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Autore: styleslollipop    06/10/2013    1 recensioni
Genoveffa, 24 anni, frequenta ancora il quarto anno di liceo e vive con i suoi genitori. Non le importa di sé e degli altri, e il suo unico sogno è visitare Londra, anche se non sa dove si trova.
Ho pensato di scrivere questa storia leggendo il trend #succedesolonellefanfiction, e vorrei scrivere una storia totalmente diversa da quelle a cui siamo abituati...
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - Presentazione 'Dai Veffy, muoviti! Non posso sempre fare tardi per colpa tua' Questa è la frase che segna il mio risveglio tutte le mattine. Forse mia madre non si rende conto che mi chiama ogni mattina alle 5, quando bisogna uscire di casa più di un'ora dopo per arrivare puntuali a scuola o in ufficio. Ho sempre odiato questa sua fobia per il ritardo. Trovo la forza di abbandonare il mio letto per andare in bagno. La prima cosa che vedo è il mio riflesso nello specchio: il riflesso di una ragazza bassa, grassa come una botte di vino. I capelli lunghi e non curati, senza una forma precisa, di un colore tra il biondo e il rosso. Occhi neri, cerchiati da una montatura nera. Una quantità tale di brufoli, che vengono usati come ispirazione dagli editori de 'La settimana enigmistica'. Dopo aver contemplato la mia figura per qualche secondo, nella vaga speranza di trovare anche solo un briciolo di bellezza, faccio ció che devo fare in bagno, per poi correre in cucina per fare colazione. Da quando sono stata bocciata per la seconda volta, in terza media, mia madre ha smesso di cucinare per me. E per la rabbia, finisco sempre per abbuffarmi con qualunque porcheria presente a casa: nutella, biscotti, patatine, o würstel crudi. Stamattina trovo in frigo un po' di riso avaneato da ieri sera, preparato da mia madre per degli ospiti che non si sono presentati. So che la mia dieta è tutto fuorchè sana ed equilibrata, ma vista la mia situazione mi importa poco della mia salute e del mio aspetto. Subito dopo la mia strana colazione, vado in camera mia a cercare qualche vestito dall'odore lontanamente decente (no, mia madre non mi lava i vestiti da quando sono stata bocciata per la quarta volta, in primo liceo) e dopo aver indossato un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche rosa risalente al mio secondo secondo anno in terza media, raggiungo mia madre che mi accompagna a scuola (almeno quello...). Lo so, non è normale essere ancora a scuola a 24 anni. Ho sempre odiato la scuola con tutta me stessa, ma non nel modo in cui tutti sono capaci di odiarla. È come se il rifiuto verso la scuola ce l'avessi del dna, anche se non saprei dire come. Dunque mi ritrovo, a 24 anni, dopo aver cambiato scuola infinite volte, a frequentare il quarto anno di liceo per la prima volta. Beh si, ormai ho la fama di asina in tutto il paese, e dall'anno scorso, dopo 7 bocciature, i professori mi promuovono perchè sanno che non mi importa nulla. Tanto io so già che quando (e se) finiró la scuola andró a vivere nella fattoria di mio nonno e sopravviveró grazie alle uova delle sue galline. Non ho alcun rapporto con nessuno a scuola. In classe sto sempre nel banco singolo perchè nessuno riesce a sopportare il mio odore, e l'unica cosa che faccio durante le lezioni è dormire sul banco e rispondere 'presente' durante l'appello, mentre durante la ricreazione sto seduta in un angolo del cortile a pensare all'unico sogno che ho davvero: visitare Londra. La conosco solo perchè spesso ne ho sentito parlare come se fosse il posto più bello del mondo, anche se in realtà non ho ben capito se si trova in provincia di Agrigento o Milano.
  
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