere. Piangere e vedere il mio sangue macchiare la mia pelle ancora una volta. E non ho alcun rimpianto dopo che la lama ha finito di torturare piacevolmente la mia pelle oramai devastata.

Non ho rimpianti perchè so che, in fine, tu mi hai sempre inflitto un male ben peggiore rispetto a questi tagli.

Mi hai inflitto un dolore morale che brucia sempre, che non si cicatrizza, che non smette di sanguinare. Eppure il mio sangue non finisce mai.

Sto perdendo le speranze.

​Con tutte le volte che le tue parole mi hanno ferito, ora dovrei essere morta dissanguata – 
magari.
Eppure no, sono ancora qui, a scriverti questa misera lettera che non leggerai mai.
Mi hai sempre rimporoverato tutto. Tutto.

Mi rimproveri di non essere obbidiente come mia sorella.
Mi rimproveri di non avere ideali simili a lei.
Mi rimproveri di aver scelto la scuola che volevo fare e non la stessa che lei aveva fatto.
Mi rimproveri di non parlare con mio padre – che, tra l'altro, neanche lui ha tantissima voglia di parlarmi.

Se avesse voluto davvero parlarmi, mia avrebbe rivolto anche solo un misero “ciao” il primo giorno che io non l'ho fatto. Non posso assumermi sempre colpe che non ho.

Mamma
, io ho solo quattordici anni. Della vita non so niente. Sono indifesa, mi sento una nullità in questo mondo così grande per me. Sono indifesa, in lacrime.
Ho aspettato per tempo che tu mi mostrassi la via verso la felicità, quella vera. Invece no, eri troppo occupata a progettare il mio futuro per renderti conto che tua figlia stava soffrendo, era persa, si sentiva smarrita.
Mamma, tua figlia aveva smesso di vivere, entrando così a far parte di un mondo di dolore, privo di emozioni.

Nel momento in cui capii che non potevo contare neanche su di te, fu allora che mi tagliai.

Sai, non sapevo cosa fare. Ero del tutto smarrita, così lo feci.
Quella notte, quano tutti dormmivano, mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno. I miei movimenti non mostravano alcun segno di riluttanza, anzi, ero decisa a fare ciò che avevo in mente. Lo feci.
Faceva male, ma lo feci.
Era tutto nuovo, ma lo feci. Ero consapevole di ciò che stava accadendo, ma lo feci.
Sapevo di star facendo il primo passo verso l'autodistruzione, ma lo feci.
Tu e papà mi avevate abbandonata, come del resto avevano fatto le mie amiche all'inizio di quell'anno scolastico, così lo feci.

Segnai per la prima volta il mio polso, cercando poi di nascondere i segni ai tuoi occhi e quelli di qualsiasi altra persona. Ora non mi preoccupo neanche più di coprirli. Mi sono stancata di dover inventare mille scuse quando mi chiedete “Cosa sono quei tagli ?”.


Le bugie e le scuse stanno diventatndo troppe per me. No, dannazione, non sono inciampata, non mi sono graffiata grattandomi, non è stato il gatto, non ho sbattuto contro niente.

Sei davvero così ingenua da credere a tutte queste menzogne ? Davvero ?

Guardati: non conosci neanche tua figlia.

Non sei mai stata capace di guardarla negli occhi e capire che soffriva. Io invece ti ho guardata negli occhi, sai ? Ho visto semplicemente tutte le tue menzogne e tutta la cattiveria con cui mi guardi.
Oggi hai alzato le mani contro di me, ricordi ?
Ti sei adirata per nulla, tutt'ora non so perchè.

Sento che il bruciore sulla mia pelle, purtroppo, si sta affiovelondo.
Ma tu, ovviamente, non hai idea di quanto questa sia devastata dai tagli. Ero appena riuscita a fare in modo che sulla pelle non fossero più visibili le cicatrici e tu mi hai ricostretto a farmi del male.
Non ti sto incolpando per ingiustizia. Ti sto semplicemente dicendo quello che mi stai facendo.

Eri così presa dalle tue ossessioni per il mio futuro, che ti sei scordata di vivermi nel presente. Perché non riesci a metterti mai nei miei panni?
Non va tutto bene come credi. I miei non sono capricci infantili.


Non mi diverto neanche io a non parlare con papà, eppure voglio che per una volta il mio orgoglio abbia la sua parte. Ho sempre ignorato tutto pur di farvi felici e non essere una delusione, eppure eccomi qua, nella stessa identica situazione che volevo evitare.

Mamma, sto piangendo. Sto sanguinando.

Tutto questo perchè tu non riesci a capirmi. Non vuoi farlo.
Hai paura di scoprire una realtà diversa da quella che pretendi.
Hai paura di scoprire che mi sono imbattuta in qualcosa più grande di me e di te. Qualcosa che non sono riuscita a gestire.

Guardami i polsi mamma, guardami le cosce mamma.

Mamma
guardami, sono tua figlia.

Smettila di comportarti come se non fosse così.
Smettila con tutte queste menzogne.
Smettila di farmi del male.
Smettila di far finta di non senitire le mie grida.
Smettila di far finta di non capire.

Mamma, tua figlia è un'autolesionista da tempo.
Ma, in fine, cos'è l'autolesionismo ? “Persone che si infliggono dolore fisico”


Cazzate. Quante cazzate. Tante insignificanti parole messe in ordine apperentemente logico... Ma di logico c'è ben poco. Nel mondo del dolore non esiste logica. Esiste la follia, ma non la logica.
E alla fine, quest'ultima, a cosa serve ? A niente.


L'autolesionismo potrebbe essere definito una devastante forma di masochismo, ma le cose sono ben distinte.
Il voler farsi del male è un disperato bisogno di dolore. Un dolore che possa mettere in secondo piano, anche se solo per poco, quello interiore. Un dolore che ti ricordi chi sei.

Uno ha bisogno di farsi del male perchè è questo che pensa di meritare: il peggio, il male... Perchè alla fine quella persona è convinta di non valere niente, una nullità, uno spreco di spazio, un errore: e come tale merita di essere punito.

Quando è sola indossa maglie a maniche corte, forse semplicemente per poter abbassare lo sguardo, vedere le cicatrici vecchie e i tagli ancora freschi e ricordarsi del proprio dolore, ricordarsi di non dover provare ad essere felice perchè le cose andranno solo peggio, ricordarsi della propria identità, della propria storia, dei tagli.

Quei dannatissimi segni sono sempre lì a renderti impossibile ogni sorta di tentativo di essere felice. Sei sorridente, abbassi lo sguardo e ti ritrovi quelle cicatrici bianche in terribile contrasto con il rosso acceso di quelli freschi.
Quelli che ancora bruciano. Sì, quei tagli bruciano tanto, ma mai quanto la mia anima.

Oh, quella sembra una fiamma. Sembra essere continuamente erosa e distrutta da un fuoco immortale che pare essersi impossessato di ogni mia parte.

 

Le vene pulsano sangue freneticamente... Sento che scoppieranno da un momento all'altro.
La testa manda fitte di dolore che mi rendono duro il compito di ragionare lucidamente. Gli occhi sembrano voler chiudersi, quasi a voler godersi la sensazione di libertà – anche se momentanea – e la scarica di adrenalina che percorre piacevolmente ogni parte del mio corpo. Tutto questo piacere sembra essere in terribile contrasto con il bruciore che invade parte buona delle cosce e gli avambracci.

Butto la testa indietro, cercando di rilassarmi alla sensazione che non mi è nuova, affatto. E' dannatamente sbagliato tutto ciò, lo so.
Ma, in fondo, cosa non è sbagliato in me ? Nulla. Tanto vale continuare a procedere verso la mia autodistruzione che spero vicina.
La mia vita è fatta di errori, non cambierebbe niente.

La lametta ancora giace a terra, sporca di sangue.
Urlo, tremo, piango, sanguino. Sto andando in crisi mamma, ma tu sei troppo occupata per vederlo.


Allora tutte le tue parole erano menzogne. Allora era tutta una bugia.
Sei stata un'ipocrita a dire che tenevi a me.
Mi avevi insegnato a non dire mai le bugie e ora che fai ? Fai ciò che ritenevi per me sbagliato. Ma, alla fine, è sempre così: mi imponi divieti e regole validi solo per me, come se mi dovessi tenere costantemente sotto controllo.
Hai sempre cercato di difendermi – sbagliando – dal mondo reale, costringendomi a credere alle tue mille menzogne.
Che cos'hai risolto così ? Hai solo peggiorato le cose.

Mamma
, hai portato tua figlia all'autolesionismo.
Mi hai fatto odiare ogni parte di me. Ora che mi guardo allo specchio non mi riconosco. Mi fermo – a malincuore – e mi chiedco “Chi sono ?” Che cosa mi è successo ? Cos'è cambiato in me ? Vedo i miei occhi dannatamente spenti, il cui vuoto è marcato dalle evodenti occhiaie causate dai troppi pianti.

Non mi senti piangere ? Non senti i miei singhiozzi soffocati contro il cuscino la notte ? Non li vedi i miei occhi lucidi e rossi quando esco dal bagno? Non vedi come cerco di mascherare i tagli ?

Non vedi nulla di tutto ciò, non vedi tua figlia. Non la guardi.

Oramai quando si parla di depressione, le mie compagne si voltano verso di me ridacchiando, prendendo per scherzo la mia situazione, come se la depressione fosse uno scherzo.
Vorrei andare da uno spicologo, sai ? Ma poi tu mi prenderesti per pazza, rideresti di me, diresti che sono una bambina. Diresti che i miei sono solo capricci e che sono esagerata.
Per te è questo il mio dolore. Per te questa sono io: una bambina.

Mamma, guardami. Ancora solo una volta prima che tutto possa finire. Ti sei mai chiesta se un giorno mi perderai ? Ti sei mai chiesta quali sono i miei sentimenti nei tuoi confronti ? Se qualche volta provo astio o rancore ?
Ora forse avrai un argomento in più da trattare con gli altri parenti “Sapete che mia figlia, quella disgraziata, si taglia ?”. Immagini quannto avrete da dire ? Eh già, sono venuta a sapere di essere il simpatico oggetto delle tue conversazioni. Questo ti sembra giusto ? Questo non è per caso un torto che hai fatto e ripetuto ? Ti divertiresti a vedermi a terra sanguinante, vero ? Eccomi, hai avuto ciò che volevi. E ora basta, scappa via. Hai raggiunto i tuoi obbiettivi. Non hai più motivo di star ancora qui con me. Corri, vai via. Scappa dai tuoi errori, scappa da me, il tuo errore.

Sai, ho desiderato davvero tante volte di morire... Ma l'autolesionismo non è un tentativo di suicidio.
E' davvero l’esatto contrario. A volte, quando ho sentito che non volevo più vivere, mi facevo del male e mi sentivo più viva. E’ stato un meccanismo di sopravvivenza. Non mi sento più intorpidita e vuota, anzi. Quel dolore fisico è forse l'unica cosa che può darmi la prova di essere viva. Perchè, sì, una persona che si fa del male non vive più, ma sopravvive semplicemente. Io mi taglio sperando di riuscire a tornare a vivere, ma per ora mi sento solo un corpo senza anima che vaga tra l'intrico di menzogne che è questo mondo.

Ora forse avrai un argomento in più da trattare con gli altri parenti “Sapete che mia figlia, quella disgraziata, si taglia ?”.
Immagini quannto avrete da dire ? Eh già, sono venuta a sapere di essere il simpatico oggetto delle tue conversazioni. Questo ti sembra giusto ? Questo non è per caso un torto che hai fatto e ripetuto ? Ti divertiresti a vedermi a terra sanguinante, vero ?

Eccomi, hai avuto ciò che volevi. E ora basta, scappa via. Hai raggiunto i tuoi obbiettivi. Non hai più motivo di star ancora qui con me. Corri, vai via.


Scappa dai tuoi errori, scappa da me, il tuo errore.


SPAZIO AUTRICE:
Non credo ci sia tantissimo da dire su questa one-shot.
Come avete visto, il testo, è scritto sotto forma di lettera, nonostante non ci siano tutte le parti fondamentali di quest'ultima, ad emepio la data, la firma.
Eniuei, confesso che è stata un'impresa scrivere questa OS. Ero abbastanza agitata, così ho deciso di scrivere e ne è uscito questo. In verità avevo intenzione di aggioranre la mia storia in corso, ma va beh: le lettrici mi odieranno.
Non credo che ci sia bisogno che io faccia dei chiarimenti o, ad ogni modo, parli della storia, anche perchè credo sia abbastanza chiaro e che il messaggio sia palese. 
So che è breve, ma essendo un testo riflessivo e non narrativo, è venuto così.
Lascio a voi i commenti.
Un bizou.



 

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IFY98

 

  
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