Per molti l'inferno sì trova sotto terra, per molti è fatto di fuoco e fiamme, rappresentato dal rosso; altri lo vedono come luogo di svago e divertimento, io penso che l'inferno sia il luogo opposto a casa, penso che inferno sia la solitudine, non come in una cella isolata, ma come la solitudine nella folla, come un qualcosa che ti consuma dall'interno, l'inferno sono le nostre più grandi paure che diventano desideri, il desiderio di cio che non sì è mai voluto, è paradossale, ma è l'inferno, quando vuoi strapparti i capelli a causa delle urla, perchè in quella folla, mentre sei sola, senti le urla, ancora e ancora, penetrano nel cervello fino a rimbombare, grida disperate, d'aiuto forse, forse no, chi lo saprà mai?L'inferno è quella cioccolata che tanto t'attira ma le dai un morso e sa di schifo, schifo è un sapore, esatto, proprio quel sapore di schifo che non ti aspettavi dalla cioccolata. L'inaspettato è inferno, come stare in un campo di rose e sentire l'odore di pesce marcio, bleah, pesce marcio in un campo di rose? Ma cos'è tutto questo? Continuano le urla nella testa, comincio a mordermi la mano, l'avambraccio, sono rannicchiata a terra in attesa di qualcuno, qualcosa, comincio a dondolarmi avanti e indietro, quella canzoncina echeggia nella mia testa insieme alle urla. Dove sono finite quelle urla? I capelli sul volto, le mani piene di sangue, il sapore di sangue sulla lingua, mi sarò fatta male, mi asciugo le lacrime, apro gli occhi, giaceva a terra il suo corpo, neri erano i suoi capelli, forse il suo volto sarà stato bello un tempo, ero seduta in mezzo alla folla e l'avevo mangiata, cosa mi succede? Sono un mostro? Questo è un'incubo? No, l'inferno.