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Autore: ItsRya    06/10/2013    4 recensioni
Louis osò gettargli un’occhiata.
“Errore! Errore!” urlava una vocina nella sua testa, ma lui la ignorò rimanendo incantato dal modo in cui le labbra di Harry si aprivano a mostrare i suoi denti bianchissimi e come il piercing al labbro inferiore brillava alla luce del sole. 
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Larry Stylinson | shy!Louis punk!Harry
Se siete omofobe o non shippate Larry , non entrate, non ho voglia di leggere i vostri insulti (:
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa One Shot
a Spongy, la mia ancora, che mi
ha osservato scrivere per un sacco
di tempo a scuola senza fare domande.
Ti voglio bene castora.
Piercing.
Osservava le rampe da skate più alte, cercando di capire cosa convincesse quei poveri ragazzi a buttarsi con sotto i piedi un misero pezzo di legno con quattro ruote. Insomma, non è sicuro! Aveva letto un sacco di articoli dove un ragazzo o ragazza si era rotto un braccio o una gamba correndo su quel coso. Louis Tomlinson odiava lo skateboard. Non tanto perché fosse pericoloso, ma per il fatto che per riuscire anche solo a fare due metri sopra lo skate  bisognava avere un gran equilibrio, e stiamo parlando di Louis, il ragazzo famoso per inciampare nei propri piedi.
«Zayn!» strillò, scuotendo il braccio del proprio migliore amico, distraendolo dalla ricerca del fidanzato.
Era colpa sua se Louis era lì, solo colpa sua. Di solito Zayn andava da solo allo skatepark , luogo ormai abituale per gli appuntamenti con Liam, il suo ragazzo. Ma il moro voleva presentarglielo a tutti i costi e Louis non sa dire di no a nessuno, soprattutto a Zayn.
«Che vuoi Lou?» chiese scocciato, senza smettere di cercare tra i molti ragazzi.
Louis aprì la bocca per dire che non era a suo agio, che un ragazzo era appena caduto e sembrava essersi fatto molto male, che voleva andare a casa e che non sarebbe mai tornato in un posto del genere, quando Zayn scrollò bruscamente il braccio e cominciò a correre verso un ragazzo castano, Liam. Louis sbuffò, voleva bene all’amico, ma Dio!, ogni volta che vedeva Liam era come se il modo sparisse e restassero solo loro due. Non che a Louis dispiacesse vedere il suo migliore amico così felice, eh, solo che ora aveva meno tempo per lui, e al ragazzo mancavano le serate pizza e film solo loro due. Con un sospiro rassegnato, seguì Zayn, evitando per un pelo di essere investito da una ragazza con la chioma rosa shocking. 
«Stai attento, sfigato!» gli urlò dietro quella.
Louis arrossì, balbettando qualche scusa sconnessa. Ovviamente senza essere ascoltato. Sospirò per l’ennesima volta e raggiunse Zayn e Liam, intenti a mangiarsi le facce a vicenda. Tossicchiò imbarazzato, arrossendo –di nuovo- e guardando ovunque tranne che sui due ragazzi. Aspettò che finissero di “salutarsi” prima di appoggiare lo sguardo su di loro. Non è che gli faceva schifo guardare due ragazzi baciarsi –cielo, come potrebbe?-, ma si imbarazzava con poco, e i baci tra i due non erano di sicuro casti.
«Oh, tu devi essere Louis, giusto ?» sorrise Liam.
Louis osservò bene il ragazzo di fronte a lui. Era alto, più di lui –come se ci servisse molto, pft- e muscoloso, i capelli corti raccolti in una piccola cresta e gli occhi nocciola che sorridevano insieme alle labbra. Era un bellissimo ragazzo, Louis non aveva dubbi, ma non era il suo tipo. Era troppo espansivo e Losui tendeva a nascondersi agli occhi di tutti. Quindi sì, era bello e no, non era il suo tipo.
«Ehm, Louis…?»
Zayn richiamò il castano, il quale si accorse sono in quel momento di essersi incantato ad osservarlo. Arrossì furiosamente, accettando la mano che Liam gli porgeva, divertito e per niente imbarazzato. Louis balbettò il suo nome, guardandosi le punte delle proprio converse. Dovrebbe proprio cambiarle, ormai erano rovinate in più punti. Zayn ridacchiò, non era per prenderlo in giro –anzi, non era neanche indirizzata a lui- era una di quelle risatine sciocche da adolescenti, quelle che fanno le ragazzine parlando del ragazzo di cui sono innamorate. Arrossì, sentendosi di troppo. Alzò lo sguardo, per avvertire il suo amico che sarebbe andato a fare un giro, ma lo trovò con le labbra appicciate a quelle di Liam. Ma questi due non si staccano mai?, pensò senza essere veramente arrabbiato mentre se ne andava. Girò a vuoto per qualche minuto, osservando le varie persone e le acrobazie che effettuavano. Si sentiva male solo a guardarli.
«Attento!»
Una voce lo distrasse dai suo pensieri. Successe tutto in un attimo: un secondo prima era in piedi e il secondo dopo era culo a terra e con una persona –troppo pesante per un corpicino come quello di Louis- a schiacciargli la gabbia toracica. E tutto ciò che riuscì a vedere in quell’attimo furono un paio di occhi verdi e una massa di ricci scuri. Lo sconosciuto alzò la testa, gli occhi fiammeggianti di rabbia e le labbra stirate in una linea dritta e severa. Louis ne ebbe paura: i piercing sul viso e l’espressione che mostrava in quel momento lo facevano sentire piccolo piccolo. Arrossì per l’ennesima volta, quando incontrò i suoi occhi. Dio, i suoi occhi. Erano verdi, ma potevano benissimo  sembrare azzurri da quanto erano chiari, La rabbia che trasmettevano sparì velocemente, anche lo sconosciuto era finito nella bolla in cui si sentiva intrappolato Louis. Il castano sentì un brivido percorrergli la schiena, lo stomaco in subbuglio e la pelle d’oca su tutta la superficie del corpo. L’altro sorrise, mostrando due dolcissime fossette, verde nell’azzurro, azzurro nel verde.
«Ciao» mormorò, alzandosi lentamente, senza staccare lo sguardo da quello di Louis.
Il castano non rispose, la bocca troppo secca per riuscire a formare anche solo una sillaba. Lo sconosciuto si grattò la nuca imbarazzato, mostrando un braccio pieno di tatuaggi. Fra i tanti, Louis ne identificò uno: erano le maschere del teatro, una triste l’altra felice. Louis era sempre rimasto affascinato da quelle maschere. Lo sconosciuto abbassò il braccio, nascondendo così l’oggetto di tanta attenzione da parte del castano e allungò un mano verso di  lui.
«Io sono Harry Styles» disse con voce roca, lo stesso sorriso dolce sulle labbra e gli occhi puntati in quelli di Louis.
Quest’ultimo allungò timidamente la mano e afferrò quella di Harry. Il riccio tirò su l’altro come se fosse una piuma e Louis, non aspettandoselo, strillò e inciampò nei suoi stessi piedi –tipico-, così da ritrovarsi tra le braccia forti di Harry, il viso contro il suo petto.
«Ehi, stai bene? Hai preso una botta in testa?» sussurrò preoccupato, la testa bassa ad osservargli il viso.
Cosa gli stava prendendo? Si stava preoccupando per un ragazzo di cui non conosceva il nome e che sembrava pure ritardato, dal fatto che non aveva ancora parlato e lo fissava con faccia da pesce lesso. Louis avrebbe voluto dirgli che non aveva fatto niente alla testa, che lui era così di natura: goffo, imbranato e sempre distratto, ma tutto quello che uscì dalla sua bocca fu «Louis».
L’altro sorrise confuso e Louis arrossì violentemente, abbassando lo sguardo.
«M-Mi chiamo L-Louis» spiegò balbettando.
Louis, insomma! Sei un uomo, non puoi balbettare come una ragazzina!
Si sentì ridicolo. 
«Ciao Louis» mormorò Harry, senza smettere di sorridere.
Inaspettatamente anche Louis fece un piccolo sorriso, arrossendo –ovviamente-. Dopo qualche secondo, quasi accorgendosi della posizione in cui si trovava e di tutti gli sguardi dei presenti addosso, si allontanò, rimpiangendo quasi subito il calore e la sicurezza che trasmettevano le braccia di Harry attorno a lui.
«Non ti ho mai visto in giro, Louis» Harry calcò leggermente la voce sul suo nome, accarezzando la pronuncia francese.
«Ho a-accompagnato un a-amico» rispose Louis, osservandolo mentre raggiungeva lo skateboard a qualche metro di distanza per colpa dello scontro di poco prima.
«E dov’è quest’amico?» chiese ancora il riccio.
Non voleva sembrare scortese o invadente, voleva solo ascoltare la voce dell’altro e sapeva che se lui non avesse fatto queste domande, Louis non avrebbe aperto bocca.
«È i-insieme al s-suo r-ragazzo» rispose, non alzando lo sguardo da terra.
«Quindi sei da solo» non era una domanda.
Louis annuì, mordendosi il labbro inferiore. Harry sembrò pensarci su, prima di afferrare lo skate sottobraccio, e «Louis» chiamò. L’altro alzò la testa «Vieni con me» ordinò, afferrandogli il braccio.
Il cuore di Louis perse un battito, prima di cominciare a battere così forte che temette potesse uscirgli dal petto da un momento all’altro.

Harry lo portò lontano da tutte la rampe, vicino al muretto che delimitava lo skatepark. Con loro c’era anche un amico del riccio, Niall, un irlandese biondo fiero della sua patria. Sembra simpatico, pensò Louis e il suo sospetto venne confermato qualche minuti più tardi, quando, seduto sopra al muretto con le gambe penzolanti, rideva fino alle lacrime per una battuta del biondo, insieme al riccio. Louis osò gettargli un’occhiata.
“Errore! Errore!” urlava una vocina nella sua testa, ma lui la ignorò rimanendo incantato dal modo in cui le labbra di Harry si aprivano a mostrare i suoi denti bianchissimi e come il piercing al labbro inferiore brillava alla luce del sole. Non si accorse che Niall stava raccontando un’altra barzelletta, né che Harry lo osservava con la coda dell’occhio.
«Si chiama Labret» disse, dopo un po’.
Louis arrossì, colto nel fatto di guardargli le labbra.
«C-come?» balbettò.
«Questo» il riccio si indicò il piercing al labbro «Si chiama Labret. Ti piace?» chiese sorridendo.
Nessuno dei due si era accorto che Niall li aveva guardati sorridendo, prima di andarsene. Era giusto che rimassero da soli. Il biondo si era accorto che tra i due stava nascendo qualcosa, e non voleva assolutamente essere il terzo incomodo.
Louis annuì, rispondendo alla domanda di Harry »E…e l’altro?»
«Eyebrow».
«N-ne hai a-altri?» chiese esitante Louis.
Sul viso aveva solo quei due, ma insomma… chi diceva che non ne avesse altri, magari sotto i vestiti? Louis arrossì al solo pensiero di dove potessero essere. Harry sorrise, ammiccando.
«Sì, un altro solo. Non ti dirò dove, dovrai scoprirlo».
Louis distolse lo sguardo da quello troppo intenso di Harry, notando che un Zayn decisamente confuso e stupito si stava dirigendo verso di lui, mano nella mano con Liam.
Louis saltò giù dal muretto, guardò Harry con la coda dell’occhio, sorrise e «Lo farò» disse per la prima volta senza balbettare e gli fece l’occhiolino. Zampettò verso il suo migliore amico, con la risata roca e stupita di Harry dietro di lui.

Louis dovette subire tutte le domande di Zayn a proposito di Harry: come aveva fatto a conoscerlo, cosa gli aveva detto prima che lui ridesse e un sacco di altre domande. Il castano rispose a quasi tutte le domande con lo stesso sorriso idiota stampato sul viso, cause di molte battutine da parte del moro e imbarazzo da parte sue. Per fortuna la casa di Louis non era molto lontano dallo skatepark, perciò dopo dieci minuti di macchina –e di domande- Louis poté salutare con un bacio sulla guancia e un «Ti voglio bene Zay» il suo migliore amico e rifugiarsi in casa sua. Una volta chiusa la porta dietro di lui, si appoggiò su essa, cacciò un gridolino eccitato e si morse il labbro, mentre lo stesso sorrisino ebete che aveva sulla faccia da ormai mezz’ora si ampliava.
Più tardi, sua madre osservò il sorriso e gli occhi brillanti del figlio, a cena,  e non riuscì a trattenersi.
«Come mai così felice tesoro?» chiese sorridendo.
Louis arrossì, pensando agli occhi verdi e intensi di Harry, alle sue labbra, alla sua voce… cercò di nascondersi dietro un tovagliolo, ma il rossore non sfuggì a sua madre.
«È per una ragazza?» chiese eccitata, sempre più interessata.
Le sorelline minori di Louis ridacchiarono, facendolo imbarazzare, se possibile, ancora di più, mentre suo padre distoglieva lo sguardo dal giornale che stava leggendo.
«Hai trovato una ragazza, figliolo?» chiese con voce distaccata, gli occhi azzurri che facevano capolinea da dietro gli occhiali.
Lui era l’esempio di uomo solo interessato al lavoro, con poco tempo da passare insieme ai figli e che non avrebbe mai accettato le persone omosessuali. Molte volte aveva detto quanto fosse anormale e schifoso che due uomini o due donne si amassero. Lui considerava l’omosessualità una malattia e questo Louis lo sapeva bene, perciò aveva sempre tenuto nascosto il fatto di preferire gli uomini alle donne. Non voleva essere odiato dalla sua famiglia.
«No, non ho trovato nessuna ragazza» mormorò con lo sguardo fisso sul piatto.
A sua madre si spense il sorriso e si sedette composta sulla sedia, delusa. Suo padre, invece, non fece una piega e si riportò il giornale davanti alla faccia. Louis sospirò, posò il tovagliolo e salì le scale diretto in camera, il cuore pesante e gli occhi che iniziarono a pizzicare. Voleva tanto rivelare tutto alla sua famiglia, ma a quale prezzo? Se rivelava la sua omosessualità suo padre l’avrebbe sicuramente cacciato di casa. Questa situazione lo stava distruggendo. Odiava mentire –o omettere una parte di verità- alla sua famiglia, alle persone che amava. Ma non poteva farlo, non voleva farlo. Non era ancora pronto. Si addormentò così, con addosso ancora i vestiti e le lacrime agli occhi.

La mattina di due giorni dopo, Louis si trovava al solito bar insieme a Zayn, un cappuccino davanti al viso  e un croissant caldo nelle mani. Zayn gli stava raccontando la giornata di ieri passata insieme a Liam –come quasi tutti i giorni, ormai- e il castano rispondeva con dei monosillabi. Ci stava provando ad ascoltare, davvero, ma Harry Styles non si toglieva dalla sua testa. In quei due giorni gli era mancato, ed era ridicolo e patetico da dire, visto che si conoscono solo da un paio di giorni. Con un sospiro, girò il cucchiaio nella tazza del cappuccino.
«… e così ho deciso di prendere una valigia e scappare verso il Messico a vendere sombreri» disse Zayn, ben sapendo che Louis non lo stava ascoltando.
«Bellissimo Zayn, davvero» come volevasi dimostrare.
Zayn sbuffò, rinunciando a qualsiasi tentativo di raccontare la sua giornata strepitosa a Louis e guardò le persone nel locale, riconoscendo alcuni visi. Quando il suo sguardo si avvicinò all’entrata, vide una testa riccia entrare seguito da una bionda. Capì subito che quello era Harry, il motivo non lo sa neanche lui. Guardò Louis, ancora intento a girare il cucchiaio nel cappuccino, poi guardò Harry, decidendo se era la cosa giusta da fare. Louis avrebbe potuto arrabbiarsi con lui, oppure no. Zayn sapeva bene che quando Louis litigava con qualcuno era possibile che il castano non gli rivolgesse la parola per giorni, come un bambino. Non voleva succedesse. Guardò il riccio che intanto si era avvicinato al bancone, sorridendo verso la cameriera. Beh, non è importante l’arrabbiatura  di Louis, adesso.
«Ehi, Harry!» gridò, agitando un braccio in aria e richiamando l’attenzione del riccio. 
Louis si strozzò con il cappuccino che aveva appena bevuto, gettò un’occhiata terrorizzata al moro e si gettò sotto il tavolino, letteralmente. Non voleva vederlo. Harry lo metteva in agitazione rendendolo così ancora più goffo e distratto e non andava assolutamente bene.
«Lou, ma che fai?» chiese divertito e confuso Zayn.
Louis lo guardò male prima di fargli segno di tornare con la testa sopra al tavolo, Zayn ridacchiò prima di obbedire. Louis vide fermarsi un paio di converse bianche a qualche centimetro da lui. Trattenne il respiro, il cuore che gli palpitava. Rabbrividì, non di freddo.
«Io sono Zayn, il migliore amico di Louis. Mi ha parlato tanto di te, Harry!» ma cosa…?
Lo avrebbe ammazzato, dopo, questo era sicuro.
«Piacere» rispose Harry e Louis poté sentire il sorriso nella sua voce.
Il cuore del castano cominciò a battergli furiosamente e si mise una mano sul petto, credendo che Harry potesse sentirlo e di conseguenza scoprirlo.
«C’è anche Louis con te?» chiese Harry, interrompendo le chiacchiere tra Zayn e Niall.
Louis pregò che Zayn non gli dicesse niente, ma vide alzarsi la tovaglia e far capolinea il viso di Harry.
«Cosa fai qui sotto, Lou?» chiese divertito.
Louis credette di morire quando sentì pronunciare il suo soprannome da quelle labbra così perfette. Arrossì e balbettò parole a caso.
«Dai, vieni fuori» ridacchiò Harry, porgendogli una mano.
Louis ebbe un déjà vu e accettò titubante la sua mano. Quando Harry chiuse la sua grande mano intorno a quella piccola di Louis, sentì un brivido percorrergli la schiena e la stessa sensazione allo stomaco della prima volta in cui lo aveva guardato negli occhi. Louis uscì da sotto il tavolo, le guance rossissime e gli occhi bassi, imbarazzato.
«Ciao Louis!» esclamò ilare Niall, un sorrisone sulle labbra.
Il castano fece un piccolo cenno con la mano, ricambiando il saluto. Zayn, vicino al biondo ridacchiò, meritandosi un’occhiataccia da parte del suo migliore amico.
«Non volevi vedermi, per caso?» chiese Harry.
Louis vide il ghigno formatosi sulle sue labbra come vide il lampo di delusione che gli attraversò gli occhi. Si sentì male.
«No, no» mormorò gesticolando furiosamente «è solo che...» si interruppe, non sapendo  bene cosa dire.
Harry gli sorrise, come per dire di aver capito e gli appoggiò un braccio sulle spalle avvicinandolo al proprio corpo e facendo impazzire -internamente- Louis. Il liscio era troppo preso dalle reazioni del suo corpo -cuore palpitante, stomaco in subbuglio- per accorgersi che la mano del riccio stava tremando leggermente sulla sua spalla. Se ne accorsero, però, Zayn e Niall, i quali si sorrisero complici scatenando le occhiate confuse degli altri due. Dopo qualche minuto di sorrisini e soprattutto silenzio, Louis era così imbarazzato -sia dal braccio di Harry ancora su di lui, sia dai sorrisi che riceveva dal biondo e dal moro- che quasi decise di togliere il braccio di Harry e scappare a gambe levate da quel bar. Stava raccogliendo il coraggio per togliere il braccio di Harry -di sicuro non vooeva che il corpo del riccio non toccasse più il suo, anzi, avrebbe voluto tutto il suo corpo... su di lui... senza vestiti...
Louis arrossì a quel pensiero. Di solito lui non pensava a quel genere di cose, non era da lui. Insomma, stiamo parlando di Louis Tomlinson, il ragazzo ventunenne che non ha mai dato il primo bacio! Che ci crediate o no, Louis non ha mai dato il suo primo bacio. Non che fosse un brutto ragazzo, eh, i capelli perennemente spettinati e gli occhi azzurri lo rendevano parecchio affascinante, ma ogni volta che un ragazzo ci provava lui scappava inventando qualche scusa e scappava via.  Aveva paura che il ragazzo, dopo aver visto la sua inesperienza,  lo prendesse in giro o che andasse via dicendo di non voler perdere tempo con uno che non sapeva nemmeno baciare. E Louis non voleva rimanere da solo, oltre a Zayn non aveva nessuno che gli volesse bene per quello che era vermante.
«Vuoi venire a fare un giro?» sussurrò Harry al suo orecchio, facendolo rabbrividire «Con me?» aggiunse dopo una piccola pausa.
«Oddio» mormorò Louis.
Harry ridacchiò, e il liscio arrossì, accorgendosi di averlo detto ad alta voce.
«Cioè... ehm.. certo, okay» rispose balbettando.
Aveva accettato solo perché l'alternativa era tornare a casa e stare da solo, eh, non perché Harry era un ragazzo bellissimo, sexy... seducente...
«Ti fidi di me?» gli chiese ancora Harry.
«Sì» sussurrò.
E sebbene si conoscessero solo da tre giorni, si fidava davvero di lui.
Harry sorrise.

«Wow»
Louis era rimasto a bocca aperta. Harry l'aveva fatto camminare per qualche isolato -tenendogli la mano!-, erano entrati in un palazzo di cui il liscio non sapeva neanche l'esistenza e in seguito l'aveva portato sul tetto. Louis non era sicuro fosse concesso -insomma, nel cartello c'era scritto 'Vietato l'accesso'!- ma non aveva fatto domande e non protestò quando Harry lo portò vicino al limite. Louis teneva lo sguardo fisso davanti a sé, la bocca semiaperta dallo stupore. Da lassù si poteva vedere tutto: dal Big Bang alla London Eye. La luce del sole rifletteva sul Tamigi, rendendolo luminoso, quasi irreale. A Louis sembrava di guardare un quadro da tanta perfezione.
«Ti piace?» chiese Harry dopo aver lasciato il tempo necessario a Louis per assorbire tutto il paesaggio di fronte a loro.
Quest'ultimo si era quasi dimenticato di non essere solo, tanto che quando la voce roca di Harry spezzò il silenzio, sobbalzò leggermente. Il riccio ridacchiò, mentre Louis arrossiva.
«Sì, molto» sorrise.
Ce l'aveva fatta! Aveva fatto un sorriso che non fosse una smorfia a Harry! Il riccio rimase leggermente spiazzato alla vista di quel sorriso spontaneo, tuttavia ricambiò il sorriso, mostrando le due dolcissime fossette. Si avvicinò maggiormente a Louis facendo rabbrividire entrambi. Passò qualche minuto, nei quali Louis continuò ad osservare il paesaggio, cogliendo sempre più dettagli che ad una prima occhiata non si notavano. E Harry lo guardava con adorazione, memorizzando ogni suo dettaglio: il naso dritto e leggermente all'insù, gli occhi cristallini, la bocca sottile e socchiusa, il piccolo neo sulla sua fronte... ogni secondo che passava, Harry confermava sempre più che il ragazzo di fianco a lui fosse perfetto nella sua normalità. Louis arrossì, si era accorto di essere fissato.
«Sono un tipo parecchio impulsivo, Louis» cominciò Harry, avvicinandosi sempre più al castano.
«A-Ah s-sì?» balbettò indietreggiando di qualche passo, finendo con le spalle al muro.
«Sai cosa sto per fare?» chiese Harry, intrappolando Louis contro il muro, appoggiando le sue mani sopra le spalle, così da non potergli più fuggire.
Non che Louis volesse farlo, eh.
«C-credo di s-sì» il liscio cercò di fermare il balbettio nella sua voce, inutilmente.
Il suo sguardo finì sulle labbra di Harry, così dannatamente carnose e rosee, così dannatamente invitanti.
«Vuoi fermarmi?» Harry avvicinò le labbra a quelle di Louis, guardandolo intensamente negli occhi.
Louis arrossì, scuotendo la testa. Stava per dare il suo primo bacio a Harry Styles! Il riccio ridacchiò, accarezzandogli dolcemente la guancia e facendogli chiudere gli occhi da quel tocco così delicato e intimo. Se fosse stato un gatto probabilmente avrebbe iniziato a fare le fusa. Harry si avvicinò ancora di più, facendo sfiorare le loro labbra. 
Louis l'aveva colpito sin da subito, quando era entrato nello skatepark insieme a Zayn con lo sguardo basso e timoroso, le guance leggermente rosse e i piedi che inciampavano ovunque. Gli era sembrato tenero, come un cucciolo da proteggere. Si era distratto un secondo, e quando aveva cercato di nuovo Louis con lo sguardo non l'aveva più trovato. Quando poi gli era saltato addosso con lo Skate, l'aveva guardato negli occhi, e ci aveva visto l'universo. Probabilmente erano gli occhi più belli che lui avesse mai visto, più belli addirittura di quelli del suo amico Niall. Erano azzurri, e il detto “gli occhi sono lo specchio dell'anima” si addiceva perfettamente a Louis. Gli occhi del liscio riflettevano ogni signola emozione che provava il ragazzo in quel momento.
«Sicuro di non volermi fermare?» chiese a voce bassa Harry.
No, Dannazione! Chiudi quella bocca e baciami!
Come se l'avesse letto nel pensiero, finalmente Harry appoggiò le labbra su quelle di Louis. Il cuore palpitava nel petto del liscio, più forte di quanto avesse mai fatto in vita sua. Le labbra di Harry erano morbide e delicate, il riccio teneva gli occhi chiusi, Louis anche. Tutti e due si stavano godendo il momento. Il riccio picchiettò leggermente con la lingua sulla labbra di Louis, chiedendo l'accesso che non fu negato. Quando la lingua di Harry venne a contatto con quella di Louis, tutti e due poterono sentire i famosi “fuochi d'arteficio” esplodergli nelle orecchie. Il liscio sentì qualcosa di duro sulla lingua di Harry come un... ma era... era un piercing quello? Si staccarono dopo qualche secondo, con il fiatone. Harry appoggiò la fronte su quella di Louis, guardandolo intensamente negli occhi. Non aveva mai provato certi sentimenti con nessuna persona avesse mai baciato.
«Trovato» mormorò Louis dopo qualche attimo di silenzio, facendo un sorrisetto.
«Come?» chiese confuso Harry.
Louis lo guardò innocentemente, mettendo su una bellissima espressione da cucciolo.
«Ho trovato il tuo piercing segreto» spiegò Louis arrossendo.
Harry rise.

Ho scritto, cancellato, riscritto e ricancellato un sacco di volte, non sapendo mai cosa scrivere nel mio primo angolo autrice lol.
Oddio, la mia prima os ajhbcdhj.
Parto dal fatto che in verità i piercing segreti sarebbero dovuti essere due, ma alla fine, dopo essermi bloccata (fottutto blocco dello scrittore), ho deciso di tenere solo un piercing.
Amo shy!Louis e punk!Harry, e anche il contrario non mi dispiace HAHAH.
Per qualsiasi cosa, scrivetemi, vi lascio il mio Tumblr e il mio Twitter :)
Alla prossima!
-S
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