Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: JhonSokew    04/10/2013    0 recensioni
Quasi come se stessero seguendo un copione, Singapore aggiunse- Questo non è molto coerente, da una persona che non fa altro che accusare di occidentalizzazione gli altri. Ti fidi di più di loro che di noi?-
Vietnam guardò i due uomini sapendo di essere giudicata e anche molto duramente e nonostante che Tailandia fosse suo amico, anche lui l’osservava irritato … in effetti andare a piangere dagli europei poteva essere considerato un vero tradimento.
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Germania/Ludwig, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Osserva molteplici realtà'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo
 

Avrebbe dovuto prendere qualcosa per dormire.
Un ragazzo affannava nel suo sonno, dalle condizioni del suo letto si poteva  capire che il suo sonno era agitato e non ristoratore.
Pochi minuti dopo il ragazzo si svegliò di colpo, il suo volto era sudato e  pallido.
Il ragazzo strinse il lembo della lenzuola con forza continuando a ansimare, qualunque incubo avesse avuto doveva essere stato orribile.
Quando il suo respiro si regolarizzò il ragazzo non provò a dormire di nuovo, afferrò due cose dal comodino vicino al suo letto.
Una sveglia che gli indicò che erano le quattro del mattino e degli occhiali che indossò poco dopo aver letto l’orario.
Il ragazzo si alzò dal letto e si infilò una semplice maglia con dei jeans chiari.
Poco dopo era nel suo garage a mettere una moto in funzione.
Viaggiò in assoluto silenzio nelle larghissime e infinite strade degli USA, nessuno dei suoi  conoscenti  l’avrebbe riconosciuto in quel  momento … non si era mai visto una espressione così seria sul suo volto.
La riserva di Riserva Hopi, una delle ventitré riserve dello stato d’Arizona. All’entrata della riserva c’era una piccola portineria a cui il ragazzo mostrò il suo distintivo.
- Signor Alfred Jones. Che piacere rivederla - una guardia salutò dall’interno a Alfred che gli  sorrise.
Il distintivo diceva che lui era  lì come studioso ma non era così.
Era arrivato poco dopo l’alba e  alcuni indiani stavano lavorando ma appena  lo videro  passare  chinarono il capo in segno di rispetto.
Il ragazzo alzò il braccio e mosse la mano in cerchio in senso antiorario.
Entrò a testa  china nella capanna  che  stava cercando, sapeva  bene che la persona con cui voleva  disperatamente parlare aveva già captato la sua presenza.
- Benvenuto, Terra - il nativo americano accolse in quel modo il ragazzo e gli indicò  un copricapo piumato.
Il ragazzo si svestì della maglia e degli occhiali e indossò  il copricapo, si sedette a gambe incrociate  e aspettò.
Il nativo indiano era separato da lui da un piccolo fuoco.
La capanna era calda e accogliente.
- Sciamano, vorrei che mi chiamasse Alfred o America -  esitò il ragazzo a quella ultima parola e infatti ebbe ragione,lo sciamano lo guardò collerico per un attimo.
- Nessuno in questo villaggio ti chiamerà mai con quel nome, Terra. Quel nome ti è stato dato dai quei selvaggi oltre mare - spiegò calmo lo sciamano.
- Comprendo, sciamano -  disse America a testa bassa.
- Cosa ti turba, Terra? Oltre il triste pensiero che ti ho fatto evocare su uno di quei selvaggi? -
America lo guardò imbarazzato e tentò di ribattere ma lo sciamano lo batté sul tempo.
-  Anche se tra quei selvaggi c’è ne uno molto buono. Un altro come te. -
America sorrise leggermente e prese un profondo sospiro - C’è un sogno sciamano, anzi un incubo che già mi ha perseguitato per quarto giorni. Credo che voglia dire qualcosa - spiegò Alfred abbassando nuovamente il capo.
Lo sciamano buttò della polvere nel fuoco e la fiamma diventò viola e dopo quel gesto disse - Hai ragione, Terra. Il sogno vuol dire qualcosa. -
America  deglutì nervoso , la sua ansia venne captata dalla fiamma che diventò ancora più viola.
- In questo sogno non mi vedo. Vedo tutto con i miei occhi. C’è un aquila, il mio totem, che mi guarda con i suoi grandi occhi calma ma poi quando mi avvicino per accarezzarla mi becca la mano con violenza e dalla mia mano destra esce del sangue. Prima che posso guardarla di nuovo ,l’aquila è scomparsa dalla mia vista. Alzo gli occhi al cielo e la vedo volare velocemente, le tengo il passo e poi improvvisamente l’aquila scende in picchiata in foresta  e distrugge tutto -
La fiamma della stanza diventò nera e America indietreggiò un po’ a quella vista.
- Sei triste per la foresta? – domandò  allora lo sciamano e America con un’ espressione spaventata sul volto annuì con la testa.
- Sono disperato per quella foresta. -  America distolse lo sguardo e poco dopo  tornò a parlare.
- Poi spunta improvvisamente un orso che mi butta a terra, sono a terra e vedo le sue fauci aprirsi e avvicinarsi verso di me e poi tutto buio. -
Lo sciamano poggiò  le mani nell’alto delle fiamme, alcune di esse si trasformarono in alcune figure di animali che  corsero verso lo sciamano, il quale chiuse gli occhi.
Alfred attese in silenzio e si concentrò sulle fiamme  che ormai, erano tornate di colore normale.
- Le anime animali mi dicono che l’orso è tuo amico - annunciò lo sciamano con voce grave e aprì un occhio per osservare la reazione di “Terra”
America era perplesso, normalmente non oserebbe contraddire qualunque  cosa gli dica lo sciamano ma oggi decise di parlare.
- Le anime animali dicono, che un orso che mi inghiottisce nelle sue fauci è mio amico? - disse calmo sperando di non sembrare troppo sarcastico, altrimenti stava diventando come quel musone di Inghilterra.
- Sì - rispose semplicemente lo sciamano aprendo gli occhi e fissando America.
- Perché l’orso è uno come te - concluse serafico lo sciamano ma Alfred lo guardò senza capire.
- E’ “ Terra” come te - tentò di rispiegare ancora lo sciamano e ovviamente l’altro lo guardò ancora più stralunato.
- E’ … - iniziò lo sciamano e America si  porse verso di lui  interessato: - … un protettore di un popolo e di una terra come te. -
America riuscì a capire cosa gli stava dicendo lo sciamano e assunse un’ espressione certa ma poco dopo, gli sorse un dubbio e domandò - E’ una nazione come me? -
- Sì ,dannazione! - tuonò lo sciamano.
La rabbia e l’irritazione dello sciamano vennero captate dalla fiamma che si colorò  di un violento rosso.
- Allora, grazie sciamano … ma adesso devo andar. – disse tranquillo la nazione mentre si stava rialzando ma lo sciamano lo fulminò con un siediti.
- Le anime animale e IO non abbiamo ancora finito - specificò lo sciamano.
- Stai per andare incontro al tuo destino, Terra. Non sarà facile e tutto quello in cui credi ti tradirà, questo significa l’aquila che ti becca, dovrai aprirti a nuovi pensieri e a un nuovo te stesso -
A quelle ultime parole Alfred distolse lo sguardo e mormorò piano: -  L’Aquila mi distruggerà qualcosa di molto importante,vero? -
Lo sciamano annuì.
- Posso salvarla, cioè posso salvare quel qualcosa? -
Lo sciamano si era avvicinato e prese il viso di Alfred tra le mani, gli occhi del nativo si erano incontrati con quelli della nazione.
- Sì, Alfred. Ma solo se ti alleerai con l’orso -
La giovane nazione americana guardò il nativo e deglutì nervoso e appena lo sciamano liberò il suo viso, lui fece per andarsene ma ancora una volta venne fermato dallo sciamano.
Lo sciamano prese una scodella da poco lontano da lui e tornò dalla nazione.
America riconobbe immediatamente l’odore che proveniva dalla ciotola.
Lo sciamano toccò il contenuto della ciotola e disegnò due segni  sugli zigomi della nazione.
- Sei pronto Terra ad adempiere al tuo destino? -  mormorò alla nazione.
- No -  replicò Alfred sincero.
- Nessuno mai lo è, ma lo sarai – concluse lo sciamano con un sorriso.
La fiamma dietro di loro ridiventò verde.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: JhonSokew