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Autore: Ehyca    05/10/2013    2 recensioni
Una raccolta di oneshots che ha come protagonisti un tenero Tao e un fiero Kris (Pff, vorrebbe esserlo...)
Storia originariamente scritta da: WhatsOnTheCeiling
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kris, Kris, Tao, Tao, Un po' tutti
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Sebbene Tao avesse la spiaggia come suo santuario, Kris si sentiva molto più a suo agio nelle fredde serate d'inverno a Beijing. Spesso passeggiava per le strade con un sciarpa che gli copriva la prima metà del viso e una cuffietta in lana, chiesa in prestito a Luhan. Quando il leader era solo però,  in mezzo al marciapiede desolato, si toglieva tutto e lasciava che la brezza notturna gli raffreddasse il corpo.

Ad ogni modo, c'erano sempre delle eccezioni, e si ritrovò seduto in un comodo salottino di un cafè. Di fronte a lui sedeva un ragazzo dai capelli corvini, che disegnava cerchietti nella schiuma del suo caffè.

Kris lo guardava con la testa posata sulle mani, sorridendo occasionalmente quando il ragazzo si imbronciava se la sua figura non usciva correttamente, o quando accidentalmente la rovinava. Con calma prese un sorso della sua bevanda, lanciando uno sguardo alla barista dietro il bancone. Aveva finito di preparare il caffè per un paio di studenti che avevano bisogno di una piccola spintarella prima di rimettersi a studiare per tutta la notte.

La donna incrociò il suo sguardo e Kris voltò velocemente la testa; non voleva che lo riconoscesse ed essere così costretto a trovare un nuovo cafè. Questo gli piaceva per la sua vicinanza ai confini della città e per la sua lontananza da occhi indiscreti.

“Questo posto è carino,” si complimentò il ragazzo dai capelli neri. Kris incontrò gli occhi di Tao, che aveva finito il suo capolavoro con il caffè e gli stava sorridendo leggermente, “Da quanto tempo vieni qui?”

“Esco più o meno alla stessa ora in cui tu vai alla spiaggia.”

“Davvero?”

Annuì e con l'unghia picchiettò sulla tazza in porcellana davanti a sé, “È accogliente... Mi ricorda di qualche cafè in Canada.”

“Com'è il Canada?”

“Molto freddo,” ridacchiò.

Tao si accigliò, ma accettò la risposta comunque e si appoggiò allo schienale della sedia, “… Il Canada ti piace più di Beijing?”

“Come mai tutte queste domande?”

“Sono solo curioso!”

Sospirò, “Il posto che mi piace di più è dovunque siano i miei fratelli. Che sia un enorme palco in posti come Corea, Cina, o Canada... o in un cafè nascosto in una bella serata invernale.”

Gli occhi del maknae formarono due lune crescenti quando sorrise e abbassò lo sguardo, giocherellando con la sua tazza di caffè, “Anche a me piace stare con tutti. All'inizio non ero sicuro che sarei riuscito a sopravvivere senza i miei genitori... ma adesso non so se riuscirei a sopravvivere senza voi.”

Kris si sporse per arruffargli i capelli neri e disordinati, “Da quando sei così sentimentale?”

“Sono sempre stato così Ge, te ne accorgi solo ora?”

Gli diede un colpetto alla testa, chiamanadolo 'babo' sottovoce dato che era una delle poche parole coreane che Tao capiva davvero. Il ragazzo si vendicò calciandolo leggermente sotto il tavolo. Dopo una chiamata del loro manager, i due finirono velocemente i loro caffè e se ne andarono con un piccolo inchino verso la barista.

Tao e Kris camminavano fianco a fianco, dirigendosi silenziosamente verso la fermata dell'autobus più vicina. Normalmente avrebbero chiamato un van per farsi venire a prendere, ma Kris aveva memorizzato solo il tragitto, non i cartelli stradali, quindi non poteva dare loro un'esatta posizione.

Non che gli importasse comunque, i due ragazzi non davano mai per scontato i loro rari momenti di libertà.

Comunque, Kris cominciò a pensare che forse avrebbero dovuto prendere un van quando vide il povero ragazzo accanto a sé rabbrividire.

“Hai freddo?”

“N-No, sto bene,” Tao cercò di sorridere, ma il leader ebbe più dubbi quando i suoi denti cominciarono a battere. Prima che Kris potesse rimproverarlo, gli occhi del maknae si spalancarono e cominciò a correre in fondo alla strada, fermandosi di fronte ad un negozio che mostrava girandole di carta.

“Guarda Ge! Delle girandole!” gridò, gli sbuffi del suo respiro apparivano e scomparivano nell'aria. Kris si avvicinò e li esaminò. Erano tutti di diversi colori pastello, come rosa chiaro e rosso. L'attenzione di Tao era focalizzata su una girandola con delle nuvole e uno sfondo celeste.

“Queste cose mi fanno sempre venire voglia di volare,” Disse ancora, le dita sfioravano il vetro che li separava dai giocattoli, “Una leggere brezza fa muovere leggermente l'elica, ma come il vento si rafforza l'elica prende velocità e alla fine sembra che volerà via dal bastoncino da un momento all'altro. Ho sempre pensato che se avessi avuto abbastanza girandole sarei stato in grado di volare sopra la mia casa... non ha mai funzionato.”

Kris rise, il suo sorriso visibile da sotto la sciarpa pesante, mentre Tao si imbronciava per il ricordo non tanto piacevole. Afferrò delicatamente il braccio del ragazzo e lo tirò via dal negozio chiuso, ricordandosi che avevano ancora un coprifuoco da rispettare.

Tra di loro cadde nuovamente il silenzio, mentre raggiungevano la loro destinazione. Erano gli unici a stare lì, sotto la fermata fiocamente illuminata. Il maggiore controllò l'orologio, sospirando quando si rese conto che avrebbero dovuto aspettare un po' prima che arrivasse l'autobus. Si voltò e notò che Tao si stava tenendo impegnato calciando sassolini e sorrise.

“Sai... Penso sempre che l'unica cosa che mi permetta di fermare il tempo siano queste serate d'inverno,” Tao alzò lo sguardo, interessato all'argomento, e aspettò che continuasse, “Quando sono da solo senza anima viva intorno... Mi sembra quasi come se fossi l'unica persona sulla terra. Probabilmente è stupido, ma immagino che lo spazio in cui ti ritrovi quando il tempo si ferma sia così freddo.”

“Non è stupido,” lo rassicurò, “Non è per niente stupido.”

“Penso anche che sia molto solitario,” continuò il duizhang, mettendo le mani in tasca, “Voglio dire, chi vuole rimanere da solo? È rilassante, lo ammetto, ma anche solo pensare di essere completamente solo mentre tutti gli altri sono fermi come pietre... è una vacua sensazione.”

Tao sembrava voler dire qualcosa, ma ci ripensò quando l'autobus si fermò davanti a loro. Kris inserì qualche moneta nella macchinetta e si avviò in fondo, scivolando nel sedile accanto al finestrino. Tao si sedette affianco lui e si guardò intorno, rendendosi conto che erano gli unici passeggeri.

“Sono tutti a casa a quest'ora,” spiegò Kris, “Non ti devi preoccupare delle fans.”

“Beh in questo caso,” Tao prese a braccetto il maggiore e mise una mano in tasca in modo che non potesse liberarsi, “Quando il tempo si fermerà per te Ge, sarò qui per tenerti compagnia.”

Kris sbattè le palpebre un paio di volte, elaborando quello che il maknae aveva appena detto. Sorrise dolcemente e usò la mano libera per srotolare la sciarpa e riarrotolarla attorno alla guancia e al naso rosso di Tao. Il maknae si accoccolò più vicino dato che la sciarpa non era abbastanza lunga per entrambi e posò la testa sulla sua spalla.

“Arriveremo presto al dormitorio,” mormorò Kris, “Quindi non stare troppo comodo.”

Tao fece un 'mmh' come risposta, ma il leader sapeva che aveva smesso di ascoltarlo nel momento in cui aveva chiuso gli occhi. Kris si rilassò e guardò fuori dal finestrino, capendo finalmente perché quella notte stava diventando sempre più fredda.

Aveva iniziato a nevicare. 

  
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