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Autore: FindingDarcy    05/10/2013    2 recensioni
Gwendaline Winter è soddisfatta della sua vita. Ha un lavoro che adora, un fidanzato che piace a tutta la famiglia e che presto la porterà all'altare, un appartamento spazioso affittato a prezzo d'occasione, una sorella adorabile e un pò eccentrica che sa sempre quando correre in suo aiuto.
Ma.. una nuvoletta grigia penderà presto sulla sua testa, portandole via fidanzato, appartamento e forse anche il lavoro. Ecco che vediamo la nostra protagonista barcamenarsi tra un bizzarro episodio e l'altro, per cercar di rimettere in piedi la sua vita. In fondo si dice sempre "chiusa una porta, si apre un portone". Ma Gwen sarà in grado di individuare il portone giusto a cui bussare?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho trovato questo appartamento per puro caso. Mia sorel-la Mandy, più piccola di me di sei anni, aveva visto per lei questo annuncio online ma, essendole scaduto da poco il contratto di lavoro, non poteva più permettersi di accol-larsi le spese di fitto. A dirla tutta, la sua voglia di andar a vivere da sola era scemata – molto meglio dire che era precipitata, si era suicidata, era finita, morta, trapassata!! - nel momento in cui, dietro mie giudiziose considerazioni da sorella maggiore, aveva iniziato a prefigurarsi che il vo-ler organizzare feste di continuo non escludeva il dover fare la spesa per dieci, trenta, quaranta, cinquanta persone con la diretta conseguenza che, andati via tutti, bisognava poi ripulire casa dal macello lasciato da dieci, trenta, qua-ranta, cinquanta invitati. Nulla importa se si fossero scate-nati in una festa di fine anno o si fossero riuniti per la di-mostrazione pratica di quanto fosse efficace una nuova scopa elettrica lanciata sul mercato. Si crea sempre caos in casa, anche se fossero tutti rimasti inchiodati alla sedia per l’intera serata. Senza considerare il fatto che i dieci, trenta, quaranta, cinquanta di cui sopra, non avrebbero mosso un dito per darle una mano, quindi Mandy si sarebbe trovata sola senza l’aiuto di nessuno… tranne il mio. Giovane e spensierata la mia sorellina. Mandy aveva di-menticato che tutte le “piccole cene tra amici intimi”, co-me amava definirle, le aveva sempre organizzate a casa mia e di Paul e l’indomani ero rimasta sempre io, da sola, a dover rimettere tutto in ordine. E, a dirla tutta, su una spesa di duecento dollari, mia sorella partecipava con un contributo davvero molto, molto simbolico. Oddio. Ma da quando sono diventata così barbosa? Io e mia sorella adoravamo dare feste, lo ricordo benissimo. Poi è arrivato Paul ed è cambiato tutto. Ha iniziato a dirmi che dovevo esser più seria, più matura. Meno feste, meno Mandy. I due non si sopportavano molto, giusto per usare un eufemismo. E così per amore del viscidone avevo sca-ricato mia sorella, l’unica della famiglia a cui Paul non ave-va fatto un’ottima impressione con la sua faccia da bravo ragazzo, ordinato, preciso, incravattato. Che stupida sono stata. E’ vero, comunque. Andar a vivere da soli ricomprende una serie di impegni e responsabilità che lei non aveva messo in conto, senza considerare il fatto che, secondo i miei calcoli, con il suo vecchio rimborso da stagista a tempo più-che-determinatissimo, sarebbe riuscita a mala-pena a coprire le spese per le bollette, volendo esser oculati ed accendere la televisione una sola volta alla settimana. Non è affatto il tipo di persona in grado di badare a sé stessa, abituata com’è ad essere la più coccolata di casa. Tutto sommato, sarebbe potuta venir a vivere con me a-desso, piuttosto che tornare a vivere dai nostri genitori. Sciocchezze! Anche io sarei tornata a farmi viziare dai miei, se non avessero messo una cyclette e un tapis roulant al posto del mio letto. La mia stanza era diventata la pale-stra domestica di mia madre, l’occasione giusta per sfog-giare quegli aderentissimi e fluorescenti completini in nylon che andavano di moda quando avevo quasi dieci anni e Olivia Newton John si dimenava in tv sulle note di Physical. Mia madre! Mmmmh … però … Oddio. Non ci avevo pensato. C’è la variabile impazzita “Mamma-inviperita-per-il-mancato-matrimonio-della-figlia” da tenere in seria considerazione. C’è pure l’aggravante che è italiana, del Sud. Te le immagini le sce-neggiate?!?! Per quanti mesi mi avrebbe rinfacciato la sto-ria di non esser stata in grado di farmi portare all’altare?!?! Per quanto tempo mi avrebbe frantumato il sistema ner-voso prevedendo per me un inevitabile futuro da zitella vecchia e inacidita se non fossi tornata tra le braccia di Paul? E’ stato meglio prendere un nuovo appartamento, senza dubbio. Alla fine, Mandy aveva deciso di salvare nei “preferiti” il link del sito di annunci immobiliari, semmai ci fosse stata occasione di poterlo utilizzare ancora. Ed eccomi qui, al posto di mia sorella. Non è la prima volta che avrei voluto esser al suo posto. È più spigliata, più alta ed anche più bella di me. Ha un fisico invidiabile e mangia come un ragazzo che fa sollevamento pesi, senza metter su nemmeno un etto di ciccia. Insomma è la stronza magra della famiglia, invidiatissima da tutte tant’è che ha esclusivamente amici maschi e solo una coraggiosissima amica femmina dal fegato d’acciaio. La cosa che più mi piace di Mandy è la forma del suo viso; le piace sperimentare nuove acconciature, nuove nuance di tinta per capelli eppure tutte le volte il risultato è sempre incantevole: le sta bene qualsiasi taglio o colore, qualsiasi lunghezza, qualsiasi pettinatura, dai dredd alle cotonature anni ’60. E le ha davvero provate tutte! Adesso ha i capelli neri come la pece e porta la frangia alla Cleopatra o forse in stile anni ‘20, non saprei; insomma, un po’ corta e perfettamente dritta. Le sta da incanto e le incornicia ar-moniosamente quegli occhioni grandi e profondi, unica cosa che abbiamo in comune. Hey. Non che io sia un mostro. Anzi, non mi dispiaccio affatto. Come mia sorella, ho grandi occhi grigi con lunghe ciglia scure di cui mia madre si vanta fieramente in giro, probabilmente perché li abbiamo presi dal ramo della sua famiglia, e una pelle così liscia da poter far invidia a Cher dopo il sesto lifting. Ma sono sempre meno di Mandy: meno carina, meno alta, meno ricercata. Un affare che non mi pesa, tutto sommato. Perché, fino a poco tempo fa, ero io quella che si sarebbe sposata l’anno prossimo, quella che portava a casa il risultato mentre lei era troppo presa a cambiare ragazzi alla velocità della luce. «La regola del tre: al terzo appuntamento, cambi ragazzo prima che le cose diventino troppo intime.» Mi diceva sempre quando le facevo qualche raccomandazione, com-pletamente inutile, da sorella maggiore. «Ma così non farai in tempo ad innamorarti e resterai da sola. E dovrò esser costretta io a badare a te, che palle! Pensa un po’ alla tua sorellona, me lo devi ...». «Oh, ma sono stata innamorata..ed è uno schifo! Meglio non affezionarsi troppo, non credi? Eviti di starci male!» «Se l’amore ti fa così schifo, allora non dovresti uscire con nessuno di questi ragazzi che ti chiamano al cellulare...» la prendevo in giro. «E’ la regola del sì: mai e poi mai dire di no ad un appun-tamento. In fondo, lo scaricherai al terzo incontro, quindi perché rinunciare ad un aperitivo o ad una cena gratis?» «Che scroccona! Altre regole di cui dovrei essere a cono-scenza?» «La regola del settimo: ognuno di noi è destinato a rima-nere con la settima persona che gli avrà fatto perdere la testa.» «Ma prima di incontrare Paul, sono stata solo con un altro ragazzo ed è stato ai tempi del liceo» le rispondevo, per-plessa. «Non il settimo con cui starai.. ma il settimo che riuscirà a farti perdere la testa. Se fosse stato come tu dici, io avrei sforato il limite da un bel po’, mia cara sorellina!» Battute del genere avrebbero dovuto scandalizzarmi e probabilmente mi sarei dovuta rimproverare per non aver tenuto Mandy un po’ più sotto controllo quando era anco-ra una ragazzina. Ma adoro mia sorella e tutte le sue assurde regole. E no-nostante tutto, non ho mai avuto l’impressione che fosse una ragazza totalmente priva di giudizio. Certo, esuberante e un po’ leggera nell’affrontare la vita, ma non stupida. Tra l’altro, chi ero io per poter dare consigli quando ero stata scaricata da quello che tutti credevano essere l’uomo per-fetto? Era stata la stessa Mandy a fissare un appuntamento con il proprietario dell’appartamento in cui vivo e a contrattare per un prezzo più basso, riuscendoci. La sfiga sembra fi-nalmente aver lasciato la mia vita, assieme a Paul. A condizioni ancora migliori di quelle del precedente loft, ho ottenuto grazie a lei un appartamento quasi totalmente arredato ed anche abbastanza grande: tre camere da letto, un salone enorme con angolo cottura e due bagni, uno pe-rò da ristrutturare. Tutto sommato è un compromesso che posso accettare senza problemi. Mancano pochi mobili ed un ulteriore tocco di femminilità, per il resto è perfetto. Ci sono addirittura poster sulle pareti, uno stereo ed anche un televisore enorme, completo di dolby surround! I vecchi coinquilini devono aver lasciato l’appartamento veramente di corsa, per dimenticarsi qui tutta questa roba. Certo che è proprio grande … potrei sentirmi molto sola. Che ci faccio con tre camere da letto!?! Dovrei metter un annuncio e cercarmi delle coinquiline.
   
 
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