Capitolo Uno- Occhiali

“E io dovrei mettere quei cosi?” pensò un bambino sui quattro anni dai lunghi capelli turchesi legati in una coda, fissando con i suoi occhioni color del cioccolato il paio di occhiali che la sua mamma teneva fra le mani. Avevano delle lenti enormi a forma di testa di orsacchiotto(?) e, come se non bastasse, la montatura era di ben otto colori differenti. Fuxia, rosso, verde, indaco, blu, giallo, arancione e viola per la precisione.
-Non sono bellissimi? Appena li ho visti ho subito pensato a te! Avanti, provali!- lo incitò la madre sorridendo.
Il piccolo Kazemaru prese gli occhiali, li osservò tra le sue piccole manine e, alla fine, titubante, li indossò.
-Ma sei bellissimo!!!- esclamò la donna alzando di peso il bimbo e dandogli un bacio sulla guancia –Ora la tua mamma ti fa vedere quanto sei bello!- aggiunse portandolo davanti allo specchio.
Il bimbo spalancò i suoi occhioni alla vista della sua immagine riflessa.
-Mammina, ma vedo metterli a forza?- chiese, incrociando le dita dietro la schiena, per non farsi vedere dalla mamma.
-Certo tesoro! Ricordi cos’ha detto il dottore?- domandò la donna, poggiando il piccolo per terra.
Il piccolo annuì.
Non è che ricordasse le parole precise di quel dottore dagli enormi baffi verdi- anche perché si era messo ad usare paroloni difficili di cui il bimbo ignorava l’esistenza- ricordava solo che, mentre quattro infermiere lo inseguivano per mettergli quelle odiose gocce che gli “bruciavano” gli occhi, il dottor Baffone –si, il piccolo l’aveva soprannominato così- aveva detto che, anche se gli mancavano solo 0.25° di miopia, doveva mettere gli occhiali. Nathan, una volta che le infermiere l’avevano preso, anzi, quando lui si era fatto acchiappare da loro perché aveva notato che quelle poverette non riuscivano a reggersi in piedi dopo aver fatto per ben cinque volte il giro completo dell’ospedale e gli facevano pena, si era messo a pensare cosa potesse significare il fatto che gli mancassero alcuni gradi di Miopia dato che questa tizia- dal nome abbastanza buffo secondo il piccolo bimbo- lui non l’aveva mai conosciuta e quindi non riusciva a capire come potesse sentire la mancanza dei suoi gradi.
Cosa fossero poi i gradi di Miopia e quale fosse il loro legame con il mettere gli occhiali, il bimbo ancora non l’aveva capito…
-Ora vai a prendere il tuo zaino, altrimenti faremo tardi a scuola!- disse la madre sorridendogli.

Erano ormai arrivati nei pressi dell’asilo e il piccolo Kazemaru si sentiva sempre più nervoso. Aveva paura di quello che i suoi compagni avrebbero potuto dire vedendolo con quei buffi occhiali. “E se poi Endou non vuole più giocare con me pecchè ho gli occhiali?” pensò il bimbo, terrorizzato al solo pensiero che il suo migliore amico non volesse giocare più con lui. Poggiò una manina all’altezza del cuore; lo sentì battere fortissimo.
-Calmati un po’!- sussurrò il bimbo, senza farsi sentire dalla madre, sperando che il suo cuoricino lo sentisse e lo ubbidisse. L’auto si fermò: erano arrivati. Il cuore del piccolo prese a battere ancora più forte di prima.

Kazemaru non riusciva a capire. “Pecchè non mi ha detto nulla?” pensò. Stava colorando con Endou, ma il suo migliore amico non gli aveva detto ancora nulla riguardo i suoi occhiali. Anzi, a dirla tutta, Mamoru lo aveva solo salutato e poi l’aveva invitato a giocare con le costruzioni e poi a disegnare. Non gli aveva detto più nulla.
“Forse non li ha visti!” pensò il turchesino. Si sporse un po’ più in avanti, facendo finta di prendere un colore, per mettere in evidenza il suo bel visino. Endou, a quel punto, lo guardò per un paio di secondi.
“Ora li vede e mi dice come sto con gli occhiali!” pensò speranzoso il turchese. Ma il suo migliore amico abbassò nuovamente lo sguardo , riprendendo a colorare. Kazemaru sbuffò. Perché non gli diceva nulla?!
-Mamoru…- lo chiamò tirandogli la manica della maglietta.
-Si?- disse il castano voltandosi verso il turchesino.
-Hai visto qualcosa di strano oggi?- domandò Kazemaru.
Endou chiuse il colore che stava usando, poggiò la testa sulla piccola manina e alzò lo sguardo con fare pensoso.
-Uhm… Fammi pensare… No, non ho visto niente di strano oggi.- disse per poi prendere un altro colore.
Kazemaru spalancò i suoi occhioni sorpreso.
-Non hai visto che mi sono messo gli occhiali?- chiese il turchese stupito, indicando il suo visino.
Mamoru annuì.
-Li ho visti quando sei venuto-
-E pecchè non mi hai detto nulla? Secondo te come sto con gli occhiali?- chiese.
-Non mi interessa se hai gli occhiali o no.- esclamò Endou con uno dei suoi magnifici sorrisi -Io ti voglio bene proprio come sei, Ichi-kun!- esclamò poi abbracciando il suo migliore amico.

Angolino dell’autrice
Hola! ^w^
Ecco a voi la mia primissima EnKaze che dedico alla mia adoratissima Mia<3, meglio conosciuta come Dark_Choccolate! :) Avrete sicuramente notato alcuni “errori” del tipo “pecchè” invece che “perché” e così via… Ho scritto di proposito in questo modo cercando di imitare i bimbi quando parlano! :) Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto! Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!
Un grande abbraccio<3