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Autore: MagicRat    06/10/2013    1 recensioni
“Quindi siamo stati scaricati tutti e due”
“A quanto pare”
“Siamo soli”
“Siamo soli”
La storia è ambientata nel 2009, dopo un ipotetico divorzio tra Bruce e Patti.
E' la mia prima fanfiction, spero di non aver fatto troppo schifo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bruce corse fino all’ultimo albero, colpì forte il tronco con la mano e urlò “Primo!”
Poi si voltò verso Zoe che stava arrivando dal bosco correndo “Ti ho battuta di nuovo”
La ragazza gli passò davanti borbottando qualche insulto e si distese sulla sabbia vicino al fiume. Lui la raggiunse ansimando.
“Credo di avere un principio di infarto” annunciò. Come risposta, lei gli diede una manata sulla pancia, facendolo sobbalzare “Così impari a correre troppo veloce”
La circondò con le braccia e per alcuni minuti non si mossero, cercando di riprendere fiato, Zoe appoggiata al petto di Bruce e lui con la testa sulla spalla della ragazza. Guardavano l’acqua del fiume scorrere lentamente. Aveva un bel colore, al tramonto.
Bruce chiuse gli occhi, si sentiva stanco e allo stesso tempo irrequieto, una sensazione che aveva provato già diverse volte in passato e che tutte le volte l’aveva spinto a salire in macchina e ad allontanarsi dal resto del mondo almeno per un po’. Se fosse dipeso solo da lui, l’avrebbe fatto anche quella volta: sarebbe partito verso il sud degli Stati Uniti, o magari verso la Costa Occidentale. Però non era solo, c’era Zoe con lui e non voleva lasciarla.
Inspirò l’aria fresca, cercando di rilassarsi.
“Che cosa possiamo fare adesso?” chiese Zoe.
“Tiriamo giù il finestrino e lasciamo che l’aria spinga indietro i tuoi capelli” Bruce parlò con un sorriso, senza aprire gli occhi.
“Hey, ma questa non è una canzone?” la ragazza si girò per guardare Bruce in faccia.
Lui fece una smorfia “Si, Zoe. È una mia canzone. Una delle più famose”
“Scusa. Lo sai che se non parlano di assassini o fuori legge non ascolto le tue canzoni”
“Grazie, ragazza. È bello sapere che apprezzi quello che scrivo”
Zoe tornò a guardare verso il fiume e chiese nuovamente “Che cosa facciamo, adesso?”
Un’idea iniziò a farsi largo nella mente di Bruce. Da solo non voleva andare via, ma forse Zoe sarebbe venuta con lui. Forse, dopo tutto quello che era successo anche lei voleva cambiare aria.
“Ti va di fare un giro in macchina?”
*****
 

“Provaci e ti abbandono in mezzo al deserto”
Zoe si bloccò con il cd dei Green Day a pochi centimetri dalla fessura dello stereo.
“Si può sapere cosa hanno fatto di male per meritare il tuo odio?”
“Oltre ad aver inciso dei dischi? Niente” Bruce fece un gesto con la mano per minimizzare la cosa.
Continuavano ad avere la stessa discussione ogni volta che dovevano scegliere un cd da ascoltare. Solitamente era Bruce ad averla vinta, usando argomentazioni del tipo “Non puoi indossare una maglietta dei Beatles senza conoscere Sgt. Pepper! Ascoltiamo quello”
“E allora sentiamo, cosa consiglia l’esperto?”
Bruce si grattò il pizzetto di barba sul mento “Visto il posto in cui ci troviamo” con il dito indicò il deserto intorno a loro e gli strani alberi spinosi che crescevano ai lati della strada “potremmo ascoltare Joshua Tree”
“Sempre meglio di un concerto di Bob Dylan” commentò Zoe mentre cercava il cd che era stato scelto. Lo inserì nello stereo della macchina e si abbandonò contro il sedile. A ovest, sopra le montagne, si erano ammassate delle grandi nuvole nere. Davanti a loro, invece, il cielo era sereno e la strada si allungava dritta verso l’orizzonte.
Zoe prese il cellulare e scattò una foto al cielo nuvoloso nel momento in cui un fulmine si allungava fino a toccare terra da qualche parte nel deserto. Poi si voltò alla sua sinistra ed inquadrò il volto di Bruce. Dietro le lenti scure dei Ray-Ban gli occhi dell’uomo erano fissi sulla strada. Aveva un’espressione pensierosa, come se qualcosa avesse improvvisamente catturato tutta la sua attenzione. Scattò una seconda foto e guardò soddisfatta il risultato
“Bella”
Bruce si riscosse dai suoi pensieri e allungò una mano “Fa’ vedere”. Esaminò lo schermo del cellulare e annuì “Si, è bella. Merito del soggetto”
“Bruce Springsteen, il Terrore di tutti gli ex” lo prese in giro Zoe. Lui le lanciò il telefonino , fingendosi offeso.
“Mi tormenterai con questa storia ancora per molto?”
“Forse”
“Allora la prossima volta ti arrangi da sola” Bruce alzò il volume della musica per mettere fine alla discussione. Da quando erano partiti alternavano ore in cui parlavano ininterrottamente degli argomenti più vari ad altre in cui restavano nel silenzio più totale, entrambi persi nei propri pensieri, mentre guardavano il paesaggio scorrere e cambiare fuori dai finestrini.
Non avevano una tabella di marcia predefinita. Di mattina si svegliavano quando volevano, ripartivano dopo la colazione e guidavano fino a quando non erano stufi. Ogni tanto Bruce decideva di fermarsi per scattare qualche foto o per mostrare a Zoe posti che lei non aveva mai visto.
Quando il sole iniziò a calare, Bruce annunciò che era stanco e al primo motel che incontrarono interruppero il viaggio. Dopo aver prenotato una stanza si sedettero in una tavola calda per cenare.
Bruce si lasciò cadere pesantemente su una sedia imbottita e stiracchiandosi le gambe intorpidite disse “Ho perso la sensibilità al culo”
“Che uomo poetico che sei” rispose Zoe.
“Non sei la prima a dirmelo”. Estrasse una cartina geografica dalla tasca e la stese sul tavolo. Un percorso che partiva dal New Jersey e arrivava fino alla costa opposta era stato evidenziato con un pennarello rosso. Cerchiò il punto in cui si erano fermati, poi picchiettò la carta con il dito, indicando una città dove sarebbero passati il giorno seguente.
“Qui c’è un bel negozio di chitarre. E anche, uh, anche un posto dove fanno dell’ottimo spogliarello, ma credo che non ci interessi” concluse con uno dei suoi sorrisi migliori.
La cameriera arrivò con i loro panini e Bruce ripiegò la cartina.
“Sai, la tua idea di ‘giro in macchina’ corrisponde alla concezione che molta gente ha per ‘traversata del continente’” disse Zoe prima di dare un morso al suo cheeseburger.
“Di nuovo, non sei la prima a dirmelo”
Finirono di mangiare e tornarono nella loro camera. Mentre Bruce si faceva una doccia, Zoe si distese sul letto per rispondere ad alcuni messaggi che aveva ricevuto. Fortunatamente, Andy non si era più fatto sentire. Dopo quello che era successo, aveva finalmente capito che tra loro non poteva funzionare.
*****


Erano distesi sul letto, abbracciati.
Si sentiva la pioggia battere delicatamente contro i vetri delle finestre.
Bruce aveva intrecciato le sue dita a quelle più piccole e affusolate di Zoe e le stava sussurrando le parole di una canzone che lei non conosceva all’orecchio. Smise di cantare quando vide che gli occhi della ragazza si erano chiusi del tutto.
Zoe, una volta che fu avvolta da quella confortevole oscurità, si lasciò cullare dal rumore della pioggia e dal respiro regolare di Bruce sul suo collo.
Non si accorse della macchina che si fermò nel vialetto davanti casa.
“Zoe”
Nella calda e piacevole oscurità, Zoe sentì appena Bruce che la chiamava. Al suono della sua voce, fece un piccolo sorriso.
“Zoe” questa volta, la voce di Bruce venne accompagnata da un bacio sul collo.
“Si?”
“C’è una macchina fuori”
L’oscurità che la circondava venne turbata da quelle parole. Lentamente e controvoglia, ne riemerse e socchiuse gli occhi.
“Come?”
“C’è una macchina fuori” disse un’altra volta Bruce.
Zoe scattò a sedere sul letto “Merda!”
“Sai chi è?”chiese Bruce.
“O è mio padre”
“Merda!” Bruce si voltò sul fianco, tastando il pavimento con la mano alla ricerca dei suoi boxer.
“Oppure è Andy”
Bruce restò con il braccio sospeso a mezz’aria e un ghigno apparve sul suo volto. Zoe si era già rivestita e lanciò una maglietta in faccia all’uomo prima di uscire dalla camera.
“Vado a vedere chi è”
Mentre percorreva il corridoio, Zoe pensò cosa fosse meglio, se affrontare il suo ex un’altra volta o spiegare a suo padre per quale motivo Bruce Springsteen si trovava mezzo nudo nel suo letto.
Arrivata in soggiorno vide dalla finestra la macchina di Andy. Sospirò. Forse avrebbe preferito che se fosse stato suo padre. Valutò l’idea di fare finta di non essere in casa, ma ormai anche lui l’aveva vista da oltre il vetro.
Aprì la porta d’ingresso e uscì sotto il portico.
“Perché sei venuto qui, Andy?”
Il ragazzo fece un piccola corsa per arrivare sotto il portico “Non mi saluti neanche? Comunque sono venuto a vedere come stai”
“Sto bene, grazie per il pensiero” Zoe non accennò nessun invito ad entrare in casa.
“L’altra sera sembravi più contenta di vedermi”
“L’altra sera ero ubriaca”
“Non mi importa”
“Importa a me”
“Ok, ok” Andy si passò una mano nei capelli umidi di pioggia “In realtà sono venuto anche per proporti un’altra possibilità” lo disse con un sorriso che fece infuriare Zoe.
“E per cosa?”
“Per la nostra relazione. Anche se mi hai tradito”
Normalmente, una frase del genere l’avrebbe fatta infuriare. In un’altra occasione avrebbe reagito, difendendosi dalle accuse che aveva già sopportato ingiustamente in passato. In un’altra occasione, però. In quel momento invece si limitò a scuotere la testa.
“No” disse, il tono fermo e deciso.
Bruce osservava la scena da dietro la porta, pronto ad intervenire se la avesse avuto bisogno di aiuto, ma, per il momento, Zoe sembrava avere la situazione sotto controllo.
“Senti, perché non entriamo e ne parliamo con calma?” chiese Andy
“Non ho niente da dirti”
“Non vuoi farmi entrare?”
Zoe scosse di nuovo la testa e Andy le si avvicinò di qualche passo.
“Sei in compagnia di qualcuno?”
“Non potrei?”
“C’è qualcuno con te, si o no?”. Dal tono di voce che aveva usato, Zoe capì che stava iniziando a spazientirsi. Era consapevole della presenza di Bruce e voleva evitare scenate davanti a lui.
“Vai a casa, Andy. Per favore”
L’altro sembrò ignorarla “Ti ho chiesto se c’è qualcuno con te”
Zoe si passò le mani  sulla faccia “Andy, ascolta. Quello che è successo l’altra sera è stato un errore. Un enorme errore e mi dispiace, davvero. Ti chiedo scusa. Però tu mi hai fatta stare male per troppo tempo e io non voglio tornare con te”. Restò ferma a fissare il ragazzo, in attesa della sua reazione.
Andy sollevò un braccio e fece per replicare, ma sembrò non trovare le parole. Lasciò ricadere il braccio lungo il fianco.
“Sei proprio un gran…”
“Hey!” Bruce uscì sotto il portico interrompendolo prima che potesse terminare la frase, anche se sia lui che Zoe sapevano benissimo quello che voleva dire.

Il ragazzo lo guardò stupito “E lui che cazzo ci fa qui?”
“Hai, sentito la ragazza, no? Perché non torni a casa tua?”
Lo sguardo di Andy continuava a spostarsi velocemente da Bruce a Zoe. Quando trovò la risposta alla sua domanda si voltò verso la ragazza.
“Te la fai con i sessantenni, Zoe?”
Zoe rispose con un mormorio, assicurandosi però che le sue parole arrivassero chiare ad Andy “Sempre meglio sessantenni che bastardi come te”. Vide il ragazzo sollevare nuovamente il braccio e chiuse gli occhi, aspettando di essere colpita. Se solo da parole violente o se da uno schiaffo non lo sapeva. Ma non successe niente. Quando riaprì gli occhi, Bruce stava stringendo saldamente il polso di Andy.
Andy cercò inutilmente di divincolarsi e quando vide che non ci riusciva, bisbigliò a denti stretti “Lasciami”
“Certo. Però tu te ne torni a casa”
Si fissarono negli occhi per alcuni istanti, poi Bruce liberò il polso, spingendolo verso la macchina.
Andy se ne andò senza aggiungere altro e Bruce e Zoe osservarono la macchina fino a quando scomparve dalla loro vista.
Le labbra di Zoe iniziarono a tremare e lei le copri con una mano. Ben presto però, non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere davanti agli occhi di Bruce. Si sedette sui gradini senza riuscire a frenare le risate, gli occhi umidi di lacrime.
“Si può sapere che cos’hai da ridere?” domandò Bruce.
Quando si fu calmata un po’, Zoe si asciugò gli occhi e rispose “Credo che sia stata una delle cose più fighe che ho visto in vita mia” ridacchiò ancora prima di aggiungere “Eri così minaccioso”
*****
 

Bruce uscì dal bagno sfregandosi i capelli con un asciugamano.
“Adesso va molto, molto…” si interruppe appena vide che Zoe si era addormentata con la maglietta e i pantaloncini corti ancora addosso. In quei giorni avevano passato molto tempo sotto il sole e la sua pelle pallida aveva preso un bel colorito rosato.
Bruce la coprì con il lenzuolo e si distese al suo fianco, circondandola con le braccia. Dopo pochi minuti anche lui stava dormendo.

 
  
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