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Autore: Miharu21W    05/10/2013    1 recensioni
Tahira si alzò agevolmente cercando di asciugarsi le piccole lacrime che le rigavano le guance che però non accenavano a darle tregua.
Quando, ad un tratto sentì dei passi che affondavano nella sabbia dietro di lei.
Emise un piccolo sussulto quasi impercettibile.
Si girò lentamente con incertezza anzi con paura che fosse sua madre. Che aveva scoperto il suo nascondiglio ed era venuta per tirarle ben più di un semplice schiaffo. Ma appena si girò un ragazzo le apparì davanti come per magia. Come fosse un angelo atterrato senza preavviso su questa terra.uesta è la mia prima ff sul mondo di Inazuma Eleven anche se è da sempre che leggo tutte ff pubbicate, e devo ammettere che sono un po' nervosetta ho paura che non sia all'altezza delle altre..
Ma comunque ecco qui un assaginoH (?) della storia (storia ma che dico della carneficina...-.-"):
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Sulle Ali di un Gabbiano~

 

 

Tahira, una ragazza che si potrebbe definire "inferiore" alle altre.

Con problemi che popolano la sua vita terrena come ombre che la seguono ovunque metta piede: sola, impopolare, mezza orfana, e maltrattata. Tutto questo stava distruggendo la sua vita da giovane ragazza liceale. 

Le venivano assegnati voti alti ed era una ragazza simpatica anche se un po' timida e riservata. Allora perché nessuno le regalava un semplice "ciao" quando entrava in classe?

Perché sua sorella tornava a casa alle 4 del mattino solo per prenderla a schiaffi e minacciarla?

Perché suo padre l'aveva lasciata nelle mani di un essere tanto spregevole e crudele nei suoi confronti?

Non esiste un modo per espellere il dispiacere, il rancore, la rabbia e la tristezza e tutti quei sentimenti negativi ma profondi che provava Tahira, senza maltrattare altra gente innocente. Tranne quello di piangere amare lacrime trasparenti, e lasciare che cadano al suolo indisturbate ed inutili.

E fu esattamente quello che fece. Grosse lacrime salate si sprigionarono dai grandi occhi dorati della ragazza seguendo la forma del suo viso e rigandole le guance. Si sdraiò sconsolata sulla sabbia del medesimo colore dei suoi occhi. Fisso quel mare turchino, lo stesso di tutte le altre volte che litigava con sua madre. Quando questo accadeva correva subito qui per sfogarsi con le onde ed i gabbiani che volavano soavi sopra la sua testa castana. Se lei avesse avuto due ali come quelle le avrebbe sicuramente utilizzate per scappare dalla buia realtà che ormai faceva parte della sua vita quotidiana. Avrebbe attraversato quella distesa d'acqua che dava l'impressione di non avere una fine e sarebbe andata ancora oltre.

Si lasciò cullare dai suoni che popolano una spiaggia, ossia lo stridere delle urla dei gabbiani e le onde leggere che si incontrano con la riva per poi abbandonarla e ritornare, come una coppia di innamorati.

 

                   ☆★☆★☆

 

Oggi il mare era decorato con delle piccole sfumature più intense di turchese qua e la che lo decoravano. 

Si portò una mano al viso sfiorandosi il nuovo livido aggiunto alla sua vasta collezione. Un'altra volta. Sua madre le aveva assestato un vigoroso schiaffo sulla guancia sinistra. 

Sentiva ancora le urla isteriche ed animalesche di sua madre che la minacciava con parole cruente facendola indietreggiare. Tornò tutto come in un flashback:

Flashback

 

La porta si aprì andando a sbattere contro il muro con un forte tonfo.

Tahira spalancò gl'occhi dorati con spavento ed orrore:

Sua madre era tornata.

Si sarebbe voluto chiudere in camera ma la sfortuna volle che camera sua non avesse neanche l'ombra di una serratura o di un lucchetto. Sentì I passi lenti e fatali salire le scale. Strinse le coperte al corpo con nervosismo. I passi si facevano sempre più vicini, ora erano davanti a camera sua. La maniglia si mosse e agl'occhi di Orabel apparve la figura di una donna. Lisci capelli marroni le incorniciavano il volto dai tratti ancora giovani. Gli occhi erano affilati e di colore verde mentre la pelle era abbronzata da classica cubana. 

-Alzati, ho fame!-

"Sì anche tu mi sei mancata!" Pensò ironica Tahira guardando verso il basso per non incontrare lo sguardo di sua madre. 

-Allora hai intenzione di rimanere li a fissarmi?- 

Urlò Francine dalla porta reggendosi a malapena in piedi.

Puzzava d'alcool in modo inverosimile, si vedeva che aveva bevuto e anche tanto dal modo in cui barcollava.

-Devi smetterla.-

Disse  Tahira guardando ancora più attentamente il pavimento.

-Cosa hai detto!?!- Urlò nuovamente Francine barcollando verso Tahira che nel frattempo si era alzata dal letto.

-Devi smetterla di bere fino a stare male! Di rimanere fino a notte tarda a spendere quei tuoi pochi risparmi! Devi smettere di tornare a casa facendo casino e spaventandomi a morte! Devi smettere di odiarmi!!!- Ribatte Tahira mentre i suoi occhi dorati si inumidivano e cominciavano a brillare.

Uno schiaffo alla guancia sinistra. Fortissimo.

Tahira perse l'equilibrio e cadde a terra piangendo a dirotto. 

Il dolore di quello schiaffo privo di rimorsi le creava un foro nell'anima ogni singola volta. Quell'essere che avrebbe dovuto amarla più di qualsiasi cosa a questo mondo per lei provava solo disprezzo e ceca collera.

Tahira si alzò scappando via ed uscendo dalla porta principale e sbattendola.

-Ti odio!!!- Urlò con tutto l'aria che aveva nei polmoni.

 

                   ☆★☆★☆

 

Il calmo e regolare rumore delle onde turchine le sussurrava all'orecchio parole di conforto che le apparivano sensa significato ed inutili. Si portò le mani esili e minuti verso il volto arrossato e sofferente che si portava dietro da mesi e si asciugò una lacrima.

-Perché sono sempre io ad essere diversa?

Sono l'unica persona a questo mondo con una vita cosi infernale.

Ci provo, ci provo e ci riprovo!

Ma sembra sempre di vadere duramente al suolo non raggiungendo il mio scopo: una vita normale.

Certe volte penso di dover gettare la spugna e ricominciare con qualcosa di completamente nuovo. Sparire, e forse tornare come una persona nuova.

Senza sosta per giorni, mesi ho provate ad essere simpatica con le mie compagne di classe, affabile con mia madre.

Ma mi sembra di non arrivare da nessuna parte.

Mi disprezzano e basta, senza un motiva chiaro.

Cos'ho che non va?

Sto camminando nel buio in cerca di una meta ma sembra quasi irraggiungibile o... Inesistente.

Qui nessuno è come me sono sola ed abbandonata a me stessa.

Mi sono persa e non trovero mai più una via d'uscita!

È esattamente quello che mi è successo. 

Ormai non ce più via d'uscita da questo mondo oscuro privo di allegria e sentimenti sinceri!-

Alzò il viso verso il cielo per urlare quest'ultima frase. Forse per convincere se stessa che non c'era più neanche un barlume di speranza rimasto per lei o forse credendo che lasciar scaturire quei pensieri funesti sarebbe servito a far cambiare qualcosa in quel incubo che era diventato la sua vita.

Fece scivolare il piede destro fuori dalla ballerina bianca adagiandolo sulla sabbia fresca e fine. Un'onda più possente delle altre ne toccò la punta. 

 

                    ★☆★☆★

 

Tahira si alzò agevolmente cercando di asciugarsi le piccole lacrime che le rigavano le guance che però non accenavano a darle tregua.

Quando, ad un tratto sentì dei passi che affondavano nella sabbia dietro di lei. 

Emise un piccolo sussulto quasi impercettibile.

Si girò lentamente con incertezza anzi con paura che fosse sua madre. Che aveva scoperto il suo nascondiglio ed era venuta per tirarle ben più di un semplice schiaffo. Ma appena si girò un ragazzo le apparì davanti come per magia. Come fosse un angelo atterrato senza preavviso su questa terra.

Era un ragazzo decisamente attraente: 

Due occhi nocciola scrutatori ed attenti. E dei capelli di un colore marmoreo. Una corporatura robusta e dall'aspetto agile. 

Il cuore di Tahira saltò un battito.

I due ragazzi rimasero in piedi circondati da un silenzio imparazato e separati da due metri di soffice sabbia.

Orabel arrossì leggermente: Probabilmente aveva udito ogni parola da lei pronunciata.

Ma ben presto l'imbarazzo fece spazio ad un sentimento tetro e crescente si appropriò in poco tempo di tutto il corpo della ragazza.

Quel sentimento come inchiostro versato su una pagina bianca, la pagina non riesce a trattenere lo scuro liquido che crepa su tutto il foglio inumidendolo e ben presto distruggendolo.

Aveva bisogno di qualcuno, chiunque che le desse un po' di affetto.

E quel chiunque era il ragazzo di fronte a lei.

Si fiondò nelle braccia del ragazzo poggiando il viso sul suo torace e innaffiandoli la maglietta di lacrime, gli cinse il collo con le braccia. 

Allora da quella ragazza che provenivano quelle urla disperate. 

Il ragazzo preso alla sprovvista alle prime non seppe come agire si sentì uno stupido.

Quella ragazza era sconsolata si leggeva nelle sue azioni cariche di afflizione, ma come avrebbe dovuto reagire lui.

Rimase li immobile per qualche secondo incerto sul da farsi con le braccia lunga il corpo incerte di quale direzione prendere.

Fissò i capelli nocciola e gli si dipinse un sorriso minuto sulle labbra.

Quella ragazza dopotutto gli regalava un sentimento di compassione e tenerezza quasi come con la sua sorellina.

Le cinse la vita con un braccio e con l'altro le accarezzò i capelli marroni.

Tahira alzò lo sguardo incontrando gl'occhi compassionevoli del ragazzo che sembravano leggerla come fosse un libro aperto.

-Tahira. Io mi chiamo, Tahira.-

Disse con la voce rotta dal pianto.

E si perse nello sguardo penetrante del ragazzo.

Distolse lo sguardo dopo aver capito di averlo fissato troppo a lungo ed arrossì leggermente.

Goenji le asciugò una lacrima trasparente e sicera con un dito.

-Shuuya Goenji- 

Rispose sorridendo alla languida ragazza.

Tahira rimase ad occhi spalancati davanti quella figura.

Forse aveva trovato le sue ali...

Quelle ali che l'avrebbero trasportata via...

 

                      ♡♡♥♥

 

Angolettinino Autricettinina ~♡~

 

Questa one shot mi è venuta in mente pensando un po' alla situazione di una mia amiche quindi questa la dedico alla mia amica, Marina. 

E poi era da un po' che volevo pubblicare una one shot con la mia OC Tahira!

E abbiate un bricciolo di pieta per il mio italiano scadente. Ho vissuto quasi tutta la mia vita in Canada e sono nata in Islanda quindi d'italiano non so davvero molto xD

Comunque non voglio annoiarvi troppo quindi credo che adesso spariro vi ho annoiato sin troppo. 

Ciao! :P

  
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