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Autore: Halloween_    06/10/2013    3 recensioni
{Dedicata a Viola che oggi compie gli anni ~ Tantissimi auguri amica mia❤}
[Raccolta di quindici Drabble IchiAki ~ Fluff ~ Triste ~ Comico ~ Un po' di generi diversi]
[Piccoli errori sistemati il 7/10/2013]
.~.~.~.~.~
Quindici piccoli momenti incentrati sulla coppia Aki e Ichinose.
Le età nelle drabble variano, dipendeva tutto dall'ispirazione del momento.
Situazioni varie.
~.~.~.~.~.
Spero tanto a qualcuno piaceranno, specialmente la festeggiata. c:
Ci vediamo dentro, se vi va.
Kuro❤
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric/Kazuya, Silvia/Aki
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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~Fifteen Moments.


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Tanti auguri Alice❤ {Violaine}


~First Moment. [112 parole]

Hanno davvero esagerato!
Pensò una bambina, di circa cinque anni, sbuffando sonoramente. Aveva i corti capelli verdi scuri tutti arruffati, e guardava il suo orsetto di peluche, senza un braccio, perdere manciate d’imbottitura lanuginosa.
Si lasciò cadere ai piedi di un albero, il broncio accentuato e gli occhi lucidi, si sarebbe messa di certo a piangere se non fosse stata così furiosa.
Questa volta con il cavolo che le perdono!
Carezzò il manto marroncino dell’orso, macchiato di fango in più punti e senza zampa destra.
Stupide!
La piccola Aki abbracciò il povero peluche che quelle invidiose delle sue compagne avevano rotto: era un regalo di Kazuya e tanto bastava a renderlo speciale.




~Second Moment. [105 parole]

Anche quella mattina in università sembrava non finire più.
Aki scriveva, concentrata ad ascoltare le parole del professore; prendeva diligentemente appunti, non si perdeva una sillaba, da brava studentessa qual era.
Ogni tanto spostava una ciocca ribelle che le invadeva il campo visivo, alla fine, era diventato un gesto così automatico che nemmeno ci faceva caso.
Kazuya invece sì, lui prestava attenzione a tutto ciò che riguardava Aki.
Anche il più piccolo particolare non sfuggiva ai suoi occhi scuri.
Mentre lei, assorta com’era, nemmeno notava gli sguardi che Ichinose le rivolgeva un momento sì e l’altro pure. Infondo lui era tornato dall’America per stare Aki.




~Third Moment. [111 parole]

Portò una mano al cuore, Aki, le batteva così forsennatamente che temeva le sarebbe uscito dal petto al prossimo battito.
Del resto, era sempre così quando Ichinose giocava: le provocava delle emozioni meravigliose e contrastanti vederlo lì, a correre sul campo di gioco.
Da una parte era felice perché il calcio era il sogno più grande di Kazuya, ma dall’altra la preoccupazione non la abbandonava mai.
Per un attimo l’umore della ragazza s’incupì e i suoi occhi si persero a fissare il vuoto.
L’esultanza della folla la riportò alla realtà e quando tornò a vedere il campo, Kazuya le stava dedicando il gol appena fatto.
Sorrise, lasciando da parte quell’attanagliante ansia.




~Fourth Moment. [133 parole]

«Puoi passarmi il sale?» domandò Kazuya intento a mescolare qualcosa nella pentola; la ragazza al fianco annuì, afferrando il contenitore del sale e passandoglielo.
Aki sospirò, non sapeva davvero cosa aspettarsi dal suo ragazzo; era tornato appena due giorni prima dall’America e voleva assolutamente farle provare un piatto mangiato là.
La cosa che, però, terrorizzava di più la ragazza era l’abbinamento Ichinose-cucina: sapeva di guai.
Infatti, dieci minuti più tardi la verde notò un bizzarro fumo scuro uscire dalla pentola.
Si avvicinò, sporgendosi appena per osservare l’inquietante intruglio che bolliva «Ichinose, non credo sia mangiabile.» disse a malincuore, gettando ancora un occhio a quella brodaglia che pareva dovesse prendere vita.
Il ragazzo comparve due minuti dopo sulla porta «Lo so, per questo ho già ordinato qualcosa al ristorante all’angolo.» comunicò spegnendo il fuoco.




~Fifth Moment. [133 parole]

«Yesterday.» ripeté impacciata, torturando la gonna con le dita.
Il castano sospirò «No, Aki. Si pronuncia “yesterday”.» disse con scioltezza, in un inglese perfetto.
Puntando di suoi occhi verdi sul foglio, Aki pensò di essere spacciata: domani l’insegnante l’avrebbe interrogata e lei non riusciva proprio a farsela piacere quella lingua. In più sentire l’eccellente inglese di Kazuya era un colpo duro da reggere per la sua povera autostima.
Qualcosa le sfiorò con delicatezza la guancia provocandole un piccolo brivido e, voltandosi, incrociò gli occhi scuri di Ichinose che le sorrise dolcemente spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Non fare quella faccia, vedrai anche andrà bene domani.» picchiettò sulla pagina «Riprendiamo, e sorridi che sei più bella.»
Con le guance porpora Aki tornò a concentrarsi sull’inglese; chissà se sarebbe mai riuscita a confessarsi.




~Sixth Moment. [125 parole]

Bambino.
Le rimbombava nella testa come un eco, quella parola così semplice eppure colma di significato per lei.
Strinse tra le dita tremanti il plico di fogli e si lasciò cadere sul divano, sprofondando nei cuscini.
Rilesse il referto della visita per la centesima volta, era ancora incredula ma accarezzò il ventre piatto, pensando a cosa portava dentro di sé.
La porta di casa si spalancò lasciando entrare un trafelato Kazuya, accompagnato da un piacevole venticello d’inizio autunno «Che cosa succede, Aki?! Ho ricevuto il tuo messaggio.» accovacciandosi davanti alla ragazza le prese il volto tra le mani; aveva gli occhi lucidi.
«Sono incinta.» sussurrò versando lacrime di gioia tra le braccia del marito che la stinse, felice come mai era stato in vita sua.




~Seventh Moment. [137 parole]

Irriconoscibile.
Se qualcuno l’avesse vista in quel momento, non avrebbe potuto definirla in altro modo.
Gli occhi verdi erano gonfi e arrossati dalle ore di pianto, i segni delle lacrime ancora evidenti sulle guance e gli ultimi singhiozzi che ancora la scuotevano con forza.
«Mamma, che succede?»
La vocetta infantile fece voltare Aki verso la figlia di appena quattro anni che, immobile sulla porta, la guardava con grandi occhi neri.
Come quelli di Kazuya, pensò in un moto di tristezza.
Cercò di mantenere la voce ferma mentre invitava la piccola a tornare a dormire, e non rifiutò quando quella le chiese di leggerle una storia; alzandosi dal letto fece scivolare la busta sotto il cuscino.
Anche se Ichinose li aveva abbandonati per un’altra donna, Aki non avrebbe mai lasciato il dono più bello: la sua piccola bambina.




~Eighth Moment. [117 parole]

Riprovò per l’ennesima l’abito verde pastello, ma non la convinceva ancora così, con un sospiro, fece per toglierselo.
Di nuovo.
«Almeno fammi vedere come ti sta!» urlò una voce, fuori dalla tenda scura e chiaramente maschile.
Aki avvampò all’idea che Ichinose la vedesse con uno di quegli abiti, anche se l’aveva accompagnata lui a comprarne uno come regalo di Natale –di una settimana in anticipo, però.
Con un sospiro scostò la tenda del camerino, mostrando al ragazzo l’abito lungo che indossava suscitando un basso fischio d’ammirazione, da parte di Kazuya.
«Ti sta davvero bene però, quel colore mi ricorda le cimici.» asserì con fare innocente ma Aki, basita, chiuse il separé con stizza, ignorando le parole dell’altro.




~Ninth Moment. [140 parole]

Teneva le piccole manine davanti alle labbra, tentando di non ridere prima di aver compiuto quello scherzo; l’aveva progettato con minuzia, non voleva che fallisse.
Si nascose meglio dietro il basso cespuglio mentre toglieva qualche foglia impigliata nel vestitino, e scrutava i passanti per quella stradina del parco.
Quando riconobbe uno scalpiccio di passi, accompagnati da una familiare chioma castana, la verde saltò fuori dal suo nascondiglio «Buuuuu!» gridò con tutto il fiato che aveva.
E Kazuya cadde a terra, più per la sorpresa che lo spavento «Aki-chan ma sei impazzita?!» la rimproverò alzandosi, pulendosi i pantaloni dalla terra.
La piccola gonfiò le guance, mettendo su un tenero broncio «Era solo uno scherzetto.» protestò offesa.
Ichinose prese la piccola manina di Aki nella sua «Dai, andiamo a mangiare un gelato.» stingendo appena la presa, accompagnò una sorridente Kino verso il gelataio.




~Tenth Moment. [153 parole]

«Hello!» ripose squillante la voce di Ichinose, dall’altro capo del telefono.
«Pronto? Sono Ak-» s’interruppe quando la voce registrata iniziò a blaterare in inglese.
Rassegnata, chiuse il cellulare maledicendo quell’irritante segreteria di cui capiva, sì e no due parole.
Si rassettò la maglia e aggiustò la borsetta sulla spalla, rimettendosi in cammino verso la direzione giusta –o almeno a lei sembrava tale-, ma decise di non pensarci troppo.
Stupida America, inveì mentalmente appoggiandosi a un muro, per tentare di richiamare di nuovo Kazuya.
Al terzo squillo qualcuno rispose «Pronto?! Aki?!» ma la voce era così vicina che la verde si voltò, trovando il ragazzo alla sua destra, immobile con il telefono contro l’orecchio.
Incurante, Aki corse da lui, lanciandosi a peso morto nella sua stretta, forte e sicura e pianse alcune lacrime di sollievo.
Aveva davvero temuto di non riuscire a trovarlo, anche se era Kazuya ad averla ritrovata; ma quelli erano dettagli.




~Eleventh Moment. [143 parole]

Dal cielo scendeva una lenta pioggia di petali rosati, cullati con dolcezza dal vento fino al terreno. E Ichinose passeggiava con lentezza, godendosi la giornata di primavera.
Arrivato a destinazione, depositò nuovi fiori di uno sgargiante arancione sulla pietra liscia e accese un bastoncino d’incenso.
Il fumo sottile scorreva sul volto sorridente impresso nella foto, come fosse una tenera carezza.
E mentre il castano parlava con la moglie defunta, raccontandole dei figli, della vita di ogni giorno, una figura di donna dai tratti evanescenti lo osservava, elegantemente poggiata alla lapide.
Quando all’orizzonte il sole cominciò a svanire, Kazuya gettò una fugace occhiata all’orologio e, accortosi dell’orario, se né andò con la promessa di tornare il giorno successivo.
La figura sorrise della sbadataggine di suo marito, incamminandosi tra le tombe divenne sempre più tenue fino a svanire.
Anche Aki sarebbe tornata il giorno seguente.




~Twelft Moment. [158 parole]

Al nuovo squillo del cellulare, una testa di disordinati capelli verdi, fece capolino da sotto le lenzuola. Senza guardare chi fosse, lo scagliò contro la parete.
Finalmente quel trillo fastidioso era cessato e, dopo un’occhiata distratta alla sveglia, maledì chiunque avesse chiamato all’orario indecente delle 3:54 di notte.
Si rituffò nella morbidezza del piumone e stava già per scivolare nuovamente nel caldo abbraccio di Morfeo, quando… Una luce illuminò la stanza e l’ennesima sequela di note assordanti le perforò il cervello.
Pur di mettere la parola fine a quella tortura, scivolò fuori dal letto e afferrò il telefono con cattiveria «Pronto?!» rispose con la voce acida, ma impastata dal sonno.
«Ehi, Aki! Come stai?»
«Ichinose-kun, hai idea di che ore siano?»
«Quasi le undici di mattina, perché?»
«Lì saranno quasi le undici! In Giappone sono le quattro di notte!»
Con uno sbuffo attaccò il telefono al ragazzo e tornò nel letto, ma prima spense quell’arnese che l’aveva svegliata.




~Thirteenth Moment. [150 parole]

"Yoga.”
La scritta capeggiava in grandi e rossi caratteri cubitali, su un volantino che Aki scrutava con particolare interesse.
Concentrata com’era, nemmeno si accorse della testa che silenziosa si sporgeva oltre la sua spalla, intenzionata a scrutare il contenuto del volantino pubblicitario.
Sentendo il collo indolenzito, la ragazza sollevò la testa scontrandosi con quella di Kazuya, assorto anche lui nella lettura.
«Ahi, che male!» disse il ragazzo, arretrando di un paio di passi e tenendosi il mento dolorante con le mani.
Aki, con la mano destra premuta sulla botta, si voltò completamente gli occhi lucidi a causa del colpo, e le lacrime che pizzicavano per uscire.
«Ti sembra il modo?!» rimbeccò l’amico, asciugandosi con decisione una goccia salata sfuggita dalla prigionia dei suoi occhi.
Ichinose si avvicinò nuovamente «Hai ragione, scusami.» detto ciò le depositò un lieve bacio sui capelli, e Aki arrossì mentre il dolore si attenuava un poco.




~Fourteenth Moment. [146 parole]

Era un giorno speciale, quello.
Infondo, Aki stava per compiere vent’anni e ciò avrebbe significato essere maggiorenni. Dopo il pranzo in un ristorante che valeva ogni soldo speso, –a detta dei pensieri del castano-, avevano optato per una tranquilla passeggiata, nel medesimo parco dove giocavano da bambini.
«Aki.» la richiamò all’improvviso Ichinose, quasi si spaventò perché troppo persa a mirare l’azzurro del cielo.
«D-dimmi.» balbettò lei, riprendendosi dall’attimo di stupore.
Con un sorriso raggiante, il ragazzo frugò brevemente nella tasca della giacca estraendo un oggetto che luccicò negli occhi di Aki, divenuti lucidi dall’emozione.
«Vuoi sposarmi?» disse Kazuya, prendendo la mano affusolata della verde tra le sue.
La risposta di lei furono lacrime di gioia e un deciso cenno del capo, mentre Ichinose le infilava la fascetta d’oro bianco nell’anulare destro.




~Fifteenth Moment. [167 parole]

Il primo Natale da quando Kazuya era tornato in Giappone, finalmente l’avrebbe trascorso assieme a lui; Aki aveva organizzato ogni cosa, perché voleva assolutamente dare il suo primo bacio in quella magica notte.
Con la scusa di mettere in ordine, l’aveva convinto a restare un po’ di più dopo la festa con i membri della Raimon; e adesso che erano soli, Aki sentiva il cuore martellare nel petto. Non ci sarebbe riuscita, se lo sentiva.
Sospirò affranta, tutta la sicurezza la stava abbandonando quindi continuò a pulire e riordinare, sempre più convinta che avrebbe miseramente fallito: stupida insicurezza. Tutta colpa dell’amore che le faceva nascere sempre mille dubbi, anche sulla più piccola cosa.
Voltandosi per gettare alcuni piatti nel sacco dell’immondizia sentì qualcosa di soffice contro le sue labbra, sgranò gli occhi riconoscendo Kazuya, ma poi li chiuse abbandonandosi al bacio più dolce che potesse ricevere.
Nemmeno si accorse di essere sotto a un bellissimo vischio, che Ichinose avrebbe poi usato con scusa per quel bacio rubato.














{Angolo di Kuro ispirata}

Immagino tutti vi starete chiedendo perché questa scema -che poi sarei io- pubblica a quest'orario indecente... Beh, domani ho un bel po' di compiti da fare quindi sapevo se sarei riuscita a farcela.
La scuola è sempre in mezzo, yes.
Ah, vero: che ne dite del banner? c:
Ehm, tornando alla fic spero piaccia, davvero. c:
Mi sono divertita a scrivere queste IchiAki e mi auguro piacciano, specialmente alla cara Viola, ma anche a tutti voi che le leggerete. ^^
Vado a dormire, che ho sonno però, avete visto le lettere evidenziate?
Happy Birthday.
Alla prossima, mi aspetto tirate di pomodori per questi obbrobri.❤

Kuro.
   
 
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