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Autore: EnglishBreakfast    04/10/2013    4 recensioni
Una mattina presto a casa Nara.
E una riflessione sulla genetica da parte di una mamma che decisamente non ne può più.
"-A volte mi chiedo perché, insieme all'intelligenza e all'ossessione per quegli impossibili giochi da tavolo, tu abbia trasmesso a tuo figlio anche questa insopportabile pigrizia e zero voglia di vivere."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Sorpresa | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Avete presente Naruto? Ecco, se fosse di mia proprietà il manga sarebbe finito da cento e più capitoli, i filler non esisterebbero, Sakura sarebbe morta in qualche atroce modo e Shikamaru dietro un cespuglio a fare cosacce con Temari. 
Ahimè, non è così. Facciamocene una ragione.
Morning story.
 
 
Osservò la scacchiera con occhio attento, analizzando meticolosamente la posizione di ogni singola pedina, riflettendo sulle conseguenze di ogni sua possibile mossa.
Ormai la partita era agli sgoccioli e l’avversario che aveva davanti non era proprio quello che si definirebbe facile; anzi, tutto il contrario. Era il più furbo, astuto, intelligente e imbattibile giocatore di shogi che avesse mai conosciuto: suo padre.
Si strinse il codino in cima alla testa e si passò una mano sul viso, massaggiandosi le tempie. E fu proprio in quel momento che lo vide, il particolare che aveva tralasciato. Diede un’ultima occhiata alla scacchiera e poi decise che sì, era la mossa giusta.
Spostò la pedina lentamente, deglutendo, poi guardò l’uomo che aveva di fronte: stessi lineamenti, stessi capelli raccolti, stesso orecchino al lobo, perfino la stessa maglietta. Ma lo sguardo, quello era molto diverso.
Suo padre spalancò gli occhi per la sorpresa e il ragazzo storse la bocca in un ghigno soddisfatto.
-Tu mi hai…battuto?!
Oh sì. L’aveva battuto. Ancora non poteva crederci! Suo padre, aveva vinto contro suo padre! Era così felice, così soddisfatto, così esalt…
 
-Ohi. Sveglia, muoviti!- La voce di sua madre lo colse totalmente impreparato. Aprì gli occhi impastati dal sonno; era un sogno, un maledetto sogno!
Non aveva mai battuto suo padre a shogi e in più la sua dispotica madre aveva aperto la finestra facendo entrare nella sua camera la luce delle sette del mattino e l’aria gelida di metà febbraio.
Emise un verso di disappunto e si rituffò sotto le coperte mugugnando qualcosa che somigliava molto ad un “Ancora cinque minuti mà!”.
Tuttavia, la donna non sembrava avere la benché minima intenzione di farlo dormire di più. –Avanti cavernicolo, svelto. Arriverai tardi al campo di addestramento! Alzati subito che devo rifare il letto…
Con estrema calma il ragazzo si alzò, cercando tra il mucchio di non meglio precisata roba qualcosa di decente da mettersi.
A passo bradipo si diresse in bagno, dove si gettò dell’acqua gelida sul viso e cercò l’elastico che si era tolto la sera prima per legarsi i capelli nel codino che lo contraddistingueva. Poi si avviò verso la cucina.
-‘Giorno pà- salutò il suo vecchio che, seduto al tavolo, leggeva il giornale sorseggiando caffè nero.
L’uomo lo guardò per un attimo ed emise una specie di grugnito che in Narese (lingua che al ragazzo era stata insegnata fin dalla nascita) significava qualcosa come “Buongiorno figliolo!” e tornò a rivolgere la sua attenzione al quotidiano.
Poi, sedutosi al suo posto, il ragazzo si versò una dose abbondante di caffè  con qualche biscotto secco che immergeva lentamente nella tazza per poi sbocconcellare nella più assoluta calma.
-Ancora qui sei? Forse non hai capito il significato della parola ritardo: ti devi muovere! Alza il tuo bel sedere e fila via, i tuoi compagni di squadra ti staranno aspettando giù al campo da un pezzo!
Lui sbuffò sonoramente, consapevole del suo ritardo e del fatto che sua madre incazzata fosse un’enorme seccatura; finì il caffè, fece un cenno al padre, prese il suo giubbotto verde da Chunin e si dileguò.
 
 
La donna fissò suo marito con espressione che preannunciava tempesta e bufera.
-A volte mi chiedo perché, insieme all’intelligenza e all’ossessione per quegli impossibili giochi da tavolo, tu abbia trasmesso a tuo figlio anche questa insopportabile pigrizia e zero voglia di vivere.
Lui alzò lo sguardo dal giornale e incontrò gli occhi acquamarina della moglie.
–Perché quando sposi un Nara, seccatura mia, e quando accetti pure di avere un figlio con lui, prendi tutto il pacchetto; pigrizia e fissazione per lo shogi compresi.
 
 
 
 
 
Ok beh. Non so come sia uscita questa…cosa…tuttavia ho deciso che mi piaceva abbastanza e che volevo sapere cosa ne pensavate voi.
Quindi dite la vostra, non mi farebbe male qualche commento!       
 
A presto, Margherita.
   
 
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