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Autore: wereallyloveklaine    06/10/2013    0 recensioni
Storia diversa. Dimenticare i soliti posti, i soliti ragazzi, la solita storia.
Angeli, demoni. Amore e amicizia. Famiglia..o amore? Onore o anima?
Domande. Nessuna risposta.
Louis e Harry come non li avevate mai visti.
Passione o amore?
Amore o gioco?
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

Doveva smetterla di fare così, pensava Louis, mentre un altra linea veniva tracciata nel palmo della sua mano e del liquido caldo scendeva lentamente. Sangue ovviamente, pensava.
"Quando capirai che non hai speranze con noi, piccolo dolce e indifeso Lou?" dicesa quella voce, era un sussurrò ma lui riusciva a sentirlo, non era lontano.
"Mia.." cercò di dire lui, e avrebbe finito la frase se non fosse stato per quella leggera pressione dell'unghia conficcata nel palmo della mano.
"Stavi per dire "sorella", non è così?" chiese l'altro ragazzo, ora la sua voce sembrava forte e chiara, ma soltanto perchè aveva le sue luride labbra attaccate al suo orecchio.
Provò con tutto se stesso a fingere di non provare dolore, e di ingoiare il vomito che cercava pericolosamente di venire fuori. L'ho sempre odiato l'odore del sangue, soprattutto del mio, pensò mentre tentava anche di non chiudere gli occhi e fai vedere segni di cedimento al nemico. "Mai farsi vedere deboli figliolo, questa è la regola numero uno." Le parole di suo -padre- gli rimbombarono nella testa come se fosse esplosa qualche vena nel suo cervello.
"Mia sorella. Ridatemi mia sorella." riuscì perfino a dire.
Una risata rauca, cattiva e sprezzante scoppiò in tutta la via buia e isolata. "Solo quando i tuoi amati padroni ci ridaranno il territorio, fino ad allora la tua cara sorellina la teniamo in custodia noi." aveva detto. Una forza soprannaturale parve accendersi dentro Louis riuscendo quindi a spingere quel mostro e ad alzarsi, toccando con le spalle in muro sporco ed umido. Strinse la mano sporca di sangue nel pantalone sperando di far calmarne la fuoriuscita.
"Il territorio lo abbiamo conquistato, sei voi incapaci di vincere una guerra, e non lo riavrete mai." la sua voce non era stata mai più ferma e bassa, ma l'odio era in grado di fargli fare grandi cose. "Il Consiglio non lo permetterà, la legge è la legge. E potrete prendere tutti gli angeli di Londra ma i padroni non ve lo lasceranno. Ridammi mia sorella." concluse, mentre vedeva il demone rialzarsi con il suo solito ghigno. L'avrebbe ucciso un giorno, se non fosse stato per sua sorella.
"Le leggi sono state fatte per essere infrante, rivuoi la tua amata sorellina? Convinci i padroni a ridarci il nostro territorio."
La risata che Luke ricevette come risposta non era una risata divertita, anzi. "Non lo faranno mai, a costo di vedere un loro angelo morire. E' una battaglia persa. Se rivolete il vostro amato territorio tornate tra quattro anni, fate iniziare una guerra e riprendetevelo, così non concludete niente. Ne avete già uccisi due eppure siamo ancora qua a parlare." disse, ignorando il dolore lancinante alla mano.
"Non possiamo far iniziare la guerra se i nostri padroni non vogliono combatterla, è solo per questo che avete vinto quella precedente. E ora i miei padroni rivogliono il loro territorio, e a quanto pare uccidere tutti gli angeli è l'unico modo per riottenerlo. Non preoccuparti piccolo, magari il prossimo ad essere preso sarai tu e potrai tornare a stare con tua sorella nel limbo..oppure aspetterai le altre tre prima di morire?" E a quel punto Louis non ci vide più, doveva andarsene o lo avrebbe ucciso, e non poteva permetterselo.
Semplicemente se ne andò, senza occhiate o frasi ad effetto, aveva semplicemente voltato le spalle ed era andato via diventando solo una piccola sagoma alla fine della via.
E la gente non capiva, semplicemente lo guardava camminare e lo ammirava, perchè le persone sanno fare solo questo oggi, ammirare o giudicare. "Se gli angeli  dovessero esistere, avrebbero il suo aspetto."  
"Conosci i suoi genitori? Dovrebbero essere tipo la perfezione se è uscito un figlio del genere." E Louis avrebbe voluto saperlo, chi erano i suoi genitori intendo, era sempre cresciuto con l'idea che i suoi genitori fossero i padroni ma non era così e un bellissimo giorno se n'era fatto una ragione. Ed ecco un altro motivo per cui odiare i demoni, a quest'ora poteva andare da quelle ragazze e dire "I miei genitori sono questi." ed uscire una loro foto, ma semplicemente non ne aveva.


Una stanza buia e fredda, c'era un lettino e un gabinetto stile prigione. Aveva freddo e l'unica cosa che voleva in quel momento era abbracciare la sua famiglia per farsi sentir dire che andava tutto bene, che sarebbe uscita e che dopo tutto sarebbe tornato normale. Ma ormai quasi non ci sperava più. Aveva gli occhi stanchi di guardare solo buio, voleva sentire il calore del sole sulla propria pelle e l'aria fresca scompigliarle i capelli, quel profumo di chiuso stava per darle alla testa.
"Tu." esclamò  una voce. E lei si sentì meglio. Era sempre lui.
Era un ragazzo dagli occhi verdi, dai cappelli che gli intrappolavano i capelli e lei non poteva dire come fossero perchè non li vedeva, ma dava per certo il fatto che fossero ricci. L'unico demone in assoluto che l'aveva aiutata, a volte si fermava anche a pensare se non fosse un angelo travestito per salvarla. Ma avevo visto le ali nere e quelle non possono essere cambiate.
"Hanno detto che non hai mangiato. Non ti stanno uccidendo e tu vorresti morire di fame?" aveva continuato senza aspettare una risposta.
"Non ho fame." aveva sussurato lei, chiudendo gli occhi. Non voleva vederlo più, le faceva ancora sperare che sarebbe uscita da li e lei non voleva illudersi più. Se doveva morire almeno doveva esserne consapevole.
"E' un vero peccato perché ti ho portato del mangiare decente, per quanto questo possa essere considerato decente, e credo che devi mangiaro per forza." aveva risposto mentre aprì quella piccola cella.
E le aveva fatto aprire gli occhi mentre la faceva mettere seduta. Aveva in mano un sacchetto del Mc Donald's e sembrava abbastanza pieno.
Lei alternava lo sguardo da lui al secchetto. "Perché fai questo? Non dovresti semplicemente lasciarmi marcire qua dentro? Che problema hai?"
In risposta aveva alzato gli occhi al cielo. O al tetto. Come preferite.
"Dobbiamo davvero ritornare sull'argomento? Te l'ho detto. Anche io ho una sorella e non vorrei vederla così. Mi metto nei panni di tuo fratello, tutto qua. Non sono un santo."
Alla parola fratello aveva scattato gli occhi verso di lui. E probabilmente se ne accorse. "Oggi è tornato. Credo che avrei fatto la stessa cosa anche io. E credo che lui avrebbe fatto la stessa cosa per mia sorella. Questioni di affetto, pensala come vuoi." E addentò un panino. "Vorrei vedero, vedere se assomiglia a te e forse magari rassicurarlo. Ma quando viene io sono sempre fuori a prenderti da mangiare, è tutta colpa tua."
"Mi dispiace se qua danno solo una specie di brodo che ho paura a mangiare." aveva risposto subito lei, mangiando patatina, e ignorando il resto della frase. E lui sorrise. "Se non fossi un demone saresti piaciuto a mio fratello, sai?"
"Immagino che non lo scopriremo mai."

Giacca nera, cappuccio in testa, pantaloni neri stretti strappati, maglia bianca. Sembrava un ragazzo come gli altri, uno dei tanti ragazzi ricci dagli occhi verdi. O azzurri, dipendeva dall'umore. Un ragazzo comune, normale, ma bellissimo.
Si guardò per l'ultima volta allo specchio prima di uscire, chiedendosi come sarebbe stato essere veramente normale. Chiedendosi come un ragazzo di diciannove anni si sentisse quando usciva di casa senza la paura di non tornare più, a non avere il pensiero fisso del dolore, come si sentisse quando era felice..ma felice davvero. Non importava se domani avrebbe dovuto sostenere un'esame di mattina presto, avrebbe passato tutta la notte fuori dalla sua finestra, doveva vederlo.
Si chiese se i ragazzi normali lo facessero, si chiese se erano disposti a passare una notte fuori dalla finestra di un tizio che non conoscevano nemmeno.
Se non fossi un demone saresti piaciuto a mio fratello, non era ancora riuscito a togliersi quella frase dalla testa. Si era promesso di non pensarci più, e invece ora andava proprio da lui. Non riusciva a dimenticarsi di quell'azzurro intenso, di quegli occhi che lo avevano guardato per sbaglio. Non riusciva a dimenticarsi di quei capelli banali e scontati, non riusciva nemmeno a dimenticarsi della domanda che si era fatto appena li aveva guadati. "Saranno così morbidi come sembrano?"
Si chiese se era possiibile che un demone si facesse quelle domande, oppure se era diventanto stranamente pazzo.
Ma lui era bello.
E continuava a pensarlo mentre si sedeva nel muretto di fronte a quella finestra, nascosto da piccoli cespugli. Era bello anche mentre si buttava a peso morto nel letto mentre altri due ragazzi uscivano sbuffando dalla sua stanza.
Era una serata strana, perchè continuava a farsi domande strane. A chiedersi, torurandosi le gionocchia scoperte dai jeans strappati, se fosse giusto fare quello che stava facendo. Se fosse corretto anche solo pensare di sentire il suo respiro unirsi al suo, o di prendere e toccare quelle mani che dava per certo fossero sempre fredde.
Ma lui era bello.
Quindi forse era normale fare qualche pensiero su di lui.
Ed era bello.
Anche mentre si toglieva la maglietta facendo così vedere quelle ali bianche, che come fossero tatuate comparivano nella schiena.
Ed era bello.

Anche quando si torturava i capelli on una mano fasciata. Harry si chiese se mai avrebbe potuto fare una cosa del genere, senza essere ucciso da lui stesso.
Si chiese se avesse potuto essere guardato da lui senza pensare "E' un demone, devo ucciderlo."
E mentre si stendeva lungo il muretto, facendo partire I lived dei One Republic, si voltò a guardarlo l'ultima volta prima di chiudere gli occhi.
Ma non c'era comunque più niente da fare, era spaventosamente bello.


Spazio a me!
Salve ragazze..benvenute nella mia strana, pazza e diversa storia Larry! Ho deciso di pubblicare all'una di notte perchè mi vergogno un po' pubblicando sapendo che in linea ci saranno tantissime ragazze che potrebbero leggere e criticre.
Spero che qualche animo buono legga quest'opera pazza e quanto meno lo appezzi.
Questo è il frutto di un'idea che vaga nella mia mente da molto tempo, magari non è uscita fuori come mi aspettavo, ma poteva andare molto peggio.
Che dire? Spero vi piaccia e soprattutto spero che ascoltiate la canzone "I lived". Non so poi cosa potrei aggiungere, magari con le presentazioni ufficiali e note mooolto più professionali cominceremo nel prossimo capitolo.  SCUSATE PER EVENTUALI ERRORI.
Se non dovesse venire cacata la storia? Non ne farei una tregedia. Mi piace scrivere e continuerò a farlo anche se probabilmente faccio schifo.

Alla..prossima?
Baci!





                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 

  
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