Serie TV > I pilastri della terra
Segui la storia  |       
Autore: vivix    06/10/2013    2 recensioni
Non avendo ancora deciso quale sarà il titolo della storia, per ora ho inserito quello del film a cui si ispira. Ci troviamo a Kingsbridge, dopo il primo attacco di William, Tom è morto, Jack è diventato un monaco ma Aliena ha ancora la sua fiornete attività e non si è sposata con Alfred. In questo contesto arriverà una forestiera che attirerà l'attenzione dei cittadini, in particolare di Richard...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Compromesso
 
Il mattino seguente, già tutti erano al corrente della rissa tra Beatrice ed Alfred.
Quando la ragazza aveva raccontato l’accaduto ad Aliena, con sua sorpresa, questa era stata dalla sua parte ed era parsa pure piuttosto soddisfatta –sembrava che avesse qualche conto in sospeso col moro- si era soltanto preoccupata che l’attività ne risentisse, ma non fu affatto così. I primi giorni, i curiosi si aggirarono nei pressi della bottega, tenendosi però a debita distanza. Guardavano l’italiana, alcuni con timore, altri con ammirazione o sdegno. In quei momenti, Bea avrebbe voluto tornare alla sera prima e cancellare ciò che era avvenuto, ma poi pensava che se quelle occhiate erano il prezzo da pagare perché nessuno più la importunasse, allora sarebbe stata felice di sopportarle. Col passare del tempo, i pettegoli presero coraggio e anziché aggirarsi come ladri intorno al negozio, entravano, fingevano di essere interessati alle lane mentre, invece, la studiavano di sottecchi e dopo un po’, uscivano con un pacchetto sottobraccio, tanto per non sembrare scortesi. James, che quella sera non era presente, era venuto a sapere tutto dagli avventori della locanda ed era corso da Bea per maggiori dettagli. La ragazza aveva provato a soffocare la curiosità del bimbo restando sul vago, ma non c’era stato verso e alla fine aveva dovuto vuotare il sacco. James era rimasto estasiato dal fatto che fosse riuscita ad avere la meglio su un uomo e a nulla valsero le parole di Bea, che aveva tentato invano di fargli capire che si era trattato solo di fortuna, che se Alfred non fosse stato ubriaco fradicio, non avrebbe avuto gioco così facile. Proprio dal bambino era venuta a sapere che Alfred aveva colorato la vicenda a modo suo: era stata Beatrice che, senza alcun motivo, lo aveva aggredito e lui, che era un galantuomo, non aveva reagito –non avrebbe potuto far del male ad una donna nemmeno con un fiore- così si era lasciato picchiare. Quando James le raccontò la balla, andò su tutte le furie e sarebbe andata dritto dall’aggressore se Lorenzo non l’avesse fermata. Per fortuna, il bimbo era dalla sua parte e da quel momento si impegnò a raccontare a tutti la verità.
Martha, che era amica di Bea e James, non sapeva a chi credere. Si era ritrovata a casa il fratello infuriato e con la faccia sanguinante e lì per lì aveva creduto alla sua versione dei fatti ma già il mattino seguente, aveva non pochi dubbi. Ad ogni modo, non si fece vedere per un po’ all’emporio di Aliena e quando Bea l’incrociava per caso per strada, la bimba fissava la punta delle scarpe e fingeva di non vederla.
Non ci volle molto perché iniziassero a girare voci d’ogni tipo su Bea. C’era chi diceva che era un uomo travestito da donna perché aveva disertato, altri raccontavano che fosse affetta da un morbo gravissimo che faceva comportare le femmine come maschi; infine, c’era perfino chi sosteneva che fosse una strega sfuggita all’Inquisizione italiana. I monaci iniziarono a ronzarle intorno come le api fanno coi fiori, per verificare che se si trattasse soltanto di dicerie o meno e la ragazza fu costretta a lasciare Kingsbridge.
 
-Ti ripeto che non ho nessuna voglia di andarmene!- protestò un pomeriggio.
-E io invece ti ripeto che devi farlo.- controbatté Lorenzo, il viso paonazzo.
-Non ho fatto nulla di male!Se fossi stata un uomo tutto questo non sarebbe successo.-
-Ma tu non sei un uomo, sei una donna e che ti piaccia o no, le cose sono diverse!-
Bea incrociò le braccia al petto e si voltò verso la finestra, per impedire che il biondo le vedesse gli occhi affollati di lacrime. Lo udì fare alcuni respiri profondi, sentì la sua mano sulla spalla e quando parlò, il suo tono era calmo.
-Sarà soltanto finché non si calmano le acque e non sarai da sola: andrai a stare dalla mamma di Jack.-
Si strappò le lacrime dagli occhi, con foga. Non la disturbava tanto il fatto di doversene andare, quanto piuttosto che tutto ciò fosse successo soltanto a causa del suo sesso. Ma Lorenzo aveva ragione e a lei non restava che seguire l’idea del monaco dai capelli rossi. Fece un sospiro, sconfitta. –Preparo le mie cose.-
 
Partì dal villaggio con solo una bisaccia, a metà del giorno così nessuno notò il suo allontanamento. Jack l’accompagnò nel bosco lì vicino, in un punto più nascosto degli altri.
-Su, non fare quella faccia.- le disse mentre la guidava tra gli alberi spogli.
-Non sto facendo nessuna faccia.- rispose innervosita, inerpicandosi su un cumulo di terra.
-Sì, invece.- insisté l’altro, la voce affaticata. Per via della tunica, si stava stancando il doppio.
Fece un gesto stizzito con la mano. –E’ solo che tutto questo mi fa rabbia.-
-Lo so, hai ragione, ma non preoccuparti.- la guidò verso le pendici della collina alla loro destra. -Parlerò col priore Philip; vedrai, tra qualche giorno tutto tornerà come prima. Nel frattempo, avrai buona compagnia.- disse, indicandole l’ingresso di una caverna. Sulla soglia, seduta a terra a gambe incrociate, c’era una donna: Ellen. Beatrice l’aveva già vista altre volte a Kingsbridge mentre parlava con Aliena o Jack, ma non si era mai soffermata molto sulla sua figura e quella fu la prima volta che la studiò attentamente. La madre del monaco aveva il viso selvaggio, incorniciato da lunghi capelli ribelli, tra i quali si intravedevano trecce; portava un vestito femminile ma logoro e strappato in più punti; i piedi, erano nudi. Nel vederli, la donna si alzò e abbracciò il figlio.
-E’ bello rivederti.-
-Anche per me, madre.-
Bea li osservò per alcuni secondi. L’invidiava profondamente. Lei nemmeno lo ricordava il viso di sua mamma.
Dopo poco i due si staccarono.
-Ciao, Beatrice. Jack mi ha detto ciò che è successo. Sei la benvenuta qui e mi congratulo per il tuo comportamento. Era ora che qualcuno le suonasse di santa ragione ad Alfred!-
Non riuscì a trattenere un sorriso: a quanto pareva, Aliena non era l’unica di quell’idea. Il fatto che quelle persone fossero d’accordo con lei la faceva sentire meno insicura.
Ellen li invitò ad entrare nella sua modestissima dimora: era una semplice caverna, con gli angoli occupati da stracci, carne secca, borracce e poco atro. L’arredamento era pari a zero: non una mensola né un tavolo. Jack stette con loro gran parte del pomeriggio, ma verso sera dovette lasciarle.
-Ci sarà una messa tra poco e il priore vuole che vi partecipi.- spiegò.
La madre storse la bocca, profondamente contrariata. –Per quanto mi riguarda puoi anche non mettere più piede in quell’odiosa chiesa.-
Il monaco le lanciò uno sguardo accondiscendente. –Madre, ho fatto la mia scelta. E poi, non è così male come credete.-
L’altra scosse la testa. –Fa un po’ come ti pare, ma sappi che ci sarà sempre un posto per te qui.-
Si abbracciarono di nuovo, poi le due donne rimasero a guardare il ragazzo dai capelli rossi finché la sua sagoma non scomparve tra le prime ombre della sera.
Quella mattina Ellen era andata a caccia perciò toccò loro soltanto scuoiare i conigli, sviscerarli e cuocerli. A Beatrice non piaceva particolarmente sventrare quei poveri animaletti paffuti, ma quei movimenti le portavano alla mente i giorni passati a viaggiare con Lorenzo. Ormai, sembravano appartenere ad un’altra vita. Quella sera non parlarono molto: la ragazza sentiva il bisogno di stare un po’ da sola e la madre del monaco rispettò il suo silenzio. In quel momento Bea intuì che sarebbero andate d’accordo.
Il giorno dopo si svegliò completamente ammaccata: non era più abituata a dormire su un semplice giaciglio e quando le scappò un lamento, la donna rise.
-Non tutti vivono con tutte le comodità.- le disse.
-Non è niente.- mentì –Ho già vissuto così altre volte.- chiarì in fretta: non voleva che Ellen pensasse che fosse una di quelle ragazze viziate che sanno abitare solo tra la bambagia.
-Meglio così, perché dobbiamo catturare qualche animale da mettere sotto i denti.-
-Ho lasciato l’acro al villaggio.- si scusò –Con me ho solo la spada.-
La mamma di Jack si strinse nelle spalle. –Non è necessario. Basterà piazzare qualche trappola. Certo, con un’arma del genere avremmo fatto sicuramente prima, ma il tempo qui, è l’unica cosa che non manca.-
-Quando eravamo piccoli, Lore ed io facevamo delle trappole per conigli.- ricordò ad alta voce.  –Ma era una noia mortale. Bisognava aspettare un sacco di tempo.-
Quella fece ancora spallucce. –Vieni.-
Beatrice la seguì fuori dalla caverna, tra gli alberi. Insieme iniziarono a cercare dei rametti che potessero andar bene, poi li legarono con dello spago che aveva portato la donna. L’altra estremità del filo la legarono ad un pezzetto di formaggio.
-Credevo che i conigli fossero erbivori.- osservò.
-Infatti. Questo- le indicò il pezzetto giallo –serve soltanto per attirarli.-
Posizionarono il tutto su un mucchietto di terra rialzato, si nascosero tra l’erba alta, e attesero.
Beatrice cercò di ingannare il tempo contando le nuvole, ma il cielo era completamente oscurato da un’unica grande  tenda grigiastra.
Sospirò silenziosamente. –Probabilmente pioverà anche oggi.-
Ellen non alzò nemmeno lo sguardo. –Sì.-
La ragazza si strinse le braccia al petto e poggiò il mento sulle ginocchia. Non poteva fare a meno di pensare al motivo per cui era lì. Stupide dicerie, si ripeteva, eppure, la tormentavano nel profondo. Dopo un lungo silenzio, sussurrò:-Credi che abbiano ragione?-
L’altra le lanciò un’occhiata. –Chi?- domandò, ma Bea sentì che in realtà aveva capito.
-La gente di Kingsbridege. Quelle cose che dicono…-
-No.- fece quella, laconica.
-Però non c’è nessuno come me… forse è come dicono loro. Sono strana…-
-Sei solo diversa. Al contrario di quello che vogliono far credere, non c’è nulla di male nella diversità.-
-Nessuno veste come me.- le fece notare –Nemmeno tu!-
La madre di Jack alzò un sopracciglio e la ragazza si affrettò  a spiegarsi. –Sei la persona più simile a me che abbia mai incontrato, eppure neanche tu indossi le braghe.-
-Quindi, cosa pensi?-
-Forse… - la sua voce era poco più che un sussurro -forse hanno ragione. Sono malata…?-
In quel momento due grossi conigli uscirono silenziosi dall’erba ed entrambe si misero sull’attenti. Gli animali annusarono l’aria, insicuri. Uno dei due fece qualche passo avanti, ma poi tornò indietro.
Bea pensò che se avesse avuto con sé l’acro, adesso li avrebbero già presi.
L’altro coniglio saltellò verso il formaggio, seguito, dopo qualche secondo, dal compagno. Annusarono l’esca. Il più temerario la tirò verso di sé e la trappola scattò. Le due donne corsero ad agguantare il bottino di quella mattina. Mentre Ellen affondava il pugnale nel corpo del più piccolo, disse:-Non lasciarti ingannare dalle maldicenze di quei bigotti.-
Uno dei due animali lo mangiarono a pranzo, l’altro lo conservarono per la sera. Nel pomeriggio iniziarono a cadere grosse gocce di pioggia e non poterono uscire. Ellen notò la sua insofferenza e tentò di distrarla con qualche chiacchiera.
-Mi è sembrato di capire che il priore non vede molto di buon occhio nemmeno te.-
La ragazza fece un sorriso storto. –Infatti. A parte per gli ovvi motivi,- si indicò da capo a piede –non vado mai in chiesa.- ci pensò su un attimo –Anzi, ci vado, ma solo per ammirare le sue mura. Mi piace come sta venendo ma dalla funzione più sto lontano e meglio è.-
La donna ridacchiò. –Come mai?-
Bea si voltò verso l’entrata della grotta, dove l’acqua rendeva fangosa la terra. –Mia madre è stata bruciata viva dall’Inquisizione poco dopo che sono nata.- confessò d’un fiato.
Dopo un attimo di silenzio, l’altra disse:-Anche il padre di Jack.-
Sollevò le sopracciglia. –Sul serio?Non lo sapevo.-
Quella annuì e con frasi secche e brevi, le raccontò la sua storia.
 
Piovve quasi ininterrottamente per due settimane. Anche una sera, mentre erano al lavoro per cucinare il coniglio rimasto da quella mattina, ancora pioveva. La poca luce che illuminava la foresta quel pomeriggio era scomparsa, lasciando solo ombre scure. Bea stava spellando la bestiolina con un coltellaccio che le aveva prestato Ellen, quando le sembrò d’intravedere un’ombra più scura delle altre. Si bloccò, attirando l’attenzione della donna.
-Che c’è?-
-Mi è sembrato di vedere..- si zittì perché il movimento che aveva catturato la sua attenzione si ripeté, più vicino questa volta. Impugnò più saldamente il manico di legno della lama.
-Madre.-
Tirarono entrambe un sospiro di sollievo nel riconoscere la voce di Jack.
Ellen si avvicinò all’ingresso della grotta. –Chi c’è con te?-
Ormai potevano ben distinguere le due sagome che si avvicinavano: due uomini incappucciati, uno più alto e grosso dell’altro.
-Il priore Philip.-
La tensione che aveva abbandonato Bea pochi secondi fa tornò ad invaderla. Finalmente quello stupido monaco era arrivato. Quale decisione aveva preso?
I due entrarono nell’antro e si abbassarono i cappucci scuri.
Bea strinse i pugni. Non poteva aspettare ancora. Andò dritta al punto. –Allora?-
Il viso del priore si fece ancor più serio del solito e la ragazza non riuscì a trattenersi. –Non crederà mica a quello che dicono..-iniziò infuocata, ma quello alzò una mano.
-No.- rispose, calmo –Non ci credo.-
Bea stava per riprendere la parola ma quello la fermò di nuovo. –Tuttavia. Anche se al momento le voci si sono calmate, se torni al villaggio senza che le cose cambino, in poco tempo la situazione tornerà come prima, anzi potrebbe pure peggiorare.-
-Quindi?- perché quell’uomo non andava dritto al punto?!
-Perciò ti darò la possibilità di tornare a Kingsbridge a patto che entro un mese sposi un uomo.-
Ci mise alcuni istanti per capire il significato di quelle parole. –Cosa?!-
Il viso dell’altro non fece una piega. –Hai sentito benissimo. Non dovrebbe essere un grosso problema: mi sembrava d’aver capito che le cose tra te e Richard volgessero in quella direzione.-
Si sentì arrossire violentemente e sperò che l’oscurità nascondesse il colorito improvvisamente acceso. In quella direzione?!Lei non ci aveva mai neppure pensato!
-Sono mesi che non riceviamo sue notizie.- si rincuorò nel sentire che la voce era decisa.
-Sono sicuro che tornerà.-
-E se non fosse così?- il solo pensiero la terrorizzava, ma si trattava di una possibilità. Nemmeno troppo remota, in fondo.
-Un qualsiasi altro uomo del villaggio andrà bene.-
-Non..- iniziò, ma ancora una volta quello l’interruppe.
-Questa è la mia proposta. E non è trattabile.- così dicendo, si alzò il cappuccio sulla testa rasata ed uscì tra la pioggia. Jack rivolse loro uno sguardo di scuse, poi lo seguì, lasciandole nell’aria immobile della spelonca.
Quella notte Beatrice non fece altro che pensare alle parole del monaco. La condizione che le aveva imposto le faceva una tale rabbia!Non era giusto!
Odiava i ricatti, non le erano mai piaciuti e non si sarebbe sottomessa nemmeno quella volta. Dopo averci pensato a lungo, decise che sarebbe tornata a Kingsbridge e non avrebbe sposato proprio nessuno, in barba alle parole del priore!Se non gli stava bene, allora passato un mese sarebbe partita. Anche se le faceva male il pensiero di lasciare quel posto, più di quanto fosse disposta ad ammettere. In fondo si trovava bene con Aliena, Jack, James, Ellen… Richard. L’ idea di lasciare la cittadina senza nemmeno salutarlo era intollerabile, ma il suo orgoglio le impediva di sottostare alle costrizioni di Philip.
Tornò a casa della mercante e si stabilizzò nuovamente lì, decisa ad approfittare dei giorni che le rimanevano. Le voci su di lei si erano ridotte e sperava di potersi godere quelle giornate in tranquillità, ma una mattina le toccò una sorpresa inaspettata.
Aliena era sparita da vari minuti e lei e Lorenzo ne avevano approfittato per una delle loro battaglie all’ultimo colpo di vernice. Beatrice si stava asciugando dal colorante azzurro, quando una voce tremendamente familiare le arrivò alle orecchie.
-Quando il gatto non c’è i topi ballano, eh?-


Spazio autore
Avevo sperato di metterci meno per stendere questo nuovo cappy... ovviamente mi sbagliavo xD
Mi scuco con tutti i lettori, vi prego d'essere pazienti =)
A presto (spero),
Vivix
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I pilastri della terra / Vai alla pagina dell'autore: vivix