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Autore: Aagainst    04/10/2013    2 recensioni
Davide è un ragazzo che crede di sapere tutto della vita. Riuscirà Hayley Williams a fargli cambiare prospettiva? Una storia di amicizia e, perché no, di amore, in cui i protagonisti scopriranno meglio chi sono.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi Tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 29
POV HAYLEY
Mi svegliai nel cuore della notte, ansimando. Mi voltai. Davide dormiva beato e tranquillo. Mi guardai in giro. Decisi di alzarmi. Feci attenzione a non svegliare il mio ragazzo e mi recai in cucina. Aprii il frigo e versai dell’acqua ghiacciata in un bicchiere. La bevvi, gustandomi il freddo che mi riempiva la bocca. Poggiai il bicchiere sul tavolo e mi sedetti su una sedia, sospirando. Mi sentivo angosciata. Terribilmente angosciata. E non capivo perché. Ero in cucina, al buio, seduta ad un tavolo, in canottiera e pantaloncini. Forse avrei dovuto tornare a letto. Eppure non riuscivo ad alzarmi. Era come se qualcosa mi tenesse incollata alla sedia. Udii un rumore di passi. –Hayls, che fai alzata?-. Mi voltai. Davide mi guardava, con aria terribilmente assonnata. –Dav, torna a dormire. Io… Ho solo bisogno di pensare un attimo, tutto qui.- risposi, cercando di mascherare la mia inquietudine. Lui si avvicinò e mi cinse da dietro, baciandomi la testa. Mi morsi il labbro e mi voltai, baciandolo. Poi, lo abbracciai. –Mi sento inquieta. Non so perché.- ammisi. Lui mi accarezzò dolcemente la guancia. –Sei preoccupata per la serata di domani?- mi chiese. Io scossi la testa. –Non è la prima volta che canto ad un concerto. No, non è per domani. E’… E’ per te, penso. Cioè… Davide, io vorrei che tu chiarisca con tuo padre. E questo perché so come ci si sente a non riuscire a parlargli. La verità è che ho paura, Davide. Ho paura di perdere tutto.-. Scoppiai a piangere, aggrappandomi a lui. Non volevo che se ne andasse. Non volevo rimanere sola. –Hayley…- mormorò lui. Mi prese in braccio e mi portò in camera. Sembravo una bambina in preda agli incubi. Mi adagiò delicatamente sul letto e si stese accanto a me. –Hayley, ti amo.- dichiarò. Poi, mi baciò, delicatamente. Lo guardai negli occhi e lo strinsi a me. Appoggiai la testa al suo petto. Potevo sentire il battito del suo cuore che, a poco a poco, si fuse totalmente con il mio. –Hai un buon profumo.- mormorai. Lo percepii sorridere. Poi, lui si mosse e si spostò su di me. Iniziò a baciarmi il collo, lentamente. Salì fino al mio punto sensibile dietro all’orecchio e mi baciò il tatuaggio del Warped Tour. Poi, mi morse leggermente il lobo. Infine, si spostò a lato. Io mi misi per bene sotto le coperte e mi addormentai pensando che lui sarebbe rimasto per sempre.

POV DAVIDE
Quando mi svegliai Hayley dormiva ancora. Era tutta raggomitolata sotto le coperte, come una bambina. Mi alzai e scesi a fare colazione. Ripensai a quello che mi aveva detto Hayley la notte. Sì, dovevo andare a parlare con mio padre. Era l’unica cosa che mi restava da fare. Mi vestii e lasciai un messaggio ad Hayley. Poi uscii, incamminandomi verso l’albergo dove alloggiava mio padre. Entrai e chiesi di lui alla reception. –Mi dispiace, ma la sua chiave è qui.- dichiarò la receptionist. -Non si preoccupi, lo aspetterò qui.-. Mi sedetti su una poltrona e attesi il suo ritorno. Quando arrivò, aspetti che prendesse le chiavi e poi lo presi per un braccio. Lui si voltò di scatto e provò a divincolarsi, impaurito. –Papà, no. Ascolta, io ti voglio solo parlare.- mormorai. –Davide, di cosa dobbiamo parlare? Ti ho già spiegato…- -No! Tu non mi hai spiegato nulla! E Silvia è all’ospedale, maledizione! Ti prego!- esclamai. Mio padre sospirò. Poi mi prese per il braccio e mi condusse fuori, ad un parco. Mi fece sedere su una panchina. Rimanemmo in silenzio, per un tempo che mi parve interminabile. –Ti ho già detto perché me ne sono andato. E anche perché sono venuto qui. Non c’è nient’altro da aggiungere.- affermò lui. –Che ci faceva Silvia in macchina con te?- trovai la forza di chiedere. Mio padre abbassò lo sguardo. –Ero passata a trovarla… E avevamo iniziato a parlare di Fieldman. E’ stato uno dei suoi a provocare l’incidente, ne sono certo. Questa volta ho le prove per rincastrarlo. Ma ho deciso di distruggerle. Non voglio perdervi di nuovo. Non ora.-. Mi voltai verso di lui. E lo vidi per quello che era: mio padre, ovvero un uomo che era stato costretto a scegliere. E io non l’avevo mai capito. Iniziò a piovere, ma noi restammo lì, su quella panchina, fermi e muti. Quella mattina, sotto la pioggia, non fui ancora in grado di perdonare mio padre. Ma iniziai ad accettare la sua presenza.

Angolo dell'Autrice

Scusate l'atroce ritardo, ma ho avuto dei problemi che, tra l'altro, non ho ancora risolto. E, siccome in questa fanfiction scrivo ciò che provo e le mie sensazioni, beh...  Non me la sentivo... Quindi perdonatemi anche per la brevità di questo capitolo, spero vi piaccia comunque. 
Grazie a Chocobomb e Ollieparawhore per le recensioni e la gentilezza. Grazie anche a chi legge e a chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Alla prossima!
   
 
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