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Autore: Fun_for_life_    07/10/2013    2 recensioni
La mia vita era perfetta, o almeno così credevo, finchè poi un giorno qualcosa cambiò.. eravamo rimasti solo in quattro, io, i miei migliori amici, e la musica dei Fun. a rendermi la vita migliore.
Stavo per partire per New York, il mio migliore amico mi aveva comprato dei biglietti per il concerto dei Fun., e quella sera successe qualcosa che cambiò la mia vita per sempre.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andrew Dost, Jack Antonoff, Nate Ruess, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hei ciao.." evitai di dire il suo nome, non volevo che Nate sapesse fosse lui.

"Va tutto bene? Hai un'aria strana.."

"Si, va tutto bene tranquillo" feci un sorriso, uno finto, come se dall'altra parte della cornetta potesse vederlo.

"Va bene.. comunque mi era mancata la tua voce, mi manchi tu, il tuo sorriso, tutto.."

"Sono partita da solo un giorno!" dissi ridendo.

"E mi sembra essere passato un mese..dobbiamo rivederci"
"Beh non credo sia possibile, non ora almeno.."

"Io credo di si invece! Tra poco partiremo anche noi per un tour, e magari ci incontreremo in una stessa meta insieme! E poi sono certo che ci vedremo presto, molto presto" mi sentivo strana, ero contenta all'idea che lo avrei rivisto. Strano.

"Davvero?? Sono molto contenta!!"

"Mi fa piacere, adoro il tuo sorriso, e ora ti sto immaginando sorridere..sei splendida"
"Beh..grazie.." notai Nate che si stritolava una mano, era quasi diventata viola, appena la vidi, mi avvicinai e la presi, la poggiai sulla mia coscia e la accarezzai, poi lo guardai in segno di rimprovero. Lui mi guardò sorpreso. Poi iniziò a fare piccoli cerchi sulla gamba, accarezzandola. Ripresi a riconcentrarmi sulla telefonata.

"Syria, sei con Nate..?" Niall era diventato più distaccato.

"Si, siamo in macchina, stiamo andando dagli altri membri del gruppo, dobbiamo iniziare a prepararci per il concerto di stasera!! Sono così emozionata!!"

"Ora si che ti riconosco! Ora si che mi piaci! No scherzo... tu mi piaci sempre" non mi aspettavo di sentire una cosa del genere.

"Sei davvero dolcissimo!" era difficile pensare a cosa dire, davvero difficile, non volevo dire qualcosa che potesse fraintendere o che potesse illuderlo, in fondo mi stavo affezionando, gli stavo volendo bene, e ogni volta che il suo tempismo era così perfetto, non sapevo più se fosse solo semplice amicizia. Ero talmente confusa, talmente tanto da non sapere se fosse la mia mente o il mio cuore a parlarmi di Niall, ma una cosa era certa, dentro di me era in atto una guerra tra Nate e lui. Mi sentivo così sbagliata, mi facevo ribrezzo da sola, avevo sempre pensato che non esistesse dover scegliere tra due persone, mi sentivo a pezzi all'idea di far stare male qualcuno per colpa mia.

"Scusa cuore ora devo andare, i ragazzi mi chiamano"

"Va bene, ci sentiamo presto, ciao Niall!" non appena mi resi conto di aver pronunciato quel nome, guardai Nate, stava fissando il mio cellulare in modo molto strano, i suoi occhi mi facevano paura. Sembrava senza vita, era rimasto impietrito, quasi come se gli avessi dato la notizia più brutta che potesse ricevere. Tolse bruscamente la mano dalla mia gamba. Non prestai attenzione a ciò che disse Niall e riattaccai, senza staccargli gli occhi di dosso.

"Nate, va tutto bene?"
"No, niente affatto" mi avvicinai per cercare di toccargli la mano, non appena la sfiorai lui la spostò bruscamente. "Non toccarmi" aggiunse, quelle parole mi spezzarono il cuore.

"Ho semplicemente risposto al cellulare, non ho fatto niente di male" iniziai ad essere fredda anche io, non mi meritavo di essere trattata in quel modo.

"Syria ma cosa credi che sia, un gioco? Beh sappi che una pedina si sta stancando di giocare, potrebbe lasciare il gioco" lo guardai incredula, lui mi guardò quasi come fosse tutta colpa mia.

"Scappa, scappa pure come sempre, io non ti fermerò" ottimo, ora era entrato in gioco anche l'orgoglio, la vedevo davvero dura.

"Significo così poco per te io? Non ti importa che io possa rinunciare a te?"

"Si mi importa, ma non posso obbligarti, evidentemente se non vuoi nemmeno più lottare per me, se non vuoi nemmeno più rimediare al danno che tu hai causato, beh, vuol dire che sei tu quello che non ci tiene più di tanto"

"Io non ce la faccio più, non so più come dimostrarti che farei qualsiasi cosa per te..e tu mi respingi ogni volta"
"La fiducia non è una cosa che si compra, per riacquistarla ci vuole tempo, e non sta a me decidere quanto tempo è necessario"

"Se è solo questo il problema, perchè ti stai sentendo con Niall? Perchè non lo lasci? Prima stavamo per baciarci, e tu non hai fatto niente per opporti, a che gioco stai giocando?"
"Non sto facendo nessun gioco, so perfettamente che questa è una cosa seria, io non gioco con i sentimenti degli altri, io mi preoccupo per le persone, sto male quando qualcuno sta male per me, a differenza di qualcuno"
"Spero tu stia scherzando, sai perfettamente quanto sono stato male per ciò che ho fatto, e non puoi negarlo"
"Si lo so, ma questo non vuole assolutamente dire che io possa far finta di niente per questo" mi vennero in mente tante cose, mi venne in mente mio padre, mi venne in mente Niall che senza avermi fatto niente di male, era triste per colpa mia, e mia madre, che sentiva la mia mancanza e stava male, era un insieme di cose troppo grande, e una lacrima dopo l'altra mi ricordarono che io non ero abbastanza forte.

"Perchè piangi? Non ho fatto niente di male!" disse seccato. Io stavo iniziando ad essere stanca di questa situazione, iniziavo a non reggerla più, e il suo tono di voce aveva dato il colpo di grazia.

"Non piango per te, non sei il centro del mondo, fattene una ragione superstar!" eravamo arrivati. Tempismo perfetto, appena terminai quella frase uscii dall'auto, mi sentivo soddisfatta per aver tenuto testa a Nate e aver fatto la mia uscita di scena. Ignorai tutto ciò che era successo in macchina, mi diressi nella nostra stanza d'albergo, ma mi dovetti fermare, Nate aveva la chiave. Aspettai per un po' dietro la porta, e come immaginavo, mi aveva seguita. Eccolo che sbucava dal corridoio. Mi spostai dalla porta per permettergli di aprire. Aprì e io sgattaiolai dentro. Lui mi seguì a ruota. Era fermo all'ingresso, mi fissava andare avanti e indietro, prendere una bottiglia d'acqua, berla, poi prendere dei vestiti, insomma, guardava tutto ciò che facevo.

"Syria senti.. volevo dire che.." lo interruppi.
"Non c'è bisogno che tu dica niente"

"Ma se tu mi lasciassi parlare.." lo interruppi nuovamente.
"No, davvero, non ce n'è bisogno" non sapevo esattamente se lo interrompevo perchè non volevo sentirlo parlare, o perchè sapevo che non avrei saputo più che rispondere.

"Se tu usassi tutta questa determinazione e questo coraggio per amarmi, potremmo essere finalmente felici, insieme, perchè io amo te, e tu ami me"
"Che ne sai tu di cosa provo io?"

"Io lo so,lo so da quello che vedo, lo so perchè quando ti stavo per baciare, tu eri in pace con te stessa in quel momento, non puoi negarlo"

"Io so solo che.." mi interruppe lui questa volta.

"Adesso basta" mi rispose, e con fare deciso venne verso di me, notavo un'energia particolare, era sicuro di ciò che stava per fare. Mi prese dalle spalle e mi buttò sul letto, poi si stese su di me e mi diede un bacio, uno forte, un bacio che era stato desiderato e represso troppe volte, la sua lingua si dimenava come se non ci fosse stato un domani. Mi mise una mano tra i capelli, e l'altra mi scese lungo il braccio fino ad incontrare la mia mano. Le intrecciò e la strinse, implicando un disperato segno di affetto.

 

P.O.V. Nate

Non potevo più resistere a quella ragazza. La sua testardaggine, la sua determinazione, la sua energia scaturivano in me un desiderio irrefrenabile, non potevo più aspettare, non volevo più aspettare, volevo poter essere di nuovo sicuro di essere la fonte dei suoi sorrisi, e non la causa dei suoi pianti. Mentre la baciavo la mia lingua, dopo essersi fatta strada nella sua bocca, sembrava aver intrapreso una vita tutta sua, le nostre mani erano intrecciate, non si poteva più distinguere la mia dalla sua, erano diventate una cosa sola. I suoi capelli erano così morbidi, così soffici distesi sul materasso mentre la mia mano si perdeva in quella massa ovattosa. Avevo avuto troppo bisogno di lei, in tutti i sensi, non solo i suoi baci e lei fisicamente, ma proprio del suo carattere ostinato ma allo stesso tempo così dolce, avevo la necessità del suo affetto, l'unica cosa che potesse darmi la pace interiore. Sentivo la sua mano fare forza sul mio petto, stava cercando di spingermi via, ma non potevo accettarlo, non ne avevo ancora avuto abbastanza, i suoi baci erano diventati la mia droga, ne volevo sempre di più. Ero certo che anche lei, nonostante fosse troppo orgogliosa per ammetterlo e stesse cercando di allontanarmi, desiderasse quel bacio, anche lei, ne aveva bisogno. Mi staccai dalle sue labbra. Il nostro respiro era affannoso. Come se qualcosa ci stesse consumando. Volevo poter leggere nei suoi pensieri in quel momento, poter leggere i suoi occhi era una cosa a dir poco impossibile, così scuri erano peggio di due fortezze impenetrabili, forse era proprio per quello che trovavo i suoi occhi così meravigliosamente misteriosi. Lei si alzò dal letto, senza dire nè fare niente, dirigendosi verso il bagno. Io rimasi seduto lì, quasi come se ormai, non avessi più nulla da fare se non stare con lei. Sentii dei rumori, stava aprendo degli stipi, e quando il rumore cessò, aprì la porta del bagno, prese i vestiti che aveva deciso di mettere al concerto, e uscì dalla stanza. Mi aveva completamente ignorato, non mi aveva nemmeno guardato, quasi come se non esistessi, non poteva farmi questo, non dopo quel bacio. La seguii, aprii la porta e lei aveva appena girato l'angolo del corridoio, chiusi la porta e la raggiunsi, la chiamavo ma lei non si fermava. Corsi per raggiungerla, le presi una mano e lei si girò verso di me, il modo in cui mi guardava, i suoi occhi, non sapevo cosa aspettarmi.

"Non puoi dirmi che quel bacio non ha significato niente per te" ero deciso, volevo sapere.
"Non ti dirò nulla del genere"
"Perchè?"
"Ti accorgeresti che mento" la felicità, legata al sollievo, si fecero spazio nel mio cuore.

"E allora perchè sei scappata così?"
"Perchè ho bisogno di pensare, ho bisogno di tempo"
"Ma di tempo per cosa?! Ci amiamo, cosa altro c'è da capire?!"

"Nate non so che idea ti sia fatto tu di me, io sono quel tipo di ragazza che si fa più problemi di un libro di matematica,quella ragazza più lunatica delle altre, quella ragazza che non è facile da capire , non è facile da amare, quella ragazza che non si lascia andare, quella ragazza che tiene tutto dentro, solo io posso sapere cosa ho dentro, solo io e nessun altro, non sai cosa ho provato quando Rachel mi ha sussurrato all'orecchio che tu le mancavi già, poi ti ha chiamato amore..io non cerco le tue scuse, non pretendo niente da te, chiedo solo un po' di tempo per me, chiedo troppo?? Devo capire se.." si bloccò di colpo, smise di parlare come se avesse terminato la frase, ma cosa voleva dirmi? Perchè non terminava la frase?

"Se...?"
"Non posso dirtelo, non vorrei farti stare ancora più male, non vorrei che tu pensassi che io la vedo come un gioco, perchè non è così.."
"Syria io voglio solo aiutarti a capire, voglio solo poter abbattere questo dannato muro.. perchè non me lo permetti?"
"Perchè nessuno può aiutarmi, nessuno può..è una cosa che devo risolvere io, da sola, se avrò qualcosa da chiederti lo farò senza problemi, ma per ora, devi solo lasciarmi del tempo.." mi si spezzava il cuore a vederla così fragile, e io, io non potevo fare niente.

"Io ti chiedo solo di parlarne, parlare come se non avessimo peli sulla lingua, vorrei capire qual è il problema, magari potrei aiutarti togliere dei dubbi"

 

P.O.V. Syria

Perchè non accettava il fatto che io non ne volessi parlare con lui? Non potevo farlo, come avrei potuto dirgli quale fosse il problema? Come facevo a dirgli che stavo iniziando davvero a credere che il perfetto tempismo di Niall non fosse più una semplice coincidenza? Non avrebbe capito, avrebbe pensato che io ero il tipo di ragazza alla quale la popolarità aveva montato la testa ma non era così. Non lo era affatto.

"Non posso parlane con te.." mi tremava la voce,supplicavo la sua comprensione,che però non arrivò.

"Perchè non con me? Cosa ho io che non va?"
"Niente, tu non hai assolutamente che non va.." non potevo reggere ancora, stavo per scoppiare ma non dovevo. Sentii dei passi venire verso di noi.

"Siete qui! Vi ho cercati per tutto l'albergo!" Andrew ci aveva trovati.

"Eravamo qui.." risposi, notando il volto seccato di Nate rivolto all'amico.

"Spero di non aver interrotto niente, ma dobbiamo andare, dobbiamo prepararci, dobbiamo fare le prove, siamo in ritardo sulla tabella di marcia.."
"Hai ragione.. dacci un minuto e veniamo subito.." disse Nate cercando di estrapolare altre risposte da me.

"Va bene, ma non fate troppo tardi.." si girò e se ne andò dallo stesso punto da dove era venuto.

"Nate ti prometto che ne parleremo stasera, ma ora andiamo, si sta spegnendo il mio entusiasmo per il concerto di stasera.. ora voglio concentrarmi su quello, tu probabilmente sarai abituato, ma io no, ho un ansia che mi sta divorando dentro.." lui guardò a terra.

"Rispondi solo ad un'ultima domanda.. tu pensi che un giorno potremmo tornare insieme..?" mi resi conto che con quella domanda si era messo completamente in gioco, aveva abbassato completamente la guardia, incurante del fatto che potrebbe essere stato colpito, e quel colpo non sarebbe stato affatto indifferente. Tirai un sospiro.

"Non lo so, so solo che tu sei davvero importante per me.. ne parleremo meglio stasera,dopo il concerto, ma ora andiamo, facciamo finta di essere due migliori amici che si tuffano nella loro più grande avventura, insieme, al diavolo i problemi e i brutti pensieri, questo è il nostro momento, allora che ne dici?" cercai di cancellare tutto ciò che ci eravamo detti fin'ora con un semplice sorriso, e sembrò funzionare.

"Si hai ragione" iniziai ad incamminarmi, feci solo un passo avanti, poi mi voltai e gli porsi la mano per andare, lui la prese, mi tirò verso di se, e mi diede un bacio. "Ora possiamo andare" disse sorridendo. Avrei preferito che quel bacio non ci fosse stato, non che non avessi voglia di farlo, ma non era il momento giusto, ero troppo confusa, però se serviva a farlo sentire meglio, per ma andava bene. Scendemmo le scale di corsa, saltando da una parte all'altra, l'emozione si stava facendo sentire. Appena arrivammo giù, mi ritrovai davanti uno squadrone di ragazze che erano pronte ad aiutarmi se ne avessi avuto bisogno. Io feci vedere alla costumista ciò che avevo pensato di mettere, e lei mi aggiunse dei leggins bucati, tutti colorati, sembravano a pois,che si intonavano con la maglietta, dei guanti senza dita e ai piedi non potevano mancare le mie fedeli All Star. Quando mi ero vestita Nate mi venne a chiamare per andare a fare il riscaldamento vocale. Ci mettemmo davanti ad un immenso specchio che troneggiava nel centro della parete principale della stanza. Lui mi fece una nota, e mi disse di ripeterla, non appena ci provai, uscì la cosa più stonata che avessi mai sentito, la mia voce tremava davvero tanto. Lui mi guardò, mi abbracciò e mi disse di stare tranquilla, presi un bel respiro e ci riprovai, era perfetta. Andammo avanti facendo note sempre più alte, provammo talmente tanto che credevo sarei rimasta senza voce. Finite le prove e tutti i preparativi, mancava davvero poco, mi affacciai e vidi lo stadio pieno di persone, mi rividi in quelle ragazze, avevo davvero paura di svegliarmi da un momento all'altro.

Io come rituale, avevo l'abitudine di abbracciare tutte le persone a cui volevo bene prima di fare qualsiasi cosa d'importante. Non persi tempo, il primo che abbracciai fu Andrew, lui mi strinse.

"Andrà benissimo, tranquilla" sorrisi,andai a cercare Jack, e feci lo stesso.

"Tranquilla, sarai grandiosa!" mi rassicurò, io sorrisi anche a lui e andai a cercare gli altri. Emily e Nattie furono tanto dolci, Will era un po' contrario ma poi mi abbracciò più forte degli altri. Mancava solo Nate, non riuscivo a trovarlo. Alla fine lo trovai ancora nella stanza delle prove, ancora davanti allo specchio.

"Che ci fai ancora qui?" dissi entrando nella stanza.

"Stavo vedendo come mi sembra vuoto questo specchio senza te al mio fianco" io sorrisi.

"Ci sono sempre"

"Non parlavo in veste di amica.."
"Non riesci proprio a far finta che non ci sia niente, solo per qualche ora?"

"No, potrei se non dovessi fingere anche al di fuori dell'ambito del lavoro, mi manchi troppo, vorrei poterti baciare quando voglio, vorrei ancora quei tuoi baci inaspettati, vorrei che tornasse tutto come prima"

"Nate ho detto che ci vorrà solo del tempo, so che è difficile, ma non pensarci, pensa che fuori c'è una platea di persone che ci aspetta, focalizzati su questo ora"
"Dimmi solo che mi ami ancora, e io potrò stare tranquillo"
"Non posso dirtelo, perchè non ne sono più sicura, mi dispiace, ma se ti fa sentire meglio, ormai non posso fare a meno di starti vicino"

"Bene perchè non voglio che tu debba stare lontana da me ancora" gli sorrisi, lui sapeva del mio rituale e si preparò a ricevere un mio abbraccio che non tardò ad arrivare. Mi diede un bacio sulla fronte, e arrivò Jack a dirci che era arrivato il momento di entrare in scena.

"Andiamo" disse porgendomi lo mano regalandomi un dolce sorriso rassicurante. Uscirono tutti, mancavamo solo io e Nate. Poco prima di raggiungere anche lui gli altri, mi diede un bacio sulla fronte e mi fece l'occhiolino. Appena si fece vedere, la marea di persone si fece sentire, intonando delle urla potentissime. Sentii Nate iniziare a parlare.

"Ciao Vancouver!!" sentivo la sua energia, ora si che lo riconoscevo. "Sembrerebbe che manchi qualcuno qui sul palco con me!" disse uscendo la lingua, ed ecco che si scatenavano di nuovo. "Si è unita a noi da poco, ma è già entrata a fare parte delle nostre vite, la facciamo uscire?" Sentii un energico "Si!!" provenire da quelle persone. Lui corse verso di me e, prendendomi per mano, mi portò fuori con se. Io diventai bordò, mi mancava il fiato, ero più agitata della prima volta perchè questa volta quelle persone si aspettavano qualcosa da me, erano lì per sentire cantare anche me, non come la prima volta. Appena arrivai alla punta del palco, da dove vedevo bene quante persone ci fossero, chiusi gli occhi, mi sentivo importante, per la prima volta.

"Buona sera Vancouver!" urlai cercando di essere il più rilassata possibile. Non mi sembrava ancora vero, ero lì, con i Fun., poggiai il microfono al petto, e mi resi conto che si sentiva,amplificato attraverso le casse, il battito accelerato del mio cuore. Sentii partire la base della canzone, ero pronta per cantare.

"Che il divertimento abbia inizio" dissi sorridendo ai membri del gruppo.






Salve a tutti! Il rapporto tra i nostri protagonisti sta prendendo una brutta piega, però Niall è troppo "preciso" (se così si può dire) e sta riuscendo a crearsi un posticino nel cuore di Syria.. Volevo ringraziare di cuore chi recensisce la mia storia, ogni volta che leggo le vostre recensioni sono davvero felice, grazie di cuore! vi adoro!!! <3 alla prossima! :D



 

  
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