(12)
This girl.
Conor, insieme all'amico Niall, si stava dirigendo verso
il supermercato, dove avrebbe potuto comperare
l'occorrente per la sorpresa a Savannah.
Quella mattina era stata piena di emozioni, non aveva mai pianto in quel modo,
e tantomeno per gioia. Ma
vedere tutto ciò, vedere quella creatura che cresceva nella pancia di Savannah, aveva fatto fiorire in lui una sensazione
sconosciuta.
Si sentiva come in dovere di stare accanto a quella ragazza di cui non poteva
fare a meno, e di suo figlio.
Arrivati all'entrata, il rosso si destò dai suoi pensieri, notando con felicità
che quello era lo stesso negozio in cui aveva visto per la prima volta Savannah.
Entrò, insieme al biondo, ed insieme cominciarono a
prendere tutto ciò che gli sarebbe servito. Preso tutto e soddisfatto, Conor fece per incamminarsi verso le casse. Ma poi notò l'amico dirigersi verso il reparto dolciumi, e
svogliato lo seguì.
Appena svoltò l'angolo, il rossiccio si bloccò. Niall
era lì in mezzo immobile, con gli occhi chiusi e piangeva. Il rossiccio si
avvicinò, cauto.
"Ehi, amico. Che succede?", gli chiese
poggiandogli una mano sulla spalla.
Il biondo non rispose.
"Niall", riprovò. L'altro sospirò, e finalmente parlò.
"Qui", si interruppe per prendere quanta più
aria possibile. "Qui è dove ho incontrato Savannah
per la prima volta dopo lo stupro."
"Sì, me lo ricordo.", rispose Conor con un
pizzico di irritazione nella voce. Sapere che il suo
migliore amico le aveva fatto del male lo mandava in
bestia.
"Qui è dove ho incontrato la mia vittima, per caso, quando ormai avevo
smesso di cercarla. Io.. io devo vederla, devo
parlarle, dev.."
"No!", rispose secco Conor, quasi
arrabbiato.
"Conor, io devo chiederle scusa.", continuò
piangendo il biondo.
"Non ti permetterò di farle del male ancora!"
"Non gliene farò, te lo prometto! Ma devo
parlarle, e dirgli che tutto ciò che ho fatto è stato ingiusto, e che è una
ragazza meravigliosa nonostante io l'abbia sporcata a tal punto.", sospirò
dopo aver terminato la frase.
"Non devi avvicinarti a lei, Niall. Ti avverto!", disse Conor, puntando il dito dritto contro il suo amico.
"Parlale prima tu allora, e se lei acconsentirà a vedermi, lo farò.
Altrimenti mi ritirerò. Amico, io non voglio farle del male. Te lo giuro.", rispose calmo il biondo, superando l'amico
dirigendosi verso le casse. Conor sbuffò,
e con ancora meno voglia di prima, seguì il suo migliore amico per
pagare.
Appena i due ragazzi uscirono dal negozio, il rosso prese parola.
"Le parlerò, ma non domani. E'
un giorno speciale per noi."
"Grazie amico, sei il migliore!", lo ringraziò Niall, saltando
al collo dell'altro scoppiando a ridere, contagiando anche Conor.
Con un balzo, la mora si
alzò a sedere sul letto, per poi maledirsi avendo causato dei dolori alla
schiena. Louis, al suo fianco, si rigirò più volte prima di
aprire gli occhi svogliatamente.
"Van, che ti prende?", chiese il
ragazzo con la voce impastata dal sonno.
"Nulla, ho solo fatto un movimento troppo strano e brusco.", disse,
sfigurando il viso in un'espressione di dolore. Suo fratello, preoccupato,
balzò anche lui a sedere, circondando le spalle della sorella con un braccio.
"Che hai?", riprovò.
"Dolore alla schiena, è allucinante!".
Immediatamente Louis si sedette dietro Savannah, e
cominciò a far roteare le sue mani sulla schiena di lei,
causandole sollievo. La mora sorrise, e tirò la testa
all'indietro, pervasa dall'estremo piacere di quel semplice massaggio.
"Devi imparare a muoverti con più grazia ora, Van.
C'è Zac che sta crescendo dentro di te!", e
sorrise.
"Grazie Lou, ti voglio bene.", rispose la
mora.
"Perchè hai scelto il nome Zac?"
"Perchè piace a Conor.", e un sorriso
splendido si disegnò sul viso della ragazza nel solo
pronunciare quel nome.
Il moro sorrise. "Oggi lo vedi?"
"Sì, ha una sorpresa per me.", disse con voce
zuccherosa.
"Glielo dirai?", chiese ancora Louis.
"Non lo so, Lou. Ho paura di sbagliare e
perderlo."
"Non lo perderai.", affermò il ragazzo dagli
occhi blu, stringendo in un abbraccio caloroso Savannah.
"Potresti anche aiutarmi a fare qualcosa, sai Conor?",
ribattè il biondo con un pizzico di
acidità.
"Non lamentarti, altrimenti non parlerò con Savannah
di ciò che mi hai detto ieri.", lo sfidò l'altro, sorridendo beffardo.
"Bastardo!", lo insultò, per poi sorridergli e dargli un pugno
amichevole sul braccio.
"Qui abbiamo finito, andiamo. Devo prepararmi per oggi.", lo informò Conor.
"A che ora vai a prenderla?"
"Verso le cinque, è troppo tardi?", disse il rosso rivolgendosi a
Niall con sguardo interrogativo.
"Prima non la vedi? Sono solo le undici!"
"Dici che dovrei andare da lei?", chiese.
"Mi ascolteresti se ti dicessi di no?"
"No", rispose secco.
"E allora vai, amico!", lo incitò il biondo, spingendo l'amico ad
andare.
Conor si girò verso Niall, e gli fece un gesto di ringraziamento, prima di precipitarsi in
macchina e correre da Savannah.
Savannah lesse più volte quel messaggio, come a voler essere sicura che non
fosse solo immaginazione. Aveva
una voglia matta di rivedere Conor, e quel messaggio
era la realizzazione del suo desiderio. Non avrebbe
resistito fino a quel pomeriggio per vederlo.
"Che aspetti, vuoi aprirgli o no?", Louis la destò
dai suoi dolci pensieri, ricordandole che Conor era
davanti alla sua porta ad aspettarla. Sorrise al fratello, e corse ad aprire al
ragazzo.
Appena ce l'ebbe dinanzi, si appese al suo collo,
lasciandogli un bacio sulle labbra. Lo sentì sorridere nel bacio, e subito dopo
si staccò. Lo prese per mano e lo fece entrare.
"Sei contenta di vedermi?", le chiese una
volta che si furono seduti sul divano.
Per risposta Savannah si fiondò di
nuovo sulle labbra del rossiccio, pretendendo quel bacio come se fosse una cosa
essenziale.
"Contentissima!", disse, baciando un'ultima volta a stampo Conor. La ragazza si sistemò fra le braccia del ragazzo,
poggiando la sua testa sul petto di lui, in modo tale
da poter sentire il battito del suo cuore.
"I hear the beat of my heart gettin'
lauder whenever I'm near you.",
soffiò Conor all'orecchio della mora, provocandole
una scia di brividi lungo la schiena.
Savannah lo baciò nuovamente, evitando così di dire
cose che avrebbe tanto voluto gridare a tutto il mondo.
"Come sta il mio
piccolo Zac?", chiese Conor
accarezzando il ventre della mora.
"Bene ora che sei qui con lui.", gli sorrise
la ragazza. Il ragazzo ricambiò il sorriso, per poi baciare la pancia di Savannah dolcemente. Alzò lo sguardo sulla ragazza, e
notando l'ora, decise che era tempo di andare.
"Van, devo andare. Passo a prenderti alle
cinque, sii pronta!", le disse baciandola prima
d'andar via.
16 Giugno - ore 16.55
"Non vedo l'ora che Conor arrivi!", sbuffò Louis alzandosi dal divano.
"Perchè?", chiese ingenuamente Savannah,
che continuava a fare su e giù per il salone.
"Ma ti sei vista? Non ce la faccio più a vederti
così!", sbottò il ragazzo.
"Non guardarmi se ti do fastidio!", controbattè
la mora.
Louis le si avvicinò, poggiandogli entrambe le mani
sulle spalle.
"Van, non mi dai fastidio.", le sorrise.
"Il fatto è che stai facendo salire l'agitazione anche a me!"
"Scusa Lou!", disse la ragazza, per poi
baciare il fratello in guancia.
"E' arrivato!", la informò Louis.
"Non è ver..",
cercò di finire la frase, ma il campanello suonò interrompendola.
"Faremo i conti domani!", rise Savannah, per
poi uscire di casa accompagnata da Conor.
I due ragazzi salirono in
macchina, e una volta sistematasi, Savannah spezzò il
silenzio che si era venuto a creare.
"Dove mi porti?", chiese sorridendo.
"Sorpresa! Lo scoprirai fra poco!", le rispose Conor,
sporgendosi verso di lei per baciarla, e poi mettere in moto e partire.
Dopo una ventina di minuti,
arrivarono in una parte di Londra che Savannah non
aveva mai visto e che non conosceva affatto. Cominciò ad avere paura, quella
stessa paura che aveva scoperto a causa di Niall sei mesi prima. Comiciò a tremare, e a pensare che Conor,
forse, voleva solo farle del male.
Il rosso non si stava accorgendo di tutto ciò che stava accadendo alla mora, e
questa si sentì messa da parte. I suoi pensieri erano ormai contorti, e non si
accorse che il ragazzo le aveva aperto la portiera e
la stava osservando.
Quando alzò lo sguardo su di lui sussultò; incrociò i
loro occhi e gli fece leggere tutta la paura che riempiva i suoi occhi.
"Non farmi del male, per favore.", sussurrò.
"Ti ho già promesso che non lo farò mai, Savannah.",
rispose il ragazzo baciandola, per poi condurla nel posto segreto.
Tenendole la mano, Conor condusse la mora nel luogo
in cui le aveva preparato la sorpresa assieme a Niall,
e quando stavano per arrivare, le bendò gli occhi.
"Conor, che stai facendo?", ripeteva in
continuazione Savannah, e si azzittì solo quando Conor le soffiò all'orecchio: "Arrivati". Il
ragazzo le tolse la benda degli occhi, e cominciò a cantare.
There's
this girl
the one and only wonder of this world, of my world.
Savannah si emozionò molto all'ascolto della voce di Conor. Non la credeva così melodica al canto.
Love
you coz you are,
every single star in the constellation
that's enlightening my heart.
"Ohw,
Conor!", disse. I suoi occhi erano ormai lucidi,
davvero lui l'amava così come era? Le lacrime ancora
non erano scese, ma mancava ancora molto poco.
Special gift from Jah,
wherever you are,
girl
you got more presence than an hundred Santa Clauses.
Il cuore di Savannah stava scoppiando. Stava scoppiando di felicità, di amore. E voleva gridarlo a tutto il mondo, voleva gridare
al mondo quanto quel ragazzo fosse adorabile, e
maledettamente suo.
And I know,
we'll stand together when the world falls down.
"Io lo so. Noi ci
rialzeremo insieme quando tutto il mondo cadrà."
And
I know,
we lay together when the sun goes down.
"Io lo so. Noi
giaceremo insieme quando il sole calerà."
And
I know,
still be together when it comes back round.
"Io lo so. Noi staremo
insieme quando tornerà."
And I know,
that our forever's gonna start right now.
"Io lo so. So che il
nostro 'per sempre' sta iniziando proprio ora."
Quando il
rossiccio terminò di cantare, subito la ragazza si fiondò fra le sue
braccia, per stringerlo forte e baciarlo con tutto l'amore possibile.
Non sapeva come, prima, aveva potuto collegare dei pensieri negativi a Conor, che era la dolcezza e la bontà fatta persona. Il
ragazzo si staccò dalle labbra della mora, e le prese la mano dicendole in un
sussurro: "Vieni.".
Camminarono per un pò, fino a che non arrivarono in una piattaforma, che era
sulle rive del Tamigi. Conor aiutò la ragazza a
salirci su, per poi salirci anche lui. La strinse a sè,
facendo scontrare il ventre rotondo di Savannah
contro la sua pancia piatta. Sorrise felice, e spostò lo sguardo dal loro
contatto agli occhi nocciola della ragazza a lui di fronte, quella stessa
ragazza che amava da impazzire.
"Savannah", cominciò. "Devo dirti una
cosa."
"In effetti anche io, e ti pregherei per farmi
parlare per prima.", disse, avendo timore che ciò che gli stava per dire
l'avrebbe fatto scappare a gambe levate.
"Vorrei poterlo fare prima io, Van.", ribattè Conor. "Io... Non so come dirlo."
"Mi stai lasciando?!", chiese con tono aspro Savannah,
sull'orlo del pianto.
"Ma no, piccola! Come potrei mai?", le prese le mani e le intrecciò con le sue. "Io... io..", provò ancora.
"Ti amo!", ma non fu la voce di Conor a
pronunciare quelle due parole, bensì Savannah, che
prese coraggio. Baciò teneramente il ragazzo dinanzi a lei, che era rimasto
imbambolato e sorpreso dalle sue parole.
Quando le loro labbra si scontrarono, lo potè sentir sorridere sulle sue labbra, e il suo cuore
esplose come dei fuochi d'artificio. Si staccarono di pochi millimetri, e il rossiccio prese il coraggio di estrernare i suoi sentimenti.
"Ti amo anche io, piccola mia!", e di nuovo la baciò.
Dopo qualche minuto
divisero le loro labbra, e raggianti di felicità come non mai, Conor parlò.
"Devi vedere una cosa, vieni.", disse e la scortò fino al posto in
cui Niall aveva sistemato il suo striscione.
"Ma dove mi porti?", disse ridendo la mora, e subito smise non appena
un capolavoro le si presentò davanti. Uno striscione.
Un bellissimo striscione.
Si girò verso il suo amato, lo guardò intensamente, e poi gli disse una cosa
che fece sussultare per la prima volta il cuore del rossiccio.
"E' per questo che ti amo, perchè sai sempre
come sorprendermi.", e sorrise.
Conor ricambiò il sorriso, per poi ricondurla di
nuovo sulla piattaforma, dove insieme si goderono il tramonto.
Quando fu ormai buio, i due ragazzi erano ancora lì,
abbracciati.
"Conor, tu sei mio?", chiese Savannah.
"Sì, per sempre amore mio!"
"Ed io sono tua?", chiese ancora.
"Solo mia, ti amo piccola.", e con un bacio le trasmise tutto il suo
amore.
My space:
Salve!
So che è quasi un mese che non aggiorno, ma ho avuto dei problemi personali davvero
seri, e non avevo proprio la forza per mettermi a
scrivere. Perciò scusatemi (:
Spero che vi ricorderete ancora di questa storia, e che qualche anima buona si
fermi a leggere e recensire.
Che dire del capitolo? E’ venuto quasi come lo
volevo, e quindi sono più o meno soddisfatta! (:
Spero vi piaccia e, per la cronaca, questo è il capitolo che dà il nome alla
storia…proprio perché mi sono ispirata alla canzone di Laza Morgan
‘This Girl’,
e alla scena di Step up 1.
Mi dileguo, perché non so che altro dire…
E beh, recensite?
Un bacio,
Marialuisa ♥
Facebook: Mary Potter
Twitter: @mlousty
Ringrazio ciastenbibah1D
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