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Autore: MatitaGialla    06/10/2013    24 recensioni
Peeta e Gale sono migliori amici dall'infanzia: bellissimi, intelligenti, sexy, popolari, sportivi: i più desiderati del liceo, inutile dirlo!
Insieme fanno ogni cosa, come ad esempio scappare dal Priorato del P&G's Fan Club: un gruppo di psicopatiche adoranti e sessualmente disturbate che cercano in ogni modo di farli innamorare di loro.
Ma come succede a noi, l'adolescenza è sempre piena di amori e umori, sentimenti contrastanti e perché no, anche di una discreta dose di senso dell'umorismo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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* Attenzione: OOC, AU, What if?, Everlack. TUTTO INSOMMA. GLI AVVENIMENTI DEI LIBRI SONO TOTALMENTE ESCLUSI A QUESTA STORIA.

 
4. La situazione è questa, ragazzo.
 
Quartiere zero, Panem. Liceo Scarlini della Torre.
– Non mi avevi detto che eri cosi brava! – dice Madge, sorridendo a Katniss che cammina al suo fianco. Timidamente, Katniss nasconde il viso nella sciarpa lanosa e arrossisce leggermente.
– Oh, non esagerare –  mormora.
– Vuoi scherzare? Hai una voce bellissima! – ribadisce con più decisione l’altra ragazza.
Katniss si ferma ad osservarla. Quella mattina le era sembrata una pazza, ma ora è talmente gentile che non può fare a meno di pensare che in realtà sia una persona normalissima.. solo.. esageratamente innamorata.
Si sorridono. – Vieni a vedere la fine degli allenamenti di calcio? Io e Delly e altre amiche ci fermiamo ogni pomeriggio a guardarli, anche se finiscono poco dopo. Sai, ci sono Gale e Peeta che giocano. – dice arrossendo Madge.
Katniss annuisce, e insieme si incamminano verso i campi da calcio.
A passi lenti e sereni, le due ragazze attraversano il corridoio quando incrociano il Dott. Abernathy con la professoressa Trinket.
– Buongiorno, ragazze! – esclama la signora mentre trascina dietro di se e il suo pancione enorme, il marito che strascica i piedi a terra stancamente.
– ‘Giorno – dice lo psicologo.
Le due ragazze rispondono al saluto in coro, e si fermano a guardare divertite la professoressa che rimprovera il marito per non averle fatto troppe coccole la sera prima. Madge ride candidamente.
– Quei due sono mitici! Si sono conosciuti qua a scuola! Si vogliono tantissimo bene, ma la Trinket incinta dev’essere terrificante! – dice – Sai, Peeta e Gale vanno a parlare con il dottor Haymitch almeno una volta a settimana –
– Davvero? Perché? – domanda Katniss perplessa.
Ok, qui subentro io.
In pratica a dicembre dell’anno scorso, Delly e Madge, in quanto presidente e vice annessa del priorato, avevano scatenato un paio delle loro socie (una sorta di mostri ibridi, per capirci) con lo scopo di carpire informazioni circa i regali di Natale desiderati dai nostri P&G.
Avevano scelto due primine, tanto dolci quanto ingannevoli, che si sono avvicinate ai due ragazzi durante gli allenamenti glaciali di quell’inverno; offrendosi come responsabili del The caldo per scaldarli.
All’inizio nessun componente della squadra nutriva il minimo sospetto, quando però con l’aumentare del freddo delle giornate, le due ragazze iniziavano man mano a portare il The solo per Peeta e Gale, si sono indispettiti, poveri ragazzi.
Lentamente, Libby e Tibby (questi sono i nomi delle due ragazze), iniziarono a sommergere i P&G di domande, oltre ché a seguirli: li aspettavano davanti gli spogliatoi sia prima che dopo gli allenamenti, gli rubavano le magliette per portarle nei loro altarini creati nelle loro camerette (raccapricciante, non è vero?), prendevano le loro calze minacciandoli di farli uscire a piedi scalzi al freddo per obbligarli ad ammettere quali erano le cose di cui avevano bisogno; e infine, piagnucolavano come gattini appena nati per convincerli ad uscire con loro.. ma quella, come vi raccontavo stamattina, è la normale amministrazione: tutte vogliono uscire con i P&G.
Fatto sta che di giorno in giorno i due iniziarono a spazientirsi, fino a quando un pomeriggio, Libby, da tenera (e scema) quattordicenne qual’era, non superò il limite.
Quando infatti disse a Gale: “Non posso certo regalarti un altro papà, ma sono disposta a prenderti qualcosa che ti possa altrettanto soddisfare, pur di renderti felice!”.
Quella frase orribile disgustò profondamente Peeta, che osservò inorridito la ragazza mentre Gale correva, con il viso impassibile, via dal campo.
Fortuna che Finnick mandò via entrambe le primine in modo piuttosto cortese, credo proprio che il gentilissimo Peeta non avrebbe ostentato dal mandarle affanculo.
Siamo tutti convinti del fatto che Libby non disse quella frase con cattiveria ma.. figlia mia, come puoi dire una cosa del genere?
Beh, scusate, la vostra Gossip Girl divaga un po’ troppo con le sue domande retoriche.
Peeta abbandonò gli allenamenti quel giorno (in rispetto del primo comandamento non scritto dei P&G) e corse alla ricerca di Gale: non trovandolo da nessuna parte però, tentò sul tetto; ed è lì che si era rintanato il suo amico dai capelli scuri.
– Ti ammalerai – disse Peeta, comparendo alle spalle di Gale – Oltre a puzzare, sei tutto sudato e sei in maniche corte – concluse chiudendosi soddisfatto la zip della felpa sportiva.
Gale restava seduto sul parapetto, rabbrividendo leggermente, a osservare il sole che quel pomeriggio d’inverno iniziava a calare.
– Nessuno mi ridarà mio padre – disse poi, serio.
Peeta gli si avvicinò e posò la schiena sul parapetto, scrutando la terrazza, nel senso opposto a Gale.
– Nessuno ti ridarà il cervello, una volta che lo starnutirai fuori, se non ti vesti – rimbeccò il biondo.
Gale sorrise, amaro – Sono serio, Peeta –
– Lo so. Ma cosa posso dirti? Sono sicuro che tu e i tuoi fratelli siete il suo orgoglio. Non lo ricordo molto bene, ma so che era una persona tanto buona – rispose Peeta, mentre si sedette anche lui sul parapetto lasciando le gambette magre a penzolare nel vuoto.
– Si, lo era tanto – ripeté Gale a sua volta.
Restarono così poi, in silenzio, per qualche minuto. Forse anche mezz’ora perché giù nel campo i giocatori della squadra di calcio iniziavano ad andarsene nelle docce dentro quei fetidi spogliatoi.
Dopo un po’, l’attenzione di Peeta alle tonalità bluastre che iniziavano a colorare il cielo venne distolta da un rumorino strano, quasi fastidioso.
Scoppiò a ridere.
Gale era letteralmente congelato: aveva la fronte (prima) sudata, ricoperta praticamente di brina, il moccio al naso, le labbra violacee ed i denti gli battevano come dei pistoni.
Naturalmente, quel genio di Peeta Mellark, che non sa mai star fermo, singhiozzò come un matto mentre si stringeva la pancia per il troppo ridere; e proprio mentre cercava di riprendere l’equilibrio si sbilanciò.
– Cristo! Peeta! – Urlò Gale afferrandogli velocemente la mano, prima che cadesse giù dalla terrazza.
– Cazzo! Tienimi, tienimi! – Gridava Peeta mentre si reggeva con la mano che non era tenuta da Gale, al parapetto stesso. – Pesi troppo! – continuava a urlare Gale, mentre si sforzava di non gridare anche per il dolore di dover sostenere il peso di Peeta con le mani ghiacciate.
Questa non è esattamente una scena divertente ragazze, lo so. Ma mentre ve lo sto raccontando mi sto scompisciando dal ridere perché non si può essere più scemi di quei due a volte.
Mentre gridavano aiuto al nulla praticamente, essendo la scuola ormai deserta in quanto pomeriggio inoltrato, un’anima (poco) pia fece fortunatamente irruzione nella terrazza gridando come un’infoiata.
– Maledetti ladri! Avete finito di rubarmi la carta igienica ora! –
Sae La Bidella, armata di moccio gocciolante in mano e pugno stretto in vita (nel suo bellissimo vestito in velluto rosso firmato), falciò praticamente la porta della terrazza da quanto forte la aprì.
– Benedetta Panem! Ragazzi! Cosa state facendo!? – gridò anche lei lanciando per aria il moccio – Vado a chiamare qualcuno di più forte! – strillò terrorizzata.
– No! – rispose Gale con fiato corto – Non ce la faccio a tenerlo ancora! Devi aiutarmi tu! –
Inutile dire che, una volta tirato su di peso il biondo, Gale lo insultò talmente tanto che, tra le risate e l’adrenalina poi, riuscì a mantenere un espressione piuttosto seria mentre Sae dava di matto.
Quando la professoressa Coin e la Preside Paylor corsero sul terrazzo dopo aver sentito le grida, trovarono i due ragazzi stesi a terra con i crampi allo stomaco per il ridere (mentre aleggiava nell’aria una soave sinfonia di “Sei un coglione, Peeta!” o “Giuro. A saperlo di avere un amico così imbecille, ti ributterei giù”) mentre Sae correva a destra e sinistra inveendogli contro.
Oltre ad aver preso la decisione di negare agli studenti la possibilità di salire sulla terrazza della scuola (questione per altro molto combattuta in seguito dai P&G, in qualifica di rappresentanti di istituto), la Coin definì i due ragazzi come dei “minorati mentali”, e minacciò la Paylor di denunciarla per inadempienza se non li avesse obbligati a delle sedute con il dottor Haymitch.
Ebbene, ecco spiegato il perché si devono fare, ogni tanto, delle chiacchierate con quel povero uomo distrutto dalla gravidanza della moglie. In realtà si divertono.
Con entrambi, lo psicologo affronta piacevoli chiacchierate per nulla a scopo psicologico; infatti secondo il Dott. Abernathy quella ad aver bisogno di aiuto, è la Coin e basta.
Ah, ragazze, vorrei tanto dirvi i discorsi che fanno.. Se per ogni commento fatto sul culo di una studentessa (da parte di tutti e tre eh, il Dottore non si esclude!) guadagnassi una moneta, ora sarei miliardari*).
In tutto questo gran ricordare però, Madge volta lo sguardo altrove – oh, è una lunga storia – afferma a una Katniss che nel frattempo, mentre io vi spiegavo tutta sta storia, è rimasta a fissarla con sguardo perplesso.
 
Sedendo sul prato verde che confina con il campo, Katniss rabbrividisce per il freddo.
Una leggera foschia sfoca l’ambiente, e disperde il suo sguardo nella cristallizzazione del freddo sui fili d’erba.
Nel frattempo arrivano Delly e un altro paio di ragazze, e Katniss non può fare a meno di notare che quella ragazza bionda dalla quale era scappata la mattina stessa; sembra davvero una bambolina di porcellana con quei codini biondi e le guance lievemente arrossate per il freddo.
Delly si siede affianco a Madge e Katniss, mentre le altre due ragazze si spingono al bordo del campo per adulare e incitare i nostri P&G.
– Allora, Katniss – esorta Delly, raggiante – hai detto che non hai tempo per pensare ai ragazzi, posso chiederti il perché? –
Katniss sembra pensarci un po’ su, poi alza le spalle e risponde semplicemente: – Devo badare a mia sorella, non avrei ne tempo per spasimare o frequentare nessuno –
– Non possono pensarci i tuoi genitori? – domanda ingenuamente Madge.
– Mia madre è la nuova primaria in chirurgia dell’ospedale e ha spesso i turni alla sera – risponde Katniss, sistemandosi il cappello che le scalda dolcemente le tempie.
– E tuo padre allora? – insiste Madge, aggrottando le sopracciglia: ma si morde subito la lingua, quando la sua interlocutrice abbassa lo sguardo.
– è morto. Tanti anni fa ormai – risponde.
Madge e Delly sono mortificate – scusaci, non pensavamo certo che.. –
– Tranquille, è passato davvero tanto tempo – ripiega facilmente Katniss, sorridendo.
Quelle due ragazze, sembrano essere per Katniss un vero mistero. Non riesce a capire se siano in realtà acide come questa mattina o amichevoli come in questo freddo pomeriggio.
Con questi pensieri, credo (non posso certo leggere nel pensiero io), si perde nell’osservare la squadra del liceo.
I due vertici del priorato, osservano incessantemente Peeta e Gale mentre giocano, ridono e scherzano tra di loro e con i compagni di squadra; rimanendo comunque, insieme a Finnick, i giocatori più bravi.
Quando  la ragazza dai capelli raccolti in una treccia sente un lungo sospira al suo fianco, si volta verso Madge.
– Va tutto bene? – domanda.
L’altra ragazza annuisce, stringendosi le gambe al petto e poggiandovi la faccia.
– Hai uno sguardo malinconico, Madge – si intromette Delly, chiaramente preoccupata per l’amica.
– È solo che quei due non ci degnano di uno sguardo, Delly! – risponde pigolando Madge.
– Oh, lo so – risponde la ragazza bionda, mettendo una mano attorno alle spalle dell’amica.
All’improvviso Katniss si sente assolutamente estranea alla loro conversazione. In principio sembra offendersi, ma probabilmente capisce poi che conosce quelle ragazze da nemmeno un giorno, e con quale pretesa crede di ricevere confessioni di questo genere?
Quindi, in silenzio, volta lo sguardo verso quelli che sono i suoi nuovi vicini di casa: a quanto pare talmente belli da aizzare tutte le componenti del gentil sesso della scuola, così profondamente buoni, simpatici e amabili da essere adorati da tutta la città, e infine, così spudoratamente disinteressati a quelle due povere ragazze le quali non sono altro che seriamente, e a quanto pare irrimediabilmente (io oserei dire in modo disturbato), innamorate di loro.
Parliamo naturalmente di Delly e Madge; perché nonostante siano il presidente e il vice del priorato, sono forse quelle che nutrono sentimenti effettivamente più radicati rispetto alle altre socie, per i P&G.
Nonostante questo attimo di emotività, nella quale cerco di convincervi della sepolta (bene a fondo) bonarietà di quelle due ragazzine, nulla toglie che loro e tutte le componenti del priorato; non che le studentesse che non ne fanno parte ma che ogni mattina sono arenate agli armadietti in attesa dell’entrata di Peeta e Gale, hanno in ogni caso e sottolineo in ogni caso un elemento comune:
sono un ammasso di ormoni scatenati alla ricerca folle di contatto fisico, non ché qualche scena alla “e vissero per sempre felici e contenti”, sognanti delle passeggiate al chiaro di luna in stile “I passi dell’amore”, per arrivare poi ad una vita matrimoniale di coppia perfetta (quanto irreale) come solo la Mulino Bianco può mostrarci, per finire poi ovviamente con delle notti in vero impeto erotico e passionale come i famosi Jack e Rose in Titanic, dentro una macchina appannata e con la promessa di un viaggio verso le stelle.
Si.. tu, che stai leggendo! Lo so che sogni la stessa identica cosa nelle tue notti! Non negarlo.
Ricordati che io SO TUTTO (quasi).
Comunque.
È proprio in quel momento che Katniss, mentre ragiona e osserva i muscoli tesi di Peeta che tira in porta; si ritrova a scrutare con particolare attenzione la linea perfetta del suo corpo: così marmorea quanto incredibilmente morbida allo stesso momento e, di come appaiano i suoi occhi azzurri: glaciali e attenti dentro al campo avvolto nella foschia, in pieno contrasto con le iridi dolci e disponibili del ragazzo con i ricci biondi che ha conosciuto stamattina.
Segue con gli occhi la palla che viaggia velocemente e ben diritta verso il portiere, ovvero il suo fidato compagno Gale.
Anche con lui, Katniss non può non seguire il rigonfiamento dei quadricipiti che tendono il tessuto dei pantaloncini di calcio, e il suo sguardo freddo ma magnetico, concentrato che non perde il contatto visivo con la palla nemmeno un secondo. Tutto il suo corpo è pronto per lo slancio e si sposta da un tallone all’altro facendo smuovere i suoi capelli scuri sulla fronte imperlata di sudore.
Katniss si sofferma sulle dimensioni delle mani che, nonostante siano agguantate, sembra ritenerle ben più grosse della media maschile.
Gale afferra il missile lanciato da Peeta con un grande balzo, ma la forza del tiro lo fa ruzzolare a terra, riuscendo tuttavia nella parata.
– Spero di non averti sfondato i guanti! – urla Peeta con sguardo malizioso e posa soddisfatta.
Quando Gale gli lancia senza forza la palla in faccia, questo si ritrova a rotolare a terra a sua volta, facendo così scoppiare a ridere i componenti della squadra, richiamati subito agli spogliatoi dal capitano Finnick.
Peeta corre addosso a Gale saltandogli in spalle, e mentre iniziano a fare la lotta in mezzo al campo, le loro magliette si insudiciano di sudore, terra ed erbacce bagnate e gelide; ma essi, non curanti dello sporco, giocano tra loro come i cuccioli di cane nella cuccia.
Nel momento in cui entrambi si tirano su l’un l’altro con una stretta di mano, si avvolgono le spalle con il braccio e sorridono avviandosi agli spogliatoi.
Quei sorrisi così bianchi accerchiati dal fango, sudore e amicizia, dichiara ufficialmente lo sbarco in Normandia degli ormoni delle ragazze che li ammirano dagli argini del campo; e quando si solleva un gridolino veneratorio in aria, anche Katniss si ritrova a sussultare, ammaliata da quei due ragazzi.
Era proprio vero, pensa tra se e se la ragazza.
Capire i suoi pensieri è facile come rubare le caramelle nell’ufficio di Haymitch (forse vi racconterò qualche storia a proposito, in futuro).
È così che Katniss Everdeen, la “nuova”, accetta con rude rassegnazione che, sì:
Peeta Mellark e Gale Hawthorne, trasudano testosterone da ogni poro.
 
– Com’è andato il primo giorno, cara? – esorta la dolce Glenn Jackson mentre guida il pullman.
Katniss, seduta come al mattino in prima fila, annuisce.
– Beh, diciamo che non pensavo di far tante cose in un giorno – risponde la ragazza.
Glenn sorride – Vedrai, il liceo Scarlini della Torre riserba sempre tante sorprese – dice facendole l’occhiolino.
Gale e Peeta, ai loro soliti posti a metà pullman, sono sprofondati in coma nelle loro sciarpe lanose e pesanti.
Dopo una decina di minuti dall’essersi appisolato, Peeta apre gli occhi sbattendo ripetutamente le palpebre. Guarda fuori dal finestrino cercando di individuare nel buio pomeriggio invernale a che punto del tragitto si trovasse. Sono al quartiere sette.
Si volta verso il suo vicino, e rimane folgorato.
Gale è impegnato a osservare Katniss, seduta all’inizio delle file, assopita anch’essa sul sedile.
La guarda con occhi dolci e quasi malinconici, come se fosse in balia di una melodia appassionante.
Gale non guarda mai le altre ragazze così.
Un brivido percorre la schiena di Peeta, che si morde il labbro. Si irrigidisce e stringe forte il pugno: non riesce a togliere lo sguardo da Gale che è talmente concentrato nel guardare la ragazza che non si rende conto che il suo amico lo sta fissando da ormai un minuto buono.
Quando Peeta segue con gli occhi lo sguardo del suo vicino, non riesce a non soffermarsi sulle labbra di Katniss. Rimangono così i nostri P&G, imbambolati nel guardare la loro nuova vicina di casa.
Non esistono più gli altri studenti dentro all’autobus, che insieme a loro fanno ritorno nel quartiere dodici, ci sono solo loro tre nella loro concentrazione. Glenn li vede.
Dallo specchietto retrovisore è impossibile non vedere i suoi occhi che guizzano dalla strada, a Katniss, ai due bellissimi ragazzi.
Sorride. Ah, Glenn Jackson, rimpiangi la gioventù che inizia ad abbandonarti?
 
Con passi incerti per la sonnolenza e il freddo, i tre si incamminano per Via S. Collins.
– Gale, mi aiuti nel ripasso di scienze? Devo ripetere all’infinito altrimenti non me la ricorderò mai – dice Peeta mentre si stringe al petto i libri e si assicura il borsone da calcio alle spalle.
L’altro ragazzo annuisce.
– Ma non sei di due anni più grande, tu? – domanda Katniss intromettendosi.
– Ebbene? – risponde Gale.
– Niente, niente – si affretta a rispondere Katniss alzando le mani – Mi sembra solo strano che facciate persino i compiti insieme –
Gale e Peeta si guardano e ridono. – È già tanto che non viva direttamente da me, direi – dice Peeta sorridendo – Sai che figata? – 
– Sai che incubo? – rimbecca Gale, fingendo un tono preoccupato.
I tre ragazzi arrivano davanti a casa Everdeen e la salutano, mentre lei apre il cancello.
– A domani, Katniss – dice Gale, sventolando la mano.
– Ci sarai anche domani mattina presto? – domanda Peeta con voce forse esageratamente speranzosa, perché Gale si gira di scatto verso di lui e prende a fissarlo inarcando un soppracciglio.
– No, ora so la strada. Prendo il secondo. – risponde Katniss chiudendosi alle spalle il cancelletto.
– Oh.. ok – risponde Peeta, palesemente deluso, accennando un saluto con due dita sulla fronte.
 
– Ehm.. quindi, una molecola può essere composta da più atomi di un solo elemento chimico.. o da.. atomi di elementi diversi, si? Le famiglie di molecole costituite dagli stessi atomi disposti nello spazio in maniera diversa sono dette isomel.. isomen.. oh, ma vaffanculo –  dice Peeta mentre scaraventa a terra la penna che si stava attorcigliando nei capelli.
– Isome-potevi-iniziare-a-studiare-prima – dice Gale scandendo le parole – Isomeri, ignorante –
– Lo sapevo! – pigola Peeta andando a sbattere la fronte sulla sua scrivania.
Mentre Peeta struscia la testa sulla superficie fredda del tavolo lamentandosi che dovrà studiare tutta la notte, inizia a canticchiare involontariamente la melodia cantata da Katniss quel pomeriggio.
Gale sgrana gli occhi.
– Amico, sei cotto di quella ragazza! – dice puntandogli il dito, e urlando.
– Chi? Cosa? – balbetta Peeta alzando la testa di scatto, spaventato.
– Katniss! Ti piace! – insiste.
Il ragazzo con i riccioli biondi si mette sulla difensiva, arrossendo leggermente. Deglutisce.
– No! No! Non mi piace Katniss! – risponde frettolosamente – Non scherzare! –
– Io sono convinto del contrario – asserisce Gale, cercando di estorcergli la verità negli occhi.
– E allora, tu? – contrattacca Peeta accendendosi una sigaretta, annebbiando così la sua stanza.
– Io cosa? –
– Non fai che guardarla! – accusa. Ora i P&G si puntano l’indice a vicenda.
– Mai! – obietta Gale.
– Non dire stronzate Gale, te la stavi mangiando, sull’autobus! – ribatte Peeta. Deve essersi reso conto di averlo detto un po’ troppo aggressivamente perché subito addolcisce lo sguardo, abbassandolo.
Gale arrossisce, ma scrolla le spalle con le labbra serrate.
– No, no. È che quella ragazza mi incuriosisce – dice prendendo respiro – è diversa. Proprio come.. –
– Johanna – dice Peeta concludendo per lui la frase. Gale annuisce.
– Beh, vediamo di dirlo subito in caso. Ok? Non voglio infrangere nessun comandamento –
– Puoi star tranquillo – risponde Gale, troppo in fretta. Troppo velocemente.
Peeta guarda il suo amico evitare il suo sguardo ed irrigidirsi.
Che stia mentendo? Il ragazzo biondo torna a mordersi il labbro – e comunque non mi piace – dice, poi.
– Va bene, Peeta – risponde Gale, alzando lo sguardo – In ogni caso, “noi” rimaniamo sempre “noi”, vero? –
– Sempre! – risponde Peeta, quasi imbarazzato per quella situazione.
Si guardano e si sorridono.
Gale protende le labbra a mo’ di bacio, tremanti per la risata che sta trattenendo; ma quando Peeta scappa disgustato e gli lancia un quaderno in faccia, ridono entrambi.
 
Peeta sgattaiola sul balcone e mentre attende l’arrivo di Gale accende una sigaretta, ridestandosi con l’aria fredda dallo studio “matto e disperatissimo” di quella sera: in grembo, due pasticcini.
Oggi è mercoledì, e il signor Plutarch non mancherà all’appuntamento settimanale.
Dalla sua gola, si ripete a gran velocità ed in continuazione il ritornello intonato dalla sua nuova vicina di casa.
Si mette le mani nei capelli e respira profondamente. Non posso certo capire quello che sta pensando ma.. credo che persino voi che lo conoscete meno lo state intuendo.
Povero ragazzo. Forse davvero, giunto ai suoi sedici anni e con tante labbra baciate e corpi accarezzati, Peeta Mellark si è innamorato?
Il suo sguardo è perso in mille pensieri rivolto verso la finestra di Katniss, la sigaretta si consuma senza ricevere attenzioni, e quando Gale si siede al suo balcone, ad una casa di distanza, nemmeno lo nota.
La luce della luna illumina Gale che si stringe alla ringhiera e guarda il suo amico, un leggero stato di ansia gli si legge sulla faccia, e io, non so davvero cosa pensare.
Hanno tutte le ragazze attorno a loro, Gale ha persino un mezzo flirt – misterioso con Johanna.
Eppure il modo in cui guardano quella ragazza è diverso, ve lo posso giurare.
Peeta si desta dai suoi pensieri quando Gale si schiarisce appositamente la voce. Sorride.
– Ehi – dice.
– Quindi come si chiamano le famiglie di molecole? – chiede Gale.
– Isomeri – risponde Peeta orgoglioso. Gale alza il pollice.
Il ragazzo biondo si alza e con cura, lancia la prima leccornia.
– Treccia alla crema!! – gioisce Gale addentandolo.
Dietro le spalle di Gale, un giardino si illumina e il signor Plutarch esce con il sigaro e il bicchierino di Rhum in mano.
– Buona sera, signore! – esclamano i P&G in coro.
– Rose di riso al cacao, per lei – dice Peeta raggiante – naturalmente senza glutine! –
E lancia il secondo fagottino nel giardino del vicino che, con la sua pancia tonda e ballonzolosa si affretta a coglierlo da terra e scartarlo. – Grazie, ragazzi! – dice il vecchio signore, rientrando tutto contento.
Peeta e Gale si mettono a terra nei rispettivi balconi.
– Gale, per quel che riguarda Katniss.. –
– Amico, se continui a parlarmene mi farai pensare che tu mi abbia mentito – lo interrompe Gale.
Peeta sussulta, e guarda nervosamente il viso di Gale e la finestra di Katniss che si è illuminata nel frattempo.
Quando vede lo sguardo del suo amico dai capelli scuri guizzare velocemente verso la luce che rischiara il buio, alla ricerca di Katniss; abbassa velocemente lo sguardo e spegne la sigaretta.
Fa un sorriso amaro, che Gale non può vedere.
– Hai ragione. Non parliamone più –
 
– Prof non so che fare – dice Gale giocando con una matita appuntita.
Seduto in fronte alla scrivania del Dott. Abernathy, Gale affronta la sua “seduta” psicologica settimanale.
– Mi hai per caso scambiato per l’intermediatore dei tuoi problemi da amichetto con il cuore confuso? – risponde con sufficienza il dottore buttandosi in bocca tre o quattro pastiglie di vitamina C.
Gale inarca le sopracciglia – perché, la sua laurea le frutta qualcosa di meglio? – chiede con sorriso malizioso. Lo psicologo lo fissa truce e fa schioccare la lingua. Silenzia per qualche secondo.
– No, hai ragione. Anzi, non parliamo più della mia laurea o potrebbero uscire dubbi burocratici che non saprei spiegare alla preside. – asserisce il dottore.
– Insomma ricapitoliamo: è arrivata sta ragazzina, tra l’altro piuttosto riservata visto il colloquio che ho avuto con lei ieri a pranzo, e sei andato nel pallone. Ti ricorda troppo il carattere di Johanna e ti senti attratto da lei, ma ti sembra che anche Peeta lo sia. Giusto? –
Gale annuisce.
– Però lui ti ha chiaramente detto che non gli piace. Vero anche questo? –
Gale conferma con un cenno.
– E tu hai fatto la stessa cosa però. E nonostante tu abbia negato, ti senti attratto da lei –
– Si ma è diverso dall’attrazione delle altre! Attraverso lei vedo solo Johanna! Però poi penso anche che Johanna non fa per me – pigola Gale sbattendo la fronte sulla lampada del Dottor Abernathy.
– Innanzitutto smettila di molestare la mia lampada, ci pensa già abbastanza mia moglie continuando ad accenderla e spegnerla come passatempo, per farsi passare le nausee – ribatte l’uomo allontanando la faccia di Gale con una mano.
– Poi, abbandona l’idea di farti la Mason, quella è matta. L’ultima volta che me l’hanno mandata mi ha offerto un goccetto di Gin che nascondeva nello zaino, proponendomi uno scambio: io mi tenevo il Gin, e lei schiacciava un pisolino mentre avrei dovuto psicanalizzarla. Roba da matti.. –
Gale lo osserva arricciando il naso. Le sopracciglia rimangono aggrottate.
– Era buono il Gin? –
– Davvero ottimo, non c’è che dire – risponde il dottore sorridendo, quando Gale scoppia a ridere.
– Ma tornando a noi. Ragazzo, analizza la situazione. Entrambi siete forse cotti di questa ragazza che non conoscete assolutamente, ed entrambi negate per evitare di rompere i vostri patetici patti adolescen.. –
– Sono comandamenti non scritti, prof – lo interrompe il ragazzo.
– Fa lo stesso. Fatto sta che non volete interrompere queste regole vostre. È chiaro quindi che avete deciso entrambi, in una vostra eventuale cotta per Katniss, di lasciarla perdere. Quindi, cosa ne deduci? – domanda l’uomo, tornando ad inghiottire qualche altra pasticca di vitamine.
Gale muove le dita come se stesse disegnando nell’aria lo schema della situazione, poi fa schioccare dito medio e pollice, come se fosse stato illuminato.
– Quindi non ce ne frega niente e tutto torna come prima, come se non l’avessimo mai conosciuta! – risponde.
– Mi stupisco che tu abbia voti così alti, Hawthorne. Però si, la situazione è questa. – annuisce Haymitch Abernathy.
Gale si alza, e con un cenno del capo esce dalla porta sorridente.
Il dottore si accascia sulla scrivania: – Se mi cresce un figlio come quei due, giuro che mi ammazzo –
 
 
PRIMA DI TUTTO: per chi non lo sapesse, ho aggiornato Dormire Insieme, ci tengo a dirlo. Poi, eccoci qui, quarto capitolo.
So che non ci sono comandamenti, tranquille, la storia è già scritta quindi non me ne dimentico.
Spero vi sia piaciuto e vi abbia fatto sorridere, naturalmente spero anche che mi facciate sapere cosa ne pensate al riguardo.
A me personalmente è piaciuto molto scriverlo, perchè si inizia ad entrare nella vera storia! :)
A presto!
 
Angolo dello spot: “What if..” di Rosa di Versailles.
  
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