In effetti, non ero del tutto sicura di volere lì i miei genitori; dovevo ancora smaltire il rancore che provavo per loro.
Non avevo nessuna tragica storia familiare alle spalle; mio padre non era un alcolizzato e non mi picchiava, mia madre era fin troppo presente, la mia sorellina Laura era più che perfetta.
L’unico inconveniente era che mi avevano nascosto di avere un fratello.
E me l’avevano nascosto per quasi sedici anni, cioè per tutta la mia vita.
Ed era per quel motivo che ora mi trovavo su un aereo, diretta a Londra, da sola.
Per conoscere una persona che avrei dovuto conoscere da sempre, per “recuperare il tempo perso”.
Tutte le volte che ci pensavo, mi sentivo strana. Con Laura non avevo tempo perso da recuperare, era nella mia vita da … sempre, immagino, e la conoscevo come conoscevo me stessa. Anzi, meglio, dato che a volte facevo cose di cui io stessa mi stupivo. Ma immagino sia normale per una quasi-sedicenne con gli ormoni impazziti e un caratteraccio come il mio.
Comunque, il mio fratellone (perché, da quanto avevo capito, aveva quattro anni in più di me) non era un inglese qualunque. Era Liam Payne.