05/10/2013
4 recensioni10.
Si appartengono. Potranno anche star con chiunque, ignorarsi e far finta di nulla, ma quei due si appartengono l’un l’altro. Si apparterranno sempre. Loro.
Tre mesi dopo.
22 novembre.
-Tanti auguri amore!.- affermò Fin, il mio ragazzo.
Mi porse un sacchetto color viola spillato, lo aprii. Pure il cane abbaiava per la curiosità.
-E’ quello che volevo, è bellissimo, giuro, grazie mille!.- dissi piena di ‘entusiasmo’.
Era un libro, il libro che tenevo in mano quel giorno in biblioteca, leggevo e rileggevo la trama perché volevo comprarlo ma non avevo abbastanza soldi, così avevo deciso di tornare il giorno dopo per prenderlo, ma ho sempre rimandato e adesso, è qui, tra le mie mani. E’ stato amore a prima vista.
-So quanto ami leggere e..- lo interruppi.
-Grazie!.- mi baciò.
Stoop.
Cosa è successo? Qui non doveva esserci Fin, Fin Peterson, moro con gli occhi azzurri. Qui doveva esserci Justin, Justin Bieber, biondiccio con gli occhi color nocciola. Ma niente. Stavo cercando di andare avanti con la mia vita, perché lui non c’era più. Sono partita per New York, senza salutarlo. E’ come se la storia si stesse capovolgendo, io che parto e non torno, io che parto ma lui che non viene a prendermi. Io che parto e sono sola. Oggi è il mio compleanno e lo sto festeggiando insieme a Fin, il mio fidanzato, nel mio appartamento nel centro di Manhattan. Niente Rose, perché lei è a Los Angeles con Ryan, niente Justin, niente mamma, niente papà, niente di niente, solo Fin, Fin e il suo cane. E non so perché io abbia deciso di stare con lui.
-Fin, dobbiamo parlare.-
tutto tacque, perfino il cane.
-dimmi biscottino.-
-Per favore, non chiamarmi ‘biscottino’, lo sai che lo odio.-
-Scusami, allora, dimmi.-
-Non so come fare a dirtelo, ma..-
-Vuoi lasciarmi, non è così?.- lo guardai stupita, socchiudendo la bocca. – So che ti manca quel Bieber.-
-Cosa? Io non ti ho mai parlato di lui.- affermai riflettendoci su. –Tu hai letto i miei diari!.- gli urlai contro.
-Si, e ho fatto bene. Ho capito che sei una persona spregevole e che mi hai solo usato per dimenticarlo, tu parli tanto dell’amore Grace, ma non hai la minima idea di che cosa sia, tu non sai amare.-
-Oh no, Fin, oh no. Puoi dire tutto su di me, poi chiamarmi in qualsiasi modo: idiota, spregevole, infantile. Ma no, non puoi dirmi che non so cosa sia l’amore, non puoi dirmi che “non so amare”.- dissi d’un fiato. -E adesso, prendi le tue cose e esci da qui, esci dalla mia vita.-
“Segreteria telefonica, il cliente non è al momento raggiungibile, lasci un messaggio acustico dopo il bip.. biip..”
-Rose, sono io, Grace. Ti prego, ti prego. Rispondimi. Devo parlarti. Per favore.-
E mi sentivo uno straccio, e volevo solo scomparire.
Sentii bussare violentemente la porta.
Pt. Justin
Ed ero qui per lei, per il suo compleanno, a New York, nel centro di Manhattan.
Vidi scendere un ragazzo dalle scale con delle borse e un cane.
-Rose, che succede?.- chiesi.
-Questo dovrebbe essere il posto. Aspetta, ho un messaggio.-
-Rose, sono io, Grace. Ti prego, ti prego. Rispondimi. Devo parlarti. Per favore.-
-E’ in lacrime, cosa sarà successo?.-
-Tu sei Rose, la migliore amica di Grace? Grace Bennett?.- chiese il ragazzo.
-Si, sono Rose. Conosci Grace?.-
-Mi ha appena buttato fuori dal suo appartamento quella stronza.- disse.
-Che cazzo gli hai fatto?.- intervenni.
-Tu sei il famoso Bieber, famoso in tutti i sensi.- disse quel coglione. –Sei quello che l’ha fatta soffrire, quello che l’ha lasciata. Quell’idiota che me l’ha portata via, ti ama, complimenti, sei riuscito nell’intento in cui io ho fallito.- sorrisi. Mi ama ancora. –Salutamela quella puttanella.-
-Ma io ti uccido.- lo presi per il colletto e lo attaccai al muro. –Che hai detto? Ripetilo se ne hai il coraggio.- mi usciva rabbia da ogni poro.
-Justin fermo!.- strillò Rose. Lo lasciai cadere a terra. –Va da lei.- disse.
-Si amico, va da lei.- confermò Ryan. Vidi Chaz annuire.
Gli avrei detto che la amo, questa volta niente mi avrebbe fermato. Corsi più veloce che potevo, le scale sembravano infinite ma non m’importava. Finalmente davanti alla porta.
Suonai il campanello, bussai violentemente.
Doveva ascoltarmi.
-Fin ti ho detto di andartene!.- aprì la porta.
Pt. Grace
-Fin ti ho detto di andartene!.- aprii la porta, ma non c’era quell’imbecille moro con gli occhi celesti. C’era l’amore, davanti ai miei occhi. C’era il mio “ne vale la pena”. –Justin.- sussurrai.
-Già sono proprio io.- disse con il fiatone.
Mi baciò.
Mi baciò così.
Era il finale che immaginavo, lui era qui con me.
-Tu mi ami?.- mi chiese.
-Perché me lo stai chiedendo?.-
-Perché io ti amo.-
lui cosa?
-E dovrei crederti?.- domandai.
-Si.-
-Anche dopo tutto il male che mi hai fatto?.-
-Si.- rispose ancora.
-E perché dovrei farlo?.-
-Perché ti amo davvero, perché nei tuoi occhi vedo il mare e vedere il mare negli occhi castani è preoccupante, perché quando sotto la luce diventano gialli sembrano il sole per quanto illuminano, perché il tuo sorriso mi mette di buon umore ma soprattutto perché ti amo davvero, ti amo davvero.-
-Rifammi la prima domanda.- dissi.
fece come gli avevo chiesto. -Tu mi ami?.-
-Io ti amo.-
E ci unimmo, e facemmo l’amore, perché ci amavamo. Lui amava me e io amavo lui. E ci baciammo, e ci baciammo, e ci baciammo, sempre di più e ancora.
Siamo fragile come le foglie secche d’autunno.
-Ti amo, ti amo, ti amo.-
-Per sempre.-
The end.
Scusate per eventuali errori. Spero vi sia piaciuto tutto della mia storia, tutto, dall'inizio alla fine.
Per favore ditemi cose ne pensate, ci tengo davvero molto.
Questa è la mia nuova storia (One Direction) : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2201398&i=1 xoxo
Senzanome_