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Autore: Osage_No_Onna    06/10/2013    5 recensioni
[YuGiOh!ZEXAL X Slash:// X Puella Magi Madoka Magica]
Ave popolo di EFP!
Questa è la mia terza storia cross-over e la mia terza what if!
Ma, passando alla trama...
Una misteriosa ragazza viene catapultata ad Heartland City da un Universo Parallelo e perde buona parte dei suoi ricordi. Essa ha con sé una pietra verde dai misteriosi poteri e un ciondolo con un cristallo che, secondo le leggende, corrisponderebbe al "Cristallo della Purezza", una pietra magica di cui si sa poco e nulla... Ad ogni modo, questo accade circa cinque mesi prima dell' inizio di ZEXAL e, durante una notte buia e piovosa, questa ragazza (in punto di morte) viene raccolta da una misteriosa figura mascherata che le offre la salvezza, ma a prezzo molto alto...
Insieme alla ragazza, viene catapultato ad Heartland anche il suo ragazzo, che la vede sparire misteriosamente sparire nel nulla. Tutto ciò causa un cambiamento repentino del suo carattere e una vera e propria "caccia all' uomo" alla quale partecipano anche due Pueri Magi e (ovviamente) anche Kyubey sarà nella partita...
Cosa mai potrà succedere?
Leggete e scopritelo!
Dedicata a Feelings e a Ryoku. Grazie ragazzi!
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '*For my love I'll survive*'
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Chapter 01
They don’t really know me (first part)
 
Muhammad, in completo sportivo rosso e dorato, scarpette da ginnastica e berretto da baseball, tiene la schiena poggiata contro il muro, la gamba ad angolo e le braccia incrociate. I suoi occhi scuri, nascosti dalla visiera del cappello, sembrano ostentare indifferenza mentre fischietta con estrema nonchalance. I suoi ricci folti sono più ribelli che mai e sembrano riflettere l’ agitazione che prova: sa bene che tra poco dovrà dare la caccia alle streghe e la cosa non è propriamente sicura e divertente. Lui ha già rischiato di lasciarci le penne molte volte.  
Stephan, invece, è in jeans blu-indaco, sneakers nere e T-Shirt verde e gialla. I riccioli biondi risplendono come oro colato nel sole del pomeriggio e la sicurezza che sfoggia è persino troppa, secondo il suo amico sudafricano. Si muove con decisone, ma nei suoi movimenti si scorge la consueta flemma che lo accompagna nella vita di tutti i giorni.
Ed ecco, davanti a loro, la strega: a prima vista non è che una rosa in boccio ricoperta da un cespuglio di rovi; qualcosa di innocuo se lasciato stare, insomma, ma loro sanno bene che il miglior modo per risolvere i problemi non è evitarli, ma affrontarli.
Stanno per trasformarsi ed attaccare, ma l’ arrivo di un volto noto li blocca.
È un ragazzo della loro età mediamente alto, quasi 160 centimetri, dal corpo snello, che cammina lentamente. La sua pelle ha il tipico colore dorato appartenente all’ etnia tibetana, mentre i capelli castani ricadono lisci dietro al collo, sfiorandogli leggermente le spalle. Gli occhi a mandorla, di un azzurro insolito in un asiatico ma bello a vedersi, sono incredibilmente seri e decisi allo stesso tempo. La camicia hawaiana arancione, il pantalone largo e i sandali di cuoio fanno parte della sua tenuta, ma suscitano in Muhammad  e Stephan un moto di sospetto: non è quello il tipico vestiario del misterioso nuovo arrivato, anche se il genere di vestiti è esatto.
“Tu qui?”chiede il biondo, incerto sul da farsi.
“Non vedo in quale altro posto dovrei essere se è questo il luogo in cui ho perso Santoro-oneesan. E ancora non l’ ho trovata.”risponde piatto il tibetano.
“Caspita, fratello, questo comportamento non è da te!”interviene preoccupato Ricci Color Caffè. “Davvero è così grave?”
“Sono cinque mesi, Sahi. Cinque mesi. Forse potrà sembrare un numero irrisorio, ma la situazione è grave. A quest’ ora sarà già creduta scomparsa oppure morta. Ma io so che non è così, ed io nel mio Universo senza di lei non ci torno.” È la risposta del castano, leggermente più irata nel finale. «L’ operazione “Black Pearl” procede troppo a rilento senza il vostro contributo.»
“Secondo me non c’è troppo da preoccuparsi.”
“Kyubey.”la voce del tibetano è incredibilmente dura, quasi sputa tra i denti il nome dell’ alieno.
“Smettila di trattarmi come se fossi uno scarafaggio, Shizenyuuki. Comunque, dicevo che non c’è nulla di cui preoccuparsi, dato che il tempo scorre diversamente negli Universi Paralleli. Anche Muhammad dovrebbe saperlo.”
L’ atmosfera diventa ancora più pesante e gli occhi di tutti fissano il sudafricano, che deforma il proprio sorriso facendolo diventare una smorfia di rabbia.
“Ti abbiamo ascoltato. Adesso sparisci.”dice poi seccato indicando un muretto poco distante con il mento.
Sempre con quel suo sorriso snervante, l’ animaletto fa dietrofront e scompare silenzioso come un ombra sulle sue zampette gracili da gatto.
Dopo un momento d’ esitazione, i tre riprendono a parlare e camminare, ma procedono più lentamente e le parole, strozzate nella gola, fanno fatica a farsi strada tra i pensieri cupi che attanagliano le loro giovani menti.
“A proposito, Shichan.”
È Stephan ad interrompere il silenzio con uno scatto improvviso della testa.
Si gira verso il ragazzo dalla pelle d’ ambra e lo guarda, serio, negli occhi color del cielo.
“Come sta procedendo quell’ altra missione?”  
“Vedo che ci sono ancora molte cose che non sapete di me.”è la risposta, accompagnata da uno strano sorriso beffardo.
***
 
“Cosa? Un Carnevale Mondiale di Duelli? E sarebbe?”chiede una ragazza passandosi un asciugamano candido dietro al collo imperlato di sudore.
Lei e le sue compagne si trovano in una palestra, o per meglio dire una sala da ballo, dato il pavimento di parquet lucidato a specchio e la sbarra di legno che corre lungo tutte le pareti della stanza, sulle quali sono presenti dei grandi specchi.
A fare la domanda è una bella ragazza, un po’ bassa per i suoi tredici anni e mezzo, ma dal fisico snello ed armonioso. Il viso ovale è incorniciato da una folta massa di capelli castani dai riflessi ambrati che ella tiene spesso legati in una treccia: sembra che non sappia mai come tenerli sciolti senza che le diano fastidio. Gli occhi marroni presentano due sfumature azzurre dalla forma a doppia elica e sono accompagnati da ciglia molto lunghe. Le sopracciglia, di contro, sebbene sottili, sono molti ribelli e si scompongono ogni tre minuti. Il naso è piccolo, a patata, e dalle labbra sottili color del corallo esce una voce che ha un qualcosa d’ italiano nella pronuncia.
Le dita assomigliano parecchio a quelle dei violinisti, lunghe e affusolate come sono, mentre le cosce hanno i muscoli sviluppati tipici delle pattinatrici.
La ragazza indossa una semplice tuta costituita da una T-shirt verde chiaro e un pantalone largo nero, tenuto fermo in vita da due elastici. Le scarpette dalla suola alta, bianche e nere, hanno l’ aria di essere usate da un bel po’ di tempo.
“Caspita Emerald, che intuito!” ribatte ironica una delle sue compagne, Chieko Murasaki, alle quale quindici anni e centosessanta centimetri d’ altezza non conferiscono proprio nulla di anche solo vagamente adulto. La Murasaki è una ragazza sottile, ossuta, dal viso tondo e capelli rossi scalati ai quali spesso applica delle extention blu, molto probabilmente per entrare meglio nel ruolo di Sapphire, una delle idol che in quel momento stava spopolando ad Heartland City. Gli occhi violacei, il portamento impeccabile e l’ atteggiamento altezzoso non la rendevano esattamente il genere di amica dolce e comprensiva sognata da tutti.
“Sì, insomma, è un grande evento al quale parteciperanno persone provenienti da tutto il mondo! Ci saranno tre giornate di eliminatorie e poi i duellanti più bravi, quelli che saranno sopravvissuti, per così dire, si confronteranno in una serie di gare da mozzare il fiato!” interviene la terza delle tre compagne, Aoki Makiko, con eccessiva irruenza.
I centocinquantasei centimetri, gli occhi marroni leggermente a mandorla, i lunghi capelli neri dritti come spaghetti e il carattere allegro ed impulsivo fanno sì che venga vista come “la tipica ragazza giapponese”, ma in realtà è una donnina affidabile e combattiva, pronta a tutto per tener fede ai suoi ideali, con una voce da doppiatrice. In questo momento indossa una maglia rossa dal collo al barchetta, un pantaloncino di jeans sotto al quale sbucano un paio di collant neri e delle scarpe da passeggio rosse con i lacci. Ha la fronte imperlata di sudore e non fa altro che parlare tirando un sorso d’ acqua dietro l’ altro dalla sua borraccia arancione per prendere fiato.
“Tu hai intenzione di partecipare, Ruby?” chiede quindi Chieko, interessata. Ruby è il nomignolo di Makiko, appioppatole data la passione sconfinata per le pietre preziose dai colori vivaci della pimpante ragazza corvina.
“Ma certo, Sapphire! Modestia a parte, sono stata la prima a registrarmi per poter partecipare!” ridacchia Aoki.
“Uhm. Mi sono registrata anch’ io, ma ancora non mi è stato recapitato il Frammento di Cuore. Vabbè, dato che mio padre fa parte del Comitato Organizzativo, chiederò a lui.”la interrompe la rossa assumendo un atteggiamento di superiorità. Poi, rivolgendosi alla ragazza castana, le domanda: “E tu, Emerald? Sarai della partita?”
“Sinceramente non credo. Giocare a Duel Monster non mi piace un granché…
Forse però parteciperà mio fratello. Ma, per quanto riguarda me, sono ben felice di esserne fuori.”
“Ma lo sai che sei strana? Per essere una ragazzina, intendo.” interviene una donna in tailleur blu e scarpe con tacco 10 avvicinandosi verso di lei. È la madre di Chieko, Rumiko Murasaki, una donna ventisettenne e ordinaria dai capelli mossi che le sfiorano le spalle e severi occhi azzurri nascosti da un paio di occhiali dalle lenti ovali. A nessuna delle tre ragazze riesce particolarmente simpatica, ma le portano lo stesso rispetto. “Secondo una recente ricerca, i duelli sono il passatempo preferito del 97% dei ragazzi di questa città. Tu, a quanto pare, fai parte di quel 3% che li detesta.”
“Il mondo è bello perché è vario, signora Murasaki.” interviene Makiko con una voce roca che fa scoppiare a ridere tutti i presenti.
“Ad ogni modo” riprende Rumiko “la lezione di oggi è, nel complesso, stata buona. Ruby, però, deve sforzarsi di andare a tempo con la musica e con le sue compagne. Chieko, tu balli con la stessa grazia di un branco di gnu al pascolo, e tu, Emerald, sei ancora un po’ troppo lenta nei movimenti.”
Ruby, Sapphire ed Emerald sospirano in coro. Sono abituate ai sermoni della loro manager, ma non possono dire lo stesso del tono petulante con il quale la signora Murasaki fa notare loro i rispettivi difetti.
È ora di andare.
La castana, il cui vero nome è Yumiko, scivola silenziosa negli spogliatoi e si sveste con lentezza, con dei movimenti quasi da automa. Con la stessa flemma apre la sua sacca grigia e ne estrae un bel vestito bianco immacolato, le cui maniche a palloncino terminano con una sorta di polsino verde chiaro bordato d’ oro. Il corpetto e la gonna, che ricorda la corolla delle campanule, sono tenute insieme da qualche centimetro di una strana stoffa, anch’ essa dorata, che termina con un triangolo sul davanti. Sopra di esso indossa una giacchina finemente ricamata, verde scuro, dalla quale sbuca una sorta di “mantello” verde e bianco, bordato d’ oro, che le copre la schiena e le arriva alle caviglia. Le sue ballerine sono di pelle bianca e presentano una suola gommosa che si confonde con esse.
A Yumiko piace un sacco quest’ abito, formale com’ è, semplice ma al contempo ricco di particolari. Ha persino una pietra verde che pende da una delle maniche.
La pietra verde, fedele compagna delle sue “scorribande” in città.
Esce dalla sala da ballo e cammina adeguandosi al ritmo della folla di tutti coloro che vanno verso il centro della città. Passa inosservata, così come il suo segreto, pensa.
I passetti veloci la portano in pochi minuti alla sua destinazione, un lussuoso Hotel che sovrasta tutta Heartland City con la sua imponenza. Mai quanto la Heartland Tower, certo, ma quella era casa sua da un bel po’ di tempo e vi si era affezionata con una certa rapidità.
L’ ascensore sale veloce, quasi non le da tempo per respirare, ma riesce a fermarsi per un attimo non appena arriva nella sua stanza.
Lì un bambino dai lunghi capelli biondi legati in una treccia e una possente maschera di ferro sul volto sta guardando rumorosamente più cartoni animati nello stesso momento, ridendo e battendo le mani in un modo che la ragazza trova un po’ ridicolo.
Accanto alla sedia0 dove egli sta seduto non c’è nessuno.
 “Evidentemente i miei fratelli sono altrove.”pensa con disappunto Yumiko.
“Bentornata, Sixth.” la accoglie invece il bambino, Tron, con la sua vocetta melliflua. “Sai cosa c’è di nuovo?”
Yumiko non risponde, ma rimane accanto al bambino con uno sguardo stoico, cercando di capire dove volesse andare a parare con quei preamboli.
“Ti ho iscritta al Carnevale Mondiale di Duelli, come hanno fatto anche Five, Four e Three. Finalmente potremo avere la nostra vendetta.”
“Che… COSA?” quasi strilla la tredicenne. Quel fatto proprio non le va giù: perché diavolo avrebbe dovuto giocare con dei mostri che si materializzavano come per magia dalle carte? Per lei è una cosa semplicemente inutile. Esistono passatempi molto più produttivi di quello. E poi lei non ha tempo per svagarsi: deve vendicarsi per l’ inganno ordito dal Dottor Faker contro la felicità della sua famiglia.
A questo pensiero, Sixth si blocca: già, quello stupido Dottore. Come aveva potuto farlo? Per una stupidissima ricerca, per di più! Nonostante la sua indole generalmente gentile e fin troppo tranquilla, a Yumiko quel pensiero fa tornare su una rabbia incredibile.
Decide quindi di non eccepire, pur ignorando la voce della volontà, e mentre Tron le spiega cosa avrebbe dovuto fare lei lo ascolta distrattamente, pensando che ci sono ancora troppe cose che le sue amiche, la sua famiglia e persino la sua stessa anima non sanno di lei.



Angolo dell' Autrice
Ohw, people. No, come potete vedere non sono morta, ma avevo semplicemente un computer in riparazione e una marea di compiti da fare. Quindi scusatemi davvero per l' enorme ritardo!
Anyway, passiamo ai ringraziamenti, che vanno a
Ryoku, Feelings, BennyloveAstral e Stellaskia che hanno recensito il prologo di questa storia. 
Grazie a tutti, siete fantastici! Del resto, devo raddoppiare i ringraziamenti alle sopracitate Feelings e Stellaskia che hanno inserito questa sottospecie di scarabocchio nato da una mente non troppo affidabile questa storia tra le preferite e mi hanno letteralmente riempito di gioia :')
Siete mitiche!
E, passando al chapter, per la gioia dei fan di MadoMagi sono ritornati(?) Muhammad e Stephan, due "Pueri Magi"con tutti i crismi. Vi siete fatti un' idea si chi possa essere il misterioso Shizenyuuki-san?
Spero inoltre di aver reso bene Tron >.<" Nel caso non l' avessi fatto, non mi stupirei, perché mi monta la voglia di strozzarlo tutte le volte che lo vedo (*AmoreImperituroMODE.OFF*)... E cosa pensate di Sixth, questa misteriosa sorella Tron?
A voi la parola! Mi raccomando, recensite!
See you!
-Puff
PS: Se questo capitolo è scritto letteralmente da far pena è perché ci ho lavorato su ascoltando "Uninstall" di Chiaki Ishikawa :') Detto questo, non uccidetemi.
PPS: Mi rivolgo a voi fan di Madoka Magica: avete mica trovato dei riferimenti al manga? XD

 

   



   
 
   
 
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