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Autore: Cloudsoftime    05/10/2013    1 recensioni
è la mia prima ff sui Simple Plan, volevo tanto scrivere qualcosa su Pierre e David. Questo è quello che la mia testa ha fruttato. David, per svariati motivi che scoprirete leggendo, compirà un viaggio e in mezzo a mille perchè scoprirà qualcosa di straordinario. Hott Baguettes
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chuck Comeau, David Desrosiers, Jeff Stinco, Pierre Bouvier
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho caricato super velocemente! Brava Giulia *si batte una mano sulla spalla* coomunque che dire? è un colpo di scena unico, non vedevo l'ora di farvelo leggere! Voglio ringraziare la mia amica Valeria che mi da una mano trascrivendomi i capitoli a computer e voglio anche ringraziare Scath Panther per le bellissime recensioni ^^
A presto e buona lettura!


Scosto la sedia dal tavolo e mi siedo appoggiando la borsa di fianco a me. Pierre è già seduto, guarda fuori dalla vetrata della paninoteca con un'aria annoiata.
-Scusa, sono uscito un po' tardi-
Sentenzio con il fiatone. Stamattina mi sono dovuto svegliare alle sette per andare in magazzino a sistemare. Cavolo hanno da sistemare alla Blockbuster? Bha, non ci voglio pensare. Almeno mi pagano bene e oggi faccio solo mezza giornata.
-Carini i segni David-
Mormora Pierre facendo un cenno con la testa verso di me.
-Segni?-
Sbarro gli occhi e abbasso la testa. Noto alcuni segnetti rossi alla base del mio collo ma oltre non riesco a vedere. Mi alzo di scatto, corro in bagno e mi guardo allo specchio. Il mio collo è tempestato da quelle cavolo di macchioline rosse e viola. Esco dal bagno e ritorno al mio posto. Pierre mi osserva sogghignando.
-Cosa c'è da ridere? Chissà cosa avrà pensato il mio capo stamattina!-
Sbuffo e distolgo lo sguardo dal suo. Pierre allunga le gambe sotto il tavolo e afferra le mie stringendole. Sussulto e spalanco gli occhi. Il contatto con lui rievoca in me le sensazioni di ieri sera. Pierre mi accarezza le mani.
-Sei stato fantastico Davey-
Sussurra poi facendomi sciogliere. Apro la bocca per rispondere ma non esce niente. Stringo le sua mani e mi schiarisco la voce.
-A-anche tu Pierre-
Rispondo arrossendo fino alla punta del naso. Pierre sorride divertito e sembra che mi stia nascondendo qualcosa. Freme sulla sedia come un bambino e non riesce a smettere di ridacchiare.
-Devi dirmi qualcosa?-
Chiedo poi alzando un sopracciglio.
-Io..bè non sapevo che in quelle situazioni tu...parlassi in francese-
Pierre trattiene le risate mettendosi una mano davanti alla bocca. Cerco di afferrare la situazione, ho parlato in francese? Me come, non me ne sono neanche accorto! Pierre avrà le allucinazioni.
-Io..io non..non ridere Pierre!-
Mi copro istintivamente il viso con le mani spostandomi indietro con la sedia. Sento Pierre alzarsi e fare il giro del tavolo. Si accovaccia di fianco a me appoggiando le braccia sulle mie gambe.
-Ehi non volevo metterti in imbarazzo dai. È solo che mi è piaciuto un sacco stare con te in quel modo ieri e sentirti parlare in quel modo ha solamente migliorato la situazione. Si bè, è stato un po strano perchè pensavo te ne fossi accorto-
Scosto lentamente le mane dalla faccia e osservo Pierre dall'alto.
-No, non me ne sono accorto. Cioè, non me lo ricordo neanche-
Lo ammetto più a me stesso che a lui.
-Anche la prossima volta devi farlo, va bene?-
Sentenzia Pierre alzandosi in piedi.
-È sexy-
Sussurra poi al mio orecchio facendomi partire dei brividi che percorrono tutta la mia schiena. Il pomeriggio decidiamo di rimanere al parco del college. È molto tranquillo, c'è anche un bar fatto tutto di vetrate e puoi rimanere li quanto vuoi. Passiamo un attimo in camera così posso mettermi qualcosa di caldo e pulito. Dopo aver infilato giubbetto, sciarpa e guanti io e Pierre ci incamminiamo al parco attraversando tutto il dormitorio. C'è in giro poca gente, saranno tornati quasi tutti a casa per il week-end. A proposito, dovrei tornare anche io almeno per salutare mia madre che non si fa sentire da un po' di giorni. Ci penserò settimana prossima. Pierre è abbastanza silenzioso, cammina a testa bassa con le braccia lungo i fianchi e il naso affondato nella sciarpa. Mi avvicino un po' a lui e lo prendo sottobraccio senza dire una parola. Il silenzio tra di noi mi opprime ancora. So che deve parlarmi di Lachelle, è il momento giusto, devo sapere. Ma lui non apre bocca.
-Pierre..-
Sussurro, lui alza la testa e mi guarda spaesato come se si fosse appena svegliato.
-Cos'hai?-
Chiedo. Scendiamo lentamente le scale che portano al parco attenti a non scivolare sul ghiaccio maledetto che si è appena formato. Comincia a fare veramente freddo. -Niente, stavo solo pensando-
Pierre lascia la frase in sospeso, io so a cosa pensava. Ma non voglio opprimerlo.
-Io e Lachelle ci eravamo fatti una promessa-
Sputa fuori lui all'improvviso senza darmi il tempo di ragionare.
-Avevamo promesso che, qualsiasi cosa fosse successa tra di noi, saremmo rimasti sempre vicini, non ci saremmo mai traditi-
Pierre parla come un treno, guardando fisso davanti a se. Lo ascolto decifrando con calma tutte le parole e sinceramente non capisco il perchè di questa cosa.
-Quell'anello simboleggia la nostra promessa -
Ci fermiamo davanti allo stagno che si sta ghiacciando poco a poco, Pierre si gira verso di me.
-Se lei mi ha ridato l'anello vuol dire che quella promessa non esiste più-
Pierre sembra triste, ha gli occhi socchiusi e il suo sguardo è perso nel vuoto. Lo prendo per mano.
-Pierre.. io..-
-No, non dire niente Dave-
Lui mi abbraccia cingendo le braccia intorno ai miei fianchi. Rispondo all'abbraccio appoggiandomi al suo petto
-Non dobbiamo pensarci e basta, ok?-
Mormora nei miei capelli. Voglio dirgli quello che penso.
-Ma.. ma io ho paura che lei possa far qualcosa, mi ha fatto spaventare ieri-
Pierre si stacca di colpo prendendomi per le spalle.
-Non succederà niente David, sono innamorato di te e non permetterò a niente e nessuno di intromettersi tra noi-
Sorrido senza neanche pensarci e, d'istinto, bacio Pierre. Le sue labbra sono fredde e morbide. Lo sento sorridere.
-Grazie Pierre. Io..io ti voglio bene-
Mormoro staccandomi da lui e accarezzandogli una guancia. Ci incamminiamo verso il bar, ma io sinceramente ho voglia di ritornare in camera al calduccio nel mio letto con Pierre.
-Sei più tranquillo adesso?-
Sentenzia lui afferrando la mia mano.
-Si, avevo veramente un peso addosso che dovevo togliermi. Grazie per avermi detto tutte queste cose-
Mi giro verso di lui e sorrido leggermente alzando un lato della bocca.
-Sei il mio ragazzo Dave, a chi dovrei raccontarle? A proposito, fa troppo freddo qui. Torniamo in camera?-
Mi blocco e sbarro gli occhi. Io voglio sapere come fa a pensare quello che penso io! Ha sicuramente qualche super potere psichico o qualcosa del genere, non è possibile!
-Mi hai letto nel pensiero, andiamo-
Faccio retromarch, afferro saldamente Pierre per una mano e cammino verso i dormitori. Pierre sogghigna, lascia la presa e appoggia una mano sul mio sedere stringendola un po'.
-Pierre!-
Faccio un salto felino e ovviamente scivolo cadendo direttamente per terra di faccia. Sento Pierre ridere come un bambino, sollevo piano la testa e lo guardo furibondo. Odio cadere, odio non avere un equilibrio stabile e odio fare le figure di merda davanti a lui.
-Scappa Pierre-

                                                                                               ***

Mi alzo dal banco e sveglio Chuck che si è addormentato all'inizio dell'ora. Lui apre gli occhi e mi guarda come se fossi un alieno o qualcosa del genere. Abbassa lo sguardo sul suo orologio e salta in piedi come una molla.
-Ho dormito durante la lezione!-
Urla richiamando l'attenzione di tutti i presenti. Chuck comincia a sudare freddo.
-Ehi stai tranquillo, sono stato attento io per te e ho preso anche gli appunti-
Sentenzio battendogli una mano sulla spalla. Lui mi guarda con gli occhi che luccicano e mi abbraccia stritolandomi le costole.
-Oh grazie Dave!-
-Si va bene, staccati adesso-
Rispondo cercando di togliermelo di dosso. Chuck in questo periodo è felice, glielo leggo in faccia. Gli racconto tutto della mia storia con Pierre e loro due hanno un bel rapporto. Passiamo tutte le pause pranzo insieme e ogni tanto usciamo il sabato sera. La nostra amicizia sembra più solida di prima. Sono contento di questo. Usciamo dalla classe uno di fianco all'altro, Chuck continua a ringraziarmi per aver preso gli appunti, lo ascolto annuendo con la testa. Ad un certo punto mi ricordo di una cosa, domani devo tornare a casa da mia madre e devo portare anche Pierre perchè si è ammalato e voglio che stia un po' tranquillo in un luogo più caldo. I suoi genitori sono fuori città per un viaggio di lavoro, non voglio lasciarlo da solo così abbiamo deciso che verrà a stare da me per due giorni. L'unica cosa è che forse dovrei dire a mia madre che Pierre non è solo il mio compagno di camera. Oppure è meglio tenere la bocca chiusa? No, impossibile. Io non riesco a sopportare due giorni con Pierre che gironzola per casa senza poterlo baciare o toccare. Almeno stargli vicino. Oddio non so cosa fare, mi mangio un'unghia a sangue e mi torturo una ciocca di capelli. Poi d'un tratto mi viene un flash.
-Chuck!-
Prendo il mio amico per un braccio bloccandolo in mezzo al corridoio. Mi guardo intorno per controllare se qualcuno ci guarda e mi fiondo nei bagni trascinandomelo dietro.
-Dave cosa ti prende?-
Sbraita Chuck strattonandomi per un braccio.
-Mi devi aiutare, per favore-
Sentenzio chiudendo la porta del bagno dietro di me. Per fortuna non c'è nessuno.
-Mi hai fatto spaventare!-
Chuck è stremato, fa finta di essere tranquillo ma gli tremano comunque le mani. Non ci faccio molto caso.
-Cosa devo fare -
Mormora poi guardandomi di sottecchi. Adesso è veramente tranquillo anzi no, è freddo. Alzo un sopracciglio, cosa gli prende? Non fa mai così quando ho bisogno di lui.
-Io.. bè domani torno a casa da mia madre e devo portare anche Pierre e.. non so se dirle la verità-
Abbasso la voce sulle ultime parole, incrociando le braccia sul petto. Chuck mi osserva poi, senza dire niente, si avvicina ai lavandini e si lava le mani con la faccia scura. Cavolo gli prende? Ho detto qualcosa di sbagliato? Fino a cinque minuti fa sprizzava gioia da tutti i pori ringraziandomi e abbracciandomi, adesso è qui, muto come un pesce con la faccia incazzata. Mi avvicino lentamente guardandolo dallo specchio, ma lui evita il mio sguardo.
-Fai quello che vuoi David-
La sua risposta mi fa male, non mi ha mai trattato in questo modo e ci rimango un po' di stucco. Abbasso la testa e mi osservo i piedi senza saper cosa dire.
-Anche io ti devo chiedere una cosa-
Sussurra poi Chuck afferrando una pezzo di carta e asciugandosi le mani. Alzo lo sguardo fulminandolo senza capire perchè si comporta così. Lui mi guarda con due occhi rossi e gonfi di lacrime. Gli appoggio una mano sulla spalla spaventandomi.
-Chuck, cosa..-
-David non te ne sei mai accorto vero?-
Mi chiede lui a bassa voce con le lacrime che cominciano a rigarci le guance. Cosa sta succedendo? Chuck è impazzito. Accorto di cosa? Non riesco ad aprire la bocca, lo guardo con gli occhi sbarrati stringendogli poco la spalla.
-Ecco. Questa è la conferma-
Chuck si scrolla la mia mano di dosso e mi supera a testa bassa costringendomi a spostarmi. Lo guardo andare via sbattendo la porta del bagno e non capisco più niente. È successo tutto così in fretta.
“Non puoi startene qui con le mani in mano David”
Sbuffo ed esco anche io dal bagno alla ricerca di Chuck. Il corridoio si è riempito di studenti e c'è un casino del diamine. Ma non posso lasciare il mio migliore amico così, senza chiedere spiegazioni, senza capire cos'ha veramente. Mi butto nella folla senza guardare in faccia nessuno, cammino spedito senza meta precisa e ad un certo punto scorgo Chuck davanti al suo armadietto con un sacco di libri in mano. Mi faccio strada tra la gente che mi guarda male e mi avvicino a lui.
-Chuck..-
Il mio amico si gira verso di me. I suoi occhi sono gonfi e la sua espressione non promette niente di buono.
-Ne parliamo con calma, per favore?-
Sentenzio cercando di calmarmi. Lo prendo per un braccio e lui abbassa la testa. Vedo ancora le lacrime rigargli il viso, mi si spezza il cuore in due. Ci incamminiamo ancora nel corridoio, Chuck si fa trascinare come un cane. Devo trovare un posto tranquillo, non mi va che qualcuno ci veda così. Mi fiondo giù dalle scale, i sotterranei andranno bene. Attraversiamo la porta della palestra e ci infiliamo negli spogliatoi, delle donne tra l'altro, ma è la prima stanza che ho trovato. Chuck si siede per terra lasciandosi scivolare sulla parete di piastrelle e si copre la faccia con le mani. Mi inginocchio davanti a lui, non sopporto vederlo così.
-Mi puoi dire cosa sta succedendo?-
Chiedo sottovoce. Il mio amico mi guarda e vedo la tristezza nei suoi occhi.
-Davvero non te ne sei mai accorto?-
Mormora poi.
-Accorto di cosa Chuck?-
Alzo un po la voce, ma mi tranquillizzo subito.
-David tu mi piaci! Dal primo giorno in cui ci siamo visti!-
Sputa fuori lui quasi urlando. Ci rimango di stucco, fisso il mio amico negli occhi e la testa comincia a girarmi.
-Io.. io..-
Non riesco a spiccicare neanche una parola, ho un groppo grande come una casa in gola.
-Ho cercato in tutti i modi di fartelo capire all'inizio ma tu eri impegnato a preoccuparti di te stesso, poi siamo diventato troppo amici e ho capito che non saremmo mai potuti diventare qualcosa di più. Ho cercato di non pensare a te, ci ho provato, ma è impossibile! Tu.. tu sei sempre stato con me, come diavolo facevo a dimenticarti?-
Chuck parla senza fermarsi, il pianto gli stronca le parole a metà, le sue lacrime cadono sulla sua maglietta e sui suoi pantaloni. Continuo a guardarlo negli occhi, immobile.
-Ho cercato qualcun altro, Jake è stato come una terapia per me. Ma stando con lui ho capito che quello che amo sei tu, non lui e nessun altro-
Chuck mi prende una mano e con l'altra accarezza i miei capelli.
-Poi è arrivato Pierre. Io sono felicissimo per voi due, ma il dolore che provo ogni volta che vi vedo insieme mi fa scoppiare il cuore-
Il mio amico abbassa la voce e chiude gli occhi. Senza pensarci, senza capire cosa cavolo sto facendo, mi sporgo verso di lui e lo bacio. Chuck si spinge verso di me e risponde muovendo le labbra sulle mie. Il suo sapore rievoca in me ricordi passati, ricordi troppo lontani che non riesco a vedere nella mia testa. Ci abbracciamo, ci accarezziamo avvinghiandoci l'uno all'altro. Piango anche io, amareggiato dal suo dolore, da quello che stiamo facendo. Gli accarezzo la testa. Ma cosa cavolo mi succede? Ad un certo punto sento la porta dello spogliatoio aprirsi, mi stacco subito da Chuck tenendolo comunque stretto a me e guardo in direzione della porta. Lachelle è li, ci fissa allibita spalancando gli occhi. Bene, sono fottuto.

 

  
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