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Autore: Aetherios    06/10/2013    1 recensioni
Una mezzosangue viene definita. Per alcuni è un abominio...ma in realtà chi è Trinity?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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''I demoni non dormono''. Era una frase che mio padre mi ripeteva spesso e la mia risposta era sempre la stessa ''E gli angeli?''. A quella stupida domanda non riusciva a trattenere una specie di smorfia molto simile ad un sorriso, un accenno ma con un po' di amarezza che non riusciva a nascondere, non a me. Aprii gli occhi e mi ritrovai con la schiena appoggiata ad una roccia piena di terra umida, solo allora mi ricordai di non essere nella mia casa ma ad un avamposto definito ''fantasma''. Una cellula dormiente che aspettava solo di essere risvegliata. Eravamo invisibili agli occhi di tutti, persino agli occhi dei nostri simili e solo la presenza, molto vicina, del nemico poteva darci il segnare di muoverci con il solo obbiettivo di attaccare e distruggere. Avevamo passato la notte lì, fra fetore, terra e gelo ma queste cose per me non erano un problema, anzi, avevo vissuto di peggio durante la mia lunga e tempestosa vita. Eravamo un gruppo di 20 persone, 19 uomini, demoni potenti, scelti da Lucifero in persona per sferrare il primo attacco a quei ''Sudici Angeli'', e ovviamente una donna: Io. Potevo sentire gli occhi dei demoni posarsi su di me, alcuni mi guardavano in modo malizioso, in fondo ero una donna, molto altri mi guardavano con ribrezzo per il mio essere ibrida. Solo un paio di uomini erano a mio favore, avevano conosciuto mio padre e combattuto per lui e sapevano del suo valore e immaginavano che la figlia dell'ex braccio destro di Lucifero non poteva essere da meno. Il mio sguardo era fisso di fronte a me, i miei occhi vedevano solo la terra umida scorrere lentamente verso il basso rendendo il pavimento di quella grande buca coperta da un potente incantesimo, un vero pantano. Sentivo ogni parte del mio corpo sporca e appesantita dai vestiti oramai pregni di acqua per la pioggia incessante che ricadeva su di noi, coperti da logori mantelli neri che ci permettevano di mimetizzarci nei buio. Una vera e propria guerra, niente pistole o fucili, solo il nostro essere e le nostre spade. M:NON POTEVAMO CADERE PIU' IN BASSO DI COSI', NON SOLO E' UNA DONNA MA E' ANCHE UNA MEZZOSANGUE. Disse Menasse, il più lurido dei demoni, sapendo che le mie orecchie ascoltavano i suoi infimi discorsi. Il mio corpo continuò a rimanere bloccato lì, l'immobilità era al 100%, tanto che non sbattevo neanche gli occhi. M: MEZZOSANGUE...ABOMINIO...SPUTATA DAL INFERNO COME UNO STRANO SCHERZO DELLA NATURA. Il nervosismo del demone aumentava, in fondo eravamo bloccati lì da molte ore, avevamo avuto una segnalazione che un gruppo di Angeli era sceso in ricognizione sulla terra e il nostro scopo era di non farli tornare più indietro. Più Angeli uccidevamo e più era facile per noi muoverci liberamente sulla Terra. A: SMETTILA COGLIONE. Intervenne Ahriman, uno dei demoni nuovi che non immaginava nemmeno la furia che potesse scatenare Menasse solo per una parola fuori posto. M: COGLIONE A CHI STUPIDO FINOCCHIO? Menasse scatto in piedi per dare contro all'altro demone che subito si posizionò in difesa ma dopo neanche mezzo secondo di fronte a noi si materializzò Belial, uno dei più grandi demoni mai esistiti, antico quasi quanto Lucifero. B: AMMAZZANDOVI FRA DI VOI FARETE SOLO IL GIOCO DEGLI ANGELI. Disse con voce pacata e calma ma che sottolineava il fatto che avrebbe potuto ucciderli entrambi solo con un'occhiata. Il demone alzò gli occhi su di me e solo allora distolsi il mio sguardo dalla dura pietra e lo spostai su di lui. Non mi apprezzava, lo sapevo bene, conoscevo i suoi pensieri perché al contrario di altri lui mi lasciava libero spazio nella sua testa. Il mio potere di leggere la mente non funzionava con qualcuno più potente di me, appunto come Belial, eppure lui non aveva mai nascosto nulla ai miei occhi. Non mi odiava ma non mi apprezzava, schifava mio padre per ciò che aveva fatto ma lo rispettava come combattente e per il suo passato glorioso, sperava che la mia forza fosse almeno pari alla sua, per lui ero uno strumento bellico facilmente sacrificabile, più di alcuni demoni purosangue. B: SMETTETELA DI PENSARE A QUESTE COSE E CONCENTRATEVI, IL GRUPPO DI ANGELI NON E' LONTANO, SONO CIRCA UNA TRENTINA E VOI SIETE SOLO VENTI, CERCATE DI COGLIERLI DI SORPRESA. Tutti annuirono e abbassarono in capo in segno di riverenza mentre io spostai solo il viso tornando a guardare la pietra di fronte a me. Belial sparì e ci lasciò di nuovo nel silenzio rotto solo dalle gocce di pioggia che sbattevano violentemente sulle pozzanghere già formate in precedenza sotto i nostri piedi. A differenza di loro potevo già avvertire il gruppo di angeli che si stavano avvicinando, in fondo erano anche miei simili. Trenta Angeli guidati da due Arcangeli, due gruppi distinti e separati, uno si avvicinava da Nord e l'altro da Ovest, noi stavamo proprio nel luogo del loro incontro, forse dovevano ragguagliarsi sugli ultimi dettagli e lì li avremo colti di sorpresa. M: KOSTANTY E' STATO FORTUNATO, HA TROVATO UN ANGELO TROIA. Menasse rise sguaiatamente insieme ad un altro paio demoni stupidi come lui. Abbassai la testa abbozzando un mezzo sorriso divertito e con un gesto veloce sfoderai la mia spada e con un solo movimento affondai la punta, molto ben affilata, nel suo collo, provocando un profondo taglio nella pelle da cui iniziò a sgorgare copiosamente sangue denso e rosso. Ci fu qualche mormorio di sgomento e molta agitazione ma non potevo permettere che gli altri demoni potessero essere distratti da questo scontro. Menasse si ritrovò a mormorare qualcosa ma più cercava di parlare e più il sangue schizzava dappertutto. Con un colpo netto tranciai la sua testa lasciandola cadere di lato, rotolando da qualche parte sulla terra umida. Il corpo seguì immediatamente la testa provocando un pesante tonfo.
--Qualcuno vuole aggiungere qualcosa?
Dissi con tono freddo scrutando ogni demone presente. Tutti rimasero in silenzio e proprio questo silenzio mi aiutò a percepire l'arrivo degli Angeli.  
-Preparatevi, ora siamo in 19 quindi dobbiamo fare più attenzione.
 I due gruppi stavano planando, potevo sentire il rumore delle loro ali e avvertire con maggior forza la presenza dei due arcangeli.  
-Al mio tre uscite e attaccate, un gruppo sta arrivando da Nord, l'altro da Ovest.

Era il momento di condividere le informazioni che avevo carpito, con gli altri. Un solo gesto e una furiosa battaglia si sarebbe scatenata. 1...Guardai negli occhi tutti i presenti, già impugnavano la loro spada, pronti a tranciare qualche Angelo. 2...Potevo sentire la voglia trepidante di attaccare il gruppo che oramai era sceso sulla terra, potevo sentire già il loro chiacchiericcio. ...3... Con un solo balzo mi ritrovai fuori da quella fossa, proprio davanti al due gruppi di Angeli riuniti. Non ebbero il tempo di far qualcosa che mi ero già lanciata sui primi alla mia sinistra, la mia spada ne aveva già trapassato uno e già stava raggiungendo la gola di un altro. Sentii i demoni caricare verso gli Angeli e solo allora riuscirono a difendersi ma le perdite furono già pensanti. Dieci Angeli morirono sotto le nostre spade e la situazione risultò di nuovo in parità, a parte per gli Arcangeli, erano loro il vero problema. 
-Jophiel 

Sussurrai guardando l'Arcangelo Maggiore avvicinarsi di corsa a me, io e quell'Arcangelo avevamo un conto in sospeso ed era di chiuderlo. J: ALLORA TE LO RICORDI ANCORA IL MIO NOME? Disse con sarcasmo mentre cercava di inferire su di me con la sua spada, pesante e maestosa, piena di luce. 
-Come potrei mai dimenticare un nome così brutto??
Risposi a stento visto che ero troppo impegnata a parare i suoi colpi. J: SE PORTO LA TUA TESTA A TUA MADRE SECONDO TE POSSO OTTENERE CIO' CHE HA OTTENUTO TUO PADRE. Un sorriso malizioso si disegno sulle sue labbra carnose e perfette e per un attimo il suono delle nostre spade che si scontravano cessò. Rimasi di fronte a lui, il mio sarcasmo era sparito e le mie labbra erano una linea dura. Con un calcio a sorpresa lo spinsi via e mi concentrai gli altri angeli che, nonostante la minoranza, stavano sopraffacendo il gruppo di demoni. *
-Devo..sempre..far..tutto..io...qui...
Mi bloccavo ad ogni parola perché la mia spada affondava con un movimento violento e veloce dentro quell'Angelo o l'altro così da raggiungere la maggioranza dei demoni.  
-Posso tornare a giocare ora?
Dissi capricciosa e mi voltai di nuovo verso Jophiel ma qualcuno mi bloccò alle spalle, l'altro arcangelo mi aveva stretto in una presa forte e violenta tanto da farmi scivolare la spada fra le mani. C: CHE FETORE. Disse l'altro arcangelo deridendomi, schiacciandomi con più forza contro il suo petto. Riuscii a percepire le prime ossa rotta, quelle del braccio destro. Il dolore era così forte che sentivo il bisogno di urlare e piangere ma non avrei mai fatto la prima e non avrai mai potuto fare la seconda. Avrei voluto invocare il nome di Vladislav con la certezza che nonostante la sua lontananza lui fosse apparso per salvarmi, una volta di più, ma sapevo che questo era impossibile.
-Thagirion.
Urlai a gran voce il nome di uno dei più potenti demoni del gruppo ancora rimasto in piedi e per fortuna si accorse subito della mia situazione catapultandosi alle spalle dell'arcangelo per colpirlo, non gli fece nulla ma diedi a me la possibilità di svincolarmi dalla sua presa. Caddi a terra e pochi centimetri dalla mia spada conficcata nell'erba arida, allungai la mano buona, quella sinistra, per prenderla e la tirai fuori. Chamuel, l'Arcangelo, era di spalle che percuoteva con forza il demone e io ne approfittai per scattare in piedi e conficcare la mia spada nella sua gola, trapassandola completamente, ma non sarebbe bastato, con un movimento veloce gli feci saltare la testa che rotolò da qualche parte. Mi voltai di scatto verso la battaglia e capii che tutto era finito, i demoni avevano vinto ma Jophiel era riuscito a scappare. 
 -Codardo.
Ringhiai quasi mentre Thagirion si avvicinò a me per vedere come stavo. Mi poggiò le mani sulle spalle avvicinandomi a lui ma con un movimento violento mi liberai iniziando ad allontanarmi a passo di carica dal gruppo di 11 demoni rimasti ancora in piedi. Ci sarebbe stata una lunga ramanzina quando saremmo tornati a casa e sicuramente molte punizioni, ci eravamo fatti scappare un Angelo, e non uno normale, un Arcangelo e nonostante erano stati uccisi tutti gli altri la missione per Lucifero sarebbe stata un vero fallimento. * Sudici demoni. *Dissi con rabbia scomparendo da quel luogo per ritrovarmi a casa, all'Inferno. Mi accasciai al muro piegando la testa verso il basso e tenendo stretto il braccio rotto. Ero stata distratta e questa era la punizione che mi ero meritata. ''Mai dare le spalle ad un nemico'', una delle prime lezioni impartitemi da Vladislav. Eppure l'avevo fatto, senza rendermene conto, accecata dalla rabbia che provavo verso quel dannato Arcangelo. Avvertendo la mia presenza, dopo pochi secondi, davanti a me si materializzò mio padre che subito si accasciò per vedere come stavo. K: COS'E' SUCCESSO? COME E' ANDATA?. Alzai lo sguardo verso di lui e feci una piccola smorfia.
-Jophiel è scappato.
Abbassai lo sguardo e lentamente mi alzai cercando di ricomporre il braccio rotto che in pochi minuti sarebbe guarito completamente. K: TE LO SEI FATTO SCAPPARE. COME HAI POTUTO? Il conto aperto con quell'Arcangelo ce l'aveva lui, io avevo ereditato solo la sua vendetta.
-Ho dovuto occuparmi di 18 poppanti.
Dissi con rabbia mentre finalmente abbandonavo quel sudicio mantello ai miei piedi. K: LUCIFERO SARA' SU TUTTE LE FURIE, LAVATI E VA A RAPPORTO DA LUI. Ecco che il suo solito tono da capitano usciva fuori nelle situazioni meno appropriate. Non risposi minimamente, stanca mentalmente e lurida mi avviai verso la doccia spogliandomi di ogni indumento, poggiando a terra ogni arma che avevo addosso. Mi infilai sotto il getto d'acqua caldo e subito ai miei piedi si formò una piccola pozzanghera marrone, dovuta alla terra che avevo addosso. Lentamente ripresi le mie forme, la mia pelle tornò ad essere limpida e morbida come prima e i miei occhi tornarono a brillare di un castano chiaro quasi oro. Se ci fosse stato Vladislav con me tutto ciò non sarebbe accaduto ma non importava, era solo un errore fra i tanti che avrei compiuto da sola, e da ogni singolo sbaglio avrei dovuto imparare una lezione. ''Mai dare le spalle ad un nemico''.  
-L'ho capito Vladislav, l'ho capito.
Mormorai fra me e lasciai che l'acqua bollente mi ustionasse quasi la pelle ma oramai non sentivo più niente e quel piccolo fastidio non sarebbe stato nulla rispetto al dolore che Lucifero mi avrebbe fatto provare nell'infliggermi quella punizione, per lo più meritata. 

   
 
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