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Autore: _firefly    06/10/2013    9 recensioni
Louis fa l'avvocato, ha una vita monotona e dettata dalla routine. Cosa succederebbe se quello di cui ha più bisogno per tornare a vivere si trasferisse nell'appartamento di fianco al suo?
***
Larry Neighbour!au
Conteggio: 6.2k
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Got to get you into my life

 

 

Eccoti, come un uragano di vita,

e sei qui, non so come tu sia

riuscito..

 

 

Louis scese dall'auto velocemente, recuperando la sua ventiquattrore dal sedile del passeggero e sbuffando, prima di chiudere lo sportello alle sue spalle.

Era stanco, la sua giornata in tribunale era strata pesante: aveva vinto la causa per la scarcerazione del suo cliente, un tale con una faccia che gli ricordava uno yorkshire dopo aver subito molti ma proprio molti incidenti. Aveva ritirato i soldi e tutti si erano complimentati con lui, perfino Mike, il suo collega più invidioso del suo successo, guadagnato alla sola età di venticinque anni.

Il problema non era questo, il problema stava nel fatto che il successo aveva un prezzo: la sua vita sociale era praticamente nulla da qualche anno ormai, non scopava da mesi e mesi e i suoi amici lo avevano praticamente abbandonato perchè, testuali parole, "Sei diventato il tuo lavoro Louis.". E la parte peggiore è che avevano una fottuta ragione.

Louis entrò nella home di casa sua, salutando la vecchia Eva, la portinaia, e augurandole una buona serata con un sorriso.

Poi chiamò l'ascensore, guardando il suo costoso orologio, che segnava le otto in punto. La doveva smettere di lavorare così tanto, seriamente: la tempia destra gli pulsava in maniera inquietante, causandogli un mal di testa non indifferente, e le gambe gli facevano malissimo, aveva solo voglia di farsi un bagno e di buttarsi nel letto, seppellendosi sotto il suo piumone invernale, che si ostinava a non cambiare sebbene fosse primavera inoltrata. Amava il caldo delle sue coperte.

L'ascensore si aprì lentamente, rivelando un piccolo spazio vuoto e fin troppo luminoso per il suo mal di testa. Si spostò nell'ascensore, massaggiandosi le tempie ritmicamente e appoggiandosi alla parete.

Ma prima che le porte si chiudessero, una mano le bloccò e un ragazzo fece il suo ingresso nell'abitacolo, piegandosi sulle ginocchia e respirando forte.

A Louis si bloccò letteralmente il cuore nel petto. Il ragazzo messo letteralmente a novanta di fianco a lui era niente di meno che Harry Styles, il suo nuovo vicino di casa, noto anche come il sesso in persona. Da quando due settimane prima Harry era venuto a presentarsi all'uscio di casa sua, Louis non aveva smesso nemmeno per un secondo di pensare a lui. Pensare a lui in quel modo, quello secondo il quale lo fissava insistentemente ogni volta che poteva, lo osservava quando usciva sul piccolo balcone che condividevano e qualche volta si permetteva di fare qualche pensiero, come dire, impuro su di lui.

Forse erano i suoi capelli ricci, la sua fama da artista, i suoi occhi ipnotici o la sua aria da bambino, questo Louis non lo sapeva. Tutto ciò di cui era consapevole era in fatto che Harry lo attraeva come le falene con la luce.: sapeva di rischiare di bruciarsi, di farsi male, ma quel ragazzo era troppo sexy per stare a pensare alle conseguenze. E in tutta quella monotonia, Harry rappresentava la luce, il desiderio, qualcosa di bellissimo e luminoso, che lo faceva sentire come non si sentiva da un pezzo ormai.

"Vai al quarto giusto?" e la sua voce.. Louis poteva sentirla mentre diceva il suo nome nell'eccitazione del momento, quando era sotto di lui e.. Louis non ci voleva neanche pensare.

"Ehi.." Harry gli sventolò la mano aperta davanti al viso, per farlo svegliare dal suo momentaneo stato di trance a causa di quelle labbra.

"Oh, sì. Sì, il quarto." rispose riprendendosi, prima di bearsi del sorrisino che gli aveva rivolto il riccio, consapevole probabilmente dell'effetto che faceva su di lui.

"Bene." rispose, prima di premere con quelle dita perfette il pulsante con un quattro nero stampato sopra. Poi si appoggiò alla parete, non prima di rivolgergli un sorriso malizioso che fece capovolgere il povero cuore di Louis.

Si mise le cuffie bianche nelle orecchie, lasciando che la musica si spandesse in tutto l'abitacolo, mentre iniziavano a muoversi, anche se lentamente. Fin troppo, per Louis.

La canzone non la conosceva, era troppo rock e troppo strana per lui, ma sembrava la più bella di tutte da come le sue meravigliose labbra si muovevano sulle note provenienti dalle cuffie. Le gambe di Harry longilinee strette in quei meravigliosi jeans neri, si muovevano a ritmo di musica, gli occhi semiaperti, come se si stesse lasciando trasportare completamente dalla canzone.

E Louis avrebbe voluto andargli vicino, fermare l'ascensore e baciarlo lì, in piedi, con la musica a livelli assurdi nelle orecchie e la stanchezza insita nelle sue ossa. E poi lo avrebbe preso per mano e lo avrebbe portato nel suo appartamento e avrebbero passato una notte meravigliosa.

Louis l'avrebbe fatto, sì, l'avrebbe fatto di certo, se solo l'ascensore si fosse fermato, ancora prima che la canzone finisse. Uscirono entrambi, fianco a fianco, dirigendosi verso le porte numero 16 e 17, una di fianco all'altra.

Louis estrasse dalla tasca la chiave della porta, gli tremavano le mani da quanto era agitato per la presenza di Harry.

E "Allora ciao." disse Harry e non avrebbe mai pensato che fosse rivolto a lui, ma d'altronde non c'era nessun altro nel corridoio tranne loro e gli occhi meravigliosi di Harry erano puntati su di lui.

Quindi sorrise in maniera che più tirata non si può e "Ciao." rispose, per poi aprire la porta di casa ed infilarcisi dentro, cercando di ignorare lo sguardo malizioso che quello ancora gli stava rivolgendo.

Si appoggiò alla porta, lasciando che il suo respiro si regolarizzasse lentamente, abbandonando la valigietta sul pavimento.

Si sentiva un adolescente in piena crisi ormonale a causa di un ragazzo sexy, giovane, ma totalmente diverso da lui.

Forse troppo, diverso.

 

***

 

 

Lunedì sera Harry era stato fuori tutta la notte, Louis l'aveva sentito rientrare mentre faceva colazione, alle sei di mattina. Non lo stava assolutamente aspettando davanti alla porta tentando di captare qualsiasi rumore strano, con la sua tazza di caffè fumante tra le mani e le spalle avvolte nella coperta morbida del divano.

No, nella maniera più assoluta.

Solo.. Passava di lì.

Martedì sera Harry non era propriamente solo. C'era un'altra persona, un ragazzo, con lui, Louis l'aveva incontrato in corridoio, mentre bussava alla porta del riccio. Ed era fottutamente diviso in due: non sapeva se essere depresso perchè, cazzo, chissà cosa avevano fatto tutta la notte quei due lì dentro da soli, o sollevato, perchè Harry era tutto il contrario che etero.

Non che avesse mai avuto qualche dubbio, sia chiaro.

Però quel ragazzo era così.. Bello, quasi quanto Harry. Aveva i capelli castani e gli occhi marroni e un sorriso davvero dolce. Niente di paragonabile a Harry, ma comunque bellissimo.

Mercoledì Louis incontrò Harry in mezzo al corridoio, mentre gli veniva incontro. Erano le otto di mattina e lui stava andando al lavoro, mentre a quanto pare Harry stava tornando dell'appartamento, in pigiama e con l'aria assonnata. Era andato a ritirare la posta.

La loro conversazione non era stata altro che un rapido "Ciao" "Ciao.".

Ma gli occhi. I loro occhi avevano parlato, avevano intrattenuto una conversazione degna della Divina Commedia. Ma forse, nessuno dei due ne era stato veramente consapevole.

E quando Louis tornò a casa, quella sera, la sua posta era davanti all'ingresso, probabilmente infilata sotto la fessura della porta da qualcuno.

Gli piaceva credere che fosse stato Harry.

 

 

Fu il sabato che Louis si decise che non poteva andare avanti così, doveva smetterla di spiarlo o di diventare rosso come un pomodoro ogni volta che lo vedeva.

Era giunta l'ora di agire, gli sguardi maliziosi non gli bastavano più.

E così quella sera, decise di pettinarsi con una mano, di rassettarsi alla bell'è meglio e di uscire di casa, pronto a fare i pochi passi che lo dividevano dalla porta numero 17, quella di Harry.

"Avanti Louis. Da quando sei così codardo?" sussurrò a se stesso, prima di alzare una mano verso il campanello che portava ancora la scritta 'Cooper', lo strambo proprietario di poco tempo prima.

Louis prese un profondo respiro, prima di premere forte il campanello, sentendo la sua sicurezza pracaria diventarlo ancora di più, lentamente. E i passi leggeri che sentiva al di là della porta non aiutavano di certo.

Il castano respirò profondamente, prima che la porta davanti a lui si aprisse.

'Cazzo.'

Louis si bloccò davanti alla porta, troppo paralizzato per fare alcunchè: Harry era davanti a lui, i ricci bagnati, il suo solito sorriso malizioso stampato sul viso. Ma soprattutto, nessuna traccia della sua maglietta. Il suo petto tatuato era davanti al naso di Louis in tutta la sua maestosa bellezza: Louis passò lo sguardo sulle rondini sui suoi pettorali, sulla farfalla che gli copriva gli addominali, sulle varie traccie di inchiostro che gli coloravano la spalla destra. Ma la cosa più meravigliosa erano le fossette di Venere che sparivano dentro ai boxer, che si intravedevano oltre i pantaloni.

Sembrava un benedettissimo Dio greco.

"Ciao." lo salutò Harry, visibilmente divertito da tutta quella situazione. Quel bastardo era consapevole dell'effetto che faceva su di lui, quindi Louis tentò di dissimulare la sua reazione.

"C..Ciao." Beh, magari balbettare non era il metodo giusto per non sembrare un completo idiota. Fondamentalmente il problema stava nel suo abbigliamento, di certo se Harry fosse stato vestito in una maniera totalmente anti-stupro, Louis avrebbe potuto parlargli civilmente.

Ma, cazzo, un tribunale avrebbe dovuto vietare a Harry di andare in giro senza maglietta, doveva essere messa fuori legge una cosa simile!

"Quindi?" chiese intanto il riccio, sorridendo in quella maniera allucinante, quella che faceva rabbrividire Louis.

"Mh?" avrebbe dovuto smetterla di comunicare a monosillabi, decisamente.

"Hai suonato alla mia porta, ti serve qualcosa?" sorrise ancora Harry, appoggiando una spalla contro l'uscio ed incrociando le braccia al petto.

Louis tentò di ignorare la posa del ragazzo, concentrandosi sul suo viso. "S..sì." non sapeva da dove cominciare, improvvisare non era stata proprio una grande idea.

"Beh, io.." pensa, pensa, pensa. "..hai dello.. Zucchero?" disse decisamente la prima cosa che gli venne in mente. 'Lo zucchero, Louis? Alle nove di sera?!'

Harry lo guardò scettico, poi sorrise divertito. "Zucchero." disse solo, alzando un sopracciglio. "Sì, ho lo zucchero. Dammi un minuto."

Harry si alzò dalla sua posizione, voltandosi per andare in cucina. E Louis giurò che lo facesse apposta a sculettare e a sbattergli in faccia il suo bellissimo sedere alto. Fu in quel momento che Louis capì che quella sera, in quelle condizioni, aveva ben poche possibilità di andare oltre a quella strana scenetta. Maledizione. Louis si passò una mano sul viso, schiaffeggiandosi mentalmente. Era stato a dir poco imbarazzante.

Harry tornò trenta secondi dopo con in mano una scatola bianca, con scritto sopra 'sugar' in blu.

"Ecco a te." disse, porgendogliela. "Divertiti con il tuo zucchero." continuò, mentre Louis prendeva la scatola, sfiorando le sue dita, ma ritraendosi immediatamente per paura di scottarsi.

"Già.. Grazie." balbettò Louis, facendo un passo indietro.

"Quando vuoi, Louis." e il castano non fece in tempo ad assimilare il fatto che Harry sapesse il suo nome, che il riccio aveva già chiuso la porta, lasciandolo con lo zucchero tra le mani e qualcos'altro tra le gambe.

Il castano tornò in casa sua, chiudendo la porta e dirigendosi verso la cucina. Prese lo zucchero di Harry, lo aprì, ne prese due cucchiaini che buttò immediatamente nel lavandino, e cinque minuto dopo era di nuovo davanti alla porta di Harry, col cuore che batteva forte.

Suonò il campanello, pronto a vedere di nuovo Harry davanti a lui, con la solita faccia maliziosa e il solito petto nudo che sembrava fatto apposta per farlo impazzire.

"Oh. Già di ritorno?" gli chiese il riccio quando lo vide di nuovo lì, davanti alla sua porta.

Ma non ce l'aveva una fottuta maglietta quel ragazzo?!

"Sì, dovevo solo zuccherare.. I.. Il mio caffè." si ritrovò a giustificarsi Louis, tentando di sorridere rassicurante.

"Dovevi zuccherare il tuo caffè?" disse Harry palesemente sarcastico, alzando un sopracciglio.

Louis annuì cercando di sorridere e porgendogli la scatola."Sì. Grazie."

Harry sospirò, prima di prendere la scatola, esitando leggermente di più sulle sue dita morbide e guardandolo negli occhi. "Sei sicuro che non ti serva nient'altro?" gli chiese Harry, prendendo lo zucchero e appoggiandolo sul mobiletto accanto alla porta. "Caffè, sale, pepe, dentifricio.. O altro."

Ma quando si era avvicinato così tanto a lui? Ormai era ad un palmo dal suo viso, poteva sentire il suo profumo di shampoo alla fragola penetrargli nelle radici.

"No, non.." Louis deglutì. "..non credo."

Harry rise dolcemente, prima di avvicinarsi a lui più di quanto sia lecito. "Stavolta voglio chiederti io qualcosa però."

"T.. Tipo?" Louis deglutì, il suo respiro si era fatto affannoso, il suo cuore batteva all'impazzata, impedendogli quasi di riprendere fiato.

"Oh, penso che tu riesca ad immaginarlo." sorrise Harry, prima di afferrare le cordicelle che spuntavano dal collo della felpa di Louis e tirarlo verso di sè. Il castano non oppose resistenza, neanche quando Harry gli sussurrò sulle labbra qualcosa come "Sei così bello.", prima di poggiarle sulle sue.

E se prima Louis pensava di essere impazzito solo per un po' di pelle scoperta e dei tatuaggi, in quel momento stava davvero dando di matto. Le labbra di Harry erano morbide e umide e assolutamente fantastiche, soprattutto quando cominciò a muoversi, continuando a tenere Louis per la felpa con una mano, mentre l'altra era scivolata sulla base della sua schiena.

E Louis nonostante la sorpresa non si bloccò come pensava, anzi! Harry lo stava baciando in mezzo al corridoio, lo teneva in un modo talmente sensuale che quasi faceva male, così non si tirò idietro e gli afferrò il viso, cominciando a ricambiare il bacio e chiedendo immediatamente accesso alle sue labbra.

Prima che potesse rendersene conto, la sua spina dorsale cominciò ad essere percorsa da dei piccoli brividi che lo fecero tremare dalla testa ai piedi. Louis spostò una mano alla schiena nuda di Harry, sentendola calda e morbida, beandosi del calore del corpo del riccio che premeva contro il suo in una maniera che avrebbe dovuto essere ritenuta illegale.

Fu il bacio più bello che Louis avesse mai dato e ricevuto e finalmente si sentì vivo. Come non succedeva da tanto tempo, davvero troppo per i suoi standard di sopportazione. Sembrava che avesse ricominciato a respirare dopo mesi e mesi di apnea forzata.

Quando si staccò, Harry gli morse dolcemente il labbro inferiore, per poi lasciargli un bacio sulla guancia.

"Grazie." gli disse sorridendo, ancora tra le sue braccia. "Sai, dovevo zuccherare il mio caffè."

Harry fece una piccola risata, per poi staccarsi da Louis, ancora immobile nella posizione di prima. "Buonanotte, Louis." disse, prima di andare verso la porta e chiudersela alle spalle.

"Buonanotte." riuscì a sussurrare Lou, prima di rimanere in quella posizione per minuti interi, gli occhi spalancati e le dita sulle labbra, come per cercare di memorizzare il buonissimo sapore di Harry.

 

 

Entrambi, quella notte, sepolti nelle coperte, pensarono a quanto avrebbero voluto qualcuno da abbracciare, nell'oscurità. Possibilmente qualcuno con delle labbra fantastiche e un sorriso meraviglioso.

Louis si alzò due volte.

La prima volta tentò di negare che fosse per lui. Tentò di convincersi che doveva solo andare in bagno, che non c'entrava niente il fatto che volesse ancora il sapore di Harry sulle labbra e la sua mano tra i capelli. Sì, non era per lui che soffriva di insonnia.

Andò in bagno e poi si rimise a letto.

La seconda volta erano le tre e mezza. Louis si alzò e camminò sbuffando verso la cucina, prendendo un bicchiere d'acqua tanto per fare qualcosa. Si leccò le labbra prima di bere un sorso, guardando fuori dalla finestra assorto, pensando che il colore che il cielo aveva in quel momento dovesse assomigliare ad Harry, perchè lo faceva sentire bene. Era blu e rosa e leggermente bianco e verde.

Era stupendo, colorato ed era la cosa più bella se lo faceva pensare a lui.

Harry invece si alzò solo una volta, alle due di notte.

Si alzò, prese la coperta e se la avvolse attorno al corpo, prima di camminare verso la cucina per bere qualcosa. Riempì il bicchiere d'acqua, ma non lo bevve mai, aveva ancora il sapore di Louis sulle labbra e non voleva che scomparisse solo perchè aveva sete.

Poi si avvicinò alla porta e girò la chiave nella toppa, aprendola leggermente. Voleva andare da Louis. Voleva bussare alla porta e voleva che lui gli aprisse con quell'aria assonnata che aveva sempre la mattina e che gli buttasse le braccia al collo.

Voleva baciarlo e baciarlo e baciarlo ancora, voleva farci l'amore tutta la notte e svegliarsi avvinghiato al suo corpo profumato.

Lo voleva così intensamente che era ad un secondo dal farlo, dal premere quel campanello e dallo svegliare Louis.

Ma non lo fece, ignaro del fatto che Louis l'avrebbe davvero accolto così, che non vedeva l'ora di baciarlo ancora e di farlo suo.

 

 

***

 

 

Harry amava il suo lavoro.

Faceva l'artista da quando era adolescente: disegnava, dipingeva, gli piaceva sentire la tempera tra le dita e la forza che gli dava la sua matita stretta tra le mani. Disegnava qualsiasi cosa: paesaggi, persone, storie..

Ma se gli avessero chiesto di disegnare Louis, beh, forse quello non avrebbe mai saputo farlo. Perchè lui era diverso da tutti gli altri, era chiuso in un muro di silenzio e monotonia, aveva il suo lavoro impegnativo e non dettato dalla passione, ma da routine.

Harry lo capiva, Harry l'aveva capito solo guardandolo, che Louis era il suo esatto contrario.

E forse era per quello che gli piaceva così tanto: si era stancato del precariato, si era stacato di vivere alla giornata. Harry, alla mesta età di ventitrè anni, aveva bisogno di stabilità e sicurezza.

E quella Louis poteva dargliela, ne era sicuro.

Fu per quello che la mattina dopo il loro bacio, decise di fare la sua mossa: erano le otto ed era domenica, aveva sentito dei rumori provenire dalla casa di Louis, quindi era sicuro fosse sveglio.

Così scese nel bar sotto casa, comprò velocemente due cornetti e due caffelatte e ritornò di sopra, senza neanche tornare in casa sua, suonò direttamente il campanello dell'appartamento di Louis.

Quando il castano gli aprì la porta, pochi secondi dopo, era talmente bello che ad Harry faceva quasi paura. Indossava solo una semplice maglietta bianca attillata e dei pantaloni a righe del pigiama, aveva i capelli spettinati e le occhiaie, ma non l'aveva mai visto così naturale e bello.

Harry sorrise del suo sguardo confuso e "Buongiorno. Colazione?" chiese, indicando i pacchetti che aveva in mano.

Louis si limitò a strofinarsi un occhio in una maniera talmente tenera che sembrava quasi un gattino, prima di fargli un sorriso stanco e spostarsi per lasciarlo entrare in casa sua. Era esattamente uguale a quella di Harry, solo.. Nella sua si vedeva il pavimento. E non c'erano schizzi di pittura dappertutto.

Louis sbadigliò, prima di condurlo in cucina. "Che hai portato?" gli chiese sorridendogli, come se fosse una sorpresa davvero gradita il fatto che fosse lì. Beh, l'aveva baciato e anche in quel momento aveva una grandissima voglia di farlo, era il minimo offrirgli la colazione no?

"Caffèlatte e brioches. Spero ti piacciano." gli rispose, deponendo tutto sul tavolo e mettendosi a sedere sulla sedia.

Louis sorrise. "Amo tutto ciò che contiene zucchero."

Harry evitò di fare anche solo una delle battute che gli erano venute in mente riferite alla sera prima per non mettere il ragazzo in imbarazzo, ma avrebbe tanto, davvero tanto, voluto farlo.

Così si limitò a sorridere, aprendo le confezioni e lasciando che il profumo dolce si spandesse per la stanza, per poi prendere la brioche alla marmellata e porgerla a Louis, seduto accanto a lui.

"Grazie." sussurrò il ragazzo, afferrando il cornetto. Fecero colazione in silenzio, guardandosi negli occhi di tanto in tanto e distogliendo lo sguardo quando uno dei due arrossiva, di solito Louis. I loro gomiti si sfioravano, le loro pelli scoperte a contatto tra di loro li facevano sentire di essere nel posto giusto, nel momento giusto.

E solo un'ora dopo, quando Harry si alzò per andarsene, Louis lo fermò afferrandolo per il polso e "Hai.. Hai qualcosa da fare oggi?", perchè non voleva che tutta quella famigliaretà svanisse, voleva fare qualcosa per tenersela addosso, per respirarla ancora un po'.

Harry negò con la testa, sorridendo per il fatto che Louis non avesse ancora lasciato il suo polso e che in quel momento lo stesse accarezzando dolcemente con il pollice.

"Beh, ti va di.." "Sì Lou, mi piacerebbe uscire con te." lo fermò Harry, sapendo bene dove volesse andare a parare.

"Ti dò dieci minuti, ci vediamo sul pianerottolo." disse ancora, osservando poi un Louis sorpreso, ma che sorrideva felice.

"Ce la posso fare in cinque."

 

 

Un'ora dopo erano seduti su una panchina di Hyde Park, uno di fianco all'altro, e Harry gli stava raccontando come solo un mese prima non avesse una casa e stesse vagando per le strade di Londra senza una meta ben precisa. Era stato da Liam, il suo amico castano – quello che Louis capì fosse il ragazzo dell'altra sera -, per un po', ma alla fine era riuscito a tirare su un po' di soldi per un appartamento.

"E come hai fatto a trovare tutti quei soldi?" gli chiese Louis, sorseggiando il caffè che aveva preso in uno Starbucks poco prima e piegando leggermente di lato la testa.

"Ho solo dovuto promettere a mia mamma che mi sarei trovato un lavoro serio e lei m'ha dato i soldi." rispose il riccio, piegando la testa sulla panchina, scoprendo il suo collo longilineo. "Ho intenzione di ridarle ogni singolo centesimo."

Louis sorrise. Harry aveva una parlantina non indifferente, era vestito come un ragazzino, aveva una traccia di vernice sul collo, ma cazzo, Louis lo trovava assolutamente perfetto per lui. Aveva sempre pensato che l'unica persona di cui si sarebbe innamorato gli avrebbe completamente sconvolto la vita, l'avrebbe resa caotica e piena e bellissima. E Harry poteva farlo. Harry era un uragano.

"Ma come fai?" gli chiese, seguendolo per terra, dove si era improvvisamente seduto. "Come fai ad essere così e a non.. Preoccuparti di niente?"

Harry sorrise leggermente, prendendogli il caffè dalle mani. "Non ci penso. Anche se, se devo dirti la verità, mi sono un po' stancato di tutto questo vivere alla giornata. Tante volte vorrei essere come te." rispose, prendendo un sorso dal suo caffè ormai diventato freddo. "Con un equilibrio, un lavoro e una vita stabile."

Louis fece una smorfia. "Non è poi così forte, lo sai?" gli chiese. "E' noioso."

Harry gli sorrise, guardandolo negli occhi. "Vuoi fare cambio?"

Che domande. Avrebbe dato la sua vita monotona di avvocato per avere in cambio la vita di Harry? Una vita vissuta alla giornata, instabile, ma ai suoi occhi bellissima?

"Quando vuoi." gli rispose sinceramente, lasciando che Harry si girasse verso di lui, facendo strisciare i suoi pantaloni neri sull'asfalto polveroso.

"Io e te siamo troppo diversi." gli disse poi, scuotendo la testa. E a Louis si incrinò qualcosa dentro: lo sapeva, sapeva alla perfezione che loro due erano troppo diversi per stare insieme, per provarci, ma aveva pensato che magari avrebbero potuto.. "Mi piace." concluse Harry, prima che lui potesse farlo con il suo pensiero.

Louis sorrise, per poi decidere di prendere l'iniziativa immediatamente: si sporse leggermente verso di lui, lasciandogli un bacio leggero all'angolo delle labbra.

"Piaci anche a me, Harry." gli sussurrò per poi alzarsi da terra velocemente.

Harry lo guardò basito, prima di imitarlo, iniziando a correre lentamente per sorpassare Louis, tra i turisti che in quel momento camminavano indisturbati per Hyde Park.

Sentì Louis scoppiare a ridere dietro di lui, prima di sentire una mano afferrargli il cappuccio della felpa, sentendosi tirato indietro.

"Ma che..?"

"Hai il sedere tutto sporco di polvere, genio." gli sussurrò da dietro Louis, senza lasciarlo.

Harry colse la palla al balzo. "Mi stavi per caso guardando il culo, Tomlinson?" rise, osservando poi Louis diventare lentamente color pomodoro. "Aiutami a pulirmi piuttosto."

Louis alzò gli occhi al cielo, restando sempre incollato a lui. "Non mi sembra il caso di mettermi a sculacciarti in mezzo a tutta questa gente, tu che dici?" riuscì a rispondergli Louis, prima che Harry si mettesse a pulirsi con la mano.

"Quanto sei pignolo." sorrise il riccio.

E fu in quel momento che Louis capì che aveva un disperato bisogno di Harry. Nel momento esatto in cui gli sorrise in quel modo assolutamente adorabile, nel momento in cui finì di pulirsi anche se non del tutto e lo prese per mano, cominciando a camminare in mezzo a tutti come se niente fosse. Come se Louis fosse il suo ragazzo.

In realtà Harry si stava solo sorreggendo a lui, si stava aggrappando a lui perchè si sentiva come se un fulmine lo avesse appena colpito in pieno e aveva bisogno di riprendersi.

Era stato colpito da un fulmine con gli occhi azzurri di nome Louis.

 

 

 

Harry era decisamente logorroico.

Louis lo capì quando durante tutto il giorno, si fermò a parlare con chiunque gli passasse accanto. E quando tornava da lui e il castano gli chiedeva "Chi era?", lui rispondeva con un alzata di spalle e con un "Non lo so, mi piaceva la sua maglietta."o "Boh, somigliava al mio amico Niall.", poi ritornava a stringere la sua mano in una maniera talmente dolce che gli faceva tremare il cuore.

Passarono tutto il giorno insieme, pranzando in un Pret a Mànger a caso e continuando a scorrazzare in giro per Londra, come due turisti innamorati. Camminarono di fronte al Buckingam Palace, dove Harry gli disse quanto gli piacesse il principe William, mentre Louis preferiva il fratello, Harry, e non a caso. Fecero la linguaccia ad una malcapitata guardia inglese, prendendo ad insultarla con il linguaggio più colorito che conoscevano, mentre quella non faceva una piega.

Poi entrarono in Harrods e Harry lo fece fermare a pochi metri da lui, davanti alla zona in cui c'erano le cose di Giorgio Armani.

"Quanto mi dai se ottengo il numero di quel commesso?" gli sussurrò, avvicinandosi pericolosamente a lui e indicando un ragazzo castano.

"Beh.. Non.." "Un bacio. Se lo ottengo mi dai un bacio." concluse lui, sorridendo malizioso, prima di tirargli leggermente un braccio, con uno sguardo da cucciolo.

"Okay." rispose Louis, rosso come un pomodoro. "E se vinco io?" gli chiese, lasciandogli di malavoglia la mano.

"Non servirà, perchè vincerò io." rispose Harry, sorridendo e cominciando a guardare il commesso, che se ne stava in smocking appoggiato ad un palo e sembrava parecchio annoiato. "Se vinci tu puoi chiedermi quello che vuoi." gli sussurrò, prima di staccarsi definitivamente da lui e camminare verso il ragazzo in questione, che appena vide Harry si alzò e gli sorrise in maniera adorabile.

E poi Harry si mise a flirtare, anche se non riusciva a capire una parola di quello che diceva: ma si muoveva così sensualmente che Louis non poteva avere dubbi. Non fece in tempo a rendersi conto di star facendo quei pensieri, che una fitta di gelosia gli attanagliò lo stomaco, lui.. Harry era solo suo, insomma!

'E' solo un gioco Lou, uno stupido gioco.'

Fu felice quando finalmente il ragazzo estrasse un fogliettino dalla tasca e ci scrisse sopra qualcosa, porgendolo poi ad Harry con un sorriso malizioso, che fece rigirare lo stomaco di Louis in una morsa dolorosa.

Harry si voltò, salutando il ragazzo con la mano, poi lo guardò vittorioso, alzando il fogliettino colorato. "Ho vinto!" disse vittorioso, con un sorriso a trentadue denti.

Louis alzò gli occhi al cielo, afferrando il foglietto dalle mani di Harry e, senza neanche guardarlo, stracciandolo davanti ai suoi occhi.

"Ma.." protestò Harry a bocca aperta, osservando il fogliettino cadere per terra, ormai inutilizzabile.

"Hai vinto, non ti serve quel numero!" disse Louis, prendendolo di nuovo per mano e trascinandolo fuori dal negozio.

"Okay, okay!" disse Harry senza perdere il sorriso, trattenendolo per farlo girare. "Ma quando posso riscuotere il mio premio?" gli sussurrò, avvicinandosi pericolosamente a Louis, che sorrise. C'era un sacco di gente in giro, ma in quel momento, con Harry così vicino che quasi poteva sentire i suoi pensieri, a Louis non importava niente.

Si avvicinò ancora di più a lui, dandogli un bacio leggero sul labbro inferiore, sulla sua bocca semi aperta, in attesa. Sentì Harry rabbrividire sotto di lui, prima di staccarsi.

"E questo che cos'era?" gli chiese il riccio, avvolgendogli la vita con un braccio.

"Il tuo bacio." rispose semplicemente Louis alzando le spalle e accogliendo con un sorriso la faccia scioccata di Harry. "Non guardarmi così, non avevi specificato il tipo di bacio, Styles." sorrise Louis, prima di ripartire, trascinandosi dietro il riccio.

"Sei un pignolo." rise Harry, seguendolo a ruota.

"Sei tu che volevi un bacio da me."

"E lo voglio ancora, perchè quella cosa di prima non lo era per niente!"

E Louis sorrise perchè lo sapeva, sarebbe stata solo una questione di tempo.

 

 

 

"Nove e mezzo."

"Sette politico."

Erano le sette, ed erano seduto fuori da un bar, con un panino in mano e una birra appoggiata sul tavolo di fronte a loro. Davano dei voti ad ogni ragazzo che passava, come delle povere liceali perverse, sottolineando ancora di più quanto fossero diversi: quando per Harry era un nove, per Louis era un sei e viceversa.

"Ma come puoi dargli solo un sette, hai visto che spalle che ha?!" disse Harry, prendendo un sorso della sua birra e indicando un ragazzo moro di schiena rispoetto a loro.

"E' troppo tamarro per i miei gusti." rispose Louis, facendo una smorfia. "Lui.." riprese, indicando con la testa un biondino. "..è un nove."

"Cosa?!" commentò Harry guardandolo con una smorfia. "Ma smettila, sembra un opossum!"

Louis lo guardò, poi scoppiò a ridere incontrollato, appoggiando il panino sul tavolo e tenendosi la pancia con le mani. "Cosa ridi?" gli chiese Harry, per poi scoppiare a ridere esattamente come lui, sembrando un completo cretino.

E quando smisero di ridere e Louis lo guardò e sussurrò qualcosa che assomigliava a "Parli così solo perchè sei un fottuto dieci.", prima di bere un sorso di birra, il cuore di Harry si fermò per un secondo.

E sorrise a Louis, guadagnandosi un'occhiata timida e adorabile allo stesso tempo.

Harry gli afferrò una mano, sotto il tavolo, facendo intrecciare le loro dita perfettamente. "Otto." disse, indicando un ragazzo carino ma un po' basso che passava lì davanti.

"Sì, l'ottavo nano." rispose Louis ironico, stringendogli di più la mano e scoppiando a ridere.

Il cuore di Harry a quel bellissimo suono fece una capriola.

Possibile che si stesse già innamorando?

 

 

 

Erano le dieci quando tornarono a casa.

Nell'ascensore Harry si era appoggiato a lui, la testa sulla sua spalla e il suo respiro che gli scaldava la pelle. Louis lo aveva avvolto con un braccio, tirandoselo addosso e pregando che quella tratta di ascensore durasse per sempre, cosa che ovviamente non sarebbe mai successa. Ma se la godette fino in fondo, aspirando il suo profumo dolce ed accarezzandogli la schiena, cercando di memorizzare ogni singolo particolare del suo corpo. Aveva passato la giornata più bella della sua vita con lui, avrebbe dato qualsiasi cosa perchè non finisse mai.

L'ascensore si aprì davanti a loro, invitandoli ad uscire e ad incamminarsi nel corridoio, cosa che fecero immediatamente, ancora abbracciati in quella maniera goffa e dolce.

Si staccarono solo quando furono davanti ai loro appartamenti, 16 e 17, uno di fianco all'altro.

"Beh, io.." iniziò Louis, senza sapere bene cosa dire.

"Sono stato benissimo oggi. C.. Con te." per fortuna ci pensò Harry, appoggiandosi ala porta di casa sua.

"Sì, anche io." rispose Louis, tirando un piccolo sorriso, triste alla prospettiva di tornare nel suo appartamento vuoto e triste.. Da solo.

Harry si sporse verso di lui, posandogli un bacio leggero sulla guancia e indugiando leggermente sul suo corpo. "Buonanotte Lou." gli sussurrò sulla pelle, staccandosi poi da lui.

"B.. Buonanotte Harry." rispose, osservandolo poi aprire la porta e chiudendosela alle spalle.

Louis sospirò, infilando la chiave nella toppa e girandola lentamente. Aprì la porta, entrando in casa sua e camminando verso la cucina, massaggiandosi le tempie. Ma quando gli era venuto il mal di testa?

Sospirò, sedendosi sulla sedia della cucina, sentendosi improvvisamente.. Solo. Sembrava un secolo fa che Harry era entrato in casa sua quella mattina, sembrava passato tantissimo tempo da quando l'aveva baciato, solo la sera prima, sul pianerottolo delle scale, tenendolo per il colletto della felpa.

E non voleva. Non voleva stare da solo, non voleva dover entrare in quel letto vuoto e freddo, tentando di scaldarsi con le coperte, senza nessun corpo caldo e nessune labbra su di lui, a farlo addormentare.

Non voleva.

Quindi si alzò in piedi, facendo cadere la sedia dietro di lui e cominciando a camminare verso la porta di casa. Nella sua vita aveva fatto passare troppi treni senza mai prenderli, aveva lasciato andare troppe occasioni senza coglierle, era stanco. Per una volta voleva agire, non gli bastava più guardare la vita che gli passava davanti senza fare niente per cambiarla, per direzionarla.

Quindi spalancò la porta di casa velocemente, chiudendosela alle spalle con un tonfo. Fece due passi e suonò il campanello di Harry senza pensare troppo alle conseguenze.

"Ma che..?" quando Harry aprì, ancora vestito come lo aveva lasciato, lo guardò incredulo,

Louis gli sorrise e "Hai dello zucchero?" gli chiese, facendolo ridere dolcemente, con quelle guancie e quelle labbra meravigliose che si ritrovava.

Poi Louis si avvicinò a lui, prendendolo per la nuca e baciandolo, così, senza un perchè, mentre Harry apriva le labbra e lo faceva entrare lentamente, dolcemente. Gli circòndò il corpo con le braccia, rivelando a Louis quanto in realtà anche lui volesse disperatamente quel bacio, quanto anche lui sperasse nel suono del campanello.

"Ho tutto lo zucchero che vuoi." gli disse, quando si staccò da lui, facendo combaciare le loro fronti e cominciando a mordergli il labbro inferiore.

Poi lo trascinò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.

Quella per entrambi, sarebbe stata la notte più bella della loro vita.

 

 

 

Louis aprì gli occhi lentamente, lasciando che i raggi del sole gli penetrassero negli occhi, facendogli venie il mal di testa. Si mosse lentamente nelle coperte, tentando di stirarsi, ma non ci riuscì completamente: qualcosa lo stava bloccando, qualcosa di caldo e morbido, con le braccia avvolte attorno alla sua vita e la testa riccia sul suo petto.

Quello era.. Harry.

Louis fu colto da brevi flashback che lo fecero sorridere: Harry sopra di lui, mentre gli baciava il collo e lo faceva rabbrividire, Harry che lo abbracciava, Harry che si strusciava sul suo bacino, Harry sotto a lui, Harry sopra di lui, Harry dentro di lui.

Louis cominciò ad accarezzargli ritmicamente i capelli ricci, sorridendo: addormentarsi con il più piccolo tra le braccia era stata la cosa migliore del mondo, ma anche dormire con lui e svegliarsi tra le sue braccia non era niente male.

Harry si mosse leggermente, mugugnò qualcosa ed infine aprì gli occhi lentamente, rivelando le sue pupille verdi al mondo, stiracchiandosi come un gattino.

"Buongiorno." gli sussurrò Louis, continuando ad accarezzargli i capelli dolcemente.

Harry alzò lo sguardo sorpreso su di lui, per poi addolcirlo lentamente quando ricordò quello che era successo solo poche ore prima. Gli sorrise dolcemente e "Buongiorno." gli disse, sporgendosi leggermente per dargli un bacio leggero sulle labbra, che fece rabbrividire Louis.

"Mi dispiace di averti svegliato." gli sussurrò Louis, seppellendo il viso nei suoi capelli e respirando il suo profumo, cercando di imprimersi nella memoria ogni dettaglio di quel mattino.

"Nah, vorrei svegliarmi così tutte le mattine." rispose Harry, accarezzando il suo petto nudo e chiudendo ancora gli occhi.

"Puoi farlo." gli disse Louis, stringendolo ancora di più.

Harry alzò lo sguardo su di lui, guardandolo con la bocca aperta. "Sul serio?"

"Sul serio." rispose Louis, sorridendogli dolcemente.

Harry lo baciò sulle labbra, circondandogli il collo con la braccia e tirandoselo ancora addosso. "Ti va di migliorare ulteriormente questo risveglio?" gli disse, mordendogli il labbro inferiore, come era solito fare, divetando improvvisamete malizioso.

"E come pensi che potremmo farlo?" gli chiese Louis, facendo il finto tonto, ben sapendo dove il ragazzo voleva andare a parare.

"Fidati di me." gli rispose Harry, sorridendo e baciandolo ancora e ancora e ancora.

Sapendo di avere tutta la vita davanti per farlo.

 

 

***

 

 

Louis odia il suo lavoro.

Deve starsene dieci ore seduto su una sedia, sotto ad un tavolo, difendendo della gente per lo più innocente, tentando di convincere la giuria, annoiandosi a morte. Odia i suoi colleghi, loro odiano lui. Non ha più una vita sociale, solo il suo lavoro che gli occupa tutta la vita.

Ma da quando torna a casa la sera e c'è Harry ad aspettarlo con il grembiule verde fluo avvolto attorno ai fianchi e le pentole sul fuoco, sa che ne vale la pena. Ne vale la pena perchè quando entra in casa, il suo meraviglioso fidanzato lo bacia, lo abbraccia, e gli chiede "Com'è andata oggi?", cominciando poi a parlare incessantemente di quanto Van Gogh sia sopravvalutato o di quanto ami l'impressionismo. E anche se non capisce una parola di quello va blaterando, Louis lo ascolta con attenzione, mentre mangiano, guardano un film o mentre sono nel letto a farsi le coccole.

E "Mi sei mancato oggi."

"Anche tu amore."

Perchè da quando ha Harry, Louis ha scoperto che le cose che odia della vita non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle che ama.

E al primo posto, in quella lista, c'è Harry.

 

 

 

..a prendermi, dal mio sonno

scuotermi

e riattivarmi il cuore.

 

 

 

 

Angolo autrice (:

Salve a tutti, i'm here!

Non so che cosa sia questa, l'ho definita in tanti modi, tra cui anche una 'raccolta delle mie idee più perverse', o anche una 'cosa che fa schifissimo', ma penso di poterla definitivamente chiamare 'effetto del sovraccarico di puntate di The big bang theory tutte in una volta'. AHAH

Sì, perchè sono drogata di quella serie, perdonatemi. Sto ancora spettando che il mio Sheldon Cooper si faccia vivo cavalcando un computer portatile. AHAHAH

Anyway, non so che cosa sia questa os, nè da dove sia uscita, so solo che mi piaceva l'idea di loro due, dei miei amatissimi Larry, che si rivoluzionano le vite a vicenda senza neanche accorgersene. Harry come artista mi fa IMPAZZIRE e Louis come una persona """""seria""""" idem. (: Stranamente non è rossa e questa cosa mi fa sentire parecchio realizzata, dato che di solito dalle mie parti quando si parla di Larry si parla anche di ROSSO FUOCO. Ma stavolta mi sono trattenuta dshjbj

Comunque, spero davvero vi sia piaciuta (: anzi, se volete spendere due minuti e dodici parole(?) della vostra vita, mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate, se mi devo ritirare e smetterla di guardare programmi in cui i nerd vivono in un appartamento, oppure se posso continuare indisturbata. AHAH quindi, lasciatemi una recensione per celebrare la vostra libertà di pensiero!

Vi ringrazio in anticipo, come sempre <3

A presto! M. <3 (:

 

p.s: non l'ho riletta perchè mi si incrociano gli occhi, mi scuso immensamente per eventuali errori <3 

  
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