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Autore: Arya Destiny98    05/10/2013    2 recensioni
Un ragazzo popolare ma solo nell'anima;una ragazza introversa,con un passato pieno di demoni:il liceo li costringerà ad incontrarsi e li catapulterà in un mondo del tutto nuovo per loro. Scopriranno l'importanza di avere qualcuno a cui dire 'A domani' prima di addormentarsi,qualcuno che li rende felici anche quando tutto sta andando a farsi fottere...
Dalla storia:
"Ti terrò stretta,tranquilla"
“Anche quando vorrò morire?”
“Ti darò una ragione per vivere o morirò con te.”
“E quando griderò per il dolore fino a non avere più voce?”
“Griderò con te e poi staremo in silenzio. Ad aspettare che le voci ritornino.”
“E se non succede?”
“Ci ameremo in silenzio.”
“Allora mi ami.”
“Sì,ti amo.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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                                            CAPITOLO DICIOTTO
                                                         Back to school

Gabe’s POV
“Abi,tesoro,andiamo?”domandai alla mia piccola ritardataria preferita. “Solo un attimo,devo trovare le chiavi del motorino.”sbuffò lei,più divertita che irritata. Trovati quei dannati pezzi di metallo salimmo sul motorino,pronti (n.d.a. :seh,come no XD) per il nostro primo giorno di scuola da fidanzati. “Hai paura?”mormorai ad Abi prima che ingranasse la frizione. “Paura io?Tzè.”brontolò. Roteai gli occhi,sapendo benissimo che era una balla, e indossai il casco stringendo le braccia attorno alla sua esile vita. Come la prima volta in cui mi ero arrischiato a compiere quel gesto, lei sussultò. “Che c’è?Ti dà fastidio?”La mia voce assomigliava a quella di Darth Vader. Lei si voltò e potei quasi sentire il calore propagarsi dalle sue guance in fiamme. “Non … non è questo.”pigolò in completo imbarazzo. Non l’avevo mai vista così. “Allora perché salti in aria tutte le volte che ti abbraccio così?” “È perché sei … TANTO vicino. È una cosa che mi fa … impazzire.”balbettò con difficoltà.  Cavolo,però,era più timida di quanto pensassi. Mi aprii in un sorrisetto compiaciuto e l’abbracciai più stretta,fremendo di contentezza quando la sentii scattare. “Calma,piccola.” Mi guardò con i suoi occhi da cucciolo e mi persi nella miriade di disegni geometrici delle sue iridi. Sentivo il suo cuore battere all’impazzata. E anche un’altra sensazione, piuttosto inopportuna … sciolsi l’abbraccio d’improvviso. “Ehem,fo – forse adesso è meglio se andiamo. Sai,non mi va di arrivare in ritardo.”farfugliai,inciampando nelle parole. Abi fece una risatina divertita e inarcò un sopracciglio per chiedermi cosa diavolo stavo combinando. Ehem,allarme rosso Gabe. “D-dai,su -  sul serio. A-andiamo.”Non appena Abigail si accorse di ciò che mi stava succedendo mi scoccò un’occhiatina di maliziosa malvagità. “Ahi ahi,playmaker,mi sa che qualcuno è pronto a fare canestro.”sogghignò,perfida. Scesi dalla moto e le voltai le spalle cercando di placare i miei bollenti spiriti e il rossore al viso. La mia ragazza mi sorprese saltandomi sulla schiena come un leoncino in agguato e  avvinghiandosi al mio collo. Era talmente piccola che quasi non mi accorsi della pressione del suo corpo. Mi diede un bacetto leggero sulla guancia. “Dai,Gabe,ti prendevo solo un po’ in giro.”si scusò,con la più dolce delle voci. “Ah,cavolo,sei il mostriciattolo più pericoloso dell’universo!” Aspettai che fosse scesa per attirarla a me. “Adesso non fai più la sbruffoncella,eh?”Lei alzò gli occhi al cielo e mise fine alla discussione. Fortunatamente a scuola ci arrivammo in perfetto orario. Scompigliati e ridacchianti,ma in orario. Ci tenemmo per mano mentre passeggiavamo in mezzo ad un branco di ragazzi e ragazze con la bocca spalancata. Abi contrasse le dita per il nervosismo. Io le strinsi,per farle capire che non aveva nulla di cui preoccuparsi. “Ci stanno fissando tutti,cazzo.” sibilò,agitata. “Non quel tipo laggiù. Nah,ora anche lui.”provai a sdrammatizzare. Lei mi fulminò con lo sguardo. Ci sedemmo nell’aula di laboratorio ( che realizzai essere l’unica lezione che avevamo insieme) e sopportammo un’ora di risatine e bisbigli. ‘Guarda guarda,Thomas si è messo con … come si chiama quella lì?’ ‘Wisley,Wasley boh.’ ‘Secondo te stanno assieme?’ ‘Che ne so,ho sentito dire che lei è una facile.’ Abi digrignò i denti per la frustrazione. Povera piccola. “Volete finirla di cianciare là dietro?!”sbottò il prof Holland riuscendo a porre fine a quel supplizio, prima che potessi mettermi a berciare addosso a quegli idioti . In corridoio ci scontrammo con le uniche persone che non avrei voluto vedere. Pitt e Lizzie,ovviamente. La mia ex divenne verde e Peter aprì gli occhi talmente tanto che temetti gli sarebbero caduti fuori dalle orbite. “Scusateci,dovremmo passare.”saltò su Abigail, sorprendendomi. Liz la squadrò come fosse un qualcosa rimasto appiccicato alla tavoletta del water,ma si scansò e ci fece passare. “Ahahahahahahaha, hai visto che faccia?!Muoio!”scoppiò dopo aver girato l’angolo e aver perso di vista quei due. “Ahahaha, hai ragione,sembravano due triglie lesse!”la imitai,contagiato dalla sua ristata cristallina. Stupenda e letale,proprio come piaceva a me. Le ore senza di lei furono parecchio dure. In compenso trovai un alleato inaspettato: a inglese,dei rompiscatole della mia squadra di basket  avevano cominciato a punzecchiarmi ed io ero lì lì per mollargli un cazzotto,quando un infuriato Suarez fece cozzare le loro teste. “Ma guarda questi cretini che non si fanno i fatti loro!”esclamò lo spagnolo. I deficienti balbettarono,atterriti, e schizzarono via massaggiandosi la fronte. “Ehi,grazie.”commentai. Nico mi strizzò l’occhio. “Figurati, Hombre Gallina.”ridacchiò passandosi una mano fra i ricci. Che fuori ,quello spagnolo. Non vi dico che orrore fu la pausa pranzo:io e Abi ci sedemmo ad un tavolo tutto nostro e fummo presi di mira dalla peggior feccia della Marked. “Senti Gabe,possiamo tagliare la corda?”mi chiese lei,a disagio. Io annuii e andammo a pranzare fuori. “Com’è andata la mattina?” domandò azzannando un panino al prosciutto. “Non male, Suarez mi ha difeso.”Mi accesi una sigaretta e trassi una grande boccata. “Davvero?Non l’avrei mai detto.”sorrise Abi. “Mpf... spagnolo del cavolo.” “Ehi,si dà il caso che sia il mio nuovo insegnante di matematica,caro il mio Gabe. È meglio che ti abitui alla sua presenza.”canterellò senza distogliere l’attenzione dal panino. “CHE COSA?!”sbottai facendo cadere la Marlboro. Abigail mi lanciò un’occhiataccia degna di nota. “Dai,finiscila,è solo un amico!” Vedendo che non mi ero per niente calmato mi saltò in braccio. “Gabriel,credi davvero che mi interessi quella sottospecie di cercopiteco con l’alito puzzolente?”Borbottai cose sconnesse in preda alla gelosia. “Mi piaci quando sei geloso.” Si sottrasse alla mia presa e mi fece una delle sue solite linguacce. Finalmente la giornata finì. Stanchi ma sollevati sgusciammo via da quel luogo di torture. “Abi,sai,c’è una cosa di cui vorrei parlarti.”esordii prima che mi lasciasse davanti a casa mia. “Oh oh,che ho combinato?” “Niente scemotta,volevo solo chiederti se ti andava di venire a cena a casa mia domani … forse è ora di presentarti ai miei.”Ci avevo riflettuto per un bel po’ e avevo deciso che ero pronto. “S- sul serio?Oh cavolo,non so se …”disse con difficoltà. “Abigail Wesley,i miei genitori ti adoreranno ,punto e basta. Se soltanto oseranno pronunciare una parola a tuo sfavore faranno i conti con me!”esclamai prendendole le mani. Lei scosse la testa ma si aprì in uno dei suoi migliori sorrisi. “Sei sicuro?” “Arcisicuro.”conclusi. 

  
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