Film > Le 5 Leggende
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Autore: L0g1c1ta    04/10/2013    2 recensioni
Dieci ragazzi e una professoressa.
Ognuno di loro ha una storia. Ognuno di loro ha un passato.
Passano insieme quattordici giorni di vacanze all'estero e insieme decidono di fare un rito per entrare nel Regno dell'Incubo, risvegliando l'Uomo Nero ed entrando nel suo mondo.
Mano a mano che esplorano il luogo si rendono conto che anche i Guardiani e altri spiriti si trovano costretti ad abitare in quest'isola ove sono ricercati dalla reale padrona del Regno: Macula Sanguinea.
Tra umani e spiriti si cuciranno rapporti d'amicizia o inimicizia.
Riusciranno a tornare a casa?
Riusciranno a sfuggire dalle mani della megera Macula Sanguinea?
Riusciranno a scampare alla morte?
Genere: Angst, Generale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Ultima tra i dannati in terra! Schifosa serpe nera! Vipera! Verme! Le strappo l’osso della gamba e ci gioco a crichet con il ginocchio! Dovrei pigliare uno e dirgli di ammazzarla! Schifosa femmena!

Oh, pensando male della prof sono riuscito a trovare la palestra. Mmm…forse posso uscire per il giardinetto e poi…si…! Posso scavalcare la rete e sono subito fuori! Sò ‘no genio!

Apro il portone e sono in palestra. Che puzza! Sa di chiuso! Maronn’ quanta polvere! E le ragnatele sul soffitto! Agg’ capito che è la casa del Babau ma, maronn’, è un po’ pesante come cosa…

Vado un po’ in giro per questo posto enorme. Più che palestra mi sembra nà fortezza tanto è grande, più della palestra della mia scuola. Maronn’…Cecì…me stò a sentì male per lei…Fabi m’ha detto che lei deve avere qualche problema con à mammà e ò papà…se n’è andata via piangendo…mi sento male…quando tutto sarà finito la inviterò a casa, sempre che i genitori vogliano, e potrò farle vedere Napoli! È bella assai Napoli. Le piacerà di sicuro! Forse le posso regalare anche ‘no mazzo di rose. A Fabì piacciono quelle bianche, forse sarà così anche per Cecì.

Spero però che i genitori non pensino che la mia famiglia sia ignorante come pensano quelli del Nord…devo provare a parlare di più in italiano, posso provarci! Andrà tutto bene!

Spero che stia bene…sono preoccupato…non è una…cioè una ragazza forte…sono preoccupato anche per gli altri…non per Fabi, se è riuscita a scappare da quelle suore al collegio allora ce la farà anche in questo posto…Yoshi sa sempre cosa fare…i gemelli insieme posso anche scalare il Monte Bianco insieme…forse Farut e Mino sono anche loro qui ma non mi preoccupo…Leo e Niki…

O Santa Maronn’!!! Loro sono piccoli! Chissà dove, forse anche da soli! Saranno nei guai più neri! Quelle due hanno detto che ci sono altri ragazzini insieme a loro! Forse hanno trovato i piccoli! Forse non hanno buone intenzioni! Forse…! Hanno detto di una certa padrona…

Ma…ma non era il Babau il padrone qui? Forse non è un “lui” ma una “lei”…no no…non credo…una donna non potrebbe fare paura a dei bambini, un uomo sarebbe più capace.

Non ci sto capendo nulla.

Comunque devo uscire da questo posto prima che le cose peggiorino.

Mi butto verso la porta della palestra.

La apro.

Che atmosfera…sembra di essere in un cimitero…il cielo continua a fulminare e piove peggio di prima. Mi sta salendo l’ansia…

No dai, non è il momento di farsela addosso.

Il giardinetto…Maronn’ giardinetto…non ha l’ombra di fiori o erba, tutte le “piante” sono secche e morte…le poche rimaste ovvio. Il resto del giardinetto ha solo terra e fango. Se continuo a restare impalato qui prenderò sicuramente un influenza con i baffi e controbaffi.

Comincio a camminare per il giardinetto. Mannaggia…mi sto bagnando tutto! La giacca bianca, i jeans marroni, le scarpe verdi…bagnati, inzuppati…ottimo…

Bum!

Bum!

Bum!

Maronn’!!! Mi sto pigliando un infarto! Che fulmini!

Bum!

Bum!

“Aaaaa!!!” qualcosa mi colpisce alle spalle. Cado per terra e credo che mi sono spaccato mezza schiena!

“Ma che…?!” mi giro. Erm…non qualcosa ma QUALCUNO mi è saltato addosso. Fa fatica ad alzarsi. Maronn’ Santa! Ma che cos’è?! Sembra tipo mezzo uccello e mezza donna!

“Eccoti!”

“Ti abbiamo presa!”

Alzo la testa.

Oh…Santa…Vergine…Maria…

Dei demoni stanno venendo qui!!! Mi paro il viso con le mani.

“Attento! Sto per lanciare la palla!” tolgo le mani dagli occhi.

Eh?!

E da dove sono arrivate quelle due vipere?!

Mi giro verso la donna uccello, apre le ali e cerca di muoverle. Ha il corpo pieno di piume, mani e viso esclusi, anche le ali non sono piumate. Sta per volare via. Ha il viso sofferente. Mi sento come lei…

“Aaaa!!!” cade di nuovo a terra a pancia in giù. Qualcosa l’ha colpita pesantemente. Una palla gialla…ma cosa…? Mi giro verso le due che sembrano aver l’aria di due donne che hanno vinto alla lotteria.

“Si!!! L’abbiamo presa!” si buttano verso la donna uccello. Avevo visto delle scintille quando la palla l’avevano colpita. O almeno credo…ma che sto facendo?!

“Hey! Hey! Ma che state combinando?!” sono assai confuso. Le due intanto legano la poverella.

“Te l’abbiamo detto, dobbiamo catturare i cinque spiriti per la padrona!” Diana dice questo annoiata. Forse posso sfilarle qualcosa d’interessante. Le piccerelle dopo aver legato ‘a donna uccello si fanno il cinque e ridono come delle pazze. Ora vedo i loro occhi…sono anche loro gialli. Dev’essere la moda qui dentro…

“Scusate piccerelle” si girano. Diana mi guarda inclinando la testa in modo inquietante, invece Gaia mi guarda imbarazzata. Erm…andiamo al dunque.

“Vuoi chiederci qualcosa?” guardo i loro vestiti…i capelli…le scarpe…il pallone…non sembrano essere bagnati…strano…mi sveglio.

“Perché…l’avete catturata…?” mi guardano come se le avessi chiesto che cos’è un albero. Diana rigira gli occhi annoiata, Gaia invece mi guarda con gentilezza.

“Vieni che ti spieghiamo tutto” dice questo e…

…si trasformano…in…in…

“Sorpreso vero? Ci vuole molto allenamento, ma un giorno lo saprai fare anche tu se sarai al servizio della padrona!” i due demonietti prendono per i piedi la donna e la portano dentro. Le seguo. Siamo ritornati in palestra.

Le due sbattono, letteralmente, la donna verso una parete di legno. Credo che l’abbiano legata…La donna cerca di proteggersi. Mi fa una pena della Madonna…

Le due ritornano “umane”, si voltano verso di me e si siedono per terra. Faccio lo stesso. Diana mi guarda come se fossi uno scarabeo, invece Gaia si sfila le lenti e le pulisce con un fazzoletto. Mi viene l’ansia.

“Scusate, ma sono nuovo. Vorrei sapere perché bisogna catturare questi famosi spiriti” è meglio sorridere così forse faranno qualcosa al posto di guardarmi male.

“Perché l’ha chiesto la padrona è ovvio!” mi risponde Diana con rabbia.

“Cioè…quali sono questi spiriti…?” Gaia mi sorride.

“Ti abbiamo gia detto che ne abbiamo catturato uno. La padrona ci ha detto che si chiama Jason Frost…o qualcosa del genere” il battito di ali della donna si ferma all’improvviso. C’è qualcosa che non va. Il nome è molto famigliare…

“Per caso è…Jack Frost…? Insomma, come quell’uomo che fa le tempeste di neve e fa nevicare e che porta l’inverno?” Diana fa un sorriso inquietante.

“Non “come” è lui! L’abbiamo preso nella foresta, stava cercando un certo Pitch se non sbaglio…era insieme a lei, ma noi l’abbiamo preso! E non è stato facile con tutto il ghiaccio che faceva” dice questo con aria solenne. Mi sembra la prof…che rogna ricordarsi di lei…dai Gianni!

La donna comincia ad agitarsi. Cerca di liberarsi dalle corde. Diana prende la palla e la scaglia contro di lei. La colpisce sulla schiena. Vedo ancora quelle scintille. La donna non si muove più. Sono sbigottito…non sapranno usare pure l’elettro shock?! Passa mezzo minuto di silenzio…non mi piace per niente questa situazione…

“Come ti chiami…?” Gaia mi chiede questo con timidezza. Eh…? Intanto si è rimessa le lenti mezze rotte.

“…Giovanni…ma potete chiamarmi Gianni…” Gaia ha l’aria di aver sentito il nome più bello del mondo.

“Mi piace il tuo nome!...insomma…hai una ragazza…?” Diana la guarda sbigottita. Ma che…?

“Per ora no…”

“Ah, ok!” mi guarda felice. Diana non sembra capire cosa c’entra tutto questo con me, e neanche io ci capisco qualcosa.

Passano altri due minuti di silenzio. Gaia sembra imbarazzata. Diana la guarda con rabbia. Io non riesco a capire nulla. Non riesco a staccare gli occhi dalla donna dietro le piccerelle. Devo trovare un modo per liberarla.

“Posso sapere…insomma…come sei morto…?” morto…?

“Come…?” Gaia mi guarda imbarazzata.

“Insomma…se non ne vuoi parlare posso capire…insomma…non è una cosa bella…insomma…molte persone sono venute senza volerlo…insomma…come me e Diana…” Diana spalanca gli occhi. mi gira la testa. Mancava solo questa…non dirmi che è così altrimenti…!

“Veramente…io sono vivo…è impossibile che io sia morto…!” dico questo con la voce spaccata a metà. Non sono morto…noi non siamo morti…! Se fossimo morti…noi…ecco…non potrò mai fare il giornalista…non potrò più rivedere mammà…non potrò più sapere se Fabi sta bene…non potrò…! Diana ride. Una risata carica di tristezza.

“È impossibile! Tutti noi siamo venuti qui lasciando la vita. Altrimenti come avresti fatto a venire in questo regno scusa?” Diana mi guarda come se lei fosse il gatto e io il topo. Gaia la guarda male. Chiudo gli occhi. non sento più niente…qualcosa batte dentro di me però…grazie a Dio…non sono morto…

“Sono vivo, Santa Madonna! Sentite! Venite qui! Il mio cuore sta ancora battendo!” dico questo facendole cenno di avvicinarsi. Gaia resta immobile, Diana si butta sul mio petto. Sento il suo viso ghiacciato su di me. Ora la vedo meglio…non ha la pelle bianca ma grigia…mi sembra di vedere una persona morta…mi fa impressione questa cosa. Il suo visino determinato mi pressa il petto. Dopo poco lei spalanca i suoi strambi occhietti gialli. Diana si stacca da me e raggiunge Gaia sempre con i suoi occhi pieni di stupore.

“Ha ragione!” mi guardano come se io fossi io il morto e loro le vive. Ho la testa completamente incasinata.

“Dobbiamo chiedere alla padrona, lei saprà di sicuro perché sei ancora vivo!” Diana dice questo prendendo il pallone e Gaia raggiunge la donna. È il mio momento d’oro!

“Aspettate! E se ci vado da solo dalla padrona? Cioè, avete molto da fare sicuramente, non vorrete perdere tempo per questa sciocchezza” Diana mi guarda soddisfatta.

“Mi sembra giusto. Però dovresti anche portare lo spirito gia che ci sei” Gaia la guarda delusa.

“Non credi che dovremo accompagnarlo…?” Diana risponde in fretta.

“No! Voglio dire, abbiamo molto da fare. Gaia, dobbiamo ancora finire il nostro dovere, ricordatelo! Non dobbiamo farci battere da quelli insulsi plebei!” fulmina la biondina con lo sguardo. Gaia si arrende.

“Andiamo…” mentre metto sulle spalle la donna le piccerelle camminano verso l’uscita per il giardinetto.

“Ma che ti è preso?!” Diana sussurra questo alla sua amica.

“Hai visto quant’è carino? Pensi che vorrà essere il mio ragazzo?”

“Ma sei impazzita?! Non puoi!”

“Perché no…?”

“Perché ce l’ha detto la padrona! Non si può innamorarsi di un vivo! E poi non devi stare con un plebeo! Lui non è del nostro rango!”

“Ma un giorno morirà e forse…”

“La mamma ci ha detto di non sposarci con un cristiano, ricordi? Ti ricordi cos’è successo con papà?!” non sento più le loro parole…fantastico…pure le bambine sono diventate razziste…di questi tempi non riesco proprio a capire che succede a questi piccoletti. Gli unici normali per me sono solo Leo e Niki.

Mi assicuro che le due pazze se ne siano andate…se ne sò andate. La donna è molto più leggere di quanto mi sarei aspettato. L’appoggio per terra delicatamente a pancia in su.

Guardo il suo viso. Le escono delle lacrime dagli occhi viola. Si, ha decisamente degli occhi viola. Credo che dovrei abituarmi a tutto questo. Mi siedo per terra. Mi sento un verme solo a guardarla. Appena mi siedo chiude di scatto gli occhi e gira la testa di lato. Credo che pensa che io possa farle del male…dai…proviamo ad essere un gentiluomo…a che punto devo fa ‘o rammollito…?

“Non hai ancora capito che non ti porto da quella padrona?” ora mi accorgo che trema come una foglia. Penso più per un possibile calcio in testa che per il freddo. Ha le piume bagnate. Le ali continuano a scuotersi.

Guardo i piedi e le mani legati, ma soprattutto le mani. Sò piccerelle. Come quelle di Fabì. Solo che quelle della donna sono molto aggraziate e da principessa.

Comincia ad aprire gli occhi. Mi guarda spaventata.

“Guarda ora che faccio” dico questo e provo a slegare le corde. Dopo un po’ riesco a toglierle, sono molto strette e sottili e lei ora…

“No, aspetta!” appena la slego lei vola in un angolo del soffitto. La raggiungo.

“Non voglio farti del male! Non capisci? È accaduto tutto un macello per venire qui e ho bisogno di aiuto!” non mi crede. Rimane ancora lassù.

“Guardami. Credi che possa fare del male a una donna? Credimi, prima di venire qui ero assai furioso con la mia prof pecchè quella tratta mia cugina come se fosse ‘na terrorista. Ma ‘o sai ‘na cosa? A Napoli se dai un pugno a una donna sei considerato un assassino. Io non sono un assassino” comincia ad avvicinarsi a me. È pochi metri più in alto di me, con le manine da principessa a pugno lungo i fianchi.

“Sai parlare?” fa cenno di si, ma con esitazione.

“Io sono Gianni. Tu come ti chiami?” esita. Mi guarda negli occhi.

“…Dentolina…” vorrei chiederle di più. Ho troppe cose da chiedere, non so da dove iniziare, non so cosa dire o fare…insomma sono un rammollito davanti ad una donna uccello…che faccio ora…? Anche lei però sembra che non sappia cosa fare. Simm’ in due vualioncè…apre la bocca.

“Sai dov’è Jack? È stato davvero catturato? Chi è questa padrona? Dov’è Pitch? Perché…?” mi chiede questo con occhi supplichevoli. Mi sento male solo a guardarla negli occhi.

“Non so nemmeno di cosa stai parlando…mi dispiace” abbassa la testa delusa. Ha il viso impiastricciato di lacrime.

“Sei davvero vivo…?” sorrido e le faccio segno di si. Credo che comincia a fidarsi, sta scendendo e vola un paio di metri più in basso.

“Chi sei…?” alza la testa e mi guarda sorpresa, come se le avessi chiesto chi sia la Belen. Mi scruta con i suoi occhioni viola.

“Quanti anni hai?” mi scruta come se mi avesse visto per bene ora.

“Sedici…perché…?”

“Tu credi ancora nella Fata del Dentino o a Jack Frost…?” non ci sto capendo niente…o forse…

“No…ma…tu non sei…?” non mi escono le parole di bocca. Lei mi precede.

“Si sono una fata…” sono sorpreso…anzi…pensandoci bene non lo sono…inizialmente credevo di esserlo ma ora…non credo di esserlo più. Forse perché in poche ore ho visto molto più di quanto non vedrò in altri dieci anni…o forse devo finirla di sfidare Fabi con le sue prove di coraggio giocando a dei videogiochi horror solo per vedere quanto tempo duro prima di dire che mi ero spaventato come un bambino.

“Oh…va bene…” mi guarda sbigottita.

“COSA?! Non sei sorpreso?! Voglio dire…ogni bambino che mi vede reagisce in modo differente…tu invece no! Perché?” dicendo questo raggiunge la mia altezza. Si sta spaventando peggio di prima.

“Piccerè. Agg’ visto due vuaglioncelle che stevano pè ammazzà ‘na fata, quindi agg’ visto metà mondo…” non mi ha capito. Mi guarda come se stessi parlando una lingua sconosciuta, anche se…in effetti…

“Insomma, venendo qui ho visto di tutto, quindi vedere la Fata del Dentino non è chissà che per me ora” è pensierosa, ma non credo per quello che ho detto.

“Ma se non credi in noi…allora non dovresti vederci…non riesco a capire…” abbiamo qualcosa in comune piccerè…

“Nemmeno io ci capisco qualcosa…”

“GIANNI!” mi giro. Vedo…

“CECI! PROF!” Ceci corre ad abbracciarmi. La prof invece sembra disgustata da quello che sta vedendo. La guardo con odio. Non ho ancora finito con lei. Ceci si stacca da me e guarda Dentolina, ma non sembra sorpresa.

“Ti ho gia visto. Eri fuori dalla finestra e cercavi di salvarti dalla Diana e dalla Gaia” Dentolina spalanca gli occhi e anch’io sono sorpreso. Ma non riesco ancora a capire una cosa.

“Ora che siamo tutti qui, puoi spiegarci cosa sta succedendo?” la fata mi guarda severamente.

“Prima però voglio sapere chi siete e perché siete qui. Scusate ma voglio essere certa che abbiate buone intenzioni” mi sembra giusto.

Così andiamo a sederci sulle panchine e io racconto tutto quello che era successo e Ceci mi aiuta con i dettagli.

“Una strana sostanza gassosa avete detto? Anch’io l’ho vista insieme a Jack quando sono venuta qui. Credo che sia un incantesimo…ma non sapevo che qualcuno potesse trasportarci in questa altra dimensione”

“Come “un’altra dimensione”? Siamo finiti tipo in un altro mondo come nei film?!” Ceci si mette le mani sopra bocca. È sbigottita quanto me.

“Credo che possa fidarmi di voi…va bene vi racconto!”

 

 

 

 

 

“Quindi…aspè, secondo te il Babau non c’entra in questa storia?” Dentolina fa cenno di si. Ci ha raccontato tante di quelle cose che mi sento la testa esplodere.

“Perché sei andata nel suo nascondiglio? Non capisco questa parte” Ceci ha ragione. Mi giro verso la fata.

“Io ero nel mio palazzo come al solito e ad un certo punto vidi Jack che mi chiese di seguirlo fino al Polo Nord per incontrare gli altri Guardiani. Era molto preoccupato. Dopo essere arrivati Nord, chiamato Babbo Natale dai bambini, ci disse che per molti giorni Calmoniglio, ovvero il Coniglietto di Pasqua, era sparito senza sapere dove fosse. Jack pensò che Pitch stesse architettando qualcosa di losco e così mi convinse ad andare nel suo nascondiglio. Solo che…”

“Cosa?”

“Notammo delle cose strane. Ad esempio c’era una nuova entrata, mentre invece quell’altra era stata sigillata dai suoi incubi prima che fosse trascinato nel sottosuolo” è tutto molto strano in effetti. Quindi il Babau probabilmente non c’entra niente in questa faccenda.

“Ma per carità…” ci voltiamo verso la prof. Vorrà dire qualcosa di “fantastico” probabilmente.

“Questa storia è incredibile, lo ammetto. Ma a questo punto diventa assurda!” strano…non lo dice con rabbia ma…non so…per tutto il tempo la prof non aveva fiatato, cosa che io chiamo “assurda”. Non avevo visto il suo volto quando avevamo incontrato Dentolina. Ora però la fatina sembra essersi offesa. Meglio avvertirla che in realtà ci troviamo davanti ad una serpe e non con una donna di mezz’età in pigiama.

“Non ti preoccupare Dentolina, tanto la prof non crederebbe a Babbo Natale nemmeno se lo avesse annanzi gli occhi” la prof mi fulmina di nuovo. Tanto chi se ne frega. Ormai mi ha praticamente bocciato.

“Ricordati che ti posso bocciare!” non mollo. M’hai gia pigliato a calci bella bruna…

“Si ricordi che siamo in una situazione pazzesca, quindi mi sembra il caso di cercare una soluzione!” Ceci con un segno fa attirare tutta l’attenzione su di lei.

“Credo che dovremo cercare la padrona delle bambine e forse lei può dirci dove sono gli altri…scusate non è una buona idea…” abbassa la testa, di nuovo. Dev’essere qualcosa di serio se si comporta sempre così.

“Io invece sono d'accordo. Cerchiamo questa Macula Sanguinea e ne parleremo tra donne” pensavo che la prof dicesse questo con la sua aria da regina, invece…

“Non ne sono del tutto sicura…ma…va bene, proviamo” Dentolina sembra abbastanza sospettosa, non ci bado molto. Ma ‘na cosa non mi convince.

“’Na cosa…qualcuno sa a do sta ‘sta padrona?” silenzio generale. Ceci sembra che voglia dire qualcosa.

“Elementare mio caro Giovanni. Se troviamo degli indizi allora troveremo qualcosa e se troveremo qualcosa allora avremo la soluzione” la prof mi sventola sotto il naso un foglio di carta. Me lo mette davanti gli occhi.

“Che è sta robba?” la prof mi fulmina…sta ritornando serpe…

“Insomma cos’è?”

“Venendo qui l’ho trovato appeso ad una parete e credevo potesse essere utile…” Ceci ad ogni parola minimizza la voce e la riduce a un sussurro. Mò basta…appena torno la porto a Napoli.

“Sentite giovanotti: Chi volesse avere assistenza dalla nostra padrona sia pregato di raggiungerla nella biblioteca presso la scuola. Siate fedeli!” non riesco a vedere bene il foglio…ma pecchè non me lo passa?! Va buò…fa nulla…

“Beh che stiamo aspettando? Non restiamo qui a prendere polvere! Avanti!” si…è decisamente tornata in se…o quasi…

Questa volta sono io a capo gruppo insieme a Cecì, la prof dietro di noi e Dentolina SOPRA di noi. Mi giro verso la prof. Ha paura. Ora ho capito. Anzi no, è mezza terrorizzata. Non l’ho mai vista così…sarà pazzesco ma credo che sono preoccupato per lei. Dai Giannì! Concentrati! E non fare sempre il pepe!

“…mi dispiace…” Ceci ha lo sguardo abbassato…mi fa tenerezza…Dentolina si abbassa alla nostra altezza ma continuando ancora a volare a pochi centimetri da terra. Le ragazze si guardano negli occhi. Ceci abbassa subito lo sguardo.

“…non volevo lasciarti fuori al freddo…e…scusa per non averti aiutata…io…io…” Dentolina sorride. Credo che anche lei ha capito che Ceci ha un qualcosa che la rende timida.

“Non importa. Sono ugualmente felice che qualcuno volesse aiutarmi e non uccidermi” Dentolina mentre dice questo prende le sue mani. Ceci fa un sorriso un po’ imbarazzato. Solo ora mi accorgo che strambo quadretto abbiamo fatto: una fata variopinta che tiene le mani di una sedicenne molto timida in una scuola molto grigia e triste. Mentre sbatte le ali Dentolina fa un rumore simile ad un sacchetto pieno di spiccioli. Forse faceva sempre quel rumore e forse solo ora me ne accorgo. Che strambo ma simpatico quadretto. E poi ci sono io: un sedicenne bagnato e infangato con i riccioli ribelli e la prof…

…eh?

Ah, eccola, è poco più avanti di noi.

“Non per rovinare questo bel momento, ma credo che siamo arrivati” ci catapultiamo tutti verso la prof. Ci troviamo davanti ad un porta, leggo la scritta “Biblioteca”. Ci guardiamo negli occhi. La prof, come pensavo, è terrorizzata. Ceci, stranamente, sembra che voglia scoprire subito cosa si trova la dentro. Dentolina invece ha uno sguardo strano. Sembra un misto tra rabbia e determinazione. Lasciamm’ stare.

“…la apriamo…?”

“…credo di si…sempre meglio che sentire la battuta di Gerry Scotti…” Ceci si mette a ridere. La sua risata è un po’…non strana…particolare, ecco. La fa chiudendo gli occhi e mettendo le mani sulla bocca, come se non volesse che qualcuno la sentisse. Quando non ride le sue mani sono sempre poggiate sul cuore.

“Non diceva così…!” mi piace questa risata timida…ha un qualcosa di dolce che ti riempie il cuore…

“Lo so ma almeno ci assomiglia” potevo dire di meglio…Fabì ha ragione: talvolta sono proprio pepe…

Sento la prof alla mia destra deglutire e apre la porta.

 

 

 

 

 

Ed eccoci qua nella tana del lupo, per così dire. Credevo che la biblioteca fosse come il resto di questo posto ma mi sono assai sbagliato. È tutto pulito. Non ci posso credere. Forse l’unica stanza, anzi no, stanzone pulito, splendente e maledettamente bello. Il soffitto deve essere di tipo dieci metri circa con degli scaffali in legno che probabilmente lo toccano illuminati con la luce di una ventina di candele. Mi sento assai piccerello qua dentro. Dentolina comincia a svolazzare sugli scaffali. Ceci invece è sempre dietro di me. La prof è sparita chissà dove. Non ci posso credere. Cioè…mi sembra assurdo…la scuola è quasi tutta tetra con ragnatele, polvere, poca luce…e invece…al terzo piano in fondo al nulla c’è QUESTO. Qualcuno deve aver benedetto questa biblioteca.

Sposto lo sguardo su Dentolina. Credo che abbia una specie di crisi, perché è da un po’ che svolazza a scatti su un ripiano all’altro degli scaffali più alti. Credo che stia andando in panico, di nuovo. Meglio capire cosa succede.

“We! Che succede?!” c’è qualcosa che non torna in lei. Non riesco a capire.

Dopo un po’ si decide a tornare giù con in braccio sei o sette libri con le copertine marrone scuro. Gli poggia sopra ad un tavolo li vicino a noi due. Smette di battere le ali e comincia a sfogliare velocemente uno dei giganteschi libroni. Ci avviciniamo a lei. È rientrata in panico. Sul tavolino ci sono tre candele accese che garantiscono si e no della luce. Il librone che sfoglia è scritto a mano e ha l’aria di essere qualcosa di vecchio per le pagine…non credo sia carta…

Ceci intanto si è messa alla destra della fata verso la torre di libri. Ne prende uno in mano e comincia a sfogliarlo. Il suo sguardo cambia in continuazione, dall’attento diventa spaventato poi curioso poi sbigottito.

Eh…?

Ceci alza gli occhi dal libro. Mi guarda negli occhi…vuole che mi avvicino. Guardo le pagine del librone, questa volta è carta, ne sono certo ma è ingiallita. C’è un disegno, credo fatto a mano, di un ragazzo con un bastone in mano.

Leggo cosa c’è nella pagina di prima “Jack Frost, spirito dell’inverno, Guardiano del Divertimento. Nato nel 1712 e morto all’età di diciassette anni nella piccola cittadina di Burgess…”

E così è il resto della pagina e credo anche tutto il libro. Prendo in mano gli altri libri. Leggo diversi titoli: Sandman, Babbo Natale, Il Coniglietto di Pasqua… guardo la pagina dove Dentolina ha puntato gli occhi. C’è un altro disegno…è Dentolina…

Non ci capisco più niente.

Solo ora mi accorgo che sta sorgendo l’alba. Vedo dalle gigantesche vetrate un cielo che piano piano comincia a schiarirsi. Aveva anche smesso di piovere e non me n’ero accorto…le stelle cominciano a sfumarsi con il cielo. Presto sarebbe apparso all’orizzonte una debole striscia arancione.

Mi sento vuoto…non so il perché…

Ah si…ricordo…io e Fabi da piccoli una volta avevamo in mente di svegliarci presto per vedere l’alba…eravamo pure saliti su un albero per vedere quel colosso che desideravamo guardare svegliarsi e alzarsi in cielo tipo una colomba che vola via verso la libertà…mi sento vuoto…sono di nuovo preoccupato…

“Beh…buongiorno” oh Santa Madonna di Monte…ma chi è…?!

Mi volto…non è la prof…non è una delle ragazze…loro sono assai dietro di lei…mi guardano mezze sbigottite. Lei è sopra una scala. Ha in mano un librone. Riesco a leggere il titolo: Streghe in età Medioevale. Non mi ha mai guardato. Ha dei capelli rosso…non fuoco…nemmanco carota…vino…ho la nausea solo a pensarci.

“Avete bisogno di aiuto?” ha una veste nera…Ha alzato un po’ la testa verso di me…ha degli occhi…di ghiaccio…ha ancora la testa semi nascosta nel libro. Devo dire qualcosa…

“Lei chi è, scusi…?” non ho aperto bocca. È stata Ceci. Dentolina è affianco a lei. La rossa come il vino alza la testa verso la piccola vocina. Non sembra arrabbiata o offesa…non so cosa sembra…appena ci vede si illumina un sorriso.

“Ah! Voi siete coloro che ho convocato qui! Buongiorno. Avete bisogno di aiuto? Avete perso i vostri amici?” quest’ultima frase mi sveglia di brutto.

“Si, in effetti si. Volevamo…” aspè…ma cosa ha detto prima…?

“In verità non so dove si trovino ora. Forse saranno nell’ospedale oppure nella foresta o per le strade del paese. Se chiedete in giro sono certa che li troverete” ha ancora lo sguardo sul libro…non capisco ‘na cosa.

“Avete detto che ci avete convocato. In verità siamo venuti da soli…” grazie Cecì.

“Beh, voi non lo sapete ma in verità sono stata io a portarvi qui” COSA?! Dev’essersi sbagliata…mi preoccupa soprattutto il tono con cui parla…è come se ci stesse raccontando una cosa da nulla…mi sto agitando…

“Signora, mi scusi, ma in verità noi siamo venuti qui per errore con…”

“Il portale dimensionale che il vostro amico, grazie ad un rito, riuscì ad aprire e a farvi venire qui. Infatti, sono stata io a dire a Farut di fare il rito per portarvi qui” ma che diavolo…?! Ma cosa…?! Non ci credo…! Lo conosce…?!

“Ma perché?! Cosa abbiamo di tanto speciale?!” sento la voce disperata della prof alla mia sinistra. Non ho mai sentito la sua voce così…mi sto preoccupando. La rossa rimette a posto il libro e scende dalla scala.

“In verità non siete “tutti” voi che mi interessate, solo due di voi, ne ho bisogno, per avere tutto” non ci capisco niente.

“Cosa vuoi dire?! E cosa c’entriamo noi in questa storia?!” Dentolina è schizzata in volo verso la rossa. È assai furiosa. La rossa sorride.

“Tu devi essere la Fata del Dentino! È un piacere conoscerti di persona” detto questo tende la mano. Ma Dentolina non la stringe. La rossa sembra essersi abbastanza offesa.

“Perché ci fai questo?! Cosa vuoi dai Guardiani?! Chi sei?! Perché fai questo?!” si, è decisamente fuori di se. La rossa chiude un attimo gli occhi…dopo un po’ gli spunta un sorriso…mi ricorda quello dei gemelli…riapre gli occhi, guarda Dentolina con una sguardo che più inquietante di così… Si fissano negli occhi. Dentolina cade sotto quello sguardo…ho paura…

“Come desideri…” comincia a camminare verso uno scaffale pieno di libri.

“Vedi, mia cara…io, in quella che noi chiamiamo Terra, ho molti più nomi di quanto qualcun altro possa avere. E molti umani, non dico che mi abbiano visto, ma quasi tutti mi conoscono” con lo sguardo mezzo nascosto nell’oscurità vedo che prende un libro: Storia dell’Islam.

“Gli Islamici mi chiamano Iblis” lascia cadere il libro che fa un rumore piatto appena tocca il suolo. Questo botto ce l’ho sigillato nel cervello…prende un altro libro: Induismo nel mondo.

“Gli Indù mi chiamano Asura” fa cadere il libro. Ne prende un altro: Secondo Buddha.

“I Buddisti mi chiamano Mara” cade ancora il libro…non capisco…dove vuole arrivare…? Prende un altro libro: Vita nel Cristianesimo.

“I Cristiani mi chiamano Satana…” cade il libro. Si apre. Vedo la pagina aperta…c’è un uomo macchiato di sangue in un paesaggio in bianco e nero e dietro di lui c’è una donna con il volto nascosto e vestita di nero con dei capelli rosso vino…

“In questa regno invece mi chiamano Macula Sanguinea…” ho gli occhi fissi su quella donna nel disegno. Non sento alcun rumore di libri caduti sul pavimento di legno. Sapevo che esisteva…ne ero certo…Fabì invece diceva sempre il contrario…mi fa male la testa…non riesco ad alzare gli occhi…sento delle voci però…

“Ma…ma…insomma…non…”

“Come vedi, mia cara, è così…”

“Ma…allora…cosa c’entrano i Guardiani…?” sta esitando…non mi piace…alzo lo sguardo verso la rossa. Quei capelli rossi mi fanno più effetto del vino…mi gira la testa…

“Non l’hai ancora capito? Vedi, da quando sono nata ho sempre avuto una particolare ambizione. Come gli spiriti, io ho bisogno di essere creduta e infatti lo sono, ma…non sono venerata, e questo mi procura molto fastidio. Da millenni io sono e sarò sempre la rivale del vostro dio, ma per fare in modo che lui venga dimenticato io devo prima eliminare i suoi Fedeli Angeli…hai capito…?” Dentolina ha gli occhi che sembrano due biglie viola. Dopo un po’ mormora qualcosa.

“Quindi tu sei la rivale dell’Uomo nella Luna…? E noi saremo i suoi Fedeli Angeli che tu dovrai distruggere…? E quindi questo regno sarebbe…”

“L’Inferno, esattamente” mi gira la testa. Il cielo è diventato di un arancione fiammeggiante. Fabi è in pericolo…Leo è Niki sono in pericolo…

“Ma…che cosa hai fatto a Jack?!”…Al e Mini sono in pericolo…

“Tranquilla…sta benissimo. Non gli ho sfiorato nemmeno un capello argentato. Ma…come posso dire…ora lui non potrà più vederti…nè te né gli altri tuoi amici”…Mino è in pericolo…

“Cosa?! Che cosa gli hai fatto?! Cosa intendi dire?!”…Farut può marcire qua sotto…non lo perdono…non lo perdonerò mai…

“Ora ti spiego. Immagino che da umana tu abbia mai sentito parlare di me e delle mie azioni sui mortali, giusto? Ebbene, tra questi miei poteri quali conosci?”…Ceci è in pericolo…mi brucia il cuore…

“…ecco…puoi…fare azioni anche involontarie ai mortali e agli spiriti…e se vuoi anche renderli tuoi schiavi…”…IO sono in pericolo…!

“Esattamente, mia cara. Credo che tu abbia gia compreso. Ma non fraintendere: croci, acqua santa e altro non mi scalfiscono minimamente. Dev’essere qualche invenzione dei mortali per negare che io sia invincibile” la rossa come il vino sorride…devo avvertire i ragazzi…devo uscire da qui!

“Ma temo che dovrò usare lo stesso trattamento del tuo amico anche verso di te…non ti preoccupare…non sentirai nulla…”si avvicina lentamente verso Dentolina.

Eh no vualiuni! Chista rossa non sadda permettere!

“Ferma! Ho detto fermati!” mi è uscito dalla gola l’ira di Dio. Sono assai furioso. Ceci corre dietro di me. La rossa si volta verso di me. Non è arrabbiata.

“Ringrazia il tuo cavaliere per averti salvata. Ma tanto…non ho fretta di catturarti…” oh Santa Madonna…mò m’ammazza…

Eh…?

Non mi guarda nemmeno…

Punta gli occhi verso la prof.

Lei è terrorizzata.

Ma che…?!

Si mette in ginocchio?!

“No! Abbiate pietà! Vi scongiuro! Abbiate pietà!” Maronn’, la prof comincia pure a piangere. Mi fa uno strano effetto. La rossa alza un sopracciglio. Sembra che a lei piaccia vedere la prof così.

“Non capisco di cosa parliate” la rossa ride. Continua ad avvicinarsi alla prof. Faccio cenno a Ceci di allontanarsi e faccio qualche passo indietro.

“Prendete lei! Non prendete me! Io non c’entro nulla in questa storia!” Oh…Santa…schifosa serpe nera…me la pagherà cara! Sono più furioso di prima!!! Ma come si permette ‘sta vipera di vendere una fata?! Com’è possibile vendere una persona…?! Schifosa…serpe…

La rossa come il vino sembra sorpresa, ma non più di tanto. Ci lancia un veloce sguardo. I suoi occhi color ghiaccio si spostano da me verso Ceci.

“Non crederete davvero che potrete uscire dal mio regno in così tanti” eh no. Voglio sentì quello che dirà. Mò ‘a prof è proprio disperata.

“Prendi anche loro!!!” ma…che…come…cosa…CI HA VENDUTI?! Le do un ultima opportunità.

“Ma che dite prof?! Vuole venderci a lei?!” mi ignora. La rossa come il vino sembra soddisfatta del “contratto” che ha fatto. Schifosa…me la pagherai cara per questo…e anche per Fabi e i gemelli e Yoshi e tutti gli stranieri che hai mandato al diavolo!!!

La rossa come il vino indica l’uscita verso la fuga. La prof non se lo fa ripetere due volte. Si alza di scatto e, con le lacrime agli occhi, si catapulta verso la porta. Non ci guarda nemmeno. Io non guardo né Ceci né Dentolina…mi vergogno…mi vergogno…di avere LEI come prof…mi vergogno…non la voglio più vedere…che se ne vada a vendere qualche altra anima al diavolo…che sprofondi all’inferno…

“Solo un momento” la rossa come il vino lo dice prima che la prof apra la porta.

“Non ho mai detto che lei possa andare via. Ho bisogno di lei” ottimo…mai fare accordi col diavolo Giannì…lui, anzi lei, è molto più furba di quanto sembra. La prof si volta. Ha la morte in viso.

“Vede, in questo regno le cose funzionano così: chi in vita è stato particolarmente disubbidiente verso la giustizia viene premiato ad essere tra i migliori Fearling di tutto il regno. Credo che…lei sia particolarmente dotata ad avere questa posizione…” detto questo spalanca il pugno verso la prof.

…?

La prof…vola…

Oh…Santa…Vergine…Maria…

La prof è si e no a cinque metri d’altezza.

È disperata.

Ben le sta.

“Avevi…avevi detto che potevo tornare a casa…” le lacrime le escono a fiumi. E mò che farà ‘sta qua?

“Non ricordo di aver mai detto nulla del genere!” ride…ride…come una pazza…cosa vuole fare…?

Fa qualche passo verso le finestre. Il colosso di fuoco guarda lo spettacolo.

Muove velocemente il braccio verso le finestre…come se stesse lanciando una pallina.

Mi sembra di vederla al rallentatore…

La prof di conseguenza vola contro la finestra…

Dei frammenti di fuoco volano fuori e alcuni dentro…

Poi è tutto buio…

È tutto nero…

Sono finito chissà dove…

Forse è tutto un incubo…

Tra poco mi sveglierò…

Qualcosa si è rotto…

Fabi e io forse stavamo giocando a pallone e io o lei abbiamo rotto una finestra…

Forse dovremo andare via prima che qualcuno ci veda…

Sento sul viso delle manine molto gracili…

Le manine se ne vanno dai miei occhi…

Sono in una biblioteca…

Non era un incubo…

La rossa come il vino ci sorride…

“Beh, non vedo perché anche voi dobbiate restare qui” si volta…fa qualche passo…

“DIANA! GAIA! VENITE IMMEDIATAMENTE QUI!” simm’ morti…

Dentolina vola verso la finestra…non mi importa…

“Prendete le mie mani! ORA!” non mi interessa…la prof…non si meritava una cosa così…

“Gianni! Vieni!” lassa stà Ceci…tanto simm’ morti…Ceci c’ha le lacrime agli occhi…non voglio che muoia però…

“GIANNI!!!”…SONO SVEGLIO! Prendo la mano di Dentolina e così fa anche Ceci. Ci trascina verso la finestra. Maronn’!

“Dentolina!!!” Ceci urla. Mi sta sfondando i timpani. Apro gli occhi… ma…?!

“Maronn’ Santissima!!! Stiamo volando!” Maronn’ che bello! Guardo la fata. Non si sta divertendo…sta scendendo velocemente. Siamo troppo pesanti! Cadiamo a terra in un lampo. Sono caduto sulle ginocchia. Mi bruciano!

“Andiamo! Non c’è più tempo!” alzo lo sguardo…c’è del sangue per terra…c’è una donna cinque o sei metri da noi…l’ha vista anche Ceci…devo svegliarmi! Giannì! Movi chelle gambe! Alzo Ceci. Dentolina comincia a volare verso la strada. Trascino Ceci prendendola per le mani. Piange…non c’è tempo!

“Andiamo Ceci!” guarda ancora il cadavere. Povera piccerella…svoltiamo un vicolo. Il gigante di fuoco è davanti a noi. Non riesco a vedere bene la fata.

“Maledetti! E noi ci eravamo fidati di voi!”…mò so cavoli! Svoltiamo un altro vicolo. Il gigante non riesce più a vederci. Prendo la testa di Ceci e la metto al cuore. Se urla sono cavoli…

“Dove sei! Pensavo che potevamo sposarci e vivere insieme!” Maronn’. Gaia è praticamente di fronte a noi. Dentolina ci fa segno di seguirla. Continuiamo per il vicolo. Il gigante di fuoco non riesce ancora a vederci. Il vicolo è finito. Il gigante ora ci vede. Ci sono solo negozi. Le porte sono tutte sbarrate. Non possiamo nasconderci…! Ceci non ce la fa più a correre.

“Dove siete finiti?! La pagherete cara!” la voce è vicinissima…guardo Dentolina. Si guarda intorno spaesata. Siamo nell’occhio del gigante.

“Aspetta! Voglio vederti un ultima volta!” Dentolina ha puntato gli occhi verso qualcosa. Seguo il suo sguardo. Un tombino…erm…a questo punto…Gianni! Non fare lo schizzinoso! Dentolina si catapulta verso il tombino e anch’io. Lo prendiamo. Maronn’ Santissima! Credo che pesa il triplo di me!

“Sono vicini, lo sento!” avanti fatina! Possiamo farcela! Si è spostato…si! Ce la faremo! È aperto! Santa Maria! T’ho voluto assai bene!

“Non andare via!” oh…no…no… c’ha visti…simm’ rovinati…ci faranno la bara…Dentolina e Ceci non si sono accorte di niente. Cominciano a scendere. Gli occhi gialli del demone mi fissano…ti prego no…si volta e va verso il vicolo.

“Diana! Li ho visti per di qua!” forse posso ancora andarmene! Comincio a scendere per il tombino. C’è una scala attaccata. Prendo il tombino e cerco di muoverlo…è inutile…tanto c’hanno pigliati…

Non vengono…

Non sento più una mosca…

Non capisco…

Non importa.

Continuo a muovere il tombino.

Ce l’ho fatta!

Il gigante di fuoco non ci vede più.

 

  
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