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Autore: Jenessia    06/10/2013    2 recensioni
Una ragazza di nome Gabriella si trasferisce a Firenze per studiare.Lì fa nuove amicizie,ma mai avrebbe immaginato che incontrare un misterioso, quanto affasciante architetto avrebbe totalmente sconvolto la sua vita tranquilla.
TRATTO DALLA STORIA
-Cosa vuoi da me?-gli chiedo.
-Che tu sia MIA-mi risponde aderendo ancora di più al mio corpo.
A quelle parole il mio cuore perde un battito.Mio Dio...non può essere vero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 9
Capitolo 9
Erano passati circa cinque giorni dacché la notizia di Natasha ci aveva lasciato tutti scossi. Ora lei era tornata alla villa e Nick naturalmente le rimaneva accanto il più tempo possibilie. Tuttavia questo mi faceva pensare che quello che mi aveva detto al cottage, come presumevo, erano state tutte bugie per incatarmi.
Ma la cosa che più mi faceva male era la consapevolezza che lui in realtà l'amassse, nonostante le sue parole. Era soltanto confuso, ma lui ci teneva davvero. E proprio per questo cercai di evitarlo il più possibilee lui mi aiutava, cercando di non rimanere da solo con me. In somma entrambi cercavamo di vederci il meno possibile. E forse per questo ogni giorno che passava mi piaceva semprepiù l'idea di andarmene. Prima di tutto perché non volevo essere la terza incomoda e poi perché una parte di me, piccola ed insignificante, si era già lasciata stregare da Nick, dal suo sorriso, dal suo aspetto e soprattutto dalle sue parole. Si^, certo ero una completa stupida, ne ero consapevole, ma non potevo farci nulla, perché io ero fatta cos?. Cioè non appena qualche ragazzo mostrava dell'interesse per me, la mia mente cominciva a galoppare insme all'immaginazione e alla fantasia ed le lasciavo fare. E alla fine ci rimettevo sempre io infatti. Ma questa volta non sarebbe successo, avrei stroncato le cose sul nascere.
All'improvviso qualcuno mi ribaltò dal materassino su cui ero stesa nella piscina. L'acqua mi inghiottì per pochi secondi e quando ne uscì vidi che erano state quelle due streghe delle mie amiche. Ero talmente assorta nei miei pensieri da non essermi accorta del loro arrivo. Oh Dio Nick! Che effetto mi fai pur non essendo qui.
-Ma siete sicure che la vostra fase infantile sia finita?-chiesi a quelle due sorridendo-Io credo che la vostra mente sia ancora in modalità asilo-continuai e subito dopo cominciò una vera e proprio battaglia di schizzi. Adoravo le mie amiche, avevano un forte ascendente su di me, tanto che ogniqualvolta ero triste o nostalgica loro erano lì pronte a farmi dimenticare tutto.
Schizzai Ludovica, ma questa si abbassò proprio mentre dietro di lei andava a posizionarsi Natasha.
Oh Dio, adesso chi se la sente questa!
-Ehm..scusami, non ti avevo vista-dissi.
Lei mi guardò sprezzante e mi risposeacidamente-Lo spero per te- e si voltò per andare a stendersi su uno dei lettini a bordo piscina.
Io rimasi a bocca aperta. Ma come si permetteva?! Fui tentata di uscire dall'acqua per agguantarla per i capelli e farle fare un volo dritto dritto nella piscina. Che soddisfazione sarebbe stata. Ma mi fermai quasi subito. Era telmente perfida che riusciva a tirar fuori da me il mio lato peggiore. Che insopportabile ochetta!
Comunque uscì dall'acqua ugualmente, mi asciugai e andai in cucina. Stavo per salire le scale e raggiungere la mia stanza, quando sentì la voce di Natasha che mi richiamava bruscamente.
-So quello che stai cercando di fare. E sappi che non ti lascerò il via libera. Non riuscirai a portarmi via Nick! Lui è mio!- .
Mi voltai, più che sbalordita-Io non ho un niente del genere in mente, CARA. Forse sei tu che hai preso una forte botta in testa e ora inventi le cose. Quindi vedi di non andare in giro ad insulatre la gente-le risposi andandomene infuriata.
-Tu stagli lontano-la sentì dire-e noi andremo d'accordo-detto questo se ne andò a sua volta.
"Non preoccuparti"pensai" avevo già intenzione di stargli il più lontano possibile".



Piegai il mio ultimo jeans e lo infilai in valigia. Afferrai la sua cerniera e la chiusi. Avevo passato una sola settimana lì e mi snetivo come se fosse passato un tempo lunghissimo durante il quale avevo passato le esperienze più decisive della mia vita! Mi sentivo spossata, non potevo sopportare oltre quella tortura. Ora non mi rimaneva che dirlo agli altri. Così scesi dabasso e trovai Ross e Ludo in cucina, intente ad impastare qualcosa, mentre Antonio e Leo erano intenti ad guardare un documentario alla T.V. sulla medicina e quelle robe li.
Le avevo sempre odiate, così noise ed inutili per me. Ma loro si erano appena laureati in quella materia, quindi non potevano biasimarli.
Ad ogni modo mi avvicinai alle ragazze e le avvisai della cosa.
-Ragazze devo dirvi una cosa-cominciai. Loro accorgendosi probabilmente del mio tono serio, interruppero ciò che stavano facendo e mi prestarono tutta la loro attenzione.
-Purtroppo questa sera devo tornare a casa. Non posso rimanere per un'altra settimana.I miei genitori...cioè...-mi bloccai. Non riuscivo a mentire alle mie amiche-Vi prego, non chiedetemi il perché per ora. Sappiate che non posso rimanere-conclusi sottovoce-Vi spiegherò tutto appena possibile.
Loro mi guardarono con sguardi tristi, ma ripsettarono la mia decisione, così, dopo mille abbracci e raccomandazioni, riusc' a salire sul taxi che avevo chiamato e che mi avrebbe porato alla stazione. Destinazione: Benevento. Dalla mia amata famiglia.



Osservavo,senza guardarlo veramente, il paesaggio che mi passava accanto.
Con gli altri avremmo detto che stavano per arrivare dei parenti che non vedevo da tempo e che quindi i miei genitori mi volevano a casa.
Scossi lentamente il capo. Assurdo! Cosa mi costringeva a fare Mr Terenzi!
La'auto rallentò davanti al semaforo rosso e, come se l'avessi chiamato, vidi la sua BMW X6 bianca fermarsi davanti al semaforo dell'incorcio proprio alla mia destra. E proprio per questo avevo un sua completa visuale. Portava delle Ray-Ban sugli occhi e già questo particolare bastava a provocarmi un brivido di eccitazione sulla schiena. Il braccio destro era poggiato sul volante, mentre l'altro poggiava il gomito vicino al finestrino tutto aperto e la mano fra i capelli. In parole povere , come sempre era un figo da paura, così sexy ed ecc......vabbe si è capito il concetto. Il suo semaforo dovette già far scattare il verde e così mi passò accanto, inconsapevole della mia presenza e del mio sguardo e sfrecciò via. Involontariamente mi giari pensando di vedere lui che in realtà si era accorto i me in quel momento fermava la sua auto per venire da me a dirmi che Natasha non era niente per lui ed ero io che pittosto mi faecevo passare  solo problemi e idee strane per la testa. Ma utto ciò non accadde naturalmente. Così,  non appena la sua auto scomparve alla mia vista, mi voltai, decisa a scacciarlo per sempre dalla mia mente. E soprattutto da quella piccola parte di cuore di cui già se era impadronito prepotentemente.



Arrivai a casa e, dopo aver salutato tutti, salì nella mia camera. Appena entrai notai Natasha stesa sul mio letto e ne fui contrariato.
-Ti stavo aspettando-mi disse.
Io sospirai e andai nel bagno annesso alla mia stanza. Lei mi seguì e inaspettatamente mi abbracciò da dietro. Non volevo sembrare brusco, così la staccai lentamente da me e mi girai a fissarla.
-Natasha, dobbiamo parlare-cominciai e la vidi sgranare gli occhi- Io ti sono stato vicino in questi ultimi tempi, perché non volevo e non voglio che ti accada qualcosa di brutto, ma questo non cambia  ciò che ti ho detto quella sera. Dunque è meglio essere chiari sin dall'inizio: non provo più un forte sentimento nei tuoi confronti-conclusi poggiando le mie mani sulle sue spalle. Sapeco di apparire come un gran bastardo, ma lo sarei stato ancora di più se avessi continuato a prendere in giro lei e me stesso. Quindi era necessario chiarire sin da subito le cose e mettere distanza fra lei e me. E inoltre non volevo che Gabriella capisse cose sbagliate;  e infatti proprio per questo avevo urgenza di parlarle.
Natasha si scrollò le mie mani da sé. Non diedi importanza a quel gesto, ma una frase che lei disse, con un odio puro begli occhi,  mi raggelò
-Certo che non provi più niente per me. Ora c'è quella puttanella nella tua schifosa testa, vero? Mi dispiace dirtelo, ma se ne è andata. E' scappata via da qui, è scappata via da te. Forse non è vero che gli piaci così tanto come credi tu...-non la feci terminare , poiché uscì come una furia dalla stanza, diretto in cucina dove avevo visto tutti tranne lei, e solo ora me ne accorgevo. Ma prima avevo pensato che stesse semplicemente in camera sua. Avrei dovuto capirlo, non avrebbe mai preferito la solitudine della sua camera alla compagnia dei suoi amici. Che stupido!
-Ludovica, dov'è Gabriella?-chiesi senza preamboli alla prima persona che mi ritrovai davanti. Non m'importava nulla dell'impressione che potevo dare.
-Eh...bé...è tornata a casa sua. Alcuni suoi parenti stanno arrivando per questa settimana e lei voleva essere lì. Mi ha detto di ringraziarti tantissimo per l'ospitalità e il resto-.
"Il resto?!?" Che voleva dire con "il resto"?! In quel momento un unico pensiero mi balenò per la testa: dovevo fermarla! Afferrai le mie chiavi ed usc' velocemente di casa




Angolo autrice
Eccovi un altro capitolo. Spero vi piaccia. Approfitto per dirvi che il prossimo aggiornamento sarà fra due settimane, perché fino alla settimana prossima non ci sarò. Mi raccomando recensite :D A prestoo :*
  
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