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Autore: Osage_No_Onna    16/09/2013    5 recensioni
[YuGiOh!ZEXAL X Slash:// X Puella Magi Madoka Magica]
Ave popolo di EFP!
Questa è la mia terza storia cross-over e la mia terza what if!
Ma, passando alla trama...
Una misteriosa ragazza viene catapultata ad Heartland City da un Universo Parallelo e perde buona parte dei suoi ricordi. Essa ha con sé una pietra verde dai misteriosi poteri e un ciondolo con un cristallo che, secondo le leggende, corrisponderebbe al "Cristallo della Purezza", una pietra magica di cui si sa poco e nulla... Ad ogni modo, questo accade circa cinque mesi prima dell' inizio di ZEXAL e, durante una notte buia e piovosa, questa ragazza (in punto di morte) viene raccolta da una misteriosa figura mascherata che le offre la salvezza, ma a prezzo molto alto...
Insieme alla ragazza, viene catapultato ad Heartland anche il suo ragazzo, che la vede sparire misteriosamente sparire nel nulla. Tutto ciò causa un cambiamento repentino del suo carattere e una vera e propria "caccia all' uomo" alla quale partecipano anche due Pueri Magi e (ovviamente) anche Kyubey sarà nella partita...
Cosa mai potrà succedere?
Leggete e scopritelo!
Dedicata a Feelings e a Ryoku. Grazie ragazzi!
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '*For my love I'll survive*'
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Kokoro no Kiseki
 
00.What’s her name?
 
Piove sul cielo già buio di una notte senza luna e la volta celeste è oscurata da grandi cumulonembi plumbei, mentre le gocce di pioggia tamburellano incessanti sui vetri appannati delle case.
La ragazza sdraiata quasi senza sensi ha i vestiti sporchi e tutti strappati, la sua vista è appannata e gli arti non rispondono ai comandi che il cervello impartisce. I capelli umidicci che le ricadono sul viso delicato e smunto sono tutti arruffati e ha il corpo ricoperto da vari graffi.
Come sia capitata lì, non lo ricorda, o meglio proprio non lo sa.
Sulla T-shirt bianca immacolata spicca una strana pietra verde lavorata con maestria nonostante sembra sia stata scolpita da un principiante e sul braccio ha un bel bracciale formato da vari anelli d’ argento e vari pendenti d’ oro bianco a forma di colomba che tintinnano graziosamente ogniqualvolta si scuota il polso.
Lei ansima. Da chi stava scappando? Un grande buco nero ha inghiottito la maggior parte della sua memoria e una delle poche cose che riesce a ricordare è un volto dorato, incorniciato da bei capelli castani e setosi che sfiorano il collo, mentre gli occhi a mandorla sorridenti e pieni d’ amore sembrano due zaffiri incastonati in un tronco d’ albero bello e resistente. I denti dritti e bianchissimi fanno sfigurare le perle più belle ed il sorriso aperto promette l’ aprirsi dei cancelli del Paradiso.
Le manca il respiro, ma riesce a stringere i pugni. Provare a rialzarsi è come venir trafitta da centinaia di migliaia di spade, dalle sue ferite colano gocce di sangue. Il cervello non connette più e i suoi pensieri sono offuscati.
È forse arrivata la sua ora?
Non ci può credere. È ancora così giovane! Morire a quasi quattordici anni senza aver fatto nulla di male è un’ ingiustizia, un vero e proprio sopruso. Dannato Angelo della Morte, lei il sangue sullo stipite della porta l’ ha spalmato, insieme a molte lacrime. Forse più lacrime che sangue, però.
Addio a tutti, pensa con un piccolo e dolce sospiro.
Gli occhi stanno per chiudersi… Ah no. Cos’è quella macchia azzurra e bianca che le si sta avvicinando gradualmente?
“Ciao, ragazzina. Qual è il tuo nome?”
La voce suona incredibilmente bambinesca e fin troppo melliflua, non ti piace.
Ma hai un disperato bisogno d’ aiuto: non vuoi morire così. Un altro dei tuoi ricordi salvati è la tua convinzione che ognuno debba rendersi utile nella propria vita.
“Yu-Yumiko…”
“Oh, e come mai sei ridotta così male? Forse posso fare qualcosa per aiutarti…”
Non avevi notato la strana maschera di ferro, molto somigliante ad un castello su una rocca inespugnabile, né tantomeno il ghigno beffardo di colui che a prima vista è un bambino di nove anni dai capelli dorati incredibilmente lunghi uscito fuori dalle corti del Seicento. Come può salvarti, se sembra persino più gracile di te?
“La pre..go…mi sal…vi…”
La voce è spezzata dalla stanchezza che grava sopra di te come una catena di piombo e le tue parole non hanno il senso profondo che di solito riesci a farvi fluire morbido e delicato quasi guidato da un movimento grazioso delle mani, quelle stesse mani che adesso, rigide e quasi bloccate nei movimenti, tieni tese per chiedere disperatamente aiuto.
“Dovrai darmi la tua anima e lasciar modificare a mio piacimento i poteri di questa pietra verde che hai al collo. Ci stai?”
No. Tutto ma questo no. Normalmente diresti che l’ anima è più importante del corpo, è la vera te stessa, non vale la pena barattarla per la salvezza del corpo perché… Ma tutto questo ora è morto e sepolto, sei quasi in fin di vita e quel che conta adesso è salvarti, non morire così, sotto la pioggia. Quel che sai con certezza è che devi sopravvivere, perché c’è il ragazzo dal viso dorato che è sicuramente vivo e tu in qualche modo sei legata a lui…Non puoi deluderlo. Lui ti sembra una specie di Angelo Salvatore e non puoi abbandonarlo, non si sbatte mica la porta in faccia agli angeli.
Va contro le tue stesse leggi e non rispettarle per te è un sacrilegio.
Ciò nonostante, sei dilaniata tra la scelta delle due risposte, quella positiva e quella negativa.
Non sai che fare.
La tua testa si muove, sembra fare un cenno, poi perdi i sensi.
Tutto intorno a te è il buio più totale ed oscuro e non riesci minimamente a percepire di essere sollevata in aria da una misteriosa aura rossastra che ha in sé un potere maligno e corruttore che si sta insinuando nelle pieghe più profonde del tuo vero io.
***
 
“Yumikoooooooo!”
La voce di questo ragazzo è disperata, grida il nome di una bella ragazza che ha perduto dopo che è stato scaraventato ad Heartland City dal Tibet.
Piove, ma lui, abituato ad affrontare ben altre intemperie a mezze maniche, non ci fa caso.
La sua missione adesso è trovare la sua amata, ma come? Abituato ai villaggi, nelle grandi metropoli si sente perduto… Soprattutto in questa metropoli, che non conosce minimamente e che per lui è così surreale e tecnologica da sembrare uscita da un anime giapponese?
“Dove sono? Ma soprattutto… Dov’è LEI?” è la domanda che gli frulla in testa da più o meno quattro ore. Disperato, anche lui, come la ragazza dai capelli umidicci che in questo momento è in estremo pericolo, ma non può saperlo.
Poi una scintilla.
Nell’ insieme l’ apparizione è da mozzare il fiato.
Sospesa a mezz’ aria, è una specie di donna fantasma dalla pelle di un rosa sfumato con alcune rune violacee sparse qua e là e due occhi color della luna che lo guardano benevoli e incuriositi. I suoi vestiti argentati ondeggiano nel vento con un movimento che lascia ipnotizzati, ha delle gambe lunghe e affusolate e le curve giuste.
L’ essere davanti a lui è una visione celestiale, ne è certo. Così bello che le statue greche al confronto sfigurano.
“Ciao, umano.”saluta lei con una voce flautata che sembra far sparire il suono della pioggia.
“…Umano?”sussurra lui stupefatto. Sicuramente l’ apparizione proviene da un altro modo, ma come fa a sapere che alcuni tra gli abitanti della Terra si chiamano “umani”?
“Io sono Moon e ho bisogno di un grosso favore.”
“Io Tomoya. Scusami ma adesso non posso aiutarti, devo trovare la mia ragazza. L’ ho perduta venendo qui, per così dire.”
“Capisco…Tu non appartieni a quest’ Universo. E neanche lei.”
L’ osservazione lascia il povero tibetano senza fiato. Un barlume di speranza si fa spazio tra la cieca e nera disperazione che gli ha ormai mangiato il cuore e un piacevole tepore lo riscalda contrastando il freddo della pioggia che continua imperterrita a scendere dal cielo.
“Abbiamo una cosa in comune, vedo. Siamo simili. E io posso darti una mano a trovare Yumiko Santoro.”
“Sai dov’è? Ti prego, parla!”interviene in ragazzo con veemenza cercando di afferrare le mani dello spirito. Tentativo vano: l’ essere non è tangibile e le mani dorate di lui attraversano quelle di lei come se fossero gelatina.
“Non proprio, ma so che adesso è in grave pericolo.”
“Allora dobbiamo intervenire immediatamente!”
“Purtroppo non è in mio potere farlo adesso, mi dispiace.”
“E allora che ti ho chiesto aiuto a fare?” La voce di Tomoya esprime sconforto. “Secondo un antico proverbio del mio paese…”
Adesso il tono è leggermente saccente e Moon guarda il ragazzo incuriosita: non sa cosa siano i “proverbi” ma sa benissimo cos’è l’ amore, dato che è a causa di quel sentimento che è scappata dal Mondo Astrale. Quasi le dispiace per quel poverino che adesso si sta strappando i capelli perché non può fare nulla per la sua dolce metà.
Decide di aiutarlo, ma ad un patto.
“Senti, attualmente non sono in grado di aiutarti con le tue questioni amorose, però posso farlo per farti ambientare qui. So bene quali sono i tuoi timori perché anch’ io sono nella tua stessa situazione. Se tu troverai un oggetto per me, io potrò collaborare con te per ritrovare la prima gemella Santoro.”
“Davvero lo farai? Allora sono pronto a fare qualsiasi cosa! Ci sto!”
Tomoya accetta con un sorriso smagliante e con una nuova volontà più ardente che mai.
«Sai cos’è il “Kokoro no Rakuen”?”chiede Moon con un sorriso furbetto allontanandosi, mentre il ragazzo dagli occhi di zaffiro la segue riparandosi sotto le insegne dei vari locali.
***
 
Continua a piovere, ma il ragazzo seduto sul pilone dell' elettricità non sembra preoccuparsene: il temporale ha provocato un black-out totale ed Heartland City è sprofondata in un' enorme voragine buia. Se fosse stato giorno sarebbe stato impossibile non notarlo, dato il vestito giullaresco indaco e di un giallo fluo così acceso che avrebbe potuto illuminare l' intera città a giorno. Persino le scarpe ricordano molto quelle dei Jolly delle carte francesi, mentre il cappello, in tinta con la sua tenuta, è posato su uno dei tanti pilastri di ferro del pilone. I campanelli cuciti alla fine dei due lobi tintinnano piacevolmente nel vento e la gemma indaco a forma di chiave che egli tiene legata alla cintura manda dei bagliori inquietanti.
"Muhammad Ahmed Sahi." annuncia serissima una voce maschile. "Sono tornato."
"L' avevo ben capito, Steph." sorride il ragazzo in indaco stirando le labbra carnose in un sorriso e passandosi la mano scura tra i ricci color caffè. Poi dondola le gambe e ride, osservando l' imperturbabile compagno. Il nuovo arrivato ha bei capelli biondi, lunghi e inanellati, che al momento porta legati in un codino, e un paio di spettacolari occhi grigi.
Anche lui ha una tenuta, ma nelle tonalità del viola, che ricorda vagamente quella di un pittore, bagnata fradicia. Inoltre brandisce un enorme fucile da paintball, che fa sparire in un microsecondo con un gesto della mano.
"Allora, c' era qualcosa di appetibile in giro?"chiede interessato Sahi sedendosi accanto al compagno.
"Nulla di che, sai bene che dei pesciolini ce ne occuperemo in seguito. Dobbiamo dare la precedenza agli squali. E tu? Hai trovato Soggetto X?"è la risposta del biondo, la cui voce, anche nell' interrogativo, è piatta e senza alcuna espressività.
"No, solo mosche nere." ghigna Ricci Color Caffè. Sta per avventarsi addosso al  compagno per fargli il solletico, ma lo blocca un seccato: "Voi due parlate di questioni di massima importanza come se stesse partecipando ad un safari. Ritornate sul Pianeta Terra."
"Bentornato, QB."
"Muhammad, ti sarei grato se smettessi di usare quel ridicolo soprannome. Non capisco proprio questa vostra mania di mettere nomignoli a tutti."
"Capirai che novità! Tu non capisci niente di quel che concerne i terrestri!"
Una sorta di animale, un mix fra un gatto, un coniglio e uno scoiattolo dal corpo bianco con macchie bordeaux e gli occhi "a palla" del medesimo colore, avanza zampettando e scuotendo una coda troppo vaporosa per il corpo gracile. Si siede fra i due ragazzi e dice ventriloquo: "Il mio nome, testone, è Kyubey. Ed io, al contrario di voi, ho trovato qualcuno di interessante. Potrebbe essere una valida compagna di caccia, se la situazione non fosse... diciamo... leggermente complicata con lei."
Con le gambe penzoloni, Muhammad e Stephan, il ragazzo biondo, contemplano dal pilone la città buia sotto la pioggia mentre il vento sferza sui loro volti. Anche le escrescenze inanellate che pendono dalle orecchie di Kyubey ondeggiano spinte dalla tramontana. Lo stesso Incubator abbraccia Heartland City con lo sguardo, ma non è serio come i suoi compagni umani.
È inespressivo, eppure inquietante nella sua inespressività.
Proprio come il suo perenne sorriso.


Angolo dell' Autrice
Wow, okay. Come ho già detto, sono ancora qui e sono tutta agitata! Questo è il cross-over più grande che io abbia mai scritto e spero che vi piaccia!
Credo che questo prologo sia molto "stile Puff", ossia misterioso e confuso... Non ho nulla da dire, tranne che la ragazza di questa storia è l' OC a cui sono più affezionata e alla quale ho fatto vivere più avventure!
Devo alcuni doverosi ringraziamenti a
Feelings, per avermi sempre sostenuta con le parole (e gli scleri in chat LOL) e a Ryoku, fervente ammiratore di Yumiko che non vede l' ora di veder pubblicata questa storia.
Come ultima cosa, vorrei scusarmi fin da ora se gli aggiornamenti sia di questa long sia di "Like a rose thrown into a violent breeze" saranno lenti e irregolari, ma la scuola quasi non lascia respirare! Mi raccomando gente, se passate di qui e la storia vi è piaciuta, lasciate una recensione! E segnalate eventuali errori che alla mia testa bacata sono sfuggiti!
See you!
-Puff 
   
 
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