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Autore: my mind    07/10/2013    6 recensioni
Cosa succede se una ragazza come me decide di scrivere una fan fiction un po' romantica e contorta sul suo manga/anime preferito? I personaggi in questa storia non saranno dei pirati alla ricerca di avventura ma dei ragazzi che hanno dei problemi sentimentali e finiranno in situazioni un po'... strambe! La scuola è difficile per tutti ma ancora di più per una ragazza sola e insicura che sembra voler nascondere il suo passato. Riusciranno i suoi amici a farle capire l'importanza dell' amicizia e dell'amore? Saprà capire cosa prova davvero? Riuscirà a fare luce sui suoi sentimenti?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti, Z | Coppie: Nami/Zoro, Rufy/Nami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia su One piece, è un esperimento alla quale pensavo da un po' di tempo e che finalmente ho avuto il coraggio di pubblicare. La storia è tutta scritta in prima persona dal punto di vista di Nami. Spero tanto che vi piaccia. Fatemi sapere che vi sembra, baci!

La mattina non mi vorrei mai alzare.
Sapete quella sensazione meravigliosa che si prova quando ci si sveglia subito dopo una lunga dormita? È la sensazione che per me batte tutto. Batte la nutella. Batte la pizza. Batte anche guardarsi di seguito tutte le stagioni di scrubs (telefilm comico ambientato in un ospedale).
Ma da oggi. Non la proverò più per tutto l’anno. Già, inizia la scuola!
Non abito in una megavilla, mi accontento del mio piccolo appartamento con lo stretto necessario. Ci sono la cucina, il bagno la mia camera e un piccolo salotto. Non ho molti soldi perché me ne sono andata di casa quando ero ancora una ragazzina. I miei genitori... ma lasciamo perdere, ormai fanno parte del passato. Comunque sia quelle persone chiamate “Padre” e “Madre” non le vedo da... 1...2...3...4, penso siano quattro o cinque anni, non li conto più ormai.
Per poter raggruppare un po’ di soldi faccio dei lavoretti part-time. Ci tengo ad essere presentabile perciò cerco sempre tra i saldi le magliette più carine, i pantaloncini più comodi, le scarpe che mi piacciono di più e alla fine riesco comunque a trovare vestiti più che soddisfacenti e tutti a un prezzo stracciato!
Non ho mai chiesto aiuto a nessuno per la mia situazione finanziaria. Sono molto orgogliosa e l’ultima cosa che voglio fare è sembrare debole!
Ci sono stati giorni in cui dovevo digiunare. Sono stata sfrattata circa 11 volte da quando sono andata via di casa. Ho pensato più di una volta a intraprendere la via del crimine e rubare un paio di collane da rivendere ma non ho mai avuto il coraggio di farlo... chi sono io per togliere il sorriso dal volto di qualcuno?
La mia vita sociale.... quella non va molto bene.... tutte le persone con cui cerco di avere un rapporto d’amicizia mi silurano sempre con le stesse scuse.
“Sei troppo strana”
“Il nostro gruppo è già troppo numeroso”
“Bevi come un camionista!”
“Sei povera e sporca, non ti avvicinare”
 
Io sono solo Nami. Non ho mai detto a nessuno il mio cognome perché per me non esiste più! Uscivo con ragazzi tatuati e più grandi di me. Personalizzavo la mia divisa e non mi importava di quello che pensava la gente. I professori mi guardavano storto e i miei compagni non mi sopportavano.
Il preside alla fine fu praticamente costretto da tutti a chiedermi di andarmene da quella scuola. A quanto pare chi la frequentava era troppo “in” per una persona come me!
Mi aveva fatta iscrivere mia zia, la sorella di mia madre, con la quale ho sempre avuto un rapporto un po’ particolare ma di amicizia.
Non era la più prestigiosa della città ma era una delle più importanti. Sono sempre andata bene a scuola perciò mi hanno dovuto promuovere anche se poi mi hanno mandato via. Ora che ho una nuova casa e devo andare a un'altra scuola sono pronta a ricominciare, ma non cambierò! Sarò sempre sincera.
 
Come dicevo, quella mattina non mi sarei mai voluta alzare.
Nuova gente. Tutti li pronti a giudicare. Professori rompi palle.
“Sono forte, io sono forte.”
Questo era quello che mi ripetevo sempre quando sentivo di stare per cadere nell’angoscia e nelle incertezze della vita. Dovevo restare forte. Quest’anno sentivo che sarebbe cambiato tutto. In effetti avrei conosciuto molte persone simili a me, strane, stavo andando in una scuola reputata una delle peggiori della città.
Ma che importava, costava poco, questo era quello che mi importava.
E poi non mi sarei certo annoiata.
Presi una canottiera color crema e una felpa verde scuro  che era due taglie in più della mia.
Mi infilai un paio di pantaloncini di jeans e le mie fidate all-star nere.
Legai i lunghi capelli color rosso/arancio in una coda alta anche se qualche ciuffo ribelle scappò al mio controllo. Misi un po’ di rimmel e burro cacao giusto per non sembrare uno zombie.
Feci una veloce colazione con latte e caffè per poi uscire solo con il mio cellulare per le emergenze. Visto che non avevo amici non chattavo mai con nessuno e il cellulare mi serviva solo per chiamare Annie (mia zia),il ragazzo di turno, e la polizia o l’ambulanza ecc.
Ci misi circa un quarto d’ora ad arrivare alla scuola. Era brutta e noiosa, come tutte le scuole ma aveva qualcosa di diverso. Era pieno zeppo di ragazzi con i capelli colorati, alcune ragazze avevano dei grossi fermagli fra i capelli, altri stavano seduti a chiacchierare tranquillamente, altri facevano foto. Notai una ragazza dai lunghi capelli celesti seduta in un angolo a disegnare. Mi avvicinai titubante. Non ero mai stata tanto nervosa.
- e- ehi! Piacere io sono Nami –
La ragazza continuò a disegnare come se fosse incantata.
- scusa...io –
Si alzò di scatto e per poco non mi fece cadere dallo spavento.
- oh scusa, ti ho spaventato? Io sono Bibi, tu sei...? –
- N-Nami –
- Sei nuova vero? –
- si... ho dovuto cambiare scuola... sono al terzo anno tu? –
- anche io! Pensa che stavo aspettando qua una mia amica... ma non arriva! Entreresti con me?–
- Certo, volentieri! –
Insieme ci dirigemmo a passo veloce per la scuola. Mi aveva sorpreso la velocità con cui quella ragazza, Bibi, aveva preso confidenza con una perfetta sconosciuta.
- Perché vai così veloce? –
- il discorso di inizio anno del preside è una noia mortale, lo sanno tutti, perciò c’è una specie di gara a chi riesce a guadagnarsi i posti più contesi, cioè quelli più nascosti da dove non ti vede nessuno e puoi anche dormire e nessuno si accorge di niente, certo se non russi. Mi ricordo che l’anno scorso...-
Bibi parlava talmente veloce che non riuscii a seguire tutto il discorso. I suoi occhi erano così pieni di vitalità che non potei fare a meno di sorridere.
- hai sorriso!!-
Disse eccitata lei.
- hai un sorriso meraviglioso!-
Arrossii, nessuno mi aveva mai detto che avevo un bel sorriso... certo non sorridevo molto ma...
- ATTENTA!!! – un ragazzo in bermuda di jeans con i capelli neri su dei pattini mi venne addosso. Finimmo per terra, l’impatto mi aveva leggermente intontita. Rimasi a fissare il soffitto per circa due secondi prima di accorgermi che il ragazzo pesava. Era sopra di me che mi guardava divertito.
- È stato troppo divertente! Che ne dici Usopp, lo rifacciamo?? –
Dietro di noi un ragazzo con i capelli neri e ricci e un grande naso, che si sarebbe notato a miglia di distanza, ci guardava ammutolito.
- che ne dici se TI LEVI??!! –
Lo buttai a terra e lo fulminai con lo sguardo.
Bibi venne verso di me preoccupata. – stai bene?? –
- tutto a posto. Questo idiota mi è venuto addosso all’improvviso –
Il ragazzo si alzò e mi venne incontro.
- ehi ciao Io sono Rufy scusa per prima, stavamo facendo un gioco. Ti va di provarlo?? –
- no grazie! Noi siamo di fretta, addio –
Indispettita presi per la manica Bibi e la trascinai via.
- come ti chiami?! –
- NAMI IDIOTA! –
- vuoi un panino con carne?? –
- NO! –
- ci vediamo Nami! – mi fece cenno con la mano sorridendo.
Gli diedi le spalle ma non potei evitare di ricambiare il saluto. Quel ragazzo aveva qualcosa di speciale, avrei voluto conoscerlo meglio.
 
La sala grande dove si sarebbe tenuto il discorso di inizio anno era già piena zeppa di persone.
Bibi sospirò rassegnata quando non trovò neanche un posto nascosto libero. Rufy e il suo amico ci avevano fatto perdere cinque minuti buoni. Riuscimmo comunque a sederci vicine. Per tutto il tempo continuai a pensare che sarebbe stato bello capitare in classe con Bibi.
Il preside della scuola spiegò che bastava che ci comportassimo decentemente e che non distruggessimo niente, se venivamo bocciati peggio per noi e che stavamo facendo una grande cazzata, concluse dicendo – Grazie addio. –
Quando il preside se ne fu andato tutti si alzarono in piedi e lanciarono nel palco delle uova. Bibi mi spiegò che era una specie di tradizione per scacciare la sfortuna ma era solo un gioco che divertiva molto tutti, lo stesso preside partecipava. Solo le bidelle si lamentavano sempre, anche se in effetti il loro lavoro era pulire.
 La mia classe era la 3 C, ero con Bibi. Lei mi sembrò contentissima e emozionata, ci sedemmo vicine. Proprio come speravo. Dietro di me si mise seduto... indovinate un po’..... Rufy e il suo amico Usopp. Non ci potevo credere, a volte è proprio strano il destino!
- ehi Nami! Alla fine siamo capitati in classe insieme. Sono contento, ho come la sensazione che ci divertiremo molto! –
- ciao ragazze io sono Usopp, prima non ci siamo conosciuti proprio nel migliore dei modi, vi prego di non farvi un idea sbagliata di noi! In realtà siamo solo un po’....-
- infantili? – dissi finendo la sua frase.
- si esatto! –
- è un piacere conoscervi! Io sono Bibi e lei, lo sapete già è Nami –
- yo! – feci alzando la mano.
- in che sezione eravate l’hanno scorso? – chiese Bibi curiosa.
- nella A ma abbiamo deciso di cambiare –
Mentre Bibi e Usopp discutevano del più e del meno io e Rufy ci guardavamo studiandoci. Non si poteva certo dire che Rufy fosse brutto. Anzi, questa sua leggera nota di infantilità lo rendeva divertente, la cicatrice sotto l’occhio e i suoi evidenti addominali smorzavano l’aria da bamino e ti ricordavano che era quasi un uomo ormai. Notai che aveva un braccialetto di paglia con un ciondolo a forma di cappello e un nastro rosso al centro.
Era molto carino.
- cosa è quel braccialetto? –
Lui sembrò sorpreso. Con la manica della felpa rossa che aveva sopra la maglietta bianca coprì il bracciale quasi a volerlo nascondere.
- ..... –
- non me lo vuoi dire eh? Non importa–
Gli sorrisi cercando di distrarlo da quella domanda che sembrava averlo agitato un po’.
Lui mi guardò di nuovo. La felpa mi era un po’ calata dalle spalle e lui vide il mio tatuaggio sulla spalla sinistra a forma di mandarino e girandola.
- e quello? Cosa è? –
- un tatuaggio scemo – risollevai velocemente la felpa. Non mi andava che mi chiedessero la ragione per cui l’avevo fatto. Se mai me la fossi sentita l’avrei detto a qualcuno. Ma doveva essere davvero importante quella persona.
- si lo avevo capito ma... –
Si zittì subito quando vide la mia agitazione, proprio come aveva reagito lui, forse anche peggio.
- non importa, non te lo chiedo più. Se mai vorrai parlarne io sono dietro di te, ti guardo le spalle! – ridacchiò divertito.
- Ragazzi ordine! – la professoressa entrò in aula ancheggiando. O dovrei dire.... professore?
Era un uomo vestito in modo stravagante, molto imponente e forte, con una capigliatura afro e pieno di trucco in viso. Chiaramente era un travestito. Si mise seduto sopra la cattedra e si presentò.
- sono il vostro insegnante, mi chiamo Ivankov... cari boys and girls, vi insegnerò tutto ciò che dovrete sapere sul teatro! –
I ragazzi rimasero a bocca aperta. Anche quelli che stavano ripetendo l’anno non avevano mai visto quel professore, doveva essere appena arrivato.
- sapete tutti bene che in questa scuola è molto importante il teatro e che faremo varie rappresentazioni teatrali anche con le altre classi del vostro anno...? se non lo sapevate adesso lo sapete! Mmmfufufufu –
“Che razza di storia è questa??? Io non ne sapevo niente di teatro! E poi che risata ha??”
Un ragazzo con gli occhiali e i capelli rosa si alzò in piedi – io non ne sapevo niente e non voglio fare teatro! Così come i miei compagni suppongo -  tutti annuirono decisi.
- Mmmfufufufu caro ragazzo non sai che io sono un grande amico del preside... tu hai idea di come reagisca quando è nervoso?– il suo sguardo sfidava il ragazzo – non ne hai idea e penso che non ti piacerebbe saperlo. So di cosa è capace quell’uomo e non credo che sia necessario farlo innervosire per una sciocchezza del genere... –
Il ragazzo si sedette cupo in viso, aveva recepito il messaggio forte e chiaro e qualcosa mi dice che non avrebbe più obbiettato su nulla.    
- Hee-Haw! Boys and girls!! Ci divertiremo vedrete! –
 
La campanella della ricreazione suonò dopo la lezione del professore di matematica.
Le divise mi sarebbero arrivate quella sera, una era per le lezioni e una per fare attività fisica.
 
- Nami vado a cercare la mia amica tu non ti perdere! –
- stai tranquilla! Penso che mi farò un giro! –
Intrapresi un corridoio che non avevo mai visto prima, non mi importava se non sapevo dove stavo andando tanto prima o poi avrei ritrovato la mia classe o avrei chiesto a qualcuno.
 Non c’era nessuno in giro, probabilmente erano andati tutti ad assalire il bar della scuola.
Trovai il bagno, la palestra e arrivai all’ufficio del preside, a cui non osai avvicinarmi.
Si mi ero persa ma continuavo a camminare, ancora non si vedeva nessuno, solo un paio di ragazzi imboscati nel sottoscala e due ragazze che chiacchieravano appoggiate a un muro. Mi ricordavano le ragazze della mia precedente scuola così decisi di evitarle.
 A un certo punto arrivai a una classe  del mio anno, la 3 A. la sezione più “prestigiosa” diciamo...
Da dentro non si sentiva provenire nessun suono così entrai incuriosita. Era più profumata della nostra classe e c’erano delle tende di raso alle finestre. I mobili erano tutti in legno di ciliegio e anche i banchi a differenza dei nostri vecchi sporchi e attaccati dalle chewingum come il miele dalle api. Guardai fuori dalla finestra e vidi Usopp e Rufy che facevano capriole e salti spericolati, in realtà era Rufy che li faceva, Usopp lo guardava da sopra un albero. Rufy mi notò affacciata e mi salutò.
Ricambiai il saluto. Con quel ragazzo non riuscivo mai a restare indifferente o distaccata.
Stavo ancora guardando il cielo da quella finestra quando sentii qualcuno dietro di me. Mi girai di scatto allarmata ma lui mi bloccò i polsi con le mani al muro. Che cosa stava succedendo??  Un tizio con i capelli color verde alga mi guardava serio.
- chi sei? – diventai rossa di rabbia e imbarazzo.
- CHI CAZZOSEI TU!!! Come ti permetti di venirmi alle spalle e bloccarmi al muro???? –
- sei tu l’intrusa qui! Mocciosa! –
- Mocciosa a me??!! E poi questa non è una tua proprietà privata! Testa d’alga!!! –
- guarda che non sei nella posizione per insultarmi –
Il ragazzo si avvicinò con il corpo al mio e rimasi schiacciata tra lui e il muro.
Avvicinò il naso al mio collo e ne inspirò appieno il profumo. Scostò i capelli dal mio orecchio e sussurrò.
 – odori di mandarino... –
Divenni ancora più rossa e provai a liberarmi.
- se non ti piace puoi anche lasciarmi andare! –
In quel momento vidi alla porta Rufy che ci guardava sorpreso.
- R-Rufy... – lo pregai.
Lo vidi venire a passo deciso verso di noi, afferrò per il colletto  il ragazzo coi capelli verdi così mi liberai dalla sua presa.
- che cazzo facevi? Non vedi che non voleva? Sei un maniaco o cosa?! –
- ehi Rufy datti una calmata, la volevo solo spaventare un po’ lo sai come sono... –
- lo so ma lei è diversa, non ci provare neanche Zoro! Io ti ho avvertito! –
Il ragazzo prese le mani del moro e si liberò il colletto.
- noi ora ce ne andiamo, è stato un piacere rivederti – era  ironico, si vedeva che non era contento di averlo incontrato.
- anche per me Rufy e... mocciosa... –
Andai verso Rufy e mi appiccicai al suo braccio. Ci incamminammo per i corridoi.
- chi era Rufy? Lo conosci? –
- lascia stare è uno a cui piacciono le ragazze e gioca con loro, ma tu non sei come le altre, non permetterò che ti faccia del male! E poi a me piace molto il tuo profumo di mandarino! – non riuscii a soffocare una risata. Ero felice, lui aveva detto che mi avrebbe protetto....
Incontrammo Bibi in classe.
- Ragazzi! Ho trovato la mia amica, mi ha chiesto se per voi andrebbe bene uscire stasera! Oh ma voi...-
Notò che io ero praticamente abbracciata a Rufy e arrossì leggermente.
- v-voi due... –
La fermai in tempo.
- NO!!! Finiscila di fantasticare! –
Rufy non capendo, dato che è più perspicace di un bradipo, rimase intontito.
- ma che...? –
Io arrossii e gli tirai un pugno in testa.
- zitto stupido! –
Lui si toccò la testa lamentandosi.
Bibi rideva di gusto e io cercavo di calmarmi chiedendo scusa a Rufy che , poverino, non aveva ancora capito nulla.
  
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