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Autore: radioactive    05/10/2013    4 recensioni
CAP. 6 Il cigolio del legno si mischiava al battito del cuore del ragazzo tanto da confondergli le idee, non capiva più se il suo cuore era malandato come quelle travi o se l’Arena era viva quanto il suo cuore, aveva il terrore che ciò che lo teneva sospeso in aria crollasse sotto i suoi piedi.
Ma Ariel si bloccò di colpo, Lyosha avrebbe voluto chiederle che diamine stesse facendo, che erano inseguiti!. Ma lei non si muoveva, immobile, fissava ciò che solo in un secondo istante il fratello identificò come Sean, quello che li aveva derubati.
«Ciao, otto»
[...] Stavano per morire, stavano per morire!
CAP. 10 Caesar Flickerman trattava tutti i tributi come validi concorrenti, Lyosha invece, agli occhi del presentatore, era già morto.
| 72esimi Hunger Games ● Lyosha e Ariel Isaacs ● DISTRETTO 8 |
EDIT - testo in via di revisione e betaggio (01 capitoli su 14) + cambio grafica [in data 11/11/2013]
→ I capitoli 15, 16 e 17 sono degli SPINOFF di Die on the front page, just like the stars.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 09

                 loro invece erano ancora lì: vivi.

 

 

 

Il sole tramontava in quella cupola che era l’Arena, Sean – appoggiato ad un Lev stanco ma inflessibile – zoppicava evitando di inciampare nelle liane, radici, sassi e quant’altro. Non lo avrebbe mai ammesso a sé stesso, ma quel ragazzino gli aveva salvato la vita.

«Come mai non sei con gli altri Favoriti?» domandò, rallentando appena il passo alla vista di una palude che, per quanto fosse poco invitante, era pur sempre una zona con dell’acqua – e questa proprietà bastava al luogo per farlo somigliare ad una specie di Oasi, a cui neanche il ragazzo del quattro seppe resistere.

Lev lo fece appoggiare su un tronco, aiutandolo a scivolare sulla pietra posta sotto di lui, quasi a formare una panca naturale, Sean si sedette con un lamento, seguito poi da qualcosa vagamente simile ad un sospiro di sollievo.

«Sono tutti grandi, e poi Fraser ha ucciso la ragazzina del dodici… può uccidere anche me allo stesso modo se non gli ero utile, e non mi andava per niente. A comandare sono i maschi dell’uno o del due», mentre parlava guardava in basso, tenendo le mani dentro le tasche dei pantaloni e calciando una liana, come se si vergognasse della sua risposta. Aveva paura – ma non doveva dirlo, lo sapevano sia Lev che Sean.

La conversazione rimase sospesa per qualche secondo, poi Lev decise di togliersi la giacca – dove vi era il coltello, all’interno di una tasca – e di andare verso l’acqua, mormorando un “mi vado a lavare le mani” per congedarsi e abbandonare un di certo più riposato Sean nel suo angolo.

Con un balzo Lev entrò nella palude, storcendo il naso per la sporcizia dell’acqua e per la sua consistenza leggermente melmosa, ma non si lamentò più di tanto. Rimase a mollo nello stagno per un po’, cercando di ricordare la piacevole sensazione delle acque del suo distretto dove si tuffava dopo aver pescato con il padre, si chiese se c’era un qualche pesce commestibile, in quell’Arena – poteva mangiarlo anche crudo, se necessario, non beveva né mangiava dall’inizio dei giochi. Si spostò di qualche passo verso sinistra, avvicinandosi ad un tronco di notevoli dimensioni che sembrava in qualche modo sospeso nell’aria, coperto di muschio e liane di un verde brillante. Il ragazzino mise le mani a coppa per raccogliere l’acqua, gettandosela poi controvoglia sulla faccia, si sfregò gli occhi e con il colletto della canottiera ancora pulito si asciugò il viso da quella sensazione viscida lasciata dal liquido.

In quel momento, incontrò solo gli occhi freddi di Sean che lo fissavano, poi qualcosa che sembrava una corda dalle considerevoli dimensioni coperta di squame gli circondò le braccia, avvolgendolo tutto fino alle ginocchia, vicino al suo orecchio sentì un sibilo e due occhi gialli incontrarono i suoi. Fu questione di attimi: il ragazzo lanciò un urlo, l’anaconda gli strinse il corpicino, sollevandolo da terra, e le ossa si ruppero all’istante, producendo una sinfonia macabra di crack che raggiunsero le orecchie del ragazzo del tre.

Un altro urlo si levò dalle labbra di Lev, ancora il serpente si strinse a lui, scivolando verso il collo, attorcigliandosi attorno a questo e spezzandoglielo con la stessa tecnica usata precedentemente, infine la morsa si sciolse e il tributo scivolò nell’acqua – scomparendo sotto la melma.

Sean non aspettò altro: con ferita pulsante e tutto il resto, fuggì da quel posto appoggiandosi ad alberi e pietre, un colpo di cannone coprì tutti i suoi e poco dopo uno stormo di uccelli si levò dagli alberi che circondavano ciò che era diventata la tomba del tributo del distretto della pesca.

 

Il viso di Ariel era ancora spaventato, teso e pallido nonostante il cannone che annunciava la morte del dodicesimo tributo fosse  passato già da qualche minuto. Rimasero entrambi in silenzio mentre bevevano nel torrente vicino, riempiendo anche la loro boccetta d’acqua. Avevano trovato anche qualcosa di vagamente simile ad una radura nascosta da folti alberi e decisero di accamparsi lì: se guardavano in alto, riuscivano a vedere il cielo.

Con i coltelli e la lancia scavarono una fosse dove misero gli zaini, togliendo da questi la coperta – per poi nascondere le sacche con erbe e foglie. Una stupida prevenzione in modo che, se qualche nemico li trovasse, loro sarebbero potuti scappare e poi ritornare in quel luogo sperando che gli aggressori non scoprissero le loro scorte. Cercarono assieme un qualche albero dalle foglie lunghe, raccogliendone in gran quantità con diversi viaggi verso il loro stabilimento notturno, poi si sedettero semplicemente per terra e, foglia per foglia, Lyosha intrecciò un’amaca che avrebbe legato agli alberi circostanti in modo da sollevarli da terra, considerando che la notte prima erano stati svegliati da strani rettili che gli strisciavano vicino. Decisero di aggiungere all’impalcatura due rami decisamente lunghi che avevano trovato durante la loro ricerca, disposti in diagonale – in modo che aiutassero tutto il sistema nel reggere i due corpi.

Era ormai buio quando il letto fu completo, lo legarono ai tronchi nel modo più fermo possibile e, salendo lentamente sull’amaca, si resero conto che era stabile per mantenere il peso relativamente esiguo di entrambi.

«Lloyd sarebbe fiera di te» confessò Ariel, piegando lievemente le ginocchia verso il petto, tirandosi sulle spalle la coperta.

Lyosha sorrise debolmente, cacciandosi fuori le mani dalla preziosa coperta – nonostante tutto sentiva ancora freddo, dato che non era più in possesso di una giacca – muovendo le dita al fine di risponderle: anche Cecelia lo è di te.

Cecelia, nessuno dei due sapeva che sarebbe stata lei la seconda Mentore, in realtà, una volta saliti sul treno e aver incontrato la prepotente figura di Lloyd, ambo i fratelli non si erano preoccupati più di tanto di conoscere l’identità della loro seconda guida, anche se per un momento Lyosha si chiese chi tra Cecelia e Woof avrebbe affiancato Lloyd in quella “avventura” – non si sorprese di vedere la donna una volta entrati nel vagone dove erano andati a mangiare subito dopo le presentazioni: Woof era vecchio, e quella gli sembrava una motivazione abbastanza valida perché ci fossero le due donne con loro.

Assieme al pensiero delle due mentori, si fece spazio nella mente di Lyosha l’idea che forse, stavano procedendo davvero bene in quei Hunger Games. La maggior parte dei tributi del loro distretto morivano nel bagno di sangue o, se erano fortunati, il primo giorno dei Giochi. Loro invece erano ancora lì: vivi e conciati relativamente bene – senza contare che non era arrivato nessun contributo dagli sponsor e, considerando la loro storia (e quindi la pressione emotiva che i due fratelli esercitavano sui Capitolini), forse qualche abitante della Capitale aveva scommesso su di loro.

Chiuse gli occhi, sentendo le mani della sorella stringersi attorno alle sue, la bimba intonò little bird e Lyosha si addormentò con l’immagine di Ariel che si costruiva una ghirlanda di fiori con le margherite che trovava nel prato davanti alla scuola. Sopra le loro teste, venivano proiettati i visi dell’anonimo tributo femmina del nove e del giovane Lev.

 

Sean era preso da giravolte così intense da fargli perdere l’equilibrio e cadere a terra, oppure le vertigini lo scombussolavano così tanto e il tributo si trovava a mettere i piedi uno davanti all’altro, se non incrociarli a “x” e inciampare sugli scarponi.

Aveva fatto un errore a fuggire così velocemente dall’anaconda, ma l’adrenalina aveva preso il soppravvento esattamente come il terrore di gridare il nome di Lev per avvertirlo del pericolo che correva stando vicino a quel tronco. Ma non aveva più importanza, ormai.

Continuò ad avanzare, talvolta strisciando, alternando una corsa sconnessa allo zoppicare: non sentiva null’altro se non il dolore alle tempie e la cassa toracica sul punto di implodere. Si sentiva scoppiare dall’interno, le ossa frantumarsi esattamente come il collo di Lev.

Si appoggiò al tronco di un albero, abbandonando la testa in avanti – il collo incapace di sorreggere il peso del cranio. Contò fino a venti, rialzando poi lo sguardo, e quel che vide lo riempì di amara gioia: la Cornucopia.

Il corno si ergeva al centro della palude, cinquanta metri si ripeteva, forse anche meno. Avanzò zoppicante, cadendo più volte a carponi nell’acqua, stando attento a non ingerirla: sapeva che era avvelenata, lo aveva intuito tempo addietro, quando erano caduti dal ponte e furono trasportati nel fiume – lui e i due dell’otto, s’intende.

Attraversò le pedane, tutta l’arena circostante la Cornucopia e, una volta raggiunta, si accasciò su questa, abbandonandosi al sonno fino al giorno dopo.

Quando si svegliò, il tributo del tre fu contento di trovare una capsula che dondolava nell’acqua vicino a lui: Beetee e Wiress erano stati bravissimi come mentori, tanto da aver convinto gli sponsor ad aiutarlo – sapeva già cosa avrebbe trovato, e la sorpresa non deluse le sue aspettative.

In poco tempo, Sean si era già spalmato l’unguento sulla ferita, fasciata con la giacca che aveva preso da Lev, raccolto uno zaino dalla Cornucopia, armato e ripartito alla volta dei Giochi – verso mezzogiorno un altro colpo di cannone e il volo di uccelli immediatamente successivo, proveniente dalla parte opposta in cui si stava dirigendo lui, lo informò che era morto il tredicesimo tributo.

 

La terza giornata dei giochi fu per i due fratelli come una manna dal cielo: non avevano incontrato nessun tributo, e la cosa era stata molto apprezzata da entrambi – avevano lasciato il loro accampamento senza bruciare nulla: accendere un fuoco era la cosa peggiore da fare, in un’Arena. E camminato all’interno della foresta nebulosa, ma sempre seguendo la circonferenza delle cascate, assicurandosi di non avvicinarsi troppo ai confini dell’Arena. Avevano sentito nel corso della giornata l’ennesimo colpo di cannone, gli uccelli che si mostravano assieme a questi – evento ancora inspiegabile per entrambi – comparsero al “piano di sotto”, e in qualche modo Lyosha constatò che il tributo morto fosse deceduto per aver mangiato o bevuto qualcosa di velenoso. Meglio così, si disse, anche se non sapeva quali concorrenti avessero lasciato l’Arena con la morte dall’inizio dei Giochi, ovviamente escludendo quelli che lui stesso aveva ucciso, o visto morire.

La sera arrivò velocemente e, come il giorno precedente, i due fratelli si addormentarono vicino l’uno all’altro, cullati dal vento e dalla loro personale ninna-nanna. Inconsapevoli che, quello che la fortuna riservava a loro, era semplicemente il caos.

 

C’era parecchia frustrazione nel gruppo dei Favoriti, i quattro si aggiravano per l’Arena senza seguire nessuna pista in particolare, accendendo fuochi per rivelare la loro postazione in modo che qualche sconsiderato pensasse che fosse un qualche tributo stupido. Una strategia priva di spessore intellettuale – la definì Liv, ma decise di non commentarla e osservare Fraser raccogliere i rami che riteneva “secchi” con Lexi che lo aiutava più per passare il tempo che altro.

Non era uno spettacolo molto gradevole.

«Vado a fare un giro» commentò poi quella del due, raccogliendosi l’arco dalle ginocchia per infilarselo a tracolla, con sua grande sorpresa, Ines la seguì.

Il silenzio tra le due era pesante, ma non fuori luogo: cercavano di studiarsi a vicenda, a capire chi delle due avrebbe fatto la prima mossa. Ormai gli Hunger Games erano arrivati a metà percorso, cercare di fare una qualche alleanza secondaria rientrava negli interessi di entrambe. Si trattava solo di stare ancora assieme dopo che il gruppo di Favoriti si fosse smembrato fino ad un certo periodo di tempo, ed infine separarsi anche loro due.

Fu Liv a prendere parola, fermandosi di colpo, «sai cosa voglio proporti» disse senza tanti giri di parole, una qualità che aveva acquisito nel tempo con Roel.

Ines si fermò a sua volta, piantando il tridente a terra e alzando le spalle, «un’alleanza fa sempre piacere Liv, soprattutto se la persona con cui la fai è seria. Tu sei sicura di essere una di queste?» faceva ovviamente riferimento al suo civettare del primo giorno.

Quella del due sorrise, «ho lasciato casa a diciassette anni per offrirmi volontaria agli Hunger Games, un fidanzato che mi amava più di ogni altra cosa per dimostrare quanto valessi, una famiglia che mi sottovalutava. Sono molto più seria di quello che possa sembrare» sapeva di star facendo del male ai suoi genitori, con quelle parole, e soprattutto a Roel. Ma qualcosa in lei gridava che era la cosa giusta da fare, che chi l’aspettava, a casa, avrebbe capito tutto – Enobaria le aveva detto che doveva essere disposta a tutto per tornare, “anche a strappare la gola di un avversario a morsi”.

Si strinsero reciprocamente la mano, senza eccedere in forza. E ritornarono assieme all’accampamento, trovandosi un Fraser sorridente mentre indicava con fierezza il fuoco che era riuscito ad accendere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 






«― Che sarebbe disposto a fare ognuno di voi, mh? Fareste vela ai confini del mondo

e ben oltre, pur di riavere il brillante Jack, e la sua preziosa Perla? ―

― Sì. ―»      

[CALIPSO & GIBBS; tratto da “Pirati dei Caraibi: la Maledizione del forziere fantasma”]

 

 

 

 

 

 

 

Note d’Autrice ◊ «viviamo e respiriamo parole»

 

Buongiorno miei cavalieri!

Ebbene eccomi qui, ho un po’ di cose da dirvi ma, avendo frettissima, cercherò di donarvi queste informazioni nel modo più diretto e schematico possibile.

- l’edizione è stata nuovamente spostata, perché mai? Perché ho scoperto che i 63esimi giochi sono stati vinti da Gloss, così ho deciso di mettere giù tutti i vincitori delle 75 edizioni dei Giochi in una bellissima immagine che vi linko qui, in grassetto sono i mentori del distretto 8, le edizioni vuote con i puntini sono invece quelle che riguardo le fan fiction che, in un modo o nell’altro, sono intrecciate tra loro (69th HG73th HG; quella con due puntini sono questi che leggete). E’ la versione definitiva, o quantomeno lo spero vivamente. I Vincitori sono stati posizionati sulla base della pagina di Hunger GamesWiki – quindi abbastanza fedele (spero), con solo l’aggiunta di Lloyd, giustamente.

Sulla base di questo, devo modificare leggermente il testo del capitolo 07 riguardo ad un pensiero fatto su Enobaria che aveva vinto “l’anno precedente”, quando in realtà sono nove anni prima. Lo farò al più presto ;)

- ho aggiunto un altro mentore, avendo conferma che sono effettivamente due mentori per distretto, Haymitch confonde! Quindi eccovi Lloyd (non potevo eliminarla, ahahaha) e Cecelia, reale vincitrice che muore nei 75esimi.

- ho fatto il conto di quanto manca alla fine di questi Hunger Games, e a quanto pare la fan fiction non raggiungerà nemmeno i 20 capitoli – se qualcuno sperava durassero di più, mi dispiace! :c In tutti i casi è sicuro al 90% che ci sarà un sequel con il vincitore, il Tour della Vittoria e anche il suo vissuto della rivolta, ovviamente sempre che a qualcuno interessi!

- non vi ho dato la faccia di Lev, anche se non è una cosa che amo fare (spacciare i volti, intendo), in tutti i casi è questo.

- vi linko un piccolo SPIN-OFF su child!Liv e su questo fantomatico Roel, che però contiene un piccolo spoiler su questa fan fiction c: spero mi perdonerete! This.

- in ultimo, so benissimo che la fan fiction sta comprendendo molti più punti di vista e meno incentrato su Lyosha ed Ariel, ma è finalizzato alla buona riuscita della fan fiction.

 

Detto questo, spero di non aver dimenticato nulla, come al solito ringrazio chi segue/commenta/si palesa in generale e spero che l’HTML questa volta funzioni bene.

radioactive,

 

e tanto amore per la citazione finale, oh sì

 

   
 
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