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Autore: giambo    06/10/2013    3 recensioni
Plant, alcuni anni dopo la sconfitta di Goku per opera di Baby.
Un uomo privato della donna che ama.
Un tiranno perverso e privo di ogni scrupolo.
Un androide diviso tra l'amore per una sorella da tempo perduta e la ricerca disperata di vendetta.
E poi c'è Lui.
Lo spirito, il demone delle anime dannate. L'essere più depravato e malvagio dell'intero universo.
La sua venuta cambierà ogni cosa. Compresa la lotta per il potere che si sta consumando tra il potente re Baby, e il disperato Crilin.
Genere: Azione, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17, 18, Baby, Crilin, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 6

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Rabbia.

Tanta rabbia.

Una rabbia immensa, profonda, devastante.

Una rabbia che lo stava sommergendo come un'impetuosa marea rossa.

Crilin la vedeva lì, davanti a lui. Un pallido astro argentato che, lentamente, lo risucchiava verso un baratro di follia e perdizione.

Era spaventato, terrorizzato. Una parte di lui sapeva quello che sarebbe accaduto, quello che tra poco avrebbe avuto luogo.

Sentiva la voce di Pan giungere confusa e vaga alle sue orecchie, come un flebile e lontano eco. Il piccolo guerriero si accorse di non vedere più niente. Davanti ai suoi occhi era calato un manto rosso che lo soffocava. All'improvviso un odore metallico, unito ad un sapore pungente, invasero tutti i suoi sensi. Inebriandolo e riempiendolo di una spaventosa euforia.

Sì, Crilin stava perdendo il controllo del proprio corpo e della propria mente ad una velocità spaventosa. Un senso di felicità e di benessere intenso, come quello di un orgasmo, colpì violentemente il suo sistema nervoso, facendogli perdere velocemente quel poco di autocontrollo che ancora possedeva.

Tuttavia, ad un tratto, proprio mentre stava per cedere alle lusinghe di quella nuova, bellissima, spaventosa sensazione, due mani lo schiaffeggiarono con violenza in volto, facendogli riprendere un briciolo di lucidità.

“Cazzo zio! Non fissare la luna! Non fissarla! Guarda me, dannazione, guarda me!”

La voce di Pan arrivò di nuovo alle sue orecchie, ma questa volta con più forza e maggiore intensità. Sentendo la voce di sua nipote, il piccolo guerriero ritornò ad avere paura. Non poteva abbandonarsi a quella sensazione euforica, non poteva perdere il controllo. Non con Pan così vicino a lui.

 

Tum tum tum tum

 

Sentì il battito del proprio cuore accelerare all'improvviso. Percepiva i propri battiti raddoppiarsi, triplicarsi, quadruplicarsi. Un continuo aumento che sembrava portare il muscolo cardiaco al collasso per lo sforzo immenso che stava compiendo. Crilin sapeva il perché di quello sforzo. Il motivo per cui il suo cuore si sforzava così. Del resto, come avrebbe potuto non ricordare? Mai avrebbe dimenticato il rumore del cuore di Goku quando, da bambini, avevano osservato insieme la luna piena.

“No! No! Non deve andare così! Non deve! Devo fermarmi!” pensò disperatamente mentre il suo corpo cominciava ad essere scosso da un tremore continuo sempre più violento ed intenso. Ma sembrava tutto inutile. Una potente entità sconosciuta si era risvegliata dentro di lui, portandolo velocemente sull'orlo della follia. Il piccolo guerriero tentò in tutti i modi di rimanere lucido, di combattere, di impedire al proprio corpo di diventare uno strumento di morte.

 

Perché mi ostacoli?”

 

Una voce risuonò all'improvviso. Gli occhi del saiyan, rimasti accecati dalla cortina rossa fino a quel momento, si spalancarono, sconvolti dall'orrore e dalla sorpresa, quando, improvvisamente, una figura emerse da quel mare rosso.

Era una figura di una donna. Alta, magra, seducente. Le sue curve si notavano con incredibile chiarezza essendo del tutto priva di vestiti. Una chioma dorata le arrivava fino alle spalle, incorniciando un viso dall'aspetto terrificante. Infatti, pur avendo i tratti del volto di sua moglie, Crilin notò delle sostanziali differenze. I suoi occhi erano rossi come il sangue, un'espressione beffarda e sensuale che mai aveva visto prima sul volto della bella cyborg aleggiava ora sul suo viso. Un sorriso velenoso scopriva delle zanne candide e bianche come neve, ma anche affilate come rasoi.

“N-non è possibile.” balbettò il piccolo guerriero, mentre sentiva i suoi muscoli ingrossarsi pericolosamente. “T-tu...tu...”

Sempre con quel ghigno di vittoria stampato sulle labbra sottili, C18 si avvicinò, con fare sensuale, al saiyan. Una volta arrivata davanti a lui, l'androide lo abbracciò, portando la sua testa contro il suo seno morbido.

“Perché continui ad ostacolarmi stupido?” dichiarò con voce velenosamente dolce C18, cominciando con le sue mani affusolate ad accarezzarlo. “Eppure lo sai che tu ti puoi fidare di me.”

“Io...io...” Crilin non sapeva cosa dire. Il saiyan apprese con orrore di essere incapace di muoversi, e che quindi lui, in quel momento, era un burattino nelle mani della bionda. Appena fu a contatto con il seno di sua moglie, un odore fortissimo di sangue lo soffocò. Tuttavia, al posto di disgustarlo, quell'odore lo mandò in estasi. Facendogli perdere quel poco di lucidità che aveva recuperato prima.

C18 sorrise mentre vedeva suo marito perdere velocemente il controllo. Scosso sempre più velocemente da brividi, con un rivolo di bava schiumosa che gli scendeva dall'angolo sinistro della bocca, Crilin era sul punto di perdere quella lotta terrificante.

Senza smettere di accarezzarlo, la cyborg avvicinò il viso del saiyan al suo.

“Ti fidi di me?” sussurrò con voce dolce mentre avvicinava le proprie labbra alle sue. Ormai distrutto e sconfitto, Crilin annuì freneticamente. Desideroso di avere di nuovo sua moglie tutta per sé.

“ALLORA MUORI!” urlò la cyborg. Con uno scatto, l'androide cominciò a morderlo con ferocia sul collo. I suoi denti si conficcavano con profondità nella carne del saiyan, lasciando profonde ferite da cui fuoriusciva sangue nero.

Ammutolito dal terrore, il saiyan si sentì subito bruciare dalle ferite che sua moglie gli infliggeva. Urlò. Urlò dal dolore mentre follia e rabbia prendevano velocemente il controllo del suo corpo. Sentiva vagamente le risate stridule di C18 mentre continuava a morderlo con terrificante ferocia. Poi, ad un tratto, il corpo della bionda divenne gassoso e nebuloso, diventando una spessa nube oscura e orribile che si riversò all'interno del corpo del piccolo guerriero.

Poi, tutto divenne bianco. E fu allora che cominciò la follia. Terrificante e senza fine.

 

Pan era terrorizzata. Non riusciva a capacitarsi di quello che stava accadendo davanti ai suoi occhi.

Dopo che suo zio aveva posato i suoi occhi sulla luna, aveva cominciato a tremare visibilmente, mentre le sue pupille si dilatavano e si coloravano di rosso.

Sconvolta, la giovane saiyan aveva cercato in ogni modo di impedire la trasformazione. Aveva portato il volto di Crilin davanti al suo, lo aveva scosso, gli aveva gridato nelle orecchie, lo aveva schiaffeggiato; era stato tutto inutile. Lentamente, il corpo del piccolo guerriero aveva cominciato a tremare sempre più forte, mentre i battiti frenetici del suo cuore risuonavano come un potente tamburo nelle vicinanze.

Cercando di non lasciarsi prendere dal panico, la ragazza aveva continuato a cercare di richiamare l'attenzione di suo zio, mentre osservava impotente l'orribile trasformazione a cui era soggetto quest'ultimo. I suoi muscoli si ingrandirono mostruosamente, stracciando ciò che rimaneva dei suoi abiti, i denti divennero delle zanne acuminate, il volto si allungò fino ad assomigliare a quello di uno scimmione, un gorgoglio raccapricciante cominciò ad uscire dalla gola del piccolo guerriero. Un verso animalesco che fece cadere Pan nella disperazione.

“No.” sussurrò piangendo mentre cercava senza sosta di riportare il saiyan alla ragione. “No...non farmi questo zio. Ti prego, non farlo.”

Tuttavia, alla fine, quando il corpo di Crilin era raddoppiato di volume ed i primi peli avevano cominciato a ricoprirne il corpo, la giovane fu costretta ad arrendersi. La ragazza si allontanò velocemente per evitare di cadere vittima della furia di suo zio. Una volta a distanza di sicurezza, ormai salva, la saiyan si girò ad osservare l'orribile creatura che si era formata.

Dove prima c'era un essere umano, c'era ora un immenso scimmione dagli occhi rossi. Rivoli viscidi di luccicante bava fuoriuscivano dalle zanne scoperte, mentre, con un immenso ruggito, Crilin urlava verso il cielo scuro della notte tutta la sua rabbia e la sua follia.

 

Goten e Gohan osservavano da una terrazza del palazzo l'imponente figura dello scimmione che era apparso pochi minuti dopo l'esplosione che aveva distrutto parte della periferia della capitale. In silenzio, i due fratelli guardavano gli uomini della polizia, accorsi sul luogo a causa del rumore, cadere uno dopo l'altro per mano del mostro.

“Non vai laggiù?” domandò dopo un po' Gohan, rompendo il silenzio che si era formato tra i due guerrieri.

“No, o meglio, non adesso.” rispose il Supremo Generale scuotendo la testa. “Non ricordi? Il nostro scopo è recuperare l'altro. Dobbiamo aspettare che si riveli a Crilin.”

L'altro tsufuru rimase sorpreso da quella risposta.

“Non capisco il motivo di questa condotta.” dichiarò perplesso. “Anche se Crilin si è trasformato, non è detto che si riveli a lui.”

“Lo farà. Puoi starne certo” ribatté aspramente l'altro. “Sappiamo che cercherà i saiyan. E quale occasione migliore che avere l'unico saiyan esistente trasformato in Oozaru?”

“Ma così facendo stai condannando quei poliziotti a morte certa.” obbiettò timidamente Gohan. Per tutta risposta, Goten fece spallucce.

“Ne troveremo altri. In fondo, puoi notare anche tu stesso che quello scimmione non potrà reggere questo livello di potenza ancora per molto. Questa strage non andrà avanti ancora per molto.”

Davanti alla sicurezza espressa dal fratello, lo scienziato non trovò più niente da ridire.

“Speriamo che tu abbia ragione.” disse mentre riportava i suoi occhi scuri sul massacro che stava avvenendo poco lontano da lì.

 

Quando Pan aveva visto Crilin tramutarsi in un orrido scimmione, era convinta che non avrebbe mai potuto vedere spettacolo più terrificante. Purtroppo, fu ben presto costretta a ricredersi.

Attirati dall'esplosione creata da Alexa, numerosi poliziotti avevano raggiunto il luogo del fatto. In mezzo al cratere, apparentemente calmo, c'era Crilin che fissava con sguardo calcolatore i nuovi arrivati.

Nella zona cadde un silenzio tombale. Alla vista del mostruoso scimmione gli tsufuru rimasero paralizzati dalla paura. L'unico rumore udibile era l'ansare pesante di Crilin che si leccava le zanne con la lingua rossa.

Pan sapeva che quegli uomini la odiavano e le avrebbero dato la caccia fino a quando non l'avessero uccisa. Eppure non poté fare a meno di desiderare con tutte le sue forze che riuscissero a salvarsi. Suo zio era diventato un mostro folle e sanguinario. Non avrebbero avuto alcuna possibilità di vincere contro di lui. Con sgomento la ragazza notò che il ki di Crilin era aumentato in maniera spropositata. Ne ebbe paura. Un mostro simile, in possesso di una tale forza, era capace di distruggere Plant in una sola notte.

“Zio perché tutto questo?” pensò mentre osservava il mostro cominciare ad attaccare gli umani posseduti. Lacrime silenziose cominciarono a sgorgare dai suoi occhi scuri. Le pareva che il destino fosse stato terribilmente crudele con lei. Aveva perso la sua famiglia, i suoi nonni, i suoi amici. Ed ora anche l'ultima persona che le voleva bene la stava tradendo, seppur inconsciamente.

Rimase lì a lungo a fissare l'orrendo massacro che si svolgeva sotto di lei. Sentiva i ruggiti di vittoria della scimmia, gli ululati di dolore degli uomini, gli strilli di paura. Si sentiva sul punto di rigettare davanti a quell'osceno spettacolo, ma decise di non voltare le spalle. Di non fuggire davanti all'orrore crescente che si stava impadronendo di lei. Sentiva che lo doveva a suo zio adottivo di osservare tutto quello. Di non nascondersi e di osservare la vera natura della razza a cui apparteneva. Si sentì uno schifo. Ora cominciava a capire il motivo per cui Baby odiava così tanto i saiyan. Un tempo, durante l'apogeo della sua razza, massacri e stermini di quel genere dovevano essere all'ordine del giorno in tutta la galassia.

“Questa è l'eredità dei miei antenati.” pensò con macabro orgoglio mentre Crilin ruggiva alla luna con le zanne arrossate di sangue umano.

 

Quando Yamcha arrivò sul luogo dello scontro rimase paralizzato dall'orrore.

Cataste di corpi spezzati, frantumati, dilaniati e molto spesso, come notò con un conato di disgusto, mezzi mangiati occupavano i bordi del cratere dove lo scimmione continuava imperterrito la sua opera di distruzione. Dopo alcuni fiacchi tentativi di ucciderlo, i soldati si erano accorti che quel mostro era praticamente immune alle loro armi, e perciò si erano dati ad una fuga caotica e disordinata, della quale Crilin aveva approfittato. Con un'agilità ed una velocità incredibilmente alta per un essere della sua stazza, lo scimmione aveva inseguito i gruppi di fuggiaschi uno ad uno. Sterminandoli tutti. Quando Yamcha arrivò, il saiyan trasformato stava finendo di dilaniare gli ultimi superstiti.

“Signore...cosa facciamo?” balbettò il suo secondo. Era un giovane di poco più di vent'anni. Ciuffi di capelli paglierini gli fuoriuscivano dal berretto, mentre i suoi occhi chiarissimi fissavano terrorizzati l'enorme scimmia che, in quel momento, si era accorta dei nuovi arrivati e li fissava con sguardo folle.

Yamcha imprecò. Percepiva una forza mostruosa provenire da quel mostro. Aveva pochissime possibilità di sconfiggerlo. In cuor suo, il guerriero si domandò perché diavolo non interveniva nessuno dei generali supremi contro quella strage. Ormai la notizia doveva già essere arrivata a palazzo. Possibile che Baby, il grande Baby, lasciasse morire così i suoi soldati?

“A quanto pare non ho scelta...” pensò amaramente mentre le sue labbra si andavano a piegare in un sorriso smorto. “Pagherò contro di lui il mio tradimento nei confronti di Alexa...”

“Signore! Ci sta puntando!” urlò sconvolto un uomo mentre l'Oozaru cominciava a dirigersi verso di loro. Le sue zanne rossastre brillavano in maniera orrenda sotto la luce lunare.

Yamcha decise. Non poteva permettere a quel mostro di uccidere i suoi uomini. L'avrebbe affrontato per coprire la loro ritirata, anche se ciò avrebbe significato la sua morte.

“Scappate idioti!” urlò mentre si alzava in volo dirigendosi verso lo scimmione. “Tornate in città ed avvertite il sovrano!”

“Capitano! NO!” urlarono in coro i suoi uomini.

Yamcha sorrise. Era stato un pessimo guerriero, un pessimo uomo ed un pessimo poliziotto. Era tempo di invertire la rotta della sua vita.

“Saprò redimere i miei errori con questo sacrificio?” si domandò mentre radunava il proprio ki nelle mani. Sapeva che in uno scontro fisico avrebbe sicuramente perso. Doveva colpirlo da distante, mirando agli organi vitali.

 

Alexa...questo è per te. Perdonami, se puoi.

 

Poi iniziò il combattimento. E non ci fu più posto per i sentimenti e i rimpianti, ma solo alla foga dello scontro e al sapore del sangue in bocca.

 

Appena lo vide Pan emise un gemito roco di orrore.

Non poteva essere lui. Non doveva essere lui.

Cosa ci faceva Yamcha lì ad affrontare suo zio?

“No...” sussurrò mentre osservava il guerriero lanciare la propria kamehameha contro il volto dello scimmione. Crilin sembrò accusare il colpo perché si porto le mani al muso, consentendo all'altro di bombardarlo con una scarica letale di sfere di ki. L'odore del sangue aumentò di intensità nella gigantesca conca. Mentre Pan pensava disperatamente a come fare per bloccare il combattimento.

“Pensa Pan pensa! Ci deve essere un modo per interrompere la trasformazione prima dell'alba! I saiyan si trasformano grazie alla coda no? Allora potrei tagliargliela? No, finirei per indebolire troppo lo zio. Ma allora come potrei fare? Un momento...” in quell'istante la ragazza si girò verso l'alto, facendosi inondare il viso dai raggi argentati.

 

La luna.

 

Decise in un attimo. Mentre sotto di lei udiva i rumori dello scontro in atto, Pan scattò verso l'alto. Aveva pochissimo tempo per impedire l'ennesima morte.

“Yamcha...resisti! Ti scongiuro!”

 

Yamcha era distrutto. Aveva usato tutto il suo potere contro Crilin. Eppure quest'ultimo, a parte qualche taglio, sembrava ancora intatto.

Il guerriero si sentiva la mani fredde. Non aveva più ki da usare. Con terrore, lo tsufuru vide lo scimmione avvicinarsi pericolosamente a lui.

“E meglio levarsi.”

Con uno scatto, Yamcha scartò verso destra. Con l'obbiettivo di raggiungere il palazzo reale. Ma l'Oozaru lo intercettò. Aprendo le gigantesche fauci, con la lingua rossa a penzoloni, Crilin lanciò un enorme raggio di ki contro il guerriero. Lo tsufuru ebbe appena il tempo di lanciare un ultimo, lancinante, urlo di dolore.

In quell'istante, mentre percepiva l'energia vitale di Yamcha sfumare definitivamente, Pan lanciò la propria kamehameha contro la luna. Un'immensa esplosione abbagliò Plant, mentre l'astro si disintegrava definitamente.

Crilin rimase sconvolto per un attimo. Fermo in una posizione grottesca in procinto di spiccare un balzo. Poi, con un urlo lancinante di rabbia, il saiyan ritornò lentamente alla propria forma originare. Tuttavia, prima che potesse toccare terra, Pan lo prese in braccio e volò via nella notte. Verso le terre selvagge a sud della capitale.

 

 

La prima cosa che Goten percepì una volta entrato fu un penetrante odore di grasso che gli afferrò la gola con presa salda. Lo tsufuru tossì, odiando con tutto sé stesso quello che stava per fare.

Peccato che non aveva scelta.

Aveva sbagliato. Era convinto che avrebbe preso due piccioni con una fava aspettando che Crilin attirasse il fuggiasco. E invece non solo lui non si era rivelato, ma Crilin era scappato dopo aver fatto strage dei suoi uomini.

“Quella dannata cagna...” pensò mentre digrignava i denti. Era tutta colpa di quella mocciosa. Senza lei, a quest'ora Crilin sarebbe stato già un cadavere. E lui non si sarebbe trovato lì ad umiliarsi con quel maledetto bastardo.

Solo in quell'istante il supremo generale si accorse dei freddi occhi azzurri che lo fissavano con una scintilla di sadico divertimento.

“Guarda guarda chi si vede...”

Goten indurì i propri lineamenti. Lo odiava, ma adesso gli serviva.

“Ho bisogno che tu vada a caccia. Ci sono due prede per te.”

Le labbra sottili di C17 si incurvarono in un sorriso sornione.

“La cosa si fa interessante...”

 

CONTINUA

  
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