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Autore: _Rainy_    05/10/2013    4 recensioni
Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato. Non un tiranno assetato di potere contro cui combattere, ma una malattia pericolosa. L'11a cacciatrice di taglie della Terra del Fuoco che torna al mestiere per cui è nata con un'ultima, pericolosa missione, che le cambierà la vita.
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Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato, con a capo la propria madre. Una fragile principessa dovrà scontrarsi con una realtà che le è sempre stata nascosta fin da bambina : il suo regno sta morendo. E solo lei realizza che il nemico contro cui combattere è molto più vicino di quanto sembra.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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08. Dawn

 

La cella era umida e fredda, e la catene ai polsi le avevano lasciato un segno rosso ormai.
Segno che in realtà Dawn aveva già da anni, dato che non era la prima volta che succedeva una cosa del genere.

Era arrivata tardi alla lezione con sua madre e lei si era arrabbiata, sbattendola in cella a digiuno, come suo solito.
Dawn era ormai abituata a quel trattamento e non sentiva il dolore fisico, ma dentro di se era a pezzi. Perché sua madre la odiava tanto?
La risposta, lo sapeva, era lampante : perché Dawn non era stata desiderata...

Tanti anni prima Courtney era stata portata come damigella a corte, ma il principe se n’era invaghito e della loro relazione segreta era nata lei, un peso inutile. Allora la legge voleva che due giovani con un figlio fossero considerati sposati e la cerimonia venne fatta in breve, costituendo un problema per tutti : lei non voleva essere legata a un uomo che non amava, lui era promesso a un’altra e i genitori di lui erano contrari al loro “amore”, per ovvio ragioni.

Dura lex, sed lex

Triste, ma vero.

Alla morte del padre il figlio fu incoronato, e Courtney con lui, che negli anni era riuscita ad acquistare grande prestigio e a mettere a tacere lo scandalo.
Ovviamente aveva compreso che essere regina poteva essere un grande vantaggio e non ci mise molto a far innamorare perdutamente di se il principe, chissà con quali oscuri metodi.

Dopo averlo ucciso, il regno era suo.


Un colpo alla porta che conduceva alle prigioni.
Due colpi.

La porta era poco distante dalla cella di Dawn, che rimase sorpresa da quel suono : era l’unica prigioniera, la ronda non si faceva mai, non poteva mangiare e doveva stare in cella altre sette ore... Chi poteva essere?

Si aprì cigolando e Dawn udì dei passi, di due persone.

- ...E qui le prigioni...

Era la voce di Noah, capo delle guardie reali.

- Oh, wow... Il giro è finito?

Una voce giovane, che Dawn conosceva, ma non associava a nessun volto.

- No signore, ci sarebbero ancora da vedere gli alloggi della regina, ma..
- Oh, li conosco molto bene...

La voce sconosciuta era carica di malizia.

- Oh, allora il giro termina qui... Avrei delle faccende da sbrigare, sapete tornare di sopra?

Una risata.
- Suvvia Noah, sono solo delle scale!
Altre risate.
- Avete ragione, arrivederci!

I tacchi degli stivali di Noah che si scontravano, nel classico saluto militare e dei passi che si allontanavano.
Qualcuno che sbuffava e cominciava a camminare in direzione di Dawn, lentamente.

La ragazza non tirò neanche su la testa, rimase con il capo chino, i capelli che toccavano quasi terra, per la forza di gravità.

Il ragazzo arrivò davanti alla cella di Dawn e si fermò:
- Oh, ma allora un prigioniero c’è!

Dawn sentì montare la rabbia dentro di se all’udire il nome con cui l’aveva chiamata: prigioniero.

- Oh forse... Una prigioniera?

Il ragazzo si appoggiò alle sbarre. Dawn cedette alla rabbia e alzò la testa urlando:
- Non sono una prigioniera, stolto!

Il ragazzo fece un balzo indietro. Solo allora Dawn lo riconobbe : era il ragazzo che aveva colpito Roknar, Scott.
- Oh, ciao Scott – Sibilò Dawn, acida.

Scott si inginocchiò di corsa e ghignò:
- A quanto pare è destino che lei mi lasci senza parole, principessa! Ah, il suo cavallo sta bene, se le interessa...

Dawn si rilassò un poco.
- Bene, addio Scott...

Il rosso fece per fare una battuta sarcastica, ma notò in che condizioni era Dawn e chiese, allibito:
- Ma perché siete qui? State giocando a una specie di nascondino con qualcuno?

L’intenzione di Dawn era rispondergli a tono:
- Scemo! Io... Io...

Ma si bloccò, scoppiando in lacrime. Scott si pentì della battuta appena fatta e si guardò intorno. Vide le chiavi appoggiate con noncuranza su un tavolino e le afferrò, aprendo velocemente la cella di Dawn. Aprì le chiusure metalliche che la bloccavano e la afferrò quando cadde a terra, non più retta dal metallo.
Senza pensarci troppo la abbracciò, accarezzandole la testa e sorreggendola.
- Dawn, cosa è successo?

Non aveva mai provato qualcosa del genere per qualcuno. Sentiva il bisogno di consolarla, perché sentiva che se lei era triste, il suo mondo era grigio.
Era una piccola creatura indifesa, ma era così strano... Non era mai stato un tipo incline alla pietà.

Si staccò in fretta, rosso in volto.
- Scusi maestà...

Dawn sorrise, il bel visino non più rigato dalle lacrime e raccontò la storia della madre al rosso.
Scott si sedette per terra, vicino a lei e diventava sempre più allibito.

- Non lo sapevi eh? Ora le vostre “notti di fuoco” non saranno più le stesse? Ops, scusa tanto, non volevo rovinarti il sesso più conveniente del regno...

Constatò Dawn, acida.
Scott si sentì un verme, ancora di più perché detto dalla creatura apparentemente più fragile, ma che in realtà covava una forza fuori dal comune.

- No Dawn, io...

La bionda distolse lo sguardo e sibilò:
- Fatemi sapere quando avrò un fratellino...

Scott abbassò la testa e una lacrima gli solcò la guancia. Non aveva mai pianto, perché lo faceva ora?
La rabbia di Dawn subito sbollì.
- Scusa, è che mia madre...
- No, hai ragione – la interruppe Scott – ma non c’è nulla fra me e tua madre, perché lei non vuole altro da me se non che mantenga i commerci, ma d’altronde io voglio lo stesso... E’ un rapporto di interessi e basta...

Perché si stava rivelando? Sentiva che era giusto...
E che nonostante fosse la figlia di Courtney non glielo avrebbe mai detto.
Dawn annuì:

- Tipico... Il letto è sempre stato più efficace di un tavolo delle trattative... E di sicuro prediletto da mia madre... Non disperare... – sorrise gentile.
Scott le rispose allo stesso modo, quindi si alzò, si pulì i pantaloni e si avvicinò a Dawn. La prese in braccia reggendola per la schiena e per le ginocchia (come una sposa...) e uscì deciso dalla cella.

- Cosa stai facendo?

Chiese Dawn, isterica e rossa in volto per quell’iniziativa.
Scott sorrise.

- Non posso lasciarti qui! Starai nelle mie stanze, se vuoi, fino a quando non sarai di nuovo libera...
- E quando vedranno che non ci sono?! – Dawn era imbarazzata.
- Li avvertirò che vado io a liberarti... Dai, tranquilla!
- Ma ci andremo di mezzo tutti e due...

Scott si bloccò, fissando un punto lontano sul muro. D’un tratto si voltò verso Dawn e la fissò negli occhi, sorridendo. Dawn diventò ancora più rossa.
- Principessina, ti sei chiesta perché lo sto facendo?

Dawn avvampò e annuì. Scott ghignò:
- E’ dovere di ogni cavaliere salvare le fanciulle in pericolo no?

La principessa rinunciò ad opporre qualsiasi resistenza e si lasciò condurre alle camere del giovane in braccio, per poi venire deposta sul letto soffice...

Mentre qualcosa nei cuori di entrambi si muoveva...

 

 

 

 

 

-Angolo Dell’Autrice-
Sono stra di fretta.. Quindi:.
ve l’avevo detto che sarebbe stato un capitolo importante ^._.^
Ok, alla prossima, torniamo con Gwen e... Muahahah!
Un baciottone a Craggy, shiau!
Leggete e recensite if possible, byeee!
_Rainy_

   
 
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