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Autore: Oroborus    07/10/2013    1 recensioni
"Il creato si tiene in equilibrio: quando un torto viene compiuto, da qualche parte viene compiuto un atto di bontà." Mosso da questo ideale, il Curatore selvaggio vaga mosso da un eterno moto di altruismo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il creato si tiene in equilibrio: quando un torto viene compiuto, da qualche parte viene compiuto un atto di bontà. Sagoma nel crepuscolo, si narra che il Curatore selvaggio sia uno sciamano antico quanto la terra stessa, che compaia dopo che grandi ingiustizie siano state consumate per riparare ai danni realizzati dagli uomini. Il suo sguardo, occultato dalla spigolosa maschera di legno, si posa solo sull'infermo e su colui che la sanità ha abbandonato, la sua parola è sentita solo da coloro che non sentono, il suo udito coglie i mutismi ed il suo tatto allevia le sofferenze della carne. Vaga coperto solamente da un rozzo indumento di foglie intrecciate e la sua pelle è bronzea e solcata da profonde rughe, si regge ad un bastone nodoso sul quale si avvolge una serpe e porta con sé numerose borse ove ripone i suoi unguenti ed i semi che rendono fertile e viva la terra sulla quale cammina. Compagni del suo costante peregrinare sono gli animali che mansueti tengono il suo passo: lupi, volpi, così come volatili e felini e roditori e qualsiasi bestia che incontra il suo cammino, porgendoli omaggio portando taluni bacche, frutti ed erbe, altri pellame ed uova; le possenti aquile forniscono riparo dalla pioggia sotto le loro ali, le pecore scambiano il tepore della loro lana e le capre lo guidano negli angusti sentieri di montagna.
Moltissimi villaggi di periferia ci hanno raccontato della sua visita, la vita ripristinata alla sua gloria passata, gli alberi nuovamente giovani, la malattia eradicata. Un'oasi vivente, questo enigmatico sciamano è apparso nuovamente dopo il massacro portato dalle barbarie degli uomini del Nord che con arco, lancia e fuoco hanno raziato e bruciato la nostra terra ed ora tutti noi aspettiamo la sua venuta.
La notte è prossima e mi avvicino al calore del falò, guardando prima rammaricato i campi ed i boschi anneriti dagli incendi, poi cercando quei volti familiari che non troverò più ed in questo cielo ramato dal tramonto, all'orizzonte, si stagliano nette le sagome di una persona e di decine di animali e del volo degli uccelli; già il passato è un fardello meno pesante.
Il gallo canta ed il sole sorge sui verdi prati e sui boschi rinnovati, un nuovo giorno è arrivato, una nuova era per tutti.

  
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