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Autore: _Fux_    06/10/2013    4 recensioni
[...] Allora quasi inconsciamente ti ritrovi a sorridere, il buco sembra un po’ più piccolo e il letto meno freddo, mentre ancora una volta raccogli i pezzi di te stessa: sei caduta, ma ora ti sei rialzata e ti prepari ad andare avanti [...]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cadere e poi rialzarsi
 
 
Oggi è Domenica.
Le Domeniche ti deprimono sempre un po’, però non credi che sia per questo che  hai pianto …
Perché questo è quello che hai fatto: ad un certo punto ne hai avuto troppo di tutto, e ti sei semplicemente chiusa in bagno, cercando di soffocare i tuoi singhiozzi per farli diventare meno rumorosi.
Sei fuggita agli sguardi della tua famiglia, perché tutto sommato credi che continuerai sempre a fingerti più forte di quanto tu non sia, ma chiusa in quella piccola stanza, sola con te stessa, hai lasciato che le lacrime scorressero libere, senza essere interrotte dalla tua mano che le spazzava via.
Ti sei guardata allo specchio, le guance rese un po’ appiccicose dalle gocce agrodolci, gli occhi leggermente rossi, e ti sei finalmente permessa di vedere per la prima volta quanto tu sia distrutta in realtà.
Distrutta da qualcosa che a dire il vero non sai nemmeno che cosa sia: forse la paura di non essere mai abbastanza, di non potere essere accettata semplicemente per quello che sei, di essere una delusione continua, di non essere abbastanza brava e intelligente, o magari la sensazione di essere inutile.
Dicono che sia normale passare questi periodi, ma  non credi che questo abbia mai fatto stare meglio qualcuno.
Forse non è qualcosa che accade all’improvviso, questa di scoppiare, ma è qualcosa che inizia da lontano; magari parte dalla prima media, quando mentre camminavi verso la fermata dell’autobus i tuoi compagni ti tiravano calci alla cartella, quando ti ritrovavi “misteriosamente” tutti i libri sparsi per la classe, e quando un ragazzino che tu nemmeno conoscevi –amico dei “calciatori”- ti metteva coriandoli raccolti dall’asfalto in testa, per dispetto.
Forse c’entrano anche le delusioni in campo di amicizia, quando ti sei sentita abbandonata, e per colpa di alcune persone ora fai fatica  a fidarti di chiunque.
Probabilmente non ha aiutato nemmeno essere presa in giro in prima superiore per il tuo aspetto o per i tuoi voti tutto sommato buoni a scuola…
Non ti ha aiutata essere chiamata con lo sconosciuto e sentire in sottofondo delle risatine, vero?
Non ti ha aiutata sapere che quegli individui il tuo numero di telefono lo avevano ricevuto da una tua “amica”.
Sai di avere delle brave amiche, ma hai paura di confidarti, hai paura che magari anche loro ti troveranno strana.
Ma tu lo sei strana, e ne vai fiera; sai che potresti fidarti, perché chi hai vicino sono le tue amiche più vere, ma ti senti ugualmente sola, proprio come adesso, a letto; stai pensando, ed improvvisamente un’idea ti attraversa la mente, e lascia uno squarcio buio, freddo… doloroso dentro di te.
Uno squarcio che ti divide a metà, che fa fuoriuscire tutte le debolezze e le insicurezze che cerchi di nascondere a tutti, te compresa, così ti raggomitoli su te stessa, ti stringi le ginocchia al petto nel tentativo di colmare quel buco che senti essere attraversato da sferzate gelide dentro di te.
Ed improvvisamente ti ritrovi a pensare a quella persona, quella che non hai mai visto, ma che ti sembra ugualmente di conoscere da sempre.
Quell’amica che hai incontrato per caso nella tua vita, e alla quale ti sei subito affezionata.
Ti ritrovi a ricordare  quella frase che hai letto:
Sono convinta che ‘Km’ non sia l’abbreviazione di ‘Kilometri’, ma di ‘Killing Me’… Che poi alla fine è la stessa cosa
e le dai ragione, perché tutto ciò che vorresti, mentre giaci da sola in un letto freddo, sarebbe ricevere un abbraccio caloroso da quella ragazza, e invece non potrà mai capitare, perché siete divise da kilometri di terra e mare.
Sai che non potrai mai avercela vicina fisicamente, così ti limiti ad immaginarla seduta a gambe incrociate sul letto di tuo fratello, proprio affianco a quello dove stai tu.
Te la immagini mentre ride e magari ti prende in giro: “Non fare la melodrammatica, su!” ti direbbe cercando di risollevarti.
Allora  quasi inconsciamente ti ritrovi a sorridere, il buco sembra un po’ più piccolo e il letto meno freddo, mentre ancora una volta raccogli i pezzi di te stessa: sei caduta, ma ora ti sei rialzata e ti prepari ad andare avanti, questa volta però con la consapevolezza che non sarai sola a combattere, ma che al tuo fianco avrai una guerriera –anche lei ferita più volte in guerra-  proprio come te.
 
 
 
 
Sono io.
Eggià.
Fa schifo? Probabile. Ne avevo bisogno? Sicuro.
Ehm… Boh, grazie a quell’amica, grazie a tutte le amiche, perché mi stanno salvando da me stessa, o meglio, dalla me stessa che non voglio essere, ecco.
E a quel paese la matematica!
Bacioni xx
 
   
 
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