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Autore: MadCheshireCat    06/10/2013    4 recensioni
'Un appuntamento può essere rovinato da un singola frase ben piazzata e le cose peggiorano quando il tuo cervello fa di tutto per distrarti dal problema, facendoti pensare a focacce con l'origano, invece che al francese furioso davanti a te.' Anche questa, come la mia prima fanfic pubblicata qui, é stata ispirata da un prompt su Tumblr.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il prompt mi era stato spedito da Gem e questo breve testo ne é il risultato- Fanno una breve apparizione altri due personaggi alla fine. L'ho riletta, ma magari qualche piccolo typo m'é sfuggito. Chiedo venia! Buona lettura!

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"Come siamo finiti qui? Ah già... le chiavi."

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"Ti prego, dimmi che stai scherzando."

No, quella non era la miglior frase con cui iniziare la serata. Anzi, era proprio quella che non si sarebbe mai voluto sentire dire- Non così presto, almeno. Sarebbe voluto arrivare almeno al dolce, o magari all'ammazzacaffé.

E invece no. Voleva prendersi a schiaffi, a ceffoni, ma magari l'avrebbe fatto dopo- Tanto ormai, la dignità se l'era giocata con quell'unica, infima, malefica frase.

"Scusa, non é che possiamo fare una capatina all' Hot Pole? No, perché avrei lasciato le chiavi di casa lì..."

Una frase, un'apocalisse. Doveva aspettarselo, insomma, non é che lo aveva invitato ad andare a farsi una bella scampagnata per la bellissima campagna greca. Sicuramente, avrebbe fatto meglio a dire qualcosa del tipo 'Senti, andiamo a vedere il museo di Virus e Pestilenze?', sempre che un posto simile esiste. Beh, a Camus sarebbe piaciuto di più sentirsi dire quello, piuttosto che un invito ad andare in uno strip club.

"Perdonami l'insistenza, ma dobbiamo andare-"
"Prima spiegami perché sono , le chiavi di casa."

Già, perché? Bella domanda.

"Ci crederesti se dicessi che siamo andati all'addio al celibato di Shura?"
"E con chi si sposa, esattamente?"
"Ma col suo lavoro, ovvio! Sono tanto affiatati insieme."
"Milo, hai due minuti e trenta secondi esatti per spiegare."
"Perché tanta precisione?"
"E' il tempo che ci metterà il tram ad arrivare."
"L'hai calcolato ora?"
"C'è il monitor, Milo."

Aveva provato a guadagnare tempo ed aveva fallito quasi tristemente- Aveva perso il suo smalto, non era più astuto come un tempo. Forse era la preoccupazione del momento o forse il fortissimo odore di origano che lo stava per stendere? Ma quella vecchietta doveva proprio mettersi a cucinare in quel momento? E doveva proprio lasciare la finestra aperta?

Ma a cosa stava pensando? Camus era lì di fronte a lui, livido e lui pensava alle focacce? Perfetto.

"Senti, é una storia lunga e-"
"Hai un minuto e quaranta secondi."
"Così non mi aiuti!"

Un respiro. Un altro. Relax.

"Dunque, io e Aiolia stavamo preparando uno scherzo ai danni del sopramenzionato Shura e parte del piano prevedeva quello strip club. Devo avere per forza perso le chiavi lì, dato che sono andato solo lì, oggi!"

Sorrise. Sapeva che il suo sorriso era piuttosto efficace, ma quel giorno tutto pareva andare storto. Storto almeno quanto lo sguardo del Siberiano.

"...Non porrò altre domande. Andiamo in questo posto. Ma sia chiaro: se vedo una sola, singola donna strusciarsi contro di me, o di te, stanotte dormirai sul divano."
"...Sul divano? Ma noi non abbiamo un divano, cioé, non ancora."
"Appunto."

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"No, Janine, non ho tempo ora! Hai visto un mazzo di chiavi? Sono tre e il portachiavi é un piccolo scorpione-"

Milo gesticolava tanto che poteva essere preso per un parente alla lontana di Deathmask, solo molto più imbranato e con la voce meno rovinata dal fumo. Ma anche molto più disperato.

"Janine? Siete tanto in confidenza?"
"Camus, io chiamo anche Aphrodite per nome, ma non é che siamo in confidenza!"

Tra tutti gli esempi che poteva fare, quello gli era venuto in mente. Ora poteva sentire la risata sprezzante dello svedese in testa, con tanto di commento. 'Oh, potevi usare altri espedienti per far sapere a Camus dei tuoi interessi'. Dannato pesce.

Proprio mentre si lamentava mentalmente, la spogliarellista ricomparve con il mazzo di chiavi. Fu come un sogno.

"E' questo, cavo? Una delle mie vagazze l'ha tvovato vicino al bancone..."
"Oh, sì! Gvazie! Cioé, grazie Janine!"

Dopo aver ringraziato più e più volte, Milo si avviò vittorioso verso la porta, sventolando il mazzo di chiavi di fronte a Camus.

"Te l'avevo detto no? Non mi merito qualcosa di meglio del divano?"
"Non ne sono ancora certo. D'altronde, ci hai rovinato la cena."
"Oh, andiamo! Tutta la prima parte é stata impeccabile..."
"Tuttavia la seconda no. Ciò che conta é l'insieme."
"Camus, per favore..."
"Appena a casa, devi trovare il modo di farti perdonare, intesi?"
"Certo, Camus..."
"Oh, e Milo?"
"Sì, cosa?"
"Ti sei ricordato di pagare il conto, prima di correre via dal ristorante?"

---

"Deathmask? Sai che strano, mi é fischiato l'orecchio..."
"Dite, se mi devi rompere ogni volta che ti fischia l'orecchio-"
"Oh, ma cosa stressi? E' la prima volta-"
"-Di oggi."
"Pronuncia un'altra parola e ti ficco il mestolo su per il naso."
"Non é così che si cura il mio problema col russare..."

  
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